Prestampa

Extended Color Gamut vs Spot Colour nella stampa del packaging

Il settore della stampa per il packaging è in continua evoluzione, spinto da esigenze di qualità elevata, sostenibilità e ottimizzazione dei costi. In questo contesto, l’adozione della tecnologia dell’Extended Color Gamut (ECG) in sostituzione dei colori spot rappresenta uno dei trend che da diversi anni interessa questo settore.

Che cos’è l’Extended Color Gamut in printing (ECG), anche definito Extended Gamut Printing (EGP)? L’ECG si basa sull’utilizzo di un set di inchiostri standard ampliato (tipicamente CMYK più arancio, verde e viola) per riprodurre una gamma cromatica più ampia, avvicinandosi a quella dei colori spot. Va detto subito che stampare con 7 colori di processo non è semplice: chi non è in grado di tenere sotto scrupoloso controllo tutte le fasi del processo di prestampa e stampa, tipicamente il processo CMYK, non deve approcciare questa tecnologia, sarebbe un fallimento annunciato. Questa tecnologia elimina o riduce significativamente la necessità di utilizzare inchiostri spot personalizzati. Di fatto si tratta di trasformare il processo di riproduzione in stampa eliminando quelle che vengono chiamate “le tinte piatte”, ossia inchiostri che vengono messi in macchina già miscelati nella tonalità da ottenere. Queste tinte vengono quindi riprodotte mediante la sovrapposizione di colori “di processo” utilizzando la tecnologia di halftoning (retinatura) tra 4 e fino a 7 colori. Questa metodica porta con sé tutte le implicazioni che la stampa con colori di processo (CMYK) determina: registro di stampa, riproduzione di una determinata curva TVI di stampa, stampa bagnato su bagnato con conseguente trapping di stampa, ecc.

Volendo approcciare la tecnica dell’ECG vanno considerati alcuni aspetti che contraddistinguono le due tecnologie. In linea teorica, uno stampatore che da sempre stampa in quadricromia, dovrebbe essere più “predisposto a questo salto”, perché più familiare con la gestione del processo di riproduzione basato su colori in sovrapposizione. Quindi uno stampatore che proviene dal mondo della stampa commerciale e che vuole aprirsi al mercato del packaging potrebbe trovare nell’extended color Gamut un passaggio “naturale”. Analizzerò per punti questo confronto, avvalendomi anche degli studi e l’esperienza sul campo di uno dei maggiori esperti a livello mondiale sulle tecnologie di color management in prestampa e stampa: Carlo Carnelli fondatore e titolare di Color Consulting.

Qualità cromatica e fedeltà dei colori

Naturalmente questo aspetto è un cardine su cui ruota tutto il processo decisionale. Tratteggiando una sintesi degli aspetti principali, rimandando agli approfondenti dei paragrafi successivi si può dire che, gli spot Colour sono ideali per garantire la massima fedeltà e consistenza di colori specifici, come quelli dei loghi aziendali o nelle grandi campiture di colore. La riproducibilità è precisa, ma richiede la miscelazione esterna degli inchiostri che comporta attrezzature e competenze specifiche. L’Extended Color Gamut può offrire una fedeltà cromatica elevata per la maggior parte dei colori, ma può avere difficoltà a riprodurre tonalità molto specifiche come certi che risultano fuori dal gamut cromatico, colori metallici, fluo o ad estrema saturazione.

Uniformità e stabilità dei processi

Questo è il punto forse più controverso del confronto tra le tecnologie. La cosa principale che si può dire è che la prestampa gioca un ruolo fondamentale per determinare la ripetibilità e stabilità dei processi. E non è la stessa per tutti i processi di stampa.

Sicuramente stampare un colore come tinta solida rappresenta un vantaggio in termini di riproducibilità del processo di stampa. E anche di ripetibilità se i componenti base della formulazione non cambiano, cosa che non è però sempre scontata. Ma per contro la correzione dei colori in macchina, benché non auspicabile e fonte di aggravio di costi, è una pratica comune. Grazie alle soluzioni hardware e software disponibili sul mercato per misurare il colore strumentalmente, calcolare e dosare la correzione, questa fase negli ultimi anni ha portato a notevoli ottimizzazioni in termini di tempo e risparmio di materie prime. Se parliamo poi di riproduzione dei colori spot come mezzetinte, ovvero come gradazioni tonali, la questione si complica, perché se non si linearizza ogni colore spot che si stampa, il risultato è abbastanza imprevedibile. Per questo aspetto aiuta la metodica descritta dalla norma ISO 20654:2017 (Graphic technology — Measurement and calculation of spot colour tone value), che fornisce la procedura e la formula matematica (CTV) per linearizzare un colore spot, allo scopo di ottenere una curva tonale definita (che nello specifico è una riproduzione lineare 50:50).

Nell’Extended Color Gamut c’è un prerequisito che non può essere bypassato e che alla base della possibilità di successo nell’utilizzo: l’accuratezza nel mantenere sotto controllo l’interno workflow. Se da un lato il fatto di operare sempre con i medesimi inchiostri rappresenta un elemento di stabilità, il controllo che bisogna garantire in prestampa e in stampa sulle variabili di processo è di capitale importanza. Se un’azienda non è in grado di mantenere in controllo la riproduzione in quadricromia (prestampa, riproduzione tonale sulle matrici di stampa, curve TVI di stampa) a maggior ragione non potrà mai garantire una ripetibilità e stabilità del risultato in eptacromia. La riproduzione in tonalità dei colori, essendo tutto il processo gestito come colori di processo, risulta però più prevedibile e se sotto controllo, ripetibile.

Efficienza produttiva

Dipende molto dalla tipologia di lavori, evidentemente ci sono lavori che per elezione trovano il massimo dell’efficienza se riprodotti con colori spot (es. pochi colori nell’artwork, assenza di parti fotografiche). In linea di principio, cioè astraendosi dalle tipicità di ogni produzione si può affermare tipicamente la tecnologia con spot color per ogni cambio di colore comporta tempi di fermo macchina per i lavaggi, sprechi di materiali per l’avviamento e l’eventuale fine tuning degli inchiostri e di conseguenza maggiori costi operativi. Minore flessibilità ne combinare lavori per sfruttare il formato della macchina, minore efficienza nel gestire le tirature brevi. In flessografia meno ottimizzazione nella gestione dei rulli anilox.

Extended Color Gamut riduce i cambi d’inchiostro e consente di stampare tirature multiple in un’unica sessione, ottimizzando i tempi e riducendo gli scarti. Ma, utilizzando sempre i medesimi 7 inchiostri, quando vi sono requisiti particolari del prodotto, come resistenze alla luce dei pigmenti, basso indice di metamerismo, possono evidenziarsi dei limiti. La gamma di pigmenti disponibile per la formulazione di colori spot offre una flessibilità maggiore nel garantire quei requisiti di resistenze citati, di cui che certi brand necessitano per la produzione dell’imballaggio.

Implicazioni sulle operazioni di prestampa

Entrambe le tecnologie richiedono delle lavorazioni aggiuntive rispetto ai normali flussi di lavoro in quadricromia.

Spot Colour. La prestampa richiede la preparazione di separazioni cromatiche specifiche per ogni lavoro, vale a dire che a partire dal file proveniente dal cliente o agenzia grafica, normalmente in CMYK + colori spot, oppure RGB + colori spot, oppure in sola quadricromia (molto frequentemente) il reparto deve decidere come separare e in quanti colori il lavoro in funzione della macchina da stampa che verrà utilizzata. Questo significa che gli elementi grafici verranno elaborati sia per quanto concerne il colore (spot o quadricromia) sia per quanto riguarda il trapping (sormonti). È richiesta molta esperienza degli operatori. Questa fase richiede tempi tendenzialmente più lunghi della normale attività di prestampa in quadricromia aumentando i costi.

Extended Color Gamut. Il massimo delle prestazioni si ha su lavori che vengono pensati fin dall’inizio per essere realizzati con questa tecnologia. Tipicamente partendo da un riferimento colore proveniente da libreria colore dedicata (es. extended gamut Pantone Guide). La separazione dei colori è più automatizzata e standardizzata grazie a software dedicati. I file provenienti dal cliente devono essere preferibilmente in RGB per quanto riguarda la parte fotografica, per sfruttare al massimo il gamut esteso dell’eptacromia. La complessità della generazione delle separazioni colore è ridotta e così anche i margini di errore. Ma vanno considerati alcuni limiti come ad esempio per la flessografia, la difficoltà di riproduzione dei punti minimi, che potrebbe determinare imprecisioni cromatiche nelle alte luci.

Impatto economico nella gestione degli inchiostri

Spot Colour: gli inchiostri spot devono essere formulati e miscelati a partire da basi fornite dal produttore di inchiostri. La formulazione e miscelazione è normalmente fatto internamente dall’azienda oppure dal produttore di inchiostri se l’azienda non è dotata di una cucina colore oppure quando quantità e riutilizzo dell’inchiostro lo rendono preferibile. Un aspetto economico non indifferente è la gestione degli avanzi e resi di produzioni, che se non ben riutilizzati o calcolati possono generare sprechi e costi aggiuntivi. In questo senso la cucina colore interna, deve essere accompagnata da software per la gestione dei resi di produzione che ottimizzi gli sprechi e contribuisca a rendere sostenibile la produzione.

L’Extended Color Gamut permette di ottimizzare l’uso degli inchiostri standard, riducendo il volume di inchiostri speciali circolante in azienda e i conseguenti costi variabili. Tuttavia, richiede un investimento iniziale in software e attrezzature specifiche per la generazione del file di stampa con le corrette separazioni colore. In macchina da stampa, sistemi di ottimizzazione dell’inchiostro in macchina (flexo), di controllo spettrofotometrico in-line closed-loop possono garantire il massimo della stabilità del processo.

PROPORRE L’EXTENDED COLOR GAMUT AI BRAND OWNER: SFIDE E VANTAGGI

Come presentare la Tecnologia Extended Color Gamut ai Brand Owner è un punto chiave nell’eventuale processo di adozione della tecnologia da parte dell’azienda di packaging. Tipicamente ogni cambiamento per un brand owner rappresenta una sfida che mette in gioco meccanismi molto delicati e complessi non sempre prevedibili (leggi aspetti di neuromarketing sul numero scorso della rivista all’interno dello “Speciale nobilitazione”). Quindi una refrattarietà di base al cambiamento deve essere messa in conto.

Alcune leve che possono orientare le scelte

•      Sostenibilità: Riduzione degli sprechi di inchiostro e materiali.

•      Riduzione dei Costi Operativi: Minori tempi di fermo macchina e scarti.

•      Flessibilità: Capacità di gestire più lavori contemporaneamente, adattandosi a piccole tirature o campagne promozionali.

Oggi vi sono esempi concreti di sperimentazioni di successo ottenuti con l’ECG, che sorprendono per qualità ottenuta, praticamente indistinguibile dal processo tradizionale, in rotocalco soprattutto. Questo ci ha riportato Esko Graphics, che ha collaborato in una recente applicazione italiana che ha dato risultati sorprendenti.

La questione del retino

Da quando la tecnologia ha fatto la sua comparsa, la visibilità più o meno accentuata del retino è sempre stata tra i principali ostativi verso questa scelta da parte del brand owner. Per una questione estetica ovviamente, prima ancora che tecnica. Ma lo studio condotto da Color Consulting e presentato al Fogra Color Management Symposium mostra cose interessanti sul piano della variazione in stampa del colore riprodotto con spot color e con ECG. Se sull’asse della luminosità e saturazione le due tecnologie si equivalgono in termini di variazione, sull’asse della tinta l’ECG è meno stabile. Questo è naturale dato che il colore è riprodotto con il concorso di più inchiostri in sovrapposizione. E le piccole variazioni nel trasferimento dell’inchiostro dovute alle variabili del processo di stampa del singolo inchiostro amplificano l’errore. Come pure le variazioni nel registro di sovrapposizione che inducono anch’esse variazioni nel colore. Sul versante della percezione del retino vengono invece in soccorso le moderne tecnologie di retinatura, con geometrie sempre più performanti e in grado di ridurre se non addirittura far scomparire alla vista i punti o eliminare gli indesiderati effetti di pattern.

Implicazioni dell’ECG

L’adozione della tecnologia dell’ECG si accompagna con la necessità di formazione del personale sulle applicazioni software specifiche per la generazione della prestampa e della conduzione della stampa. Questo implica di ampliare la familiarità con la lettura dei dati provenienti dalle letture degli strumenti, per la verifica delle condizioni di macchina rispetto alle curve TVI target, Le tecnologie per il color management in prestampa e stampa. Che si accompagna evidentemente al costo delle tecnologie software per implementare questi flussi di lavoro nel caso queste si affiancano a quelle tradizionali.

L’adozione dell’ECG richiede un adattamento delle operazioni di prestampa e delle attrezzature.

Bisogna acquisire una soluzione software per la separazione dei colori, che generi le separazioni ottimizzate per il gamut esteso. I principali player sul mercato che forniscono soluzioni per il color management e il workflow di prestampa hanno prodotti in grado di fare questa operazione.

Profilazione. È fondamentale creare profili ICC accurati per garantire una riproduzione cromatica consistente. Il sistema prestampa, formatura e stampa deve essere linearizzato e stabile. È un prerequisito irrinunciabile per poter creare profili colore precisi che corrispondano alle effettive prestazioni della macchina da stampa su quel supporto.

Anche in questo caso una preparazione specifica del personale è richiesta. Gli operatori devono essere formati per comprendere le differenze di approccio tra i processi tradizionali e quelli con gamut esteso.

Controllo dei processi produttivi nell’Extended Color Gamut

Un’azienda che decide di adottare l’ECG deve implementare un sistema rigoroso di controllo dei processi. Questo approccio si traduce in una calibrazione continua delle macchine da stampa per mantenere la coerenza cromatica. Per poter mettere in atto questo requisito è necessario avere un monitoraggio delle variabili: controllo preciso delle densità dell’inchiostro in stampa, temperatura e umidità durante la stampa, curve di stampa TVI, trapping di sovrapposizione degli inchiostri e registro di stampa. Le curve TVI giocano un ruolo determinante la qualità, l’accuratezza e ripetibilità del colore. Considerato che in molti casi le tolleranze sul colore hanno valori molto bassi (talvolta meno di 2 di delta E00), l’accuratezza della curva di stampa deve essere altrettanto precisa. I valori di tolleranza previsti dallo standard della serie ISO 12647 potrebbe non essere abbastanza per garantire il risultato.

A livello di prestampa l’utilizzo di strumenti di proofing digitali che siano in grado di simulare perfettamente le prestazioni della macchina da stampa sono uno strumento indispensabile.

Quale scegliere?

La scelta tra spot colour ed Extended Color Gamut dipende dalle esigenze specifiche della produzione e dei clienti. Mentre gli spot colour restano indispensabili per applicazioni al top della possibilità di fedeltà rispetto al riferimento o visivamente che abbiano un certo look&feel, con effetti cromatici particolari, l’ECG rappresenta una soluzione più sostenibile ed economica per una parte delle applicazioni di packaging e probabilmente destinata a guadagnare quote di mercato, come testimoniano sperimentazione recenti. Le esigenze del brand owner spesso precludono l’approccio in eptacromia, quando le tolleranze di deviazione e variazione sono particolarmente strette in termini di deltaH e indice di Metamerismo (MI). L’abbassarsi dei volumi medi di stampa e l’aumento del numero di commesse, assieme alla richiesta di prodotti più economici e sostenibili potrà costituirà la spinta perla diffusione dell’Extended Gamut Printing.

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