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Da Automation Address la nuova etichettatrice Herma Eco

Herma Eco, commercializzata in Italia da Automation Address, è la nuova etichettatrice entry level della famiglia Herma, pensata per applicazioni semplici senza compromettere qualità, affidabilità e precisione.

Disponibile in versione destra o sinistra, raggiunge velocità fino a 30 m/min con etichette larghe fino a 160 mm. Facile da usare, può essere controllata tramite il pannello o PLC. La macchina è dotata di funzioni avanzate, come un encoder master per sincronizzare la velocità del prodotto e dell’etichettatura e opzioni di aggiornamento del firmware. L’encoder master garantisce precisione anche con variazioni di velocità, sincronizzando l’alimentazione delle etichette alla velocità del nastro trasportatore.

Herma Eco è equipaggiata con fotocellula a forcella o sensore FS03 per una scansione affidabile delle etichette e una porta mini-USB per aggiornamenti del firmware.

Una soluzione versatile e di alta qualità, che incarna l’eccellenza della tecnologia “Made in Germany”.

Con oltre 30 anni di esperienza sul campo, Automation Address è il rivenditore esclusivo per il territorio italiano delle etichettatrici industriali Herma, che garantisce assistenza su tutto il territorio grazie alla sua struttura che conta tecnici altamente qualificati e costantemente formati per essere capaci di risolvere le problematiche sul campo o con assistenza telefonica.

PRX e PQX: nuovi standard per la qualità nella stampa

Gli standard ISO 20616-1 (PRX) e ISO 20616-2 (PQX) digitalizzano il controllo qualità nella stampa, migliorando efficienza e trasparenza. PRX definisce i requisiti, PQX standardizza le valutazioni, riducendo errori e costi.

di Dario Zannini

Per anni, il processo per garantire la qualità e l’accuratezza dei risultati di stampa si è basato in larga misura su campioni fisici: anche oggi, nella sua forma più basilare, c’è qualcuno che realizza prove colore e mock-up per simulare l’aspetto che dovrà avere il prodotto finale.

Nel mondo della stampa commerciale e del packaging, garantire i clori e in generale la qualità è una sfida diffusa e comune, ma allo stesso tempo anche complessa e non priva di trappole: soprattutto per i grandi brand che operano su scala globale, ma anche per i clienti più piccoli che hanno la stessa esigenza di qualità, ed infine per gli stampatori.

La poca diffusione di standard condivisi per lo scambio di dati tra acquirenti e fornitori ha tradizionalmente portato a processi frammentati e, in molti casi, a costi non trascurabili; con l’introduzione degli standard ISO 20616-1 (PRX) e ISO 20616-2 (PQX), il settore si orienta verso una gestione digitale integrata della qualità di stampa, che promette di aumentare l’efficienza operativa e di ridurre le possibilità di errori e incomprensioni.

Il problema: frammentazione e inefficienza

In generale, gli acquirenti di servizi di stampa hanno sempre lottato per monitorare la qualità dei prodotti richiesti, chi fornendo a monte delle prove colore, chi mandando delegati a supervisionare la stampa.

Dall’altra parte, ogni stampatore utilizzava strumenti di riferimento e misurazione diversi, anche incompatibili fra loro, rendendo difficile un’analisi centralizzata dei risultati da parte delle figure di controllo.

Questo scenario ha aumentato nel tempo i costi operativi, riducendo la trasparenza, e spesso ostacolando l’uniformità dei risultati, specialmente in contesti multi-fornitore.

Storicamente, il controllo qualità si basava su prove di stampa e campioni fisici, un processo lento ed esoso; oggi, con l’avvento di tecnologie digitali (es. librerie cromatiche virtuali e strumenti di analisi) settori come il packaging provano a migliorare precisione ed efficienza. Nonostante ciò, la proliferazione di soluzioni software proprietarie ha creato nuovi ostacoli: formati incompatibili, duplicazione dei dati, difficoltà di integrazione.

È qui che PRX e PQX intervengono, offrendo un linguaggio comune per l’intera filiera.

ISO 20616, PRX e PQX

Un’iniziativa di Idea Alliance e Brand Owner Council, partita nel 2015 per snellire ed agevolare le comunicazioni tra committenti e stampatori, è scaturita in una nuova norma ISO (attualmente in vigore) con l’obiettivo di creare uno standard che consenta ai fornitori di stampa di comunicare in modo uniforme e chiaro la qualità dei loro prodotti ai clienti.

Tramite ciò che secondo me è il proverbiale uovo di Colombo, PRX/PQX definiscono un formato di file con cui poter stabilire un modo condiviso per comunicare le caratteristiche della qualità di stampa in tutta la catena di fornitura, tra brand e fornitori e viceversa.

Il PRX (Print Requirements Exchange), definito nello standard ISO 20616-1, rappresenta un sistema che consente ai clienti di trasmettere in maniera univoca i requisiti qualitativi richiesti a fornitori e stampatori. Più che un semplice ordine di produzione, esso si configura come una vera e propria linea guida in cui vengono specificati, ad esempio, i riferimenti cromatici, le metriche per l’analisi e i requisiti di conformità. Grazie a questo approccio, i clienti hanno la possibilità di stabilire aspettative chiare e condivise, riducendo così il rischio di malintesi durante il processo di produzione.

Parallelamente, il PQX (Print Quality Exchange), disciplinato dallo standard ISO 20616-2, si occupa di standardizzare la risposta fornita dagli stampatori. Questo formato si caratterizza per la trasmissione dei dati grezzi relativi alla produzione, escludendo deliberatamente l’inclusione di tolleranze o valutazioni soggettive. In particolare, il PQX supporta sia dati spettrali che non spettrali, integrando il formato CxF per il colore, e permette ai destinatari di applicare autonomamente i criteri di accettabilità. In questo modo, risulta più semplice confrontare le prestazioni di diversi fornitori attraverso l’utilizzo di metriche uniformi.

Vantaggi per marchi e fornitori

Per i marchi, la possibilità di definire requisiti chiari e universalmente comprensibili si traduce in una maggiore libertà nel coinvolgere più fornitori, anche geograficamente distanti, all’interno dei propri programmi di qualità; questo non solo amplia le opzioni produttive, ma incentiva una sana competizione, che scaturisce in una qualità crescente.

Dal lato dei fornitori, la riduzione degli errori interpretativi e la possibilità di rispondere con dati oggettivi e confrontabili agevolano l’accesso a nuovi clienti, semplificano l’iter di produzione e controllo interno, e portano crescita tramite un’ottemperanza controllata.

La trasparenza generata da questi formati standardizzati costruisce un ponte di fiducia: i brand possono verificare la conformità in tempo reale, mentre gli stampatori dimostrano, attraverso metriche inequivocabili, di meritare l’approvazione dei committenti.

Inoltre, l’integrazione con strumenti digitali legati all’Industria 4.0 – come piattaforme di automazione e sistemi di analisi – trasforma ciò che un tempo era un processo statico in un flusso dinamico, dove i dati diventano strategici per ottimizzare produzione, ridurre sprechi e anticipare criticità: un circolo virtuoso che unisce innovazione, efficienza e collaborazione.

Sfide e prospettive

Le soluzioni PRX e PQX rappresentano un passo importante verso l’innovazione nel settore della stampa, anche se, al momento, si limitano a definire formati di file e non processi operativi completi; il loro futuro successo dipenderà in gran parte dalla diffusione e dall’adozione su larga scala, seguendo un percorso simile a quello intrapreso da standard precedenti come il CxF, che è riuscito a diventare un riferimento.

Guardando al futuro, è possibile immaginare che i vari fornitori di tecnologie svilupperanno soluzioni sempre più standardizzate e compatibili, creando un ecosistema aperto in cui le diverse piattaforme potranno comunicare e collaborare senza ostacoli; con l’evoluzione degli standard, si prevede anche l’introduzione di nuove funzionalità, come metriche avanzate per analizzare ulteriori dati e criteri di valutazione più sofisticati, che arricchiranno ulteriormente l’offerta tecnologica disponibile.

In conclusione, standard come l’ISO 20616, insieme a PRX e PQX, non possono essere considerati semplici protocolli tecnici, ma veri e propri pilastri per una filiera della stampa più trasparente, competitiva e all’avanguardia. Per i marchi e i professionisti del settore, abbracciare questi standard significa non solo ottimizzare l’uso delle risorse, ma anche instaurare collaborazioni solide e proficue, indispensabili in un mercato sempre più orientato verso la produttività e l’eccellenza.

PRX/PQX: Standard ISO per lo scambio di requisiti di qualità di stampa (PRX) e valutazioni di qualità di stampa (PQX). Sono basati su XML e consentono una comunicazione chiara e non ambigua delle specifiche di stampa, inclusi i colori del marchio (tramite CxF). PRX permette di specificare anche requisiti come la resistenza agli agenti atmosferici e alla luce. PQX, invece, permette lo scambio di valutazioni della qualità da parte dello stampatore all’acquirente

Stampa commerciale: quale futuro nell’era digitale

Nel panorama della comunicazione commerciale, la stampa mantiene un ruolo centrale, nonostante la crescente digitalizzazione. Il volantino cartaceo resta il mezzo più efficace per raggiungere i consumatori, affiancato da strumenti digitali come il QR code, mentre il packaging diventa sempre più veicolo di messaggi e valori. Tuttavia, il futuro potrebbe vedere una riduzione della stampa a favore del “retail media” e di strategie più mirate.

Cristina Lazzati, direttrice di riviste del mondo retail ed esperta del settore, ci guida tra le tendenze attuali e le prospettive della comunicazione stampata nel mercato.

Una parte consistente di ciò che quotidianamente vediamo e leggiamo – più o meno distrattamente – è costituita da stampati informativi e commerciali di vario genere, come volantini, manifesti, locandine, cataloghi, brochure. Mezzi di comunicazione che, come consumatori, possiamo considerare marginalmente, ma che in realtà sono molto efficaci nell’orientare e accompagnare le nostre abitudini di spesa.

Siamo nel campo della cosiddetta “stampa commerciale”, un mezzo indispensabile per le aziende produttrici e i distributori per comunicare con il mercato finale.

Abbiamo chiesto a Cristina Lazzati, direttrice delle riviste Mark UP, Gdoweek e Fresh Point Magazine di Tecniche Nuove, ed esperta del settore, di aiutarci a delineare il panorama della comunicazione commerciale, indagando il motivo del successo di alcuni canali rispetto ad altri e di delineare quali potrebbero essere le strategie delle aziende per i prossimi anni.

Il fascino della carta

Entrando nel multiforme mondo della comunicazione commerciale, il primo passo da compiere è capire lo stato dell’arte del comparto e quale ruolo ricopra oggi la stampa commerciale. Circondati da strumenti che ci immergono quotidianamente in realtà virtuali perennemente connesse al mondo, verrebbe da dire che il digitale sia imperante, ma la verità è un’altra e il primo dato che Lazzati fornisce non può che stupire. «Il volantino si conferma il mezzo più semplice per arrivare al mercato finale, capace di raggiungere un pubblico molto vasto, ed è al contempo anche il mezzo preferito dal consumatore». Tanto che «i volantini costituiscono il 90% della comunicazione stampata e peraltro, ad oggi, rappresentano l’investimento di marketing più importante della distribuzione» racconta la direttrice. Va da sé che anche la stampa, in questo ambito, mantiene un ruolo chiave.

Inoltre «il tema della sostenibilità non è irrilevante per il volantino cartaceo e da tempo l’industry si è attrezzata con volantini in carta riciclata e inchiostri ecologici».

Ovviamente, nel mondo della comunicazione commerciale, la digitalizzazione già esiste e permette una comunicazione più mirata sul singolo consumatore, meno costosa e anche più facile da adeguare, in termini tanto di prezzi quanto di differenziazione: un volantino digitale può cambiare da zona a zona, in base alle offerte del singolo punto di vendita, ed essere facilmente aggiornato automaticamente da remoto. Tuttavia, lo sviluppo e la diffusione della digitalizzazione sono ancora in itinere, almeno in Italia. «L’obiettivo del settore è di arrivare al cliente con una comunicazione digitale molto più personalizzata, ma per questo è necessario riorganizzare l’enorme mole di informazioni che i retailer posseggono, che esige uno studio accurato della propria clientela, attraverso specifiche soluzioni CRM (customer relationship management)».

Accanto a questa comunicazione, esiste poi anche «la cartellonistica all’interno dei punti di vendita, con i cartelloni e le grandi comunicazioni aeree. Anche in questo caso, le scelte variano da strumenti in carta e cartone, a strumenti digitali come i video».

La strategia del brand

La scelta della comunicazione però non è motivata esclusivamente da una questione di investimento, spesso è influenzata da una precisa scelta di posizionamento strategico del punto di vendita o del reparto all’interno di uno stesso punto di vendita. Si passa dalla digitalizzazione spinta, con il ricorso a video che, in un dato reparto, possono mostrare le pratiche di pesca, allevamento o coltivazione, a reparti che ricreando un’ambientazione da mercato, con banchi serviti e prodotti freschi. In questi casi si predilige la comunicazione stampata cartacea, a volte persino utilizzando la carta del classico sacchetto del pane, su cui sono riportate informazioni o messaggi invitanti, come fossero scritti a mano.

Nel mezzo tra questi due estremi – spiega Lazzati – vi sono poi le più classiche comunicazioni aeree del punto di vendita, in cui è riportato l’elenco delle referenze che il consumatore può trovare nel dato reparto, ma anche le grandi fotografie che in alcune catene rappresentano il fornitore: la cascina che fornisce un certo tipo di prodotti a chilometro zero o ancora la gigantografia dell’agricoltore che consiglia i propri prodotti. In altri casi, invece, vi sono poi le immagini legate specificatamente alla comunicazione e al branding. In ultimo – non certo per importanza – c’è tutto il mondo del packaging e della comunicazione commerciale che viaggia attraverso questo canale. «È quindi una questione anche di posizionamento» sottolinea Lazzati.

La comunicazione nel packaging

Proprio in riferimento all’imballaggio, è interessante notare come i mondi del packaging e della comunicazione commerciale si intreccino. L’imballaggio non è più solo uno strumento che serve per conservare, trasportare e proteggere, ma diventa esso stesso mezzo di comunicazione e quindi utilizzato dalle aziende a questo scopo, anche per veicolare messaggi specifici. Non solo, «tornando al tema della sostenibilità» aggiunge la direttrice «l’attenzione al prodotto sostenibile, in molti casi, parte proprio dal packaging. Il consumatore spesso sceglie un prodotto piuttosto che un altro in considerazione della sua sostenibilità; e gli italiani sono molto attenti a questo aspetto, per quanto in questo periodo storico la variabile prezzo sia particolarmente importante. Anche in questo ambito la carta sta avendo un nuovo boom, supportato dalla ricerca e innovazione che si sta facendo in questo campo, per creare tipologie di packaging in grado, pur essendo in carta, di aumentare la shelf life ovvero la vita del prodotto da quando esce dalla produzione a quando arriva nel carrello del consumatore. Un aspetto di valore anche agli occhi della distribuzione, in quanto limita di molto i prodotti da buttare, quindi lo spreco». La carta e il cartone si riconfermano, quindi, i materiali su cui al momento la distribuzione pone maggiore attenzione anche per il packaging.

QR code: tra stampa e digitale

Un altro aspetto interessante della comunicazione commerciale è l’integrazione tra packaging e digitale, resa possibile proprio dalla stampa. E il mezzo per attuare questa integrazione è il QR code. Si tratta di una soluzione molto utilizzata nella comunicazione commerciale per fornire maggiori informazioni sul prodotto in vendita, spiega Lazzati. Non solo «alcuni retailer utilizzano il QR code anche per il prezzo, in combinazione, ancora una volta, al volantino». Il codice bidimensionale a matrice permette di risolvere uno dei maggiori problemi dovuti al ricorso al volantino ovvero l’impossibilità di modificare ciò che ormai è stato stampato. «Il QR code consente di adeguare il prezzo dell’offerta che il punto di vendita applica a determinati prodotti, in base alle referenze e ai tempi». Si pensi, spiega la direttrice, alle catene della grande distribuzione organizzata (GDO) che hanno punti vendita di differenti dimensioni, dai grandi ipermercati ai piccoli market cittadini. Ovviamente questi esercizi hanno costi di gestione molto diversi tra loro – determinati da vari fattori, dalle modalità alle tempistiche di rifornimento, fino ai costi degli affitti – che influenzano inevitabilmente la possibilità di proporre le medesime offerte sui prodotti. Il codice bidimensionale consente di gestire, anche sul volantino stampato, proprio questa differenziazione tra i punti vendita. «Il QR code, quindi, potendo essere gestito digitalmente, permette di sfruttare le enormi potenzialità del volantino cartaceo, mantenendo le capacità di aggiornamento del digitale».

Il futuro della comunicazione stampata

In questo mix comunicativo tra stampa e digitale in cui i due piani al momento si intrecciano e lo fanno in maniera anche molto efficace, ci si chiede come evolverà il ruolo della stampa commerciale. Certamente è destinato a ridursi, sottolinea Lazzati, «il volantino cartaceo per ora in Italia continuerà ad esistere, ma andrà via via riducendosi man mano che i retailer – tanto la GDO quanto le grandi catene non-food – andranno sempre più a concentrarsi e a raffinare le proprie politiche CRM. A quel punto, anche gli investimenti si sposteranno». Il tema, spiega la direttrice, è inerente a una questione di guadagno. «Ad oggi, da una parte si ha l’opportunità rappresentata dai “retail media” – canali sulla rete media di un retailer in cui i brand inseriscono a pagamento i propri contenuti – che è però ancora poco sviluppata in Italia, a differenza di quanto accade all’estero. D’altra parte il volantino è un mezzo che lega – anche finanziariamente – aziende e retailer, vedremo se nel futuro questi investimenti andranno a spostarsi sui retail media o rimarranno ancorati al volantino».

Il valore del brand

Intanto si sta assistendo a un’evoluzione anche in Italia. «In passato la distribuzione produceva molti più stampati, come giornali o house organ, ma anche in questo senso si sta andando sempre più verso una riduzione della carta stampata e una maggiore attenzione a ciò che si stampa» prosegue Lazzati. «Per cui è ipotizzabile che dalla massificazione del volantino ci si sposterà su un suo utilizzo non più solo come mero strumento di promozioni, bensì come mezzo attraverso il quale comunicare i valori del brand, che identificano il marchio e con i quali si fidelizza il cliente». Vi rientra, spiega la direttrice, tutta la linea delle marche del distributore che, anche nel nostro Paese, interessa ormai quasi un terzo degli investimenti e ha ancora un buon margine di crescita. «In generale, quindi, la comunicazione dell’insegna si sposterà verso questo aspetto ed è probabile che, in parte, si ritornerà anche a fare delle comunicazioni su materiali più di pregio. Un approccio quindi che da tattico – qual è ad oggi il volantino – potrebbe diventare strategico, trasformando gli investimenti in qualcosa di più qualitativo e di meno massificato. E anche la carta stampata potrebbe tornare a essere, come succedeva in passato, un oggetto che il consumatore addirittura compra». Il consumatore, del resto, va conquistato e il prezzo può riuscire a farlo solo in parte.

Ci sono anche altre opportunità che, nel mondo della distribuzione, la stampa commerciale potrebbe sfruttare in futuro, per esempio realizzando nuovi tipi di espositori, facendoli diventare parte del messaggio o del valore comunicato. «Lo si vede soprattutto nel non-food» dice ancora Lazzati, «in particolare laddove si parla di sostenibilità, grazie al ricorso a materiali che sono più vicini a questi temi, come il legno o il cartone». Gli espositori diventano così mezzo essi stessi per raccontare la sostenibilità. «Per la distribuzione, migliorare questi aspetti potrebbe essere un’opportunità», coinvolgendo anche la comunicazione commerciale stampata.

In definitiva, al momento, almeno in Italia, il volantino resta il grande protagonista della comunicazione commerciale stampata, sul quale converge un duplice guadagno per i distributori: da una parte gli introiti dovuti a promozioni ed offerte, dall’altra gli investimenti dell’industria produttrice, che ha in questo strumento la voce di costo più alta del proprio marketing. «Solo il retail media potrebbe essere concorrenziale al volantino, garantendo maggiore marginalità. Resta però la necessità di un’attività di digitalizzazione che nei fatti, ad oggi, risulta ancora molto complicata».

Epson, due nuove stampanti SureColor P

Epson lancia due nuove linee di stampanti fotografiche: SureColor P7300 (24 pollici) e P9300 (44 pollici), progettate per soddisfare le esigenze di diversi settori: fotografia, prove colore, grafica, comunicazione visiva, fine art. Questi modelli si aggiungono a SureColor P5300 da 17 pollici completando la gamma di stampanti fotografiche di alta qualità progettate per soddisfare le esigenze dei fotografi professionisti.

SureColor P7300 e P9300 sostituiscono le affermate P6000 e P8000 e presentano importanti aggiornamenti, tra cui una maggiore velocità di stampa e l’innovativa testina di stampa Epson PrecisionCore da 2,64 pollici, che garantisce una qualità dell’immagine eccezionale. I nuovi modelli integrano un innovativo set di inchiostri UltraChrome PRO10 a 10 colori, disponibili in cartucce da 350 e 700 ml che, grazie alla presenza del viola e della tecnologia Black Enhance Overcoat, migliora la gamma cromatica e la densità del nero producendo stampe con neri più profondi e contrasto migliorato. Non solo: l’inclusione di ugelli PK/MK dedicati e la straordinaria risoluzione di 2.400×1.200 dpi aumentano la produttività riducendo al minimo i tempi di fermo, garantendo un funzionamento efficiente.

“Siamo orgogliosi – afferma Renato Sangalli, Head of Sales C&I Printing di Epson Italia – di presentare SureColor P9300 e P7300. Si tratta di stampanti caratterizzate da qualità, produttività ed efficienza senza precedenti per una vasta gamma di professionisti della fotografia e del fine art. Con il loro annuncio offriamo una gamma completa di stampanti fotografiche professionali a 10 colori, incluso il viola, consentendo di produrre immagini e prove colore sorprendenti per soddisfare gli standard più elevati.”

I due nuovi modelli sono dotati anche di un nuovo display LCD da 4,3 pollici da 4,3 pollici per una facilità di utilizzo che semplifica la navigazione e di una struttura antipolvere per impedire l’ingresso di sporcizia. Epson Media Installer, Epson Cloud Solution PORT per il monitoraggio remoto, un adattatore per rotolo senza perno e una meccanica accessibile frontalmente per una facile manutenzione sono alcuni dei miglioramenti apportati all’usabilità, mentre soluzioni software complete come Epson Edge Print PRO RIP e la compatibilità con software RIP di terze parti facilitano flussi professionali di lavoro di stampa senza interruzioni.

 

Konica Minolta, soluzioni per la stampa digitale ad alta produzione

Konica Minolta presenta la nuova serie di macchine da stampa AccurioPress, composta dai modelli C14010/S e C12010/S. Questi sistemi sono progettati per rispondere alle esigenze di stampa ad alta produzione, combinando velocità, qualità e versatilità.

Prestazioni elevate

I modelli AccurioPress C14010/S e C12010/S offrono velocità di stampa fino a 140 e 120 pagine A4 al minuto (ppm), rispettivamente, e sono in grado di gestire una vasta gamma di supporti, inclusi materiali di bassa e alta grammatura (fino a 450 gsm), buste, carta goffrata e adesiva. Il modello “S” include anche la possibilità di utilizzare il 5° colore, come il bianco, aprendo nuove possibilità per applicazioni creative.

Automazione ed efficienza 

Una delle principali caratteristiche della serie AccurioPress è l’adozione di sensori multimediali intelligenti. Questi sensori permettono di identificare automaticamente il tipo di carta, la grammatura e il formato, ottimizzando le impostazioni di stampa senza necessità di intervento manuale. La serie supporta anche la stampa di fogli banner fino a 1300 mm e la stampa fronte/retro automatica fino a 900 mm, aumentando la flessibilità nella gestione di lavori complessi come pieghevoli e copertine.

Tecnologia per ottimizzare i processi 

Le nuove unità di ottimizzazione come l’IQ-601, che include uno spettrofotometro in linea, e i sensori IM-104 e IM-105, contribuiscono a garantire qualità costante nel tempo, riducendo la necessità di interventi manuali. L’IQ-601 regola automaticamente il posizionamento dell’immagine per evitare errori di allineamento fronte/retro, ottimizzando la qualità della stampa e riducendo gli sprechi.

Una soluzione per la trasformazione digitale

La serie AccurioPress C14010/S si inserisce nella continua evoluzione della stampa digitale, rispondendo alle necessità delle aziende che puntano sulla trasformazione digitale. L’affidabilità e la produttività elevate dei nuovi modelli rappresentano una risorsa importante per i clienti del settore della stampa, dalle grandi aziende alle imprese di arti grafiche.

Secondo Karl Friedrich Edenhuizen, Senior Product Manager Professional Printing di Konica Minolta Business Solutions Europe, “AccurioPress C14010/S e C12010/S semplificano il passaggio alla stampa digitale per i nostri clienti, grazie a una tecnologia avanzata che ottimizza i processi e riduce gli sprechi.”

Marco Rossi, Product Manager della divisione Production Printing di Konica Minolta Italia, aggiunge: “Con questa nuova serie, Konica Minolta punta a offrire maggiore automazione ed efficienza, consentendo ai clienti di esplorare nuove opportunità nel business della stampa. Il lancio in Italia è previsto per la primavera del 2025.”

Kyocera inaugura a Milano il Forearth Experience Studio

Kyocera Document Solutions ha inaugurato a Milano il nuovo Forearth Experience Studio, un hub dedicato all’innovazione nella stampa tessile digitale sostenibile. Situato nel cuore del capoluogo lombardo, lo spazio è pensato per professionisti del settore moda e textile design che vogliono abbracciare soluzioni di stampa avanzate, creative e a basso impatto ambientale.

Forearth: la stampante tessile che abbatte il consumo d’acqua del 99%

Al centro dell’attenzione c’è Forearth, la nuova stampante tessile inkjet sviluppata da Kyocera, capace di ridurre drasticamente l’impatto ambientale del processo produttivo. Grazie a inchiostri a pigmenti proprietari e a un sistema integrato di pretrattamento e finitura, la tecnologia elimina completamente le fasi di vaporizzazione e lavaggio, permettendo un risparmio d’acqua fino al 99% rispetto alla stampa tessile tradizionale.

Un’innovazione che contribuisce anche alla significativa riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO₂, offrendo una risposta concreta alle crescenti esigenze di sostenibilità nell’industria della moda.

Inaugurazione a Milano: presenti i vertici Kyocera e designer di fama internazionale

Il taglio del nastro del Forearth Experience Studio è avvenuto alla presenza di Takuya Marubayashi, presidente di Kyocera Document Solutions Europe, Sho Taniguchi, general manager della Divisione Industrial Printing Solutions, e Noriyuki Nakatani, general manager di Kyocera Document Solutions Italia. Con loro anche la stilista italiana Flora Rabitti, fondatrice del brand Florania, tra le prime a integrare tessuti stampati con Forearth nelle sue collezioni.

«Il sistema utilizza solo 0,02 litri di acqua per ogni chilogrammo di tessuto stampato, a fronte di una media di 153 litri – sottolinea Sho Taniguchi -. Un risultato ottenuto grazie alle nostre testine inkjet con due serbatoi aggiuntivi per pretrattamento e finishing, oltre a un sistema di ricircolo del liquido».

«Grazie ai ridotti consumi e alle funzioni integrate – prosegue Taniguchi  -, Forearth è un sistema progettato per adattarsi facilmente a diverse condizioni d’uso. Significa ridurre i tempi di installazione e i costi di gestione complessivi».

Moda sostenibile: Kyocera alla Milan e Paris Fashion Week 2025

Durante l’evento, i partecipanti hanno assistito a dimostrazioni live della tecnologia Forearth, esplorando tessuti e capi già utilizzati in importanti passerelle come la Milan Fashion Week 2025 e la Paris Fashion Week Primavera/Estate 2025.

Designer come Flora Rabitti (Florania) e Kunihiko Morinaga (Anrealage) hanno scelto Forearth per dare vita a collezioni che uniscono estetica e sostenibilità, confermando l’efficacia della tecnologia anche nel fashion design di alto livello.

Il Forearth Experience Studio: un punto di riferimento per la stampa tessile sostenibile

Il nuovo studio di Kyocera a Milano si propone come centro di eccellenza per la stampa tessile sostenibile, offrendo a designer, produttori e brand la possibilità di testare soluzioni digitali su una vasta gamma di materiali: cotone, seta, poliestere, nylon, e altri tessuti.

L’hub rappresenta un punto di riferimento per chi cerca libertà creativa, versatilità di stampa e un approccio ecologico alla produzione tessile.

Kyocera e l’impegno per un futuro green nel fashion system

Con il lancio del Forearth Experience Studio, Kyocera Document Solutions conferma il proprio ruolo da protagonista nella transizione ecologica del settore moda, puntando su tecnologie che coniugano performance industriale e rispetto per l’ambiente.

Una visione che guarda al futuro del fashion system sostenibile, dove innovazione, responsabilità e creatività diventano pilastri inscindibili.

Ricoh a Print4All 2025, tra innovazione e creatività

Basandosi su un concept ispirato alla trasformazione cromatica e all’adattabilità del mondo naturale, Ricoh presenterà soluzioni all’avanguardia che consentono di rispondere alle nuove esigenze del mercato.

Lo stand sarà un vero e proprio viaggio nell’evoluzione della stampa. Attraverso l’integrazione di automazione, intelligenza artificiale e cromie dinamiche, l’azienda mostrerà come l’innovazione possa rendere la produzione più efficiente, sostenibile e personalizzata. Il filo conduttore “Color is our skin” interpreta il colore come elemento che, proprio come la pelle, sa adattarsi e mutare in base agli stimoli esterni.

L’area espositiva di Ricoh sarà caratterizzata da un design suggestivo, con texture ispirate al mondo animale e al fantasy. Squame, piume e superfici materiche richiameranno la continua evoluzione della stampa, rendendo lo stand uno spazio coinvolgente e stimolante.

Tra le tecnologie sotto i riflettori:

  • Ricoh Pro C7500: soluzione a foglio con una gamma cromatica estesa grazie alla quinta stazione colore, capace di gestire fino a sette colori speciali. Supporta formati fino a 1.260 mm e grammature da 40 a 470 g/m².
  • Ricoh Pro C9500: Stampante a colori a foglio di fascia alta, progettata per alti volumi. Offre qualità superiore, gestione avanzata dei media e automazione intelligente.
  • Ricoh Pro TF6251: Stampante UV flatbed con funzione roll-to-roll, ideale per applicazioni su supporti rigidi e flessibili, con spessori fino a 11 cm.
  • Flora X20: dispositivo di grande formato per applicazioni pubblicitarie, decorazioni d’interni e molto altro, garantendo una qualità elevata.
  • Ricoh Pro C5300: Soluzione affidabile e versatile per la stampa digitale, perfetta per ambienti di produzione di medie dimensioni.

Lo stand Ricoh sarà articolato in diverse aree tematiche, pensate per offrire un percorso interattivo e completo ai visitatori:

  • Innovazione tecnologica: demo live delle più recenti soluzioni digitali.
  • Applicazioni creative: il Sample Bar mostrerà le infinite possibilità della stampa personalizzata, offrendo esempi concreti di applicazioni innovative.
  • Sostenibilità: focus sulle tecnologie di Ricoh che consentono di ridurre l’impatto ambientale.

“La nostra presenza a Print4All 2025 rappresenta un’importante occasione per mostrare la nostra visione del futuro del printing. Con un approccio che unisce tecnologia, creatività e sostenibilità, ci confermiamo un partner di riferimento per le aziende che vogliono esplorare le nuove frontiere dell’innovazione” – ha dichiarato Antonio Maiorano, graphic communication director di Ricoh Italia.

Komori, Peter Minis nuovo group marketing director

Peter Minis è il nuovo group marketing director di Komori Europe dal 1° aprile 2025. Nel suo nuovo ruolo, Minis è responsabile del coordinamento e dell’allineamento di tutte le attività di marketing di Komori Europe, MBO Postpress Solutions e H+H, rafforzando ulteriormente la sinergia tra i brand nel mercato europeo.

Peter Minis fa parte del team marketing di Komori da diversi anni, ricoprendo recentemente il ruolo di marketing manager. Il suo percorso in azienda è iniziato con uno stage nel 2008, a testimonianza dell’impegno di lunga data di Komori nel riconoscere il potenziale, valorizzare il talento e premiare la dedizione.

“Sono entusiasta di assumere questo ruolo in un momento in cui l’allineamento e la sinergia all’interno del Gruppo Komori sono più importanti che mai. – spiega Minis – Riunendo le strategie di marketing di Komori, MBO e H+H, abbiamo un’opportunità unica di rafforzare la nostra posizione sul mercato europeo e di offrire un valore ancora maggiore ai nostri clienti. Sono ansioso di portare avanti questa collaborazione con una direzione chiara e unitaria”.

 

Elena Torri, CEO di Icma, tra le protagoniste del Made in Italy al femminile

C’è anche Elena Maria Carla Torri, CEO di Icma tra le imprenditrici a cui è dedicata la mostra “Made in Italy Impresa al Femminile” allestita al Palazzo Piacentini a Roma e organizzata in occasione della Giornata nazionale del Made in Italy.

L’iniziativa è realizzata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy in collaborazione con la Fondazione Marisa Bellisario, la Federazione nazionale Cavalieri del Lavoro e il Comitato Impresa Donna. Si tratta di una mostra dedicata a oltre cento imprenditrici italiane del passato e del presente “che si sono distinte, ciascuna per il proprio ambito professionale, contribuendo con coraggio e determinazione alla crescita economica, sociale e civile del Paese”.

Elena Maria Carla Torri ha vinto nel 2020 il “premio Marisa Bellisario” dedicato alle piccole e medie aziende che hanno adottato strategie di sviluppo e promozione delle carriere femminili, con azioni innovative ed efficaci di welfare aziendale. Da 12 anni Torri è CEO di Icma, Società Benefit e certificata B Corp, specializzata nella nobilitazione della carta per packaging di lusso. Con la sua direzione l’azienda ha raddoppiato il fatturato e ampliato organico e mercato.

Laureata in Economia alla Bocconi, nel 2001 Torri è entrata nell’impresa fondata nel 1933 a Mandello del Lario (Lecco) dalla bisnonna Matilde Carcano, una pioniera dell’imprenditoria femminile italiana, portando avanti una tradizione familiare di leadership al femminile di cui si parla anche nella mostra a Palazzo Piacentini.

L’impegno di Torri si estende oltre Icma: dopo aver ricoperto vari ruoli anche a livello nazionale nei giovani di Confindustria, oggi la CEO di Icma è nel consiglio di presidenza di Confindustria Lecco e Sondrio con delega alla sostenibilità e nel direttivo dell’innovation hub Como NExT. Nel 2023 è stata ammessa al prestigioso Owner/President Management Program della Harvard Business School e nei giorni scorsi ha ricevuto il diploma del programma di formazione.

“Raccontare la storia di queste imprenditrici significa raccontare un lungo cammino di emancipazione e di conquiste, di sacrifici ma anche di grande creatività e innovazione – si legge nella nota stampa del Ministero – Sfidando le convenzioni sociali, scardinando regole e culture antiche e radicate che lungamente le hanno escluse dall’iniziativa imprenditoriale, queste donne non solo sono riuscite ad affermarsi ma hanno anche aperto la strada alle generazioni successive. Oggi le donne che fanno impresa rappresentano quasi il 30% degli imprenditori italiani e, tra gli under 35, quasi il 40%.”

 

Automation Address, soluzioni smart per l’etichettatura

Con oltre 30 anni di esperienza sul campo e un solido know-how, Automation Address offre sistemi affidabili e convenienti. In particolare, l’applicatore per pallet Evolabel FlexWipe consente di lavorare a una velocità di 5 pallet al minuto, permettendo l’applicazione su due lati e offrendo la possibilità di verifica dei codici a barre. La sua flessibilità è garantita dalla compattezza dell’unità e dall’applicatore stesso, che, con soli due avanzamenti del prodotto, può etichettare fino a tre lati del pallet. Grazie all’ampio touch screen a colori, l’operazione risulta intuitiva e facile da gestire.

Il sistema è dotato di uno scanner basato su fotocamera, posizionato dietro il tampone applicatore. In caso di necessità di scansione di controllo, i bracci si muovono e ruotano di 180° verso una posizione ottimale per la lettura, consentendo la verifica dei codici a barre stampati.

L’innovativo braccio tattile esclude qualsiasi rischio di schiacciamento tra il braccio applicatore, la stampante o il pallet. Nel caso in cui qualcuno inserisca la mano o si presenta un ostacolo, il braccio azionato dal motore passo-passo si ferma automaticamente, emettendo un allarme di avviso. Questo sistema elimina la necessità di costose protezioni, riducendo i costi, liberando spazio e fornendo un accesso diretto e rapido al sistema per l’operatore.

La sostituzione del rotolo di etichette richiede soli 20 secondi, mentre la testina o il rullo di stampa possono essere sostituiti in un minuto quando necessario senza l’utilizzo di chiavi. Automation Address, partner ufficiale di Evolabel per l’Italia, distribuisce soluzioni Print&Apply industriali per l’etichettatura automatica.