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Saes Coated Films e Sacchital Group, collaborazione di filiera per un packaging sostenibile

Massimo della Porta, presidente di Saes Group, e Alberto Palaveri, AD di Sacchital Group

Saes Coated Films e Sacchital Group, aziende appartenenti alla filiera del packaging alimentare, hanno ufficializzato alla fiera Cibus Tec una partnership che ha portato alla realizzazione di una novità nel settore dell’imballaggio sostenibile: il packaging flessibile firmato Sacchital, in carta, mono materiale plastico o compostabile, trattato con la nuova tecnologia Coathinktm di Saes Coated Films, ovvero film laccati a base acqua che conferiscono a questi materiali proprietà di alta barriera all’umidità e all’ossigeno con o senza trasparenza.

Per presentare la nuova linea di prodotti in anteprima mondiale, le due società sono state presenti a Cibus Tec con uno stand congiunto, visitato da oltre 200 buyer e visitatori.

Massimo della Porta, presidente di Saes Group, ha dichiarato: «Carta, mono materiale plastico e bio-materiali non hanno in sé proprietà di alta barriera, ovvero di protezione degli alimenti dall’umidità e dall’ossigeno. La sfida raccolta e vinta da Saes e Sacchital è quella di conferire queste funzionalità ai materiali creando imballaggi performanti e allo stesso tempo perfettamente in linea con i principi di economia circolare. Si tratta di una tipologia di prodotto finora assente dal mercato, reso possibile dall’unione delle competenze di entrambe le aziende. Un prodotto disruptive, 100% riciclabile e compostabile, frutto del lavoro di due aziende complementari, con una visione comune e il desiderio di innovare, in una collaborazione che ci auguriamo sarà di lungo periodo».

Alberto Palaveri, amministratore delegato di Sacchital Group, ha aggiunto: «Sacchital storicamente è esperta nell’utilizzo di carta e siamo stati tra i primi a richiedere la certificazione FSC, a sviluppare materiali con spessori sottili e oggi grazie a questa idea vincente siamo in grado di promuovere packaging sostenibili con proprietà di alta barriera a vapore acqueo e ossigeno, e quindi di rispondere alle esigenze dei clienti, oggigiorno sempre più attenti ai temi ambientali. Grazie a questa collaborazione abbiamo sperimentato che se la filiera è in grado di comunicare e lavorare in modo sinergico a tutti i livelli si possono raggiungere grandi risultati».

ITS Academy Meccatronico Veneto: al via questa settimana all’Istituto Salesiano San Zeno

È partito il primo corso che specializzerà tra due anni 20 studenti nel settore cartotecnico e packaging sostenibile e si consolida a pieno regime il corso a indirizzo meccatronico che conta tra 1° e 2° anno ben 50 studenti. Occupabilità vicina al 100% dopo due anni di alta formazione post diploma.

Dunque, parte a Verona, presso ITS Academy Meccatronico Veneto, il corso tanto atteso da tutta la filiera delle aziende del settore grafico-cartario in provincia di Verona e in Veneto e 20 ragazzi tra due anni porteranno il titolo di Tecnico Superiore dell’industria della Carta e del Packaging Sostenibile direttamente in azienda.

«Siamo complessivamente molto soddisfatti dei risultati ottenuti nella selezione 2019 di iscrizioni che ha visto due nuovi corsi al via a Vicenza e a Verona – sottolinea il direttore dell’ITS Academy Meccatronico Veneto Giorgio Spanevello -. Nel caso di Verona nonostante le difficoltà iniziali alla fine la sensibilizzazione capillare dei ragazzi diplomati, la sintonia con le aziende, le scuole, con la Federazione Carta e Grafica che ha supportato il corso, nonché l’appoggio costante della Regione Veneto, che con il MIUR è ente finanziatore attraverso il Fondo Sociale Europeo, hanno permesso di dare avvio alle lezioni, primo step per rispondere ad un’esigenza forte del tessuto imprenditoriale regionale. E la prova è quel 99% di occupati subito dopo il diploma».

«Le aziende della filiera della carta hanno necessità di personale qualificato. Siamo orgogliosi di aver contribuito alla creazione di un corso ITS per i nostri comparti. Le lezioni sono finalmente partite, ora non ci resta che attendere di accogliere i ragazzi nelle nostre aziende» afferma Lorenzo Poli Presidente AFC, consigliere Assocarta (componente Federazione Carta Grafica).

Le lezioni e le esercitazioni per i 20 studenti si terranno presso le aule e i laboratori dell’Istituto Salesiano San Zeno che ha da subito creduto nelle potenzialità dei corsi ITS per la formazione dei ragazzi e la loro occupabilità.

 

Colorcopy celebra il sodalizio con Roland

Dallo small format al large format: sono passati più di 15 anni da quando il Gruppo Colorcopy è entrato nel mercato del digital printing grande formato puntando sulla solidità e sulla versatilità del brand Roland. Una collaborazione che è cresciuta e si è consolidata anno dopo anno, portando Colorcopy a essere il più grande rivenditore Roland in Italia. Migliaia le installazioni messe a segno negli anni, basate su rapporti fiduciari coi clienti che si affidano al Gruppo a tutto tondo: dalla consulenza per la scelta del sistema da implementare, alla fornitura di consumabili, passando per l’assistenza tecnica. La capillarità di Colorcopy, presente nel Centro-Nord con tre sedi (Brescia, Milano, Bologna), alimenta il dialogo con i clienti, che si rivolgono al team bresciano anche per l’aggiornamento tecnologico dei sistemi.

A Viscom la partnership tra Roland e Colorcopy si è dimostrata con aree espositive attigue volte ad accogliere l’ampio ventaglio di sistemi tecnologici. «Il nostro ingresso nel mondo del large format inizialmente poteva essere una scommessa. A distanza di parecchi anni possiamo considerarla una visione, basata sull’intuizione di aver scelto il brand giusto, con cui condividiamo successi e valori», commenta il management Colorcopy. In occasione della kermesse milanese, tante le novità tecnologiche presentate in anteprima attraverso dimostrazioni che hanno rivelato le prestazioni dei sistemi Roland in tutta la loro versatilità.

Anteprima assoluta per LEC2-300, il plotter stampa & tagliodi nuova generazione che potenzia le performance dei modelli precedenti consentendo produzioni automatizzate di elevati volumi senza il presidio dell’operatore. Dotato di lampade a LED, garantisce elevati standard qualitativi ed è ideale per la produzione di etichette personalizzate e prototipi di imballaggio. Altra novità in ambito Print&Cut, TrueVIS VG-2 per la stampa e taglio di grande formato. Tra i plus che la rendono unica sul mercato, la produttività e l’ottimizzazione del workflow. Proposte inedite anche per la stampa UV in piano con la nuova IU 1000, sistema flatbed con tecnologia UV f.to 1300 x 2500 e velocità fino a 116 mq/h che permette di realizzare applicazioni molto redditizie tra cui insegne, grafiche espositive, interior decoration, retroilluminati e stampa su tessuto. Grande versatilità e compatibilità con un’ampia varietà di materiali, la rendono ideale per l’utilizzo in ambito industriale. Massima accuratezza dei dettagli contraddistingue anche la nuova Serie Laser LV, compatibile con materiali quali plastica, legno, cuoio, carta e sughero. Dotata di tecnologia laser CO2 senza contatto, assicura margini nitidi ad alta velocità.

E se il portfolio clienti del Gruppo Colorcopy spazia dalle tipografie alle industrie è anche grazie alla vastità del catalogo che, accanto alle soluzioni Roland, vede schierate le tecnologie firmate Xerox per il piccolo formato, Agfa per i grandi volumi con i sistemi flatbed Anapurna, Brother per la stampa diretta su tessuto e Liyu International, la vera rivelazione nel panorama della visualcom che sta registrando grande successo anche in ambito industriale.

 

Rotocel si affida a Konica Minolta per la personalizzazione delle finiture

Il settore della nobilitazione delle etichette è in continua crescita e il futuro è sempre più digitale. A riguardo non ha dubbi Rotocel, azienda bolognese che da anni utilizza la tecnologia HP Indigo per personalizzare la stampa e che si dimostra attenta all’innovazione investendo sul digitale anche per la fase di finitura, acquistando MGI JETVarnish 3D Web di Konica Minolta: una nuova tecnologia integrata che permette di personalizzare le finiture delle grafiche senza vincoli di impianti e che quindi può essere utilizzata anche per la nobilitazione delle etichette.

«Rotocel si è avvicinata alla tecnologia digitale già da anni», spiega Catia Cantelli, fondatrice e CEO dell’azienda. «Una tecnologia in continua evoluzione, come dimostrano i passi da gigante fatti ultimamente: oggi possiamo personalizzare la stampa con dati variabili, immagini sequenziali differenti e tanto altro ancora. Gli studi grafici accolgono questo potenziale dando libero sfogo alla fantasia e ottenendo riscontri economici importanti. Una dinamicità che si arrestava quando il processo arrivava alla finitura, ancorata ai vincoli della tecnologia tradizionale. MGI JETVarnish 3D Web, invece, cambia le carte in tavola: con questa macchina abbiamo la possibilità di diversificare tutte le finiture che vogliamo con un processo digitale».

Le fa eco Antonio Maiorano, sales manager large account industrial printing di Konica Minolta: «In un mercato sempre più tecnologico e digitale, Konica Minolta ha scelto di arricchire il proprio portfolio Professional Printing con soluzioni orientate alla finitura. Si tratta della gamma MGI che comprende JETVarnish 3DS per il settore commerciale e del digital printing, JETVarnish 3D Evolution, adatta soprattutto al packaging, e JETVarnish 3D Web, la soluzione roll to roll per la nobilitazione di etichette, scelta appunto da Rotocel per ampliare il proprio business. I professionisti della stampa hanno sempre più la necessità di differenziarsi e offrire un valore aggiunto ai propri clienti e la nobilitazione digitale è la risposta. Rotocel, società leader nel mondo delle etichette a livello nazionale, ha scelto i sistemi Konica Minolta MGI per ampliare la propria offerta e differenziarsi sul mercato, riconoscendo l’affidabilità del nostro marchio e la qualità dei nostri sistemi. Siamo molto lieti di collaborare con un’azienda prestigiosa come Rotocel e ci auguriamo che questo possa essere solo l’inizio di un percorso di crescita insieme».

La MGI è una tecnologia talmente innovativa che Rotocel è disposta a metterla a disposizione anche dei propri competitor, aziende e studi grafici, che ne avessero bisogno: «l’evoluzione tecnologica è orientata sempre più al digitale in tanti settori; – spiega ancora Catia Cantelli – c’è chi è ancora titubante, noi invece ci crediamo talmente tanto che siamo più che disponibili a creare progetti anche con i nostri competitor. Non abbiamo mai avuto niente in contrario a confrontarci con professionisti del nostro settore, è un’opportunità di crescita per entrambi».

MGI JETVarnish 3D Web sarà integrata nel sistema informativo aziendale di Rotocel, Azul5 di Azul sistemi, capace di dialogare direttamente con la macchina e inserirla nel processo produttivo.

 

 

Nuovi controlli per i file usati nel sign&display

Standard Ghent

Il sign&display è un mercato estremamente vivace che offre ottime opportunità di business agli stampatori, ma la grande varietà
di prodotti che ricadono in questo mercato complica non poco la preparazione dei file e, di conseguenza, tutto il flusso produttivo. Vediamo come affrontare la fase della prestampa.


Come è facile intuire i requisiti tecnici di un cartellone pubblicitario posto su una facciata di una casa sono diversi da quelli richiesti da uno striscione o dai rivestimenti degli autobus o dai roll-up.
L’elenco potrebbe continuare ancora poiché la varietà di macchine digitali e la velocità con cui è possibile produrre e allestire questi prodotti abilita di continuo la creazione di nuove forme e tipologie di stampati.
La crescente importanza del sign&display e i risultati di un sondaggio condotto nella comunità grafica ha convinto il Ghent Workgroup della necessità di produrre una specifica per il controllo dei file PDF creati per la stampa di grande formato. Fedele alla sua missione di stabilire e diffondere le specifiche di processo al fine di migliorare i flussi di lavoro delle arti grafiche, il GWG nel giugno 2019 ha pubblicato le specifiche tecniche e i primi profili di verifica preliminare per i software di Enfocus e Callas, rivolti al settore del sign&display.

Le specifiche sono ancora in versione beta, ma i fornitori di software possono già utilizzarle per implementare i propri controlli mentre gli utenti finali possono eseguire i profili di verifica preliminare per migliorare il proprio controllo di qualità al fine di rilasciare PDF idonei alla stampa finale.

Lo sviluppo delle specifiche

L’approccio al problema di racchiudere in una solo specifica il controllo una varietà di prodotti così grande, ha messo gli esperti del GWG davanti a una vera sfida. Fino a quel momento, ricordiamo che il Ghent Workgroup è nato nel 2002, le specifiche emesse tenevano conto del mercato di riferimento (magazine, advertisement, newspaper, packaging), della metodologia di stampa (offset, rotooffset, flexo, rotocalco, digitale) e dei colori ammessi (CMYK, RGB, Spot).
La quasi totalità delle specifiche del GWG sono basate sullo standard ISO PDF / X-4 (fanno eccezione solo alcuni controlli per il settore del packaging) con l’aggiunta di una serie di requisiti rivolti a diversi segmenti di mercato, di prodotto e di metodologia di stampa. Ogni serie di requisiti specifici per il GWG è definita “variant” ed è individuata da una nomina esplicativa, ad esempio per il grande formato la specifica si chiama GWG_Sign_&_ Display_2015_RGB.
Il mercato del sign&display, oltre a comprendere prodotti diversi e di dimensioni variabili, impiega una vasta gamma di inchiostri e di materiali. La stessa varietà la troviamo anche sul fronte dei file dove la scelta della risoluzione delle immagini e la dimensione dei file (occupazione di memoria) sono realmente un problema che ha un grande impatto sulla velocità di produzione e sulla qualità finale. Quasi sempre i file per gli stampati di grandi dimensioni come la cartellonistica sono inviati allo stampatore scalati; sempre secondo il GWG i fattori di scala maggiormente usati sono 1/2, 1/10 e 1/48. Questo significa che prima di essere stampati i file dovranno essere ingranditi e questo va considerato poiché ha un’influenza diretta su diversi aspetti del file come la risoluzione, la dimensione del testo e lo spessore delle linee.

Il risultato finale

Tutti i fattori appena descritti hanno convinto il GWG ad adottare un approccio diverso per la stesura delle specifiche per il grande formato. È stato, infatti, introdotto il concetto di variabile allo scopo di evitare il proliferare del numero di specifiche (che elencano requisiti tecnici e controlli) semplificando così la fase di individuazione delle impostazioni più adatte al flusso di lavoro adottato.
In pratica le variabili sono dei contenitori per i valori che l’operatore addetto al controllo del file dovrà inserire in base a due elementi:

  • La distanza di visione tra gli spettatori e il lavoro stampato;
  • Il fattore di ridimensionamento, ovvero quante volte il lavoro dovrà essere ingrandito prima di essere stampato (nel caso in cui il contenuto del file sia stato realizzato in modo ridimensionato).

La distanza di visione è un parametro importante perché, in genere, maggiore è la distanza di visione, minore è la risoluzione dell’immagine, mentre il fattore di ridimensionamento è ampiamente utilizzato poiché i file possono diventare molto grandi e per questioni tecniche molti designer preferiscono creare i loro file PDF a 1/2, 1/10 o anche 1/48 della dimensione finale stampata. Con l’adozione delle variabili il GWG è riuscito a creare una sola specifica che incorpora i concetti di distanza di visualizzazione e di fattore di ridimensionamento.

Dove trovare le specifiche

Allo stato attuale sul sito del GWG sono presenti due profili di verifica preliminare che possono essere caricati all’interno di Pitstop (Enfocus) o di Pdftoolbox (Callas). Molto semplice il funzionamento. Una volta lanciata la fase di preflight, il software richiede all’operatore di specificare negli appositi campi, la distanza di visione e il fattore di ridimensionamento. Dopo l’immissione dei valori il software calcola in modo autonomo i valori di soglia per tutti i controlli che dipendono dai due parametri ed esegue il preflight. Il meccanismo di funzionamento si basa su formule matematiche e coinvolge molti aspetti tra cui: la risoluzione che devono avere le immagini (a colori, in scala di grigio, 1-bit), la dimensione dei testi e lo spessore delle linee. Naturalmente la specifica comprende anche i classici controlli di qualità e di correttezza tecnica tipici del GWG che poggiano sullo standard PDF/X-4 con l’aggiunta di controlli sulle modalità colore, sulla presenza dei livelli, sulla definizione dello spazio colore per la conversione della trasparenza (blend color space) e sulla sovrastampa degli elementi bianchi. Il GWG si aspetta che sempre più applicazioni che creano o eseguono il preflight dei file PDF per il grande formato integrino queste regole, che ribadiamo sono ancora in versione beta. L’auspicio del GWG è che la comunità grafica, unitamente ai fornitori di soluzioni, testino in produzione queste specifiche in modo da ricevere feedback utili a migliorare ed estendere quanto già fatto. Va anche sottolineato che da marzo 2019 è disponibile un documento e le relative specifiche riguardanti i flussi di lavoro dei file PDF che devono essere stampati in digitale su macchine da stampa di piccolo formato (fogli singoli). Sicuramente anche questa specifica sarà oggetto di un articolo nei prossimi numeri.


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Viscom Italia 2019 conferma il trend positivo del comparto

L’edizione 2019 ha aperto i battenti all’insegna dell’ottimismo e si è conclusa confermando l’impressione iniziale. Viscom Italia ancora una volta, ribadisce il suo ruolo fondamentale per il comparto: è l’indiscusso appuntamento da non mancare a livello europeo. E quest’anno le aziende del mondo delle comunicazione visiva hanno rinnovato il loro attestato di stima, riconoscendo alla manifestazione il suo grande valore aggiunto: la capacità di offrire, anno dopo anno, uno strumento di marketing irrinunciabile e un’occasione di business e comunicazione unica nel suo genere.

Il successo della fiera è legato alla necessità di toccare i prodotti, di valutare le competenze dei produttori, di intuire le tendenze del mercato e le innovazioni emergenti, di fare networking, di acquisire conoscenze specifiche e di fare business. A confermarlo sono i numeri di questa edizione: oltre 450 brand internazionali e una crescita della manifestazione a doppia cifra pari al 13% ed un totale di 20.478 professionisti (+2% rispetto all’edizione passata) e una presenza di pubblico proveniente dai paesi Cina, Russia, Spagna, Inghilterra, Croazia.

«Abbiamo portato a Milano un mondo in fermento, tra i big e nuovi espositori che hanno eletto la fiera come piattaforma privilegiata per farsi conoscere e farsi apprezzare dai visitatori provenienti da tutto Europa. La fiera negli anni ha saputo rinnovarsi senza perdere di vista l’importanza del suo valore relazionale e di esperienza sul campo – afferma Cecilia Montalbetti, Exhibition Manager Viscom Italia. Il nostro obiettivo è stato quello di continuare ad essere strumento fondamentale al servizio della competizione europea delle imprese. E’ in questa direzione che si è mosso quest’anno il nostro lavoro organizzativo e le risposte avute dalle aziende sembrano premiarci».

Grande interesse per la nuova area Digital Innovation Area dove i visitatori hanno potuto sperimentare e, approfondire attraverso un programma di workshop, i software dedicati alla grafica e al design per potenziare e creare nuovi linguaggi e progetti per la comunicazione visiva.

L’affluenza di pubblico ha confermato l’importanza dei consueti appuntamenti tra i quali i Viscom Talks, il luogo deputato alla formazione, informazione e aggiornamento del mercato. 13 seminari, 31 relatori per un totale di 1.030 partecipanti. Un confronto diretto di esperienze ha messo in luce svariati temi: dagli sviluppi dell’estetica fotografica per la costruzione di nuove campagne pubblicitarie on e off line, ai nuovi approcci tecnologici per trasformare un’idea in un prodotto di design. Dalle creazioni visive illustrate e raccontate tra realtà e immaginazione a un viaggio esplorativo tra carta stampata e realtà aumentata. Si è parlato della versatilità del cristallo utilizzato per ridisegnare l’interior design e il visual merchandising, di design espositivo e POP Display sempre più sostenibili, di come realizzare t-shirt che diventino un brand di successo fino alle innumerevoli applicazioni e tendenze derivate dall’ecopelle. Abbiamo scoperto i segreti che un imprenditore deve avere per far crescere la propria azienda in un mercato che si evolve, a valorizzare il nostro brand e accrescere il business attraverso le instagram stories e quali sono le opportunità per le imprese di far leva sulle community, per sviluppare azioni di marketing e strategie commerciali.

Una panoramica completa su quanto può offrire il mercato, ma anche un’occasione di confronto per trovare nuovi stimoli è arrivato dall’affollatissimo Viscom Live che ha presentato in anteprima il primo parco dei divertimenti dedicato interamente alla comunicazione visiva. L’evento – ideato da Reed Exhibitions Italia e curato dall’architetto Paola Silva Coronel – ha avuto circa 1000 visitatori e ha raccolto tutte le tecnologie derivate dal nostro settore. Il visitatore si è immerso in un percorso emozionale e tecnologico per sperimentare labirinti wrappati, applicazioni, materiali innovativi e soluzioni originali, cimentarsi in un live quiz per approfondire le loro conoscenze del mercato e comprendere le diverse fasi di creazione e produzione di oggetti e prodotti personalizzati.

Infine sono stati assegnati i premi ai vincitori di DIVA, Display Italia Viscom Award, la competizione internazionale organizzata in collaborazione con Display Italia e il patrocinio di Comieco, che ha visto 28 soluzioni espositive per il punto vendita in gara premiate dalla giuria.

Federazione Carta e Grafica e Unirima: «End of Waste, passi in avanti, ma sono possibili migliorie»

Si stanno compiendo passi importanti per la definizione dell’End of Waste, ma permangono ancora motivi di preoccupazione con la richiesta al Parlamento di un contesto normativo che supporti in modo chiaro e semplice lo sviluppo dell’economia circolare.

Questa la posizione espressa da parte della Federazione Carta e Grafica, che raccoglie Acimga, Assocarta, Assografici e in forma di socio aggregato il consorzio Comieco, e di Unirima, Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri, nell’audizione in commissione Ambiente della Camera nella indagine conoscitiva sull’EoW.

Il settore guarda al dibattito in Senato sull’emendamento in materia di End of Waste in discussione in Senato. Amelio Cecchini, presidente di Comieco, ha affermato: «Se approvato, consentendo l’operatività delle autorizzazioni regionali caso per caso sulla base dei criteri previsti dalla nuova direttiva europea, l’emendamento sbloccherebbe la situazione di stallo determinata dalla sentenza del Consiglio di Stato del febbraio 2018 e ulteriormente aggravata pochi mesi fa dal decreto-legge sblocca cantieri. Al contempo riteniamo complesso e poco chiaro il meccanismo, previsto nell’emendamento, basato su controlli ‘a campione’ sulla conformità agli atti autorizzatori delle modalità operative e gestionali degli impianti. Temiamo che il meccanismo, anche in considerazione del numero di imprese interessate, sia in concreto inapplicabile e pertanto inefficace. Sarebbe più semplice un registro presso il Ministero dell’Ambiente, come proposto dal mondo delle imprese proprio per consentire in modo semplice e lineare le opportune verifiche».

Grazie agli operatori della selezione e del recupero, in Italia si riciclano 10 tonnellate di carta al minuto. Un giornale rientra nel ciclo produttivo in media dopo 7 giorni, una scatola entro 14 giorni. Il risultato è che ogni anno, grazie al riciclo della carta, vengono evitate 20 discariche. Questo sviluppo è stato reso possibile dal carattere sussidiario al mercato del sistema consortile Comieco e dell’Accordo Quadro Anci/Conai che ha rappresentato una garanzia di ritiro per i Comuni italiani su tutto il territorio nazionale indipendentemente dalle condizioni di mercato.

«La filiera cartaria, che traina l’economia circolare italiana, è ancora priva del decreto che – ha detto Francesco Sicilia, direttore di Unirima – deve definire le condizioni per le quali i rifiuti di carta cessino di essere tali. Il decreto del 1998 sulle procedure di recupero dei rifiuti non è più in grado di rispondere alle esigenze del settore. È più che mai urgente l’emanazione del decreto ‘EoW carta’ per recepire ed allineare finalmente prassi e procedure agli standard merceologici europei».

La Federazione e Unirima hanno indicato la proposta relativa ai residui dei processi di recupero e riciclo: «Occorre dare loro la priorità nell’accesso agli impianti esistenti e prevedere che ciò venga regolato in sede di pianificazione regionale, dove invece troppo spesso si tiene conto soltanto dei rifiuti urbani», ha affermato Massimo Medugno, direttore di Assocarta.

«Rendere più fluido il sistema del riciclo, eliminando gli ostacoli burocratici che lo rallentano, è importante anche per tutto il comparto della stampa e della trasformazione», ha affermato Maurizio D’Adda, direttore di Assografici.«Le nostre aziende, non beneficiando di un sistema sussidiario e garantito come quello del Comieco, stanno infatti incontrando nello scenario attuale di mercato difficoltà sempre maggiori nella gestione degli scarti e degli sfridi industriali».

 

Pubblicate le Linee guida per la rotocalco

Con la presentazione del manuale “Rotocalco: conoscerla per meglio apprezzarla” ha preso vita il primo progetto del Gruppo Italiano Rotocalco.È stato Andrea Briganti, direttore di Acimga, ad aprire la conferma stampa che ha visto la partecipazione di scuole e addetti ai lavori.

Il gruppo Italiano Rotocalco, nato all’interno di Acimga (Associazione costruttori italiani di macchine per l’industria grafica, cartotecnica e del converting), riunisce i rappresentanti di più di 20 aziende del settore con l’obiettivo di promuovere e far conoscere la tecnologia di stampa rotocalco ai grafici, ai brand owner e a chiunque faccia formazione.
Il manuale presentato è nato dalla collaborazione delle aziende e di professionisti del settore e costituisce un valido aiuto per chi vuole approcciare questa tecnologia capendone i principi di base, il flusso di lavoro e le componenti base del processo.
Le linee guida, oltre al capitolo scritto da Gianmatteo Maggioni (Cilindri stampa), include il lavoro di Giovanni Daprà (Introduzione, cenni storici, processo e prestampa), Carlo Carnelli (Colore), Giuseppe Gianetti (Inchiostri), Angelo Alloggia (Pressori) e Sergio Santarlasci (Racla).
Al termine della presentazione si è svolto un interessante e vivace dibattito che ha visto le scuole protagoniste: il volume è stato apprezzato da tutti i presenti e costituisce un ottimo inizio per introdurre lezioni mirate sulla tecnologia rotocalco. Il gruppo Italiano Rotocalco si è anche detto disponibile a partecipare a iniziative di formazione mirate ad avvicinare i giovani studenti a questa tecnologia di stampa in cui gli stampatori italiani i sono sempre distinti. Ambiziosi i programmi futuri che il Gruppo Rotocalco ha in mente di realizzare, tra cui la volontà di portare la voce di Acimga e di tutto il settore rotocalco sui tavoli ISO.

I Micro Momenti e il packaging

I Micro Momenti sono gli attimi specifici in cui un utente interroga il proprio smartphone: rappresentano un aspetto molto importante della customer journey, cioè il percorso che compie un prospect per diventare acquirente di un prodotto scelto nella GDO o nel mondo della distribuzione retail oppure online in un e-commerce o marketplace.

Abbiamo visto nel corso di questi nove anni di articoli su Italia Grafica, come il digitale sia ormai pervasivo e trasversale alle nostre vite: non ha infatti più senso usare il termine andare su internet oppure essere offline, in quanto siamo perennemente connessi tramite i nostri dispositivi, primi fra tutti gli smartphone. Per meglio comprendere il concetto pensiamo al fatto che in questo preciso momento, mentre leggi questo articolo hai sicuramente vicino a te il tuo smartphone acceso e connesso a internet, se non addirittura stai leggendo questo articolo sul tuo smartphone.

Lo smartphone diventa quindi quello strumento pervasivo che ci accompagna dall’alba al tramonto: si comprende quindi il perché sia diventato così importante per la customer journey dei nostri clienti non solo business to consumer, ma anche cusiness to cusiness. Lo smartphone è di conseguenza il punto di riferimento che utilizziamo ogni volta che abbiamo un impulso o desiderio di acquisto: diverse ricerche concordano sul fatto che, in media, si tiene in mano il proprio smartphone una volta ogni 10 minuti nell’arco della loro giornata.

Inoltre – tendenza in crescita nel 2019 – attraverso gli assistenti virtuali abbiamo dei dispositivi digitali presenti nelle nostre abitazioni che ci possono aiutare anche nelle shopping experience. Mi riferisco agli smart speaker quali – Google Home, Amazon Echo o Apple HomePod per citare i modelli più diffusi – che tramite assistenti virtuali (Alexa, Ok Google e Siri) ci agevolano negli acquisti.

Tramite questi dispositivi possiamo fare la lista della spesa vocalmente: basta dire Alexa/Siri/Ok Google, aggiungi il prodotto X alla lista della spesa per aggiungerlo e ritrovarselo sullo smartphone quando siamo al supermercato. Il consumatore si sente onnipotente, nomade e pervasivo quando il digitale lo aiuta È importante analizzare quale stato d’animo ha il consumatore quando usa il proprio smartphone poiché in questo modo possiamo avere una migliore comprensione di come integrare nel design del packaging questi valori. Il consumatore si sente onnipotente quando usa il proprio smartphone nel senso che è consapevole che tramite il proprio dispositivo può generare, approfondire, attuare il suo processo di acquisto in ogni momento del giorno e della notte. Gli è infatti sufficiente una consultazione del proprio smartphone e può farla in qualsiasi luogo e momento della giornata: da qui il senso di onnipotenza. Il consumatore è nomade nel senso che può decidere di comprare lo stesso prodotto online e riceverlo a casa (digital-to-home), oppure può comprarlo nel negozio o punto vendita fisico (retail) per riceverlo a casa (retail-to-home), oppure può comprarlo online per riceverlo nel punto vendita (digital-to-retail). E questa caratteristica del consumatore è sempre più presente: ciò spiega per quale motivo il digitale si sta unendo sempre di più alla dimensione del retail.

Il consumatore è pervasivo poiché usa il digitale come consigliere interrogando al bisogno il proprio smartphone durante l’intero processo di acquisto.

Come cambia la customer Journey: che cosa sono i Micro Momenti

Google definisce con il termine Micro Momenti i momenti che contano per il consumatore, ovvero quegli specifici momenti in cui viene presa una decisione d’acquisto: possono essere momenti in contesti di divertimento, apprendimento, volontà di gratificazione tramite acquisti o momenti per aprirsi a nuovi stimoli tramite l’informazione.

Si tratta in ogni caso di occasioni chiave per le imprese, perché identificano i momenti in cui vengono prese dai consumatori le decisioni importanti durante il processo di acquisto.

Ci sono 4 tipologie di Micro Momenti: i Micro Momenti Voglio conoscere, i Micro Momenti Voglio andare, i Micro Momenti Voglio fare e infine i Micro Momenti Voglio comprare.

Il Micro Momento Voglio Conoscere rappresenta l’istante in cui un consumatore desidera soddisfare una sua curiosità e interesse, sia su un argomento (ad esempio le allergie al lattosio, oppure l’esposizione ai raggi UV), oppure su uno specifico prodotto. Questo Micro Momento è soddisfatto tipicamente da una interrogazione sui motori di ricerca effettuata dal proprio smartphone. In questo senso il packaging deve contenere gli elementi chiave per catturare l’attenzione del cliente sul Micro Momento Voglio Conoscere. È importante, dunque, creare un effetto di rimando tra l’esperienza online (la ricerca) e quello che il consumatore troverà sul bancale della GDO oppure fotografato in una scheda prodotto di un e-commerce o marketplace.

La tipologia di micro momenti Voglio Andare rappresenta il momento in cui un consumatore desidera recarsi in uno specifico luogo, come ad esempio un negozio, uno store monomarca, un centro commerciale, una pizzeria o un ristorante.

La tipologia Voglio Fare, è quel Micro Momento in cui una persona ha voglia di approfondire un’esperienza d’uso aumentata con il prodotto. Si differenzia dal Micro Momento Voglio Conoscere poiché nel Micro Momento Voglio Fare il consumatore ha voglia di sapere come sfruttare il massimo da uno specifico prodotto appena acquistato o in corso di acquisto. Il packaging in questo caso dovrebbe o contenere dei consigli d’uso (per esempio nell’alimentare la classica ricetta stampata sul retro di una confezione di biscotti) oppure un rimando al blog del produttore dove trovare articoli su come usare al meglio quello specifico prodotto.

La tipologia Voglio Comprare è quello specifico Micro Momento in cui il consumatore sente il desiderio di comprare uno specifico prodotto. Questo Micro Momento può verificarsi sia negli e-commerce, sia nei punti vendita. Si differenzia dal Micro Momento Voglio Andare poiché nel Micro Momento Voglio Comprare il consumatore è consapevole quale prodotto comprare, mentre nel Micro Momento Voglio andare il consumatore vuole andare a fare una esperienza più focalizzata sullo shopping e meno focalizzata sull’acquisto di uno specifico prodotto.

Tre consigli per rendere il packaging interconnesso con i Micro Momenti

Per essere parte integrante dei Micro Momenti del target, il packaging dovrebbe avere tre caratteristiche: essere interconnesso, avere un forte appeal, avere un alter ego digitale.

Essere interconnesso ovvero fare da ponte con il digitale.

Diversi packaging integrano strumenti per fare da ponte con il digitale. Dagli ormai conosciuti codici QR, quei codici che consentono quando fotografati di collegare un prodotto a una pagina specifica di un sito web, ai più evoluti sensori RFID che consentono forme più avanzate di interazioni tra packaging di prodotto, siti web, app e altri dispositivi.

Per fare un esempio di packaging interconnessi vi sono packaging di creme solari che consigliano di scaricare la loro app che dà informazioni preziose sul tempo di esposizione alla luce solare sulla base della posizione dell’utente e dell’indice UV.

Avere un forte appeal per favorire comportamenti imitativi.

I packaging devono avere un design innovativo che favorisca fenomeni di notevole rilevanza dal punto di vista del marketing: mi riferisco alla pratica diffusa dell’unboxing. L’unboxing è la pratica di filmare e condividere su un social network, tipicamente sotto forma di storia o di post, il momento in cui si apre il packaging di un prodotto. L’unboxing si verifica con prodotti di alto coinvolgimento come i prodotti cosmetici di fascia alta, i capi di abbigliamento di alta gamma, o i prodotti Hi-Tech. L’unboxing è un fenomeno importante: è determinante sul gradimento del prodotto ed è generativo di comportamenti d’acquisto imitativi secondo la logica se il/la mio/a amico/a ha comprato il prodotto X e lo ha filmato, vorrei averlo anche io.

L’unboxing trova il suo fulcro ed elemento modale sul packaging che viene filmato da chiuso fino alla sua apertura. Per questo motivo il packaging deve avere un qualcosa di magico e sorprendente in modo da favorire e generare un effetto scenografico tramite l’unboxing. È bene ricordare come spesso il consumatore apra in diretta il prodotto durante il video e quindi scopra il packaging mentre riprende con il proprio smartphone il prodotto. Per questo motivo il packaging diventa un elemento chiave dell’unboxing e più alta è la sua capacità di stupire, meglio riesce l’unboxing.

Più i packaging sono coinvolgenti più aumenta l’effetto di contaminazione, dove per contaminazione intendiamo il fatto che altre persone vogliano a loro volta fare un unboxing generando in questo senso effetti imitativi. È infatti più semplice e coinvolgente fare un unboxing di un packaging che sappia stupire piuttosto che di un packaging ordinario. In questo senso l’unboxing favorisce i Micro Momenti Voglio Comprare e Voglio Andare.

Il packaging deve avere un suo alter ego digitale.

Il packaging può e deve avere un suo alter-ego o equivalente digitale. Questo concetto è veramente innovativo poiché è nato tramite i famosi filtri ed emoji di Instagram e di Snapchat. Si tratta di filtri che gli utenti possono applicare alle storie oppure ai post e che da poco tempo possono essere personalizzati o creati ad hoc come forme di sponsorizzazione del brand.

Il brand Lancaster ha creato uno specifico filtro di Snapchat per i propri solari permettendo alle persone di creare un effetto tintarella sulle proprie Storie. Questo è un esempio emblematico di come il packaging crei forme di alter ego digitali sotto forma di filtro: tramite queste forme di sponsorizzazione si inseriscono nell’alter ego del packaging i Micro Momenti Voglio Fare.

Il packaging da fisico a digitale

In questo senso si comprende sempre di più come il packaging abbia un ruolo fondamentale nelle strategie di marketing digitale. Sebbene siamo abituati a pensare che il packaging sia materico (è, infatti, composto da materiali compositi) mentre il digitale è il regno della virtualità, appare anche da questi esempi sempre più evidente come questa antica dicotomia fisico vs virtuale abbia sempre meno senso nel digitale alla soglia degli anni 20 del XXI secolo e come sia fondamentale ripensare il packaging integrandolo nel digitale.

Edigit ha annunciato il lancio del nuovo sito

Edigit International ha annunciato oggi il lancio del nuovo sito web edigit.it. Il nuovo sito, che rappresenta l’ultimo step nel processo di ottimizzazione e razionalizzazione delle interazioni con i clienti su tutti i canali digitali, incorpora elementi altamente visivi e interattivi e si adatta in modo sensibile alle dimensioni dello schermo del dispositivo che sta utilizzando il cliente, sia che si tratti di uno smartphone, un tablet, un portatile o un PC. Il risultato è un’esperienza intuitiva, avvincente e ricca.

«Sapevamo di dover dimostrare competenza e solidità con la nostra presenza digitale al fine di mantenere il nostro stretto rapporto con il settore delle arti grafiche», ha affermato Gabriele Montanari, direttore generale della Edigit International. «Il nostro team ha deciso di introdurre una nuova piattaforma digitale semplice, in grado di entrare davvero in sintonia con i nostri clienti. Crediamo che il nuovo sito possa velocizzare la ricerca di soluzioni per i nostri clienti e che rilancerà l’immagine digitale dell’azienda, proprio mentre ci avviciniamo al nostro 30esimo compleanno».

Il nuovo edigit.it implementa la divisione di settori e aree d’interesse proprio per accompagnare l’utente nella ricerca della miglior soluzione gestionale necessaria.

«Negli ultimi anni Edigit ha intensificato gli investimenti in ricerca e sviluppo al fine di migliorare le proprie soluzioni gestionali», ha dichiarato Enrico Parisini, storico fondatore della software house bolognese. «Siamo convinti che il nostro nuovo sito web darà un immagine più convincente dell’azienda, essendo in linea con il processo di rinnovamento che è in atto».

Il lancio del nuovo sito web Edigit coincide con l’inizio di Viscom, fiera dedicata al visual communication, proprio per ribadire l’interesse verso il settore, inoltre il lancio del nuovo portale fa parte di un piano complessivo di investimenti strategici in innovazione, che sta gettando fondamenta solide e flessibili in vista di un futuro sempre più sfidante.