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drupa, il cambio di passo dei produttori cinesi

Vom 28. Mai bis 7. Juni trifft sich die internationale Printbranche auf der drupa 2024, der weltweit führenden Fachmesse für Drucktechnologien. Das Düsseldorfer Messegelände mit 18 Hallen ist komplett belegt. 1.646 Aussteller aus 52 Ländern präsentieren zukunftsweisende Innovationen und bahnbrechende Technologien aus der Print Media Industrie, industrial & functional printing bis hin zu packaging production. Dabei im Fokus: Die Megatrends Nachhaltigkeit und Digitalisierung.| From 28 May to 7 June, the international printing industry will meet at drupa 2024, the world's leading trade fair for printing technologies. The Düsseldorf exhibition centre with its 18 halls is fully booked. 1,646 exhibitors from 52 countries will showcase groundbreaking innovations and cutting-edge technologies from the print media industry, industrial & functional printing and packaging production. The focus will be on the megatrends of sustainability and digitalisation.

Una delle maggiori attese di questa edizione di drupa era la presenza dei produttori cinesi che già nei numeri faceva vedere il cambio di passo: 417 espositori cinesi hanno occupato oltre 26.000 metri quadrati di spazio espositivo netto, che rappresenta oltre il 25% di tutti i partecipanti.

L’importanza era tale che l’organizzatore della drupa ha designato il 31 maggio come “Giornata della Cina”. La differenza rispetto alle precedenti edizioni consisteva nel fatto che questa volta erano distribuiti nei vari padiglioni e nelle varie categorie produttive. La parte meccanica legata la settore post stampa e converting ha visto il maggior numero di aziende con 174 espositori, seguita di fornitori di materiali con 121 espositori e la terza forza per numero sono i produttori di macchine da stampa e prestampa con 89 espositori.

Cosa ci raccontano questi numeri? In primo luogo che la globalizzazione non si ferma e siamo in un mercato che deve confrontarsi localmente e internazionalmente. Secondo, che anche il settore della stampa e in particolare quella digitale vede la presenza di macchine provenienti dalla Cina. La portata del cambiamento in atto è stato fatto presente al “Bi Sheng Forum for Cooperation in the Printing Industry – drupa Dialogue” evento in cui si è parlato dei rapporti bilaterali tra Europa e Cina nel mercato della stampa. Durante l’evento Li Ang, amministratore delegato di BindEx Machinery Co. che collabora sin dal 2015 con Wohlenberg ha dichiarato: «Sulla base di decenni di collaborazione internazionale, ci stiamo concentrando maggiormente sulla globalizzazione. I nostri prodotti hardware sono stati venduti in diversi Paesi e regioni e questo non solo ci permette di entrare nei mercati locali, ma facilita anche l’espansione internazionale delle nostre soluzioni digitali software, dato che molti clienti hanno iniziato a utilizzare le funzioni software incluse nei dispositivi hardware». Un pensiero che ben sintetizza quanto abbiamo visto in fiera.

Più da vicino

Girando nei padiglioni era evidente il cambio di passo nella proposta con una presenza attiva e operativa di molte macchine nel settore del converting che hanno attratto molti visitatori interessati ad approfondire le applicazioni nel packaging. Oltre alle soluzioni già viste e sperimentate dell’allestimento libri molte erano le macchine specializzate nella realizzazione di scatole e contenitori per il settore food, mercato in continua crescita nei numeri. Ma la presenza è andata oltre al settore del converting per avere una nuova forte presenza nel settore della stampa.

Oltre al mercato delle etichette che avevamo già visto a Labelexpo e già presenti in Europa, sono state presentate molte macchine da stampa digitali per il settore editoriale e commerciale. Abbiamo visto almeno 5 sistemi di stampa digitale a bobina colore e monocromatico pienamente operativi, tutte sistemi con teste piezo elettriche ed inchiostri base acqua in grado di stampare su molteplici tipi di carta con e senza primer, con bande da 440 mm fino a 660 mm con risoluzioni che partono da 600×600 e arrivano a 1200×1200 dpi e velocità tra i 50 e i 150 m/minuto.

Pur non essendo in molti casi disponibili a dare informazioni a consulenti e giornalisti abbiamo assistito a diverse dimostrazioni e potuto vedere la qualità di stampa a diverse risoluzioni. Per le macchine in monocromatiche siamo ben dentro i livelli qualitativi attesi dal nostro mercato in ambito editoriale, mentre nella stampa a colori siamo molto lontani dai risultati raggiunti attualmente da brand come Canon, Ricoh, Screen. Abbiamo particolarmente apprezzato la qualità e flessibilità della Harpy R520C della General inkjet Printing che può gestire una banda fino a 535mm e stampare su ogni tipo di supporto ad una risoluzione di 1200×1200 grazie a un sistema di asciugatura IR. La macchina è equipaggiata con Agfa Apogee e, a prima vista, è pronta per il mercato editoriale e direct marketing. Molto interessante e, a quanto ci hanno detto, prossima ad arrivare in Italia è l’Atexco VegaPress 440M HD soluzione di stampa monocromatica in grado di stampare su diversi tipi di supporto senza primer e, vista stampare apposta per noi e commentata assieme ad uno sviluppatore della macchina, con un livello di pulizia e di dettaglio molto definito anche alla risoluzione di 600×600 dpi. Una macchina che può coprire molte esigenze di produzione sia in campo editoriale sia nella manualistica e farmaceutica. Abbiamo visto all’opera anche la versione a colori su carta uso mano con un risultato di stampa adeguato sia per l’editoria scolastica sia per alcune applicazioni di direct marketing.

Non poteva rimanere escluso il settore della stampa su corrugato con una ampia proposta di macchine inkjet base acqua e uv. Abbiamo visto la nuova Hanway Glory 160x in grado di stampare su lastre di corrugato 1600×2800 a una velocità 76 metri/minuto a 1200×1200 dpi con una qualità che sta soddisfacendo diversi stampatori. Ha colto il nostro interesse l’offerta di UPG Digital con due soluzioni una entry level LQ-MD 1624 e una da produzione LQ-MD 1824 per la stampa di lastre fino a 20 mm di spessore. Interessante anche la soluzione low entry per lastre massimo 500×500 e area di stampa 420 e spessore da 0,2 mm a 45 mm che la rende una macchina versatile per chi deve fare piccolissime produzioni personalizzate.

Non tutto di quello esposto probabilmente arriverà sui nostri mercati ma di certo sappiamo che c’è un bacino tecnologico pronto per molte esigenze. Dopo inchiostri, additivi, lastre, ricambi, consumabili, macchine di finitura, macchine da stampa convenzionali anche le macchine da stampa digitali, forti del successo nel mercato locale, sono proposte nel mercato mondiale. Il successo passerà dalla capacità e volontà di costruire una rete di partner in grado di veicolare prodotti e assistenza in modo continuativo affinché qualità e produttività sia sempre garantita.

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