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Macchine da stampa e packaging: fatturato in leggero calo

il presidente di Acimga Aldo Peretti

Leggero calo di fatturato per il settore italiano delle macchine da stampa, per il converting e il packaging nel 2019. Secondo i dati preconsuntivi di Acimga (l’associazione confindustriale del comparto), i produttori di macchinari hanno fatturato il 2,4% in meno rispetto al 2018, per un totale di 2 miliardi e 810 milioni di euro.

A far invertire la rotta, dopo anni di crescita, soprattutto la flessione dell’export (-9,3%, per un totale di un miliardo e 680 milioni di euro). L’Italia, infatti, è il secondo esportatore al mondo di macchine per il printing, il packaging e il converting e deve alle vendite all’estero circa il 60% dei ricavi. In calo anche le importazioni (-14,5%), mentre aumentano le vendite dei produttori italiani sul mercato interno (+9,9%) con il consumo apparente in leggera crescita a +1,1%.

«Il 2019 era iniziato discretamente bene, ma già dal secondo trimestre abbiamo visto un calo di ordini – spiega il presidente di Acimga Aldo Peretti -. A penalizzarci è stata soprattutto l’incertezza internazionale con la Brexit e la guerra dei dazi tra Cina e Usa, oltre al rallentamento dell’economia tedesca. Anche sul piano interno, poi, la plastic tax non è stata certo uno stimolo agli investimenti. Come associazione di categoria continueremo a investire nella formazione 4.0, nell’assistenza all’internazionalizzazione delle aziende e nel fare squadra con le altre associazioni della filiera (Assocarta e Assografici) con cui ci siamo unite nella Federazione Carta e Grafica. In questo modo continueremo a offrire macchine all’avanguardia, in Italia e all’estero, e a soddisfare le richieste di stampatori e converter quando il mercato ricomincerà a crescere».

La gestione dei dati: il cuore del labelling

Nel mondo del labelling, la gestione dei dati è cruciale. Dalla corretta lettura dei file all’integrazione tra i principali workflow di prestampa, dall’utilizzo dei dati variabili al monitoraggio dei feedback del cliente, dal monitoraggio dei dati generati in produzione alla gestione del magazzino.

E infatti quello della gestione dei dati, nella sua accezione più ampia, è stato un mantra comune in molti stand dell’ultimo Labelexpo. Web approval e variable data, ad esempio, sono due declinazioni di questo tema molto vicine ai reparti di progettazione e prepress. Ma esistono anche i dati di gestione, quelli archiviati nei sistemi SAP o quelli legati ai magazzini dei converter. Una pluralità di informazioni, di diversa natura e utilizzo, che dimostrano quanto cruciale e delicata sia, nel mondo del labelling, la gestione dei dati. Per natura e caratteristica, le etichette hanno diverse esigenze tecniche da rispettare e controlli più rigorosi che nella stampa commerciale ed editoriale: basti pensare alle sovrastampe dei colori speciali o alla gestione del bianco su supporti trasparenti per farsene un’idea.

Quali sono quindi gli spunti discussione e di approfondimento che i tecnici hanno portato a casa da questa manifestazione? Una sintesi è quella proposta di seguito, con i contenuti divisi in cinque categorie differenti.

Apertura file in PDF nativo

Parte tutto da qui, dalla corretta apertura di un file grafico. Se il vostro software supporta la gestione del PDF nativo e di tutte le informazioni in esso contenute, siete già un passo avanti. Una delle difficoltà che riscontrano gli operatori intervistati a Labelexpo risiede proprio nella corretta lettura dei file: le informazioni contenute nei PDF generati dai software non professionali richiedono uno sforzo di interpretazione sia degli applicativi sia del personale addetto alla verifica, con un rallentamento notevole in tutte le fasi di lavorazione. Anche i metadati interni possono essere analizzati in maniera errata e non essere utili per le lavorazioni e automazioni successive; il consiglio dei product manager delle principali software house è quello di non lesinare su questa fase e investire nella migliore soluzione possibile software/flusso.

Dati variabili

Informazioni sulla scadenza, numeri sequenziali, piccole variazioni nella grafica sono alcuni degli elementi che accompagnano il concetto di dato variabile. CSV e XML i due formati di interscambio informazioni più comuni. Le tecnologie di stampa e embellishment digitale hanno aperto la porta a applicazioni del dato variabile impensabili con le tecnologie tradizionali. Spesso però i dati oggetto di variazione sono contenuti in file che nulla hanno a che fare con il mondo grafico: sono archiviati in database strutturati, in sistemi di gestione o, nella forma più semplice, in un foglio di calcolo. Questo il motivo per cui diverse aziende hanno proposto soluzioni software che integrano i sistemi gestionali agli applicativi grafici, in modo da lavorare su singoli file e lasciare a comandi in batch la personalizzazione delle varianti.

Tinte piatte e sovrastampe

L’elaborazione di elementi con colori speciali e con sovrastampa è un altro dei temi caldi della gestione dei file. La complessità nasce dalla molteplicità di tecnologie disponibili sul mercato che influenzano inevitabilmente la struttura dei documenti. Si pensi alle vernici: la loro differente applicazione (con stampa classica UV, digitale, con sistemi in linea o con attrezzature specifiche) condiziona le operazioni da eseguire sin dalla progettazione. E i controlli successivi devono necessariamente essere rigorosi. In questo senso, al Labelexpo sono stati presentati strumenti di preflight di ultima generazione, aggiornati con i più recenti standard ISO. Sono stati introdotti strumenti intelligenti anche nell’uso del trapping, ad esempio, strumenti che non prendono in considerazione solo gli aspetti legati alla luminosità delle tinte, ma che possono seguire delle regole ad hoc o preimpostate dall’operatore.

Web approval

Tutte le modifiche apportate a un file spesso richiedono una continua verifica da parte del committente. Questa parte di gestione porta via molto tempo agli operatori, che devono aggiungere alle loro mansioni anche il monitoraggio dei feedback del cliente. Nel mondo del labelling, i tempi di reazione devono essere ridotti all’osso e le risposte immediate. Per questo, avere un sistema integrato nel flusso, che possa anche comunicare con i gestionali aziendali e i mezzi di comunicazione (e-mail, telefono, ecc.), diventa fondamentale e strategico. Le soluzioni software non mancano: le applicazioni light contemplano semplici, ma funzionali strumenti di invio file direttamente dal gestionale o dai software grafici, sia tramite mail sia ftp e una serie di notifiche personalizzabili che aggiornano lo stato del lavoro in tempo reale. Le alternative più strutturate invece possono inviare comunicazioni di vario genere con link a viewer in HTML5, consultabili da qualsiasi dispositivo e qualsiasi piattaforma, con render 3D fotorealistici e una serie di tool utili per l’annotazione delle modifiche da apportare. Livelli di accesso a differenti strati, infine, aiutano nella gestione degli utenti e delle responsabilità in fase di approvazione.

Gestione dei processi

Fondamentali sono anche tutti i dati generati dalla produzione: fermi macchina, tempi di avviamento o consumo dei materiali sono informazioni sempre disponibili (anche da smartphone) ai responsabili di reparto, che possono monitorare e intervenire sulla produzione anche in remoto. La possibilità di archiviare e disporre in un secondo momento di questi dati consente all’ufficio tecnico di ottenere un consuntivo preciso su ogni lavoro, a vantaggio dell’analisi di ogni singolo processo aziendale.

Il progetto di Epson per la formazione comincia dai banchi di scuola

“Epson: palestra creativa con i designer di domani” è il progetto lanciato da Epson in collaborazione con l’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio – Opera Don Bosco di Milano per sostenere la formazione dei designer di domani, supportarne la conoscenza delle nuove tecnologie e stimolarne la creatività, simulando tra i banchi di scuola un ambiente di lavoro reale.

Focalizzato sulla personalizzazione di prodotti promozionali, il progetto prevede il lancio di una sfida tra studenti che si affronteranno a colpi di creatività. Ogni studente dovrà lavorare come un vero e proprio grafico di un’agenzia creativa e i finalisti avranno a disposizione una stampante Epson SureColor SC-F500 per dare vita al proprio lavoro.

Il progetto coinvolgerà circa 30 studenti della classe IV del Corso di Grafica dell’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio – Opera Don Bosco e sarà parte della regolare attività curriculare.

Tema del progetto è la sostenibilità, concetto chiave della filosofia innovativa di Epson, che gli studenti saranno chiamati a interpretare nel modo più originale e creativo possibile. Ogni grafica non dovrà solo essere unica, ma anche idonea alla riproduzione su oggetti diversi, da tazze e borracce fino alle posate o alle bacchette cinesi, senza perdere in qualità e resa grafica. Ad aiutare gli studenti in questo percorso è Fabio Paracchini, chief strategy & innovation officer di The Embassy, con la collaborazione dell’art director Silvia Confalonieri, che dal briefing al successivo workshop forniscono ai giovani creativi le indicazioni per iniziare il loro percorso. Toccherà poi agli studenti sviluppare il tema, declinandolo nelle categorie dell’innovazione, della tecnologia e dell’ambiente e personalizzandolo anche con l’aggiunta di elementi di connessione con il Giappone, sede della casa madre di Epson.

A marzo 2020 una giuria di esperti valuterà ciascun lavoro e, dopo una prima selezione online dei disegni grafici proposti, tre studenti finalisti potranno vedere realizzate le loro grafiche sugli oggetti selezionati con Epson SureColor SC-F500 e la collaborazione di Shadow, società specializzata in sublimazione 3D.

«Il tempo è la risorsa più preziosa che oggi un’azienda può mettere in campo per far crescere nella passione e nella consapevolezza gli studenti. Epson ha creato con grande generosità e lungimiranza questa occasione, che i nostri allievi hanno accolto con entusiasmo. Accompagnando la classe durante l’intero percorso con i suoi professionisti – dice Dario Panciera, coordinatore del settore grafico dell’Istituto Don Bosco di Milano – Epson ci offre anche dei modelli da seguire, degli esempi da imitare, degli autorevoli “compagni di viaggio” (in “carne e ossa”, non virtuali) per raggiungere al meglio gli obiettivi comuni. Ci auguriamo che in questo percorso la nostra Quarta ITT Grafica e Comunicazione sappia esprimere con tutto il proprio entusiasmo, talento e originalità, valide proposte grafiche».

La scelta del tema della sfida creativa rispecchia perfettamente la filosofia del rinnovamento tecnologico costante di Epson. Fin dalle sue origini, Epson si è concentrata nell’attuazione del concetto giapponese di “Sho Sho Sei” (efficienza, compattezza e precisione) e del tradizionale principio di “Monozukuri” (l’arte e la scienza della produzione), sviluppando tecnologie e prodotti compatti, precisi e a elevato risparmio energetico.

«Da sempre Epson sviluppa tecnologie che hanno l’ambizione di ispirare le persone e dare concretezza alle loro ispirazioni. Questo è quello che ci auguriamo accada agli studenti coinvolti in questo progetto», commenta Renato Sangalli, Pro-Graphics manager di Epson Italia. «Questi ragazzi potranno sperimentare una tecnologia che non solo è all’avanguardia ma risponde anche ai criteri di compattezza e precisione che sono tra i principi ispiratori di Epson».

Grafica Veneta potenzia la scolastica con Koenig&Bauer

Dopo la firma dei contratti presso lo stabilimento di Grafica Veneta (da sinistra a destra): Emanuele Pogliani, vendite Koenig & Bauer; Martin Schoeps, responsabile service management, Koenig & Bauer Digital & Webfed; Fabio Francheschi, proprietario di Grafica Veneta; Giorgio Bertan, amministratore delegato, Grafica Veneta; Peter Andrich, amministratore delegato, Koenig & Bauer It; Jochen Schwab, responsabile progetti service e contract management, Koenig & Bauer Digital & Webfed

Grafica Veneta investe nuovamente nella tecnologia di stampa offset di Koenig&Bauer. L’azienda di Trebaseleghe possiede già due macchine da 48 pagine e una terza è in arrivo per questo inizio del 2020. «Da oltre dieci anni abbiamo goduto di una collaborazione professionale basata su grande fiducia con Koenig&Bauer» spiega Fabio Franceschi, presidente di Grafica Veneta. «La nostra azienda sta seguendo un percorso di continua crescita e gli ordini completi hanno aggiunto ulteriore urgenza al desiderio già forte di investire di nuovo». La C48 di Koenig&Bauer deve essere installata direttamente accanto alle due esistenti macchine da stampa Compacta 618 presso lo stabilimento dell’azienda in Trebaseleghe, a ovest di Venezia.

Si tratta di un investimento da venti milioni di euro per aumentare del 50% la produzione di libri scolastici con un’attenzione particolare ai Paesi del Nord Africa che con Italia, Francia, Inghilterra e Spagna sono tra i maggiori clienti di Grafica Veneta. Nello stabilimento di Trebaseleghe, in provincia di Treviso, dove si stampano anche gli Harry Potter, sono stati aperti i cantieri per fare spazio alla terza macchina da stampa Kba destinata alla produzione di scolastica. «L’acquisto di questa nuova tecnologia prevede anche il potenziamento dell’area dedicata alla legatoria» spiega Franceschi. «I sussidi didattici in mano agli studenti devono essere indistruttibili, per cui dotarsi di impianti con elevati standard qualitativi di servizio è una priorità per la nostra azienda». La nuova linea di stampa è operativa dal febbraio 2020 e va a rafforzare la nostra capacità di garantire un rifornimento di volumi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.  La nuova macchina da stampa è stata configurata con il sistema di gestione bobine Patras A, un reelstand automatico, quattro unità di stampa con cambia-lastre completamente automatico, un essiccatore ad alte prestazioni di Contiweb e una cartella V5 variabile per la produzione sia a grana lunga che corta. Un sistema di misurazione e controllo del colore in linea garantisce la massima stabilità del processo, mentre il sistema di gestione della produzione LogoTronic gestisce lo scambio digitale di dati di preselezione, insieme al monitoraggio e alla valutazione della produzione.

All’interno della strategia di crescita di Grafica Veneta è centrale il mercato africano che dovrebbe assumere un ruolo di traino perché è in grado di offrire grandi commesse (a partire dalla stampa degli elenchi telefonici) come quelle che sono arrivate dalla Libia. L’ingresso in questo mercato è stato pianificato attraverso una ricognizione delle opportunità e della concorrenza proveniente soprattutto da stampatori indiani e libanesi. Il risultato è la presenza importante nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e poi in Senegal, Costa d’Avorio, Etiopia. Infine, c’è il Niger dove è stata aperta la prima succursale.

Convegno Tecnico Gipea

Vari i temi di grande attualità trattati per i produttori di etichette. Dalla sostenibilità, plastic strategy, economia circolare e inchiostri compostabili, alle novità e agli orientamenti del mercato della stampa osservati in LabelExpo 2019, fino ad arrivare alle limitazioni in materia di carte termiche. Lo stato dell’arte del settore.

A metà novembre scorso si è svolto il Convegno Tecnico Gipea 2019, un appuntamento, tenutosi a Milano, che ha visto la presenza di 120 partecipanti tra soci effettivi, relatori e simpatizzanti. Elisabetta Brambilla, presidente di Gipea, nella relazione di apertura, ha evidenziato le novità, non poche per un settore tuttora in crescita nel nostro Paese, quarto in Europa, consapevole che la crisi e le voci sulla plastic tax, non sono certo favorevoli all’aumento della produzione di etichette. Se i consumatori non sono correttamente informati si allarmano, creando un danno economico non solo a chi stampa le etichette. Aggiorna i presenti che il contributo Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) da gennaio 2020 modificherà le tariffe, previsto un costo di 35 euro a tonnellata per i materiali da riciclare. Idem per il contributo Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) che diversifica le fasce dei materiali e i relativi costi.

Crescita del mercato italiano in confronto al resto d’Europa
Costi applicati per il recupero e riciclo dei materiali a base cellulosa e plastica

Scorrendo le slide ha evidenziato i tre punti di maggiore interesse che Gipea vuole affrontare nel 2020: la formazione tecnica, un censimento delle aziende italiane che stampano etichette, l’implementazione dell’attività social e di comunicazione.

Tre attività che devono coinvolgere non solo gli associati Gipea, ma tutti gli stampatori indipendentemente dai mercati di loro pertinenza, dai fatturati, dalle tipologie di stampati realizzati, ecc., rendendo il settore consapevole delle esigenze dei clienti. Sempre più sono richiesti non solo stampati sofisticati a livello creativo e tecnico, ma ecocompatibili, più tecnologici con ologrammi/anticontraffazione, RIFD, e l’integrazione di applicazioni software/app per la tracciabilità, ecc. Le aziende di stampa necessitano di personale professionalmente preparato e attento ai cambiamenti, gli operatori faticano a gestire le nuove tecnologie solo con la loro esperienza acquisita in anni di lavoro. Gli imprenditori hanno difficoltà a trovare giovani con una preparazione almeno di base sulla stampa, facilitando in questo modo l’integrazione in azienda, pertanto sensibilizzare le scuole su questi argomenti è un dovere. Si è consapevoli che le nuove generazioni di studenti sono maggiormente interessate ai computer e ai software e forse non vogliono sporcarsi le mani con inchiostri e rulli. Chi fa formazione deve sensibilizzare gli allievi in modo che siano consapevoli che sono maggiori le richieste di personale nei reparti stampa. Sono stati stanziati finanziamenti per attivare corsi di formazione ITS, da parte di Assografici e dell’ente Enipg.

La formazione

Il piano di formazione, Gipea prevede due fasi distinte: promuovere relazioni con il mondo accademico e sviluppare progetti formativi su temi tecnici agli associati. Si è deciso di supportare economicamente un master di 1° livello sul tema etichette autoadesive in collaborazione con il Politecnico di Torino, sponsorizzando una tesi di laurea. Sono previsti corsi di aggiornamento per i tecnici che operano nelle aziende su alcuni argomenti; prestampa/gestione del colore considerando le varie tipologie di substrati e le differenti tecnologie di stampa. Altri progetti sulle norme che coinvolgono il settore alimentare, la preventivazione e l’analisi dei costi. Non essendoci dati certi, ma solo ipotesi sul numero di aziende di prestampa, stampa, converting in Italia (si ipotizza siano circa 500), serve attuare un censimento non solo per capire dove sono ubicate e cosa fanno, ma con l’obiettivo di coinvolgerle. Con i tempi che corrono noi crediamo che da soli non si vada da nessuna parte. Se pur con fatica, già da questo convegno si possono vedere la crescita del sito web e Linkedin. Un appello è rivolto ai presenti sollecitando la collaborazione su queste iniziative utili a tutti, che permettono anche di farsi conoscere dai brand owner, facilitando l’individuazione delle tipologie di prodotti realizzati. La signora Brambilla plaude per l’iniziativa promossa da Assografici che coinvolge in alcuni incontri, tutte le Associazioni per discutere sugli argomenti che sono trasversali. Conclude con l’annuncio del prossimo convegno previsto il 22 e 23 maggio 2020 a Bologna, suggerendo a tutti di partecipare, non solo delegare ai consiglieri le scelte dell’Associazione.

La parola ai relatori

Argomenti più trasversali sono la sostenibilità, economia circolare, plastica, riciclo, affrontati nel primo intervento da Italo Vailati. Fare chiarezza è un obbligo, troppa la confusione o in molti casi l’inganno sulle definizioni materia plastica, polimero, 100% plastica biodegradabile, ecc. Elogio alla plastica, invenzione italiana del premio Nobel Giulio Natta consapevoli che il problema esiste e resta, va solo affrontato nei modi corretti, la plastica è onnipresente, ma in moltissimi casi è insostituibile. Se per esempio tutti gli imballaggi fossero di vetro, che peso dovremmo portare, senza la possibilità di compattarli e con un grande ingombro. Per tutti i materiali, l’importante è la loro corretta gestione. Interessanti i numeri della ricerca effettuata da Ceflex, consorzio indipendente che opera a livello europeo nel fine vita degli imballaggi flessibili, che ha coinvolto 150 aziende di imballaggi flessibili, dai produttori ai distributori. La figura 6 evidenzia le leggi che in soli dieci anni si devono attuare sull’argomento plastica e ambiente, una accelerazione mai vista in così pochi anni e che coinvolge tutta Europa. Entro il 2030 tutti i prodotti, non solo per il packaging, devono essere realizzati con plastica riciclabile. Consapevoli che la plastica è un problema, nulla cambia se invece della plastica troviamo in strada, sulle spiagge nei boschi, prodotti alternativi (vetro, metallo, ecc.), si deve cambiare la cultura delle persone e anche delle amministrazioni che non gestiscono la raccolta differenziata in modo corretto, vanificando le buone intenzioni delle persone che già oggi credono nell’importanza del riciclo.

I numeri della ricerca dell’associazione Ceflex

La legislazione in 10 anni cambierà molte cose nel settore del packaging

Riguardo il progetto comunicazione, Mara Baschieri ha evidenziato la crescita del sito web con le poche informazioni pubblicate in questi mesi. Si sono anche inserite su Linkedin notizie in breve (pillole) che hanno iniziato a movimentare dibattiti. Baschieri ha sondato l’interesse per i social dei presenti in sala, per alzata di mano, con il risultato del 60% coinvolti nei social e il 40% no. Sollecita la partecipazione e il coinvolgimento da parte di tutti, chiede di essere attivi sulle iniziative social Gipea. Ricorda che la pagina Linkedin è aperta a tutte le aziende e vuole essere un punto d’incontro dove chiunque può confrontarsi, porre domande di qualsiasi genere alle quali saranno date le dovute risposte. La provocazione di Giovanni Daprà, coinvolto in questo progetto, con l’intento di sondare da subito quali siano le esigenze, i suggerimenti, le critiche, ecc. dei presenti in sala, non ha trovato partecipazione. Consapevole che non è facile far parlare in diretta i partecipanti durante un convegno, dove ci sono fornitori e concorrenti, ha successivamente avuto qualche soddisfazione ma in forma privata, in quanto alcuni presenti hanno proposto alcuni argomenti, promettendo la pubblicazione su Linkedin.

Affrontato da Michele Libori con slide molto esaustive, l’orientamento del mercato delle etichette e non solo, avendo visitato LabelExpo 2019. Il titolo della presentazione di Libori Un mercato non solo di etichette ha segnalato, senza trarre conclusioni, alcuni argomenti con relativi numeri reperiti direttamente dall’organizzazione della fiera. Numeri e tendenze che fanno riflettere sulle scelte tecnologiche che le aziende di stampa dovranno affrontare in futuro. Tra questi argomenti, inspiegabile la flessione delle vendite o dell’interesse per la stampa digitale, l’aumento dell’interesse per l’offset, il consolidamento della flexo, il tutto confrontando i dati dell’edizione 2017 con quella del 2019. Una fiera che ha presentato innumerevoli tipologie di substrati ecocompatibili e riciclabili, molte aziende coinvolte nel post stampa, sistemi di tracciabilità, nobilitazioni di tutti i tipi, taglio/fustella laser sempre più evoluti.

Confronto tra sei aree in soli due anni, 2017-2019
Differenti interessi tecnologici 2017-2019

Piero Pozzi ha trattato l’argomento inchiostro ambiente – sviluppo sostenibile, un piacere ascoltarlo per il suo modo di coinvolgere i presenti. Evidenzia con delle immagini scattate in Labelexpo e a Lux Pack, come gli argomenti del titolo della sua presentazione siano temi caldi. A Parigi si apre una fiera che tratta il packaging ecologico, si vedrà di cosa si tratta. Inutile chiedere un inchiostro biodegradabile, non esiste, e non si deve confondere la compostabilità con la biodegradabilità. Lo stampato si intende compostabile quando la somma di tutti gli inchiostri, vernici, colle, ecc. messi assieme non superano il limite in peso imposto. Fa presente che esiste un metodo per calcolare la quantità di inchiostro che si consuma sulla tiratura a vantaggio anche di un risparmio economico, evitando di ordinare una quantità in eccesso di colore Spot (Pantone), che se avanza si deve buttare pagando lo smaltimento. La collega Anna Perego, ha trattato argomenti inerenti a leggi e decreti in merito alle materie prime che loro utilizzano per la produzione degli inchiostri. Interessanti le slide sulla disinchiostrabilità, che solo in fase di macero dello stampato può avvenire tramite flottazione. La dottoressa Perego ha descritto le prove di Ingede(International Association of the Deinking Industry) che utilizza il Method 11 informandoci su ricerche di altre aziende (ERPC) sullo stesso tema.

 

I requisiti di compostabilità dell’inchiostro

Alberto Quaglia, ha posto particolare attenzione sulle normative che entreranno in vigore il 2 gennaio 2020, che vietano l’uso di Bisfenolo A (BPA) presente nelle carte termiche; scontrini fiscali di negozi, bar, supermercati, ecc. Sostanza presente anche in molti prodotti che oggi noi usiamo abitualmente: boccioni dell’acqua, rivestimento interno delle scatole di metallo per uso alimentare, CD musicali, ecc. La Francia è la nazione che più di tutte ha bandito l’uso, motivando il fatto che lo scontrino è alla portata di tutti (giovani e meno giovani) in modo particolare coloro che maneggiato quotidianamente gli scontrini, ad esempio le cassiere. Alcune cartiere utilizzano il BPS che potrebbe avere lo stesso profilo tossicologico del Bisfenolo A, ma essendo sul mercato da poco tempo non si sono fatte ricerche in merito. Molte carte termiche sono realizzate con BPA, BP, BH free, seppure il mercato delle carte termiche sia orientato a togliere sia i bisfenoli, come i fenoli.

I dati di tolleranza giornaliera se viene ingerita la carta termica

In chiusura non poteva mancare il tradizionale Osservatorio Economico che esamina ogni anno l’andamento del settore, presentato da Gianluca Cinti (Partners Spa). Giunto all’ottava edizione, permette di rendersi conto del mercato tramite dati ricavati dalle 88 aziende coinvolte con ricavi che variano da 220mila euro a 75 milioni, e un fatturato totale di 714 milioni. Le Figure 17a e 17b, permettono di rendersi conto e capire meglio come sta andando il settore consentendo in questo modo di trovare spunti di riflessione per il futuro. Le slide, molto approfondite sia di numeri, confronti e informazioni, sono a disposizione degli associati Gipea.

Arriva Roto4All, il primo evento italiano dedicato alla rotocalco

page1image3461248Qual è il total cost of ownership di una macchina rotocalco? Quanti stampatori usano la tecnologia roto per il packaging? Qual è l’andamento del mercato dell’imballaggio stampato in roto? Sono alcune delle domande a cui risponderà Roto4All, il primo evento italiano sulla rotocalco.

Organizzato dal Gruppo Italiano Rotocalco di Acimga, Roto4All illustrerà il ruolo della roto nel mondo del packaging, i suoi punti di forza e le sue caratteristiche. Oltre ai dati, Roto4All sarà anche l’occasione per far parlare stampatori e brand owner che utilizzano questa tecnologia di stampa e che grazie a essa hanno ottenuto successo e riconoscimento sul mercato.

«Da tempo la ‘community della roto’, fatta non solo di produttori di macchine e componenti, ma anche di stampatori e brand owner, sentiva l’esigenza di una giornata di confronto e incontro – dichiara Andrea Briganti, direttore di Acimga -. Roto4All risponde a questa richiesta e si innesta in modo determinante nelle iniziative già messe in campo e in quelle in programma. È così che diamo visibilità a un’eccellenza italiana, a un know how che ci viene riconosciuto nel mondo ma che non sempre è noto agli italiani stessi».

Il Gruppo Italiano Rotocalco, composto da 25 aziende del settore, ha l’obiettivo di promuovere la tecnologia e, oltre a Roto4All, ha già dato vita a un manuale “Rotocalco: conoscerla per meglio apprezzarla”, tradotto anche in inglese. Il Gruppo ha inoltre in cantiere altre pubblicazioni, corsi di formazione e la stesura di norme in seno all’ISO (International Organization for Standardization) dove ha delegato un suo rappresentante (Carlo Carnelli).

«Finalmente l’Italia ha la sua giornata dedicata alla rotocalco – dichiara Gianmatteo Maggioni, coordinatore del Gruppo Rotocalco di Acimga – frutto del lavoro e della volontà delle più rappresentative aziende del settore. L’obiettivo è farlo diventare un appuntamento fisso, dove fare il punto della situazione, confrontarsi e lanciare nuove iniziative per promuovere e formare su questa tecnologia di stampa».

Heidelberg protagonista al BestInFlexo

Nella foto da sinistra: Cristian Marchesini (HIT), Christoph Baldermann (Flint Group), Marina Altayo Armengol (Flint Group), Marco Cremonini (HIT), Francesco Bagorda (HIT)  e Roberto Malagù (HIT)

Le lastre Flint Group, brand di cui Heidelberg Italia è distributore ufficiale dal 1967, hanno avuto un ruolo da primissimo piano al BestInFlexo dello scorso 21 novembre. Sono ben 11, infatti, i lavori premiati nella cui realizzazione sono state utilizzate. Un risultato che conferma la qualità delle lastre a marchio Flint Group, facendo seguito ai premi ottenuti nel 2018 (13) e nel 2017 (10), per un totale di 34 riconoscimenti in tre anni.

Il premio, che nel 2019 ha festeggiato la quinta edizione con quasi 200 lavori in gara, è stato istituito da Atif per premiare i packaging flessibili e cartotecnici e le etichette meglio stampati (in flessografia) nel corso di ciascun anno. Per ciascuna delle 13 categorie in cui sono rubricati di diversi lavori a seconda del substrato, della larghezza di stampa e diversi altri fattori, vengono premiati i primi tre classificati, sia per quanto riguarda lo stampatore che l’azienda di prestampa.

La serata di premiazione si è tenuta a Bologna, anticipazione come di consueto del Flexo Day del giorno seguente, che ha coinvolto 400 partecipanti e confermato la propria crescita in termini di contenuti e partecipazione.

 

Gli Italiani passano 39 giorni della loro vita ad aprire gli imballaggi

Mentre gli italiani sono impegnati nello shopping natalizio, una ricerca di DS Smith, azienda protagonista del packaging sostenibile, ha mostrato un grosso problema: gli imballaggi possono essere tanto complicati da aprire da far innervosire anche l’italiano più paziente.

Lo studio ha rivelato che gli italiani trascorrono 39 giorni della propria vita (17 minuti a settimana) cercando di aprire imballaggi troppo difficili. Il 28,5% afferma di demoralizzarsi per questo, e più di un terzo ha finito per danneggiare o rompere il prodotto stesso nell’operazione.

Solo nel giorno di Natale, ogni italiano passa circa 17 minuti a testa lottando contro pluriball, fascette e scatole chiuse con troppo nastro adesivo, e più di un sesto della popolazione perde circa mezz’ora in questa operazione.

A dispetto di quanto si possa pensare, sono i millennial la generazione più colpita. Il 72.5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha ammesso di aver avuto bisogno di aiuto per comprare, aprire o ritirare un prodotto. Si tratta anche della generazione che più di tutte potrebbe smettere di comprare da un brand (35,5%) o store online (25%) a causa degli imballaggi.

Altri problemi segnalati che caratterizzano l’apertura di un imballaggio complesso sono il dover usare le forbici (48.8%), il tempo perso per estrarre il prodotto dalla confezione (40%), l’utilizzo di troppo nastro adesivo (22.9%), la pesantezza delle scatole (16%) o, addirittura, la necessità di utilizzare un cacciavite per poterle aprire (35%).

Sono gli uomini a cimentarsi maggiormente con gli imballaggi, provandoci per 3 minuti in più rispetto ad una donna prima di chiedere aiuto. Quando devono farlo, il 19% degli uomini si è sentito in imbarazzo, il 12,6% ha lasciato perdere e il 13% si è sentito frustrato.

Ancora peggio, quasi un italiano su 2 (47,8%) ha dichiarato di essersi ferito nel tentativo di aprire una scatola, e circa un quarto (24.6%) ha rotto un paio di forbici o un coltello.

Tensioni sotto l’albero di Natale

Il problema è tanto sentito da causare vere e proprie tensioni durante le festività natalizie. Il 39,7% degli italiani ha ammesso di aver litigato con i propri cari, di cui il 62.7% con il proprio partner e il 25,6% con i propri figli. Nel 3,5% dei casi, il problema ha anche causato dissidi sul lavoro con il proprio capo.

Il 58,4% del campione ha dichiarato di aver avuto bisogno di aiuto per comprare, aprire o ritirare un prodotto, e di questi il 32% ha ammesso di essersi sentito meno coinvolto o tagliato fuori, causando problemi di inclusività.

«Questi risultati mostrano che la questione del packaging non è solo una seccatura, ma un vero e proprio problema che interessa milioni di persone, che si sentono meno coinvolte in momenti speciali come il Natale» ha commentato Francesco Barsanti, Sales, Marketing & Innovation Director di DS Smith. «I brand e gli store online dovrebbero avere un approccio più inclusivo riguardo agli imballaggi. DS Smith offre soluzioni di packaging che possano essere d’aiuto a tutti, con scatole più semplici da aprire e caratteri più facilmente riconoscibili. Ciò non va solo a beneficio di coloro che non hanno più una presa salda o che hanno problemi di vista, ma della maggior parte della popolazione».


Un problema da 2 miliardi di euro all’anno

Il costo connesso al packaging problematico non è solo emotivo, ma anche economico, dal momento che ciò può scoraggiare i consumatori da comprare un determinato brand o ad acquistare dagli store online.

Il 35,5% degli italiani ha affermato che la complessità degli imballaggi li ha portati a non acquistare più un determinato brand e il 25% ha dichiarato di non aver ordinato prodotti online a causa delle difficoltà nell’aprirli. Con un costo medio d’acquisto di 85 euro, si stimano mancati acquisti per circa 2 miliardi di euro all’anno.

Infine, il 56% degli italiani tende a preferire brand con un packaging semplice da aprire.

«La crescita dell’e-commerce vuole rendere più facile riuscire a ottenere ciò di cui si ha bisogno» ha chiosato Francesco Barsanti, sales, marketing & innovation director di DS Smith. «Questa ricerca mostra però che gli store online cadono sull’ultimo ostacolo: rendere gli imballaggi semplici da aprire. Ciò costa loro potenzialmente miliardi di euro».

I risultati sono frutto di una ricerca condotta da OnPoll nel novembre 2019 per conto di DS Smith. In Italia, sono state intervistate 1000 persone tra i 18 e i 55+ anni.

 

Rotolito acquisisce il 100% di Inprint-Litorama

Con questa acquisizione Rotolito mira a rafforzare ulteriormente il percorso di crescita per linee esterne dell’azienda, dopo quella di Veneta Roto lo scorso anno, cui ha fatto seguito l’ingresso con una quota di capitale nella società Artigrafiche&Diaries Italia, e quindi nel settore delle agende, cui è seguita l’apertura di un nuovo polo produttivo di stampa e confezione, adiacente al magazzino automatico “Paper Cube” di Cernusco sul Naviglio (uno spazio di circa 8 mila metri quadrati dove sono state installate una 72 pagine MAN e 4 linee di punto metallico) nel luglio scorso.

Situata a Baranzate di Bollate (Mi), Inprint-Litorama fattura circa 45 milioni di euro, conta un centinaio di dipendenti e dispone di un parco macchine roto composto da quattro rotative a 4/5 colori Litoman e Rotoman (una 64 pagine, una 48 e due 16 che possono stampare anche in twin) e due macchine a foglio sempre Manroland: una 70×100 a 8 elementi con bianca e volta e sbobinatore e una 8 colori (4+4) 130×185, una macchina particolare per il grandissimo formato.

Spiega il presidente Paolo Bandecchi «La strategia della nostra azienda è quella di essere in grado di rispondere il più possibile alle richieste dei nostri clienti italiani ed esteri. Non ci consideriamo infatti solo una società industriale ma anche e soprattutto di servizio. Essere diversificati significa rispondere in maniera pertinente a quante più richieste possibili, muoversi su più mercati sia a livello geografico che a livello di prodotto. Questa è a nostro avviso l’unica strada da percorrere per continuare a essere competitivi nel mercato delle arti grafiche, ed è per questo che andremo avanti in questa direzione come abbiamo fatto anche in passato».

Rotolito inizia la sua attività nel 1976 con la produzione di un famoso fumetto italiano e oggi è tra i maggiori stampatori in Europa, punto di riferimento per grandi e piccole case editrice, aziende di diversi settori dalla grande distribuzione alle agenzie di comunicazione e brand della moda e del lusso.

Nei suoi 8 siti produttivi sono installate le più innovative tecnologie di stampa tradizionale e digitale e di legatoria che le consentono di gestire l’intero ciclo produttivo, dalla pre-stampa alla legatoria, di un’infinita gamma di prodotti: libri fotografici, manuali tecnici, libri scolastici, riviste di moda e di sport, cataloghi, listini prezzi, inviti, volantini, diari, fumetti.

HP Latex R2000: MCA Digital mette a segno risultati da record

Colori brillanti, bianco più lucido ad alta opacità, inchiostri inodore, anima green e flusso di lavoro efficiente: questa la ricetta vincente di HP Latex R2000, il sistema rivoluzionario che rappresenta il tassello mancante dell’ampia gamma HP di cui MCA Digital è specialista indiscusso. E se la mission dell’azienda padovana è quella di “uscire dall’ordinario”, il successo riscosso con la ibrida R2000 è straordinario. 20 sistemi venduti in 15 mesi, a partire dai primi tre ordini messi già a segno a Fespa 2018 in occasione del lancio ufficiale.

«Ovviamente c’è grande soddisfazione per il risultato raggiunto da MCA con la serie R. Certamente la decennale esperienza, la profonda conoscenza della tecnologia HP Latex e il grande lavoro svolto dai tecnici di MCA, testando per conto dei clienti decine di materiali destinati alle più svariate applicazioni, ha permesso il raggiungimento di questo obiettivo», ha commentato Stefano Casati, key account manager Italia HP Graphics Solution Business.

Progettata per i produttori di cartellonistica large format, R2000 sta registrando grandi consensi anche fuori dal mondo delle arti grafiche, rispondendo efficacemente alle necessità di aziende attive nei comparti del fashion e del luxury. Tra le caratteristiche principali, infatti, la grande versatilità, che permette di realizzare applicazioni molto particolari, impreziosite dalla vivacità dei colori e dal bianco coprente degli inchiostri Latex, gli unici ad essere considerati green. Questo rende il sistema idoneo a stampe richieste da realtà con forte orientamento alla responsabilità ambientale.

«I risultati raggiunti sono sicuramente frutto di diversi fattori. Da un lato, le prestazioni di R2000 che ampliano gli orizzonti progettuali, rendendo possibili applicazioni molto innovative e che assicurano un basso impatto ambientale. Dall’altro, il lavoro del nostro team, che ha saputo far emergere le potenzialità di questa macchina. Abbiamo testato direttamente tantissimi supporti rigidi e flessibili, sperimentandone prestazioni e risultati. Questo ci ha permesso di offrire ai clienti una consulenza a valore aggiunto, suggerendo applicazioni che permettono di capitalizzare l’investimento ampliando il business»  ha spiegato Cristina Del Guasta, titolare di MCA Digital.

R2000 assicura, su supporti rigidi e flessibili, una resa colore sorprendente, grazie alle prestazioni degli inchiostri HP Latex e in particolare di HP Latex White che permette di ottenere un vero bianco lucido anche su materiali come legno, alluminio, vetro, ceramica e acrilico. Inoltre, questi inchiostri non cristallizzano e non fanno spessore, conferendo un effetto touch perfettamente liscio e non alterando la superficie di materiali, anche matt come il cartone. Gli inchiostri Latex a base d’acqua, flessibili e a lunga durata, garantiscono elevata aderenza e alta resistenza ai graffi, non si scheggiano in fase di taglio e montaggio e semplificano la laminazione. Performance che si sommano ai plus green che contraddistinguono questa tecnologia, quali assenza di odori e di emissioni nocive. Con R2000 è dunque possibile stampare applicazioni per il mondo retail, dalla cartellonistica alle vetrofanie, fino all’interior decor; e ancora, stampe per mostre ed eventi, ad uso interno ed esterno, ma anche applicazioni speciali per il manifatturiero dove R2000 va già di moda. «Ma siamo solo all’inizio», aggiunge Casati. «La tecnologia HP Latex R ha potenzialità enormi. Comunicazione visiva, cartotecnica e soprattutto manifatturiero sono i mercati dove insieme a MCA ci focalizzeremo nei prossimi mesi».