A 5 anni dalla loro introduzione in Photoshop le LUT, o Look Up Table, tradotte in italiano con Consultazione colore, restano poco conosciute e poco utilizzate. Da dove spuntano? Come sfruttarle in modo utile?
Proviamo a sintetizzarne pregi e difetti dando qualche orientamento chiave.
Cosa sono le LUT?
Le tavole di consultazione colore sono essenzialmente delle tabelle di conversione, dove sono conservate le istruzioni di regolazione da usare per rimappare i colori iniziali di un’immagine o un video sorgente.
Giusto per riportare alcuni contesti affini, e considerate le opportune differenze, operano in modo analogo a:
– i profili ICC usati nella gestione del colore.
– le mappe sfumatura del menu Immagine>Regolazioni
– le tavole colore delle immagini in metodo Scala di colore, come le Gif o le PNG-8
Possiamo quindi considerarlo come un predefinito di conversione colori che ne coinvolge sostanzialmente tutte le caratteristiche (tonalità, saturazione e luminosità), utile per interventi di color correction o, molto più frequentemente, di color grading.
In ambito video sono molto diffuse e utilizzate già da una ventina d’anni, sia per conversioni tecniche che per ottenere effetti visivi specifici, e quelle di cui stiamo parlando in questo articolo sono in prevalenza legate a quest’ultimo aspetto.
Le LUT generate in Photoshop sono esportabili in 4 formati diversi (3DL, CUB, CSP, ICC) e risultano quindi
comodamente importabili nei programmi di editing video come Premiere o After Effects.


Come creare una LUT
Il comando di cui abbiamo bisogno si trova nel menu File>Esporta>Tavole di consultazione colore… ma prima di selezionarlo dobbiamo preparare un file di base che contenga delle indicazioni sulle correzioni da applicare.
Va bene una qualunque quantità di livelli di regolazione, di cui si possono modificare a piacere anche i valori di opacità, riempimento, i metodi di fusione e la fusione condizionale presente nella schermata delle Opzioni di fusione.
Il vantaggio di creare una LUT a partire da combinazioni multiple di livelli di regolazione è contemporaneamente il suo stesso svantaggio: l’applicazione diventa molto rapida perché fa la summa di tutte le regolazioni che contiene, per contro non si possono modificare parametri o caratteristiche di nessuno dei livelli di regolazione da cui siamo partiti.

Come applicare una LUT
Questa sezione può inizialmente apparire banale, dal momento che l’applicazione di una LUT ad un file passa semplicemente per la voce Carica tavola colori 3D… dal menu a tendina File3DLUT.
In realtà in questa sede vorrei sintetizzare le necessarie premesse per ottenere buoni risultati nella loro applicazione, che possiamo ricondurre a due aree principali: l’intensità delle regolazioni applicate e i file di base su cui vengono applicate.
A. I valori di regolazione
Variazioni numeriche molto aggressive, specialmente se contrastanti e applicate su intervalli tonali attigui, possono generare effetti di posterizzazione spiacevoli, con banding e clipping evidenti (in parte risolvibili con l’uso su file a 16 bit nativi anziché 8).
B. Il file di base
Le immagini (o i video) a cui si applica una LUT devono avere una forte coerenza di fondo, in termini di contrasti e di cromia.
Normali fluttuazioni determinate dalle diverse scene sono considerabili normali e sono generalmente risolvibili con interventi manuali da parte del colorist, così da restituire un look coerente.
Invece immagini di partenza con caratteristiche iniziali molto diverse restituiscono inevitabilmente “sapori” diversi, esattamente come in cucina non si può replicare una ricetta di cottura per la costata di manzo se stiamo preparando una crostata di mele.
L’applicazione su un secondo soggetto della LUT creata sulla prima immagine può restituire un riscontro coerente se le condizioni tonali e cromatiche di partenza sono ragionevolmente simili. Parte del successo dipende anche da quali istruzioni vengono salvate nella LUT ma tenere presente questo aspetto aiuta a non prendere cantonate.
(Si ringrazia Francesco Volpe per la concessione d’uso dell’artwork)
L’applicazione della LUT su un’immagine “distante” dalla prima crea un look poco coerente. In questo caso i contrasti possono essere considerati accettabili ma la variazione cromatica sul verde giallastro non ha molto a che vedere con le tinte malva della prima immagine.