Trainato dall’ottimo risconto a drupa, Heidelberg ha chiuso il 2024 con soddisfazione e si prepara a un importante appuntamento.
Per il mondo della stampa, il tradizionale bilancio di fine anno è qualcosa di più di una formalità. Si arriva infatti alla fine di dodici mesi particolarmente intensi, dove all’atteso ritorno di drupa si aggiungono i risultati degli investimenti.
«I duecentomila contatti certificati di drupa confermano la bontà del nostro operato – osserva Mauro Antonini, sales & marketing director vice president of the board di Heidelberg -. Un bilancio positivo su tutte le aree, con contratti conclusi sul posto e grande attenzione su tutta la linea, dalla prestampa alla finitura, oltre a alla parte di automazione».
Dopo la digitalizzazione, spazio all’automazione
Un’area in rapida crescita sia per offerta sia per la richiesta da parte delle aziende impegnate nei grossi formati e alti volumi, per le evidenti e importanti ripercussioni su produttività e precisione nei lavori. La soddisfazione dell’azienda tedesca per l’anno al termine però, è a tutto campo.
«Siamo riusciti a fare un ottimo lavoro anche su Gallus, guidando la trasformazione digitale del mercato nel settore delle etichette – prosegue Antonini -. La qualità di stampa nel mondo è molto apprezzata, grazie anche all’affidabilità di Prinect per gestire l’intero flusso di lavoro».
L’attenzione al digitale ha inoltre portato a completare la serie di partnership per coprire le diverse fasce di mercato. A quella con Ricoh per le misure più piccole e le tirature inferiori, per arrivare all’accordo con Canon sui sistemi a maggiore produttività, passando più di recente dal lavoro svolto con Fujifilm per coprire lo spazio produttivo 50×70.
Concentrati su consulenza e assistenza
La filiale locale di una grande azienda non deve occuparsi solo di vendite. Buona parte del personale infatti, è dedicato alla consulenza e all’assistenza. Aspetti dove la digitalizzazione mostra i suoi pieni vantaggi. «Ormai tutte le nostre macchine possono essere controllata a distanza – sottolinea Antonini -. Questo è utile prima di tutto negli interventi, ma sempre più spesso anche nelle analisi».
Industria 4.0 è infatti diventata ormai la regola. Poter raccogliere e analizzare i dati operativi per conto del cliente, significa anticipare interventi di manutenzione prima del verificarsi di un guasto, e programmali meglio, ma anche gestire l’approvvigionamento dei consumabili.
«Il cliente è collegato direttamente a un portale con un’area riservata dove può effettuare riordini, e tenere la tracciabilità. Opera in totale autonomia, e può avere assistenza e consulenze personalizzate».
Diverso invece il discorso per quanto riguarda il passo successivo, Industria 5.0. Nonostante tempi e normative non si possano certo considerare alleate, qualcosa inizia finalmente a muoversi anche sotto questo punto di vista. Farsi trovare pronti è adesso un vantaggio. «Garantiamo già da tempo la tracciabilità totale dei consumi con strumenti dedicati. Durante la stampa, si può vedere il consumo istantaneo riferito alla singola commessa, organizzato per migliaia di stampe. È esattamente uno dei requisiti».
Così come una riprogettazione mirata ha portato a una riduzione del 40% nel consumo di energia nella fase di uscita dei lavori, quella più onerosa legata all’asciugatura dei supporti. Dal canto suo, Heidelberg ha lavorato in collaborazione con l’Università di Stoccarda per quantificare le emissioni prodotte da ogni possibile configurazione delle proprie macchine e compensare con un intervento di piantumazione. Infine, aspetto da non sottovalutare, la propria fonderia lavora ormai al 100% con energie rinnovabili. Nella stessa sede italiana prossimamente sarà installato un impianto fotovoltaico.
Sarà un 2025 da ricordare
Un’ottima conferma della soddisfazione per gli obiettivi raggiunti nel 2024, è l’intenzione di proseguire lungo la stessa strada. Integrazione e robotica saranno le linee guida anche per il prossimo anno, con l’intento di aumentare la velocità produttiva intervenendo dove possibile per ridurne i costi. Inoltre, sempre grande attenzione a consulenza e assistenza, fondamentali per conquistare nuovi clienti e soprattutto per fidelizzare quelli esistetti.
«La ripresa dei nostri clienti è naturalmente anche la nostra. Abbiamo ricavato buoni risultati dalla decisione di guardare di più a mercati specifici, come il mondo del lusso. Il territorio ha bisogno di tecnologia. Chi ha investito di recente, ora sente il bisogno di maggiore armonia, mentre tanti si trovano a dover fare i conti con macchinari ormai troppo vecchi».
Guardando in casa però, il vero motivo portante del 2025 per Heidelberg sarà un altro. «Compiamo 175 anni, un traguardo molto importante per noi – conclude Mauro Antonini -. La ricorrenza precisa cade a giugno, e svilupperemo una lunga serie di attività e iniziative. Tra le prime, la Casa della stampa, qualcosa più di uno show room. Un luogo dove il cliente possa venire con i propri materiali per eseguire i propri lavori su macchine configurate come se le avesse in casa».