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Guida alle possibilità di alterazione e deformazione offerte da Photoshop

Ormai l’estate è un ricordo, siamo in autunno e la memoria delle vacanze estive va a sbiadirsi di settimana in settimana… prendiamo quindi l’occasione per “rinfrescarci” le idee con alcune funzioni facili, ma dalle molteplici potenzialità.

Le svariate possibilità di alterazione e deformazione offerte da Photoshop sono ormai ben note, da tempo non ci sono novità significative sull’argomento e, personalmente, dubito ce ne saranno data l’ampia proposta attuale.

Andiamo a riepilogarle in ordine temporale di rilascio:

Il gruppo dei comandi di trasformazione, tutti legati ad un riquadro di trasformazione con maniglie e/o griglie di deformazione.

1 – La trasformazione libera, che comprende tutte le voci elencate singolarmente nella voce Trasforma… del menu Modifica (tranne Altera), a patto di combinare opportunamente i tasti modificatori CTRL (Cmd su Mac), ALT e SHIFT.

Tutte le voci del menu Trasforma, accessibili anche tramite menu contestuale (tasto destro) sul riquadro di trasformazione del livello attivo, oppure più comodamente combinando in vari modi i tasti modificatori durante il trascinamento dei vertici.

Con questa modalità possiamo attivare i seguenti comportamenti: Scala, Ruota, Inclina, Distorci e Prospettiva, e volendo possiamo renderne più rapido l’accesso usando lo strumento Sposta e spuntando la casella Mostra contr. trasformaz. nella barra delle opzioni.

2 – Il filtro Fluidifica (introdotto in PS 6, nel 2000), che nel corso degli anni è stato oggetto di varie migliorie, non ultime quelle legate all’accelerazione computazionale sulle GPU.

La voce del filtro Fluidifica, nella parte alta del menu Filtro. Rispetto a tutte le altre modalità elencate in questo articolo apre una finestra di dialogo a parte, con un ambiente operativo esclusivo.

3 – Altera (introdotto in CS2 nel 2005), accessibile dal menu del punto 1 oppure dall’apposito pulsante nella barra delle opzioni in alto a destra, una volta attivata la modalità di trasformazione libera.

Rispetto alla precedente si deforma l’immagine con una griglia anamorfica morbida, similmente a un fazzoletto, trascinando vertici, maniglie o i singoli quadratini.

Questa modalità è mutualmente esclusiva con quella del punto 1, ma il passaggio da una all’altra è rapido e indolore.

Il pulsante di attivazione Altera, sulla barra delle opzioni che compare dopo essere entrati nella modalità Trasforma (o Trasformazione libera).

4 – Scala in base al contenuto (introdotto in CS4 nel 2008): un algoritmo di ridimensionamento analizza l’immagine e ne ricalcola l’ingrandimento cercando di proteggere dalle deformazioni i soggetti significativi (al bisogno si può definire forzatamente un canale di protezione).

5 – Alterazione marionetta (introdotta in CS5 nel 2010, ma già presente in After Effects CS3), consente di controllare la deformazione tramite una griglia a mesh (triangoli irregolari) ed appositi perni posizionati dall’utente. Rispetto a Fluidifica è più controllabile e consente dei movimenti analoghi alle catene cinetiche.

6 – Alterazione prospettica (introdotta in CC 2014), ottima per la correzione immagini con linee rette e superfici piatte, piuttosto frequente nelle foto architettoniche. Possiamo considerarla come una funzione semplificata e complementare del filtro Grandangolo Adattato.

Modalità standard o… avanzata?

Tutte le voci elencate, a eccezione di Scala in base al contenuto, possono essere applicate in modalità non distruttiva (leggi: sempre modificabile) su livelli convertiti in Oggetti Avanzati, quindi il mio consiglio è quello di valutare concretamente la preventiva conversione di un livello (o più) in Oggetto avanzato di modo da poter sempre intervenire sui parametri di distorsione, mantenendo al contempo il massimo della qualità iniziale.

Si tratta di una strada che può richiedere anche molte risorse di sistema, ma una volta compreso quali sono i limiti entro cui muoversi i pro sono molti più dei contro, come abbiamo già avuto modo di vedere in uno dei Tip&Tricks passati (maggio 2016).

Un esempio… fresco

In questa foto di acqua da piscina abbiamo un semplice esempio di livello Testo convertito in Oggetto Avanzato, e successivamente deformato con il filtro Fluidifica.

Il livello è stato poi duplicato (va bene uno qualsiasi dei modi conosciuti, basta che non sia “Crea Oggetto Avanzato tramite copia”) e ognuno dei filtri avanzati è stato personalizzato di modo da crearne delle varianti.

Qui ho giocato con opacità e metodi di fusione, ho aggiunto al Fluidifica anche della sfocatura con diverse intensità a seconda dei livelli, e un minimo Filtro Effetto Increspatura sul livello principale.

La parte più interessante del procedimento a mio avviso qui è l’interdipendenza tra gli oggetti avanzati: entrando all’interno di uno qualsiasi di questi possiamo modificare direttamente il livello testo, cambiandone font e contenuto; al bisogno si vanno a correggere le dimensioni del documento in funzione del testo (con Immagine>Rifila o Immagine>Mostra tutto) oppure del testo in funzione del documento (con la Trasformazione libera o con il pannello Carattere).

Infine, si chiude il file del testo salvandolo e le modifiche vengono propagate a tutte le copie create nella prima fase, trovandosi così tutti i filtri riapplicati al testo aggiornato con la possibilità di intervenire nuovamente per raffinare il risultato.

I molteplici livelli di testo duplicati come Oggetti Avanzati mantengono sia l’editabilità di ogni filtro applicato su ciascuno che la possibilità di intervenire sul testo originario, aggiornandosi a cascata.

Panel Osi, un inizio anno poco performante

I risultati dell’ultima indagine Osi, riferita al primo trimestre del 2019, sono poco entusiasmanti per il settore grafico. Che risente anche della débâcle della domanda estera. Ma anche il settore cartotecnico evidenzia nell’analogo periodo una flessione della produzione. Cosa, forse, non troppo incredibile dal momento che l’intera produzione industriale nazionale cala dell’1%. Migliore l’outlook sul secondo trimestre 2019.

Il 2019 inizia decisamente sottotono per l’industria grafica. Secondo l’ultima indagine del Centro Studi Assografici, realizzata sul Panel Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio), nel primo trimestre dell’anno calano in maniera intensa sia il fatturato sia la produzione del settore. Tale rimbalzo negativo è connesso a una certa flessione della domanda estera, con un pronunciato abbassamento del livello delle esportazioni in valore del comparto. Bisogna però evidenziare che il confronto è davvero sfavorevole: il primo trimestre 2018 fu, infatti, molto buono.

Il fatturato delle aziende cartotecniche trasformatrici, invece, cresce ancora rispetto allo stesso periodo del 2018. Ciononostante, la produzione, in sintonia con il rallentamento macroeconomico nazionale e dell’Eurozona, subisce una battuta d’arresto. Si segnala tuttavia una prima fase di stabilizzazione sul fronte dei prezzi delle carte e dei cartoni, dopo i forti aumenti che hanno caratterizzato il 2018.

A fare da sfondo a questi dati c’è uno scenario economico italiano all’insegna della completa stagnazione: il Pil cala dello 0,1% sul primo trimestre 2018; i consumi nazionali sono praticamente fermi, così come la spesa delle famiglie (+0,2%). Solo le esportazioni mantengono un discreto ritmo di crescita (+3,5%), divenendo in questo modo un vero e proprio salvagente per l’andamento dell’intera economia nazionale, mentre rallenta anche l’Eurozona.

Fatturato e produzione in declino per le aziende grafiche

Nel primo trimestre 2019 il fatturato delle aziende grafiche del Panel Osi evidenzia una flessione del 7,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma va detto che ci confronta con un primo trimestre 2018 che era stato positivo (+2,6% sul primo trimestre 2017). A livello di singola impresa prevalgono nettamente i risultati negativi, confermando un inizio 2019 difficile: il 93% delle aziende grafiche del Panel Osi riduce infatti il fatturato, in media del 12,4%, a fronte di un 7% di imprese che lo aumenta, mediamente del 9,4%. Anche i dati sulla produzione segnalano un inizio 2019 complesso per il settore grafico: sulla base dei dati Istat rielaborati dal Centro Studi Assografici, il settore grafico mostra una flessione della produzione del 9,8%, rispetto al primo trimestre 2018. Bisogna sottolineare però che, come nel caso del fatturato, ci si confronta con un primo trimestre 2018 che era stato particolarmente (ma occasionalmente) positivo, in cui si era verificata una crescita produttiva del 14% sul primo trimestre 2017 degli stampati pubblicitari e commerciali, legata alla stampa dei materiali elettorali per le elezioni politiche di marzo 2018.

La flessione produttiva tendenziale del primo trimestre 2019 è imputabile principalmente al comparto della grafica pubblicitaria e commerciale (-16,2%), mentre moderato è il calo produttivo della grafica editoriale (-1,6%). Nella grafica editoriale la diminuzione produttiva di gennaio-marzo 2019 è più intensa per le riviste (-4,3%), mentre è modesta per i libri (-0,5%). Nella grafica pubblicitaria e commerciale vi è un calo a due cifre in termini produttivi degli stampati pubblicitari e commerciali (-16,1%), a fronte di una flessione anche della produzione di modulistica (-20,6%).

Mercato pubblicitario in difficoltà

Dal lato della grafica editoriale, i dati di fonte Nielsen dei primi tre mesi 2019, sui primi tre mesi 2018, vedono un mercato pubblicitario in leggero calo nel complesso (-0,2%), ma che risulta in flessione del 3,5% se si esclude il web and social advertising. La pubblicità su stampa ha iniziato, ancora una volta, il 2019 come aveva chiuso il 2018, cioè male. Si segnala un calo degli investimenti del 12,5%, determinato da un -13,1% sui periodici e un -12,2% sui quotidiani, nel primo trimestre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018. Dal lato della grafica pubblicitaria e commerciale, la flessione in termini di stampa del primo trimestre 2019 è confermata anche dal negativo andamento della pubblicità della Grande Distribuzione Organizzata (-4,3% per Nielsen), fra i grandi utilizzatori di cataloghi e depliant. Osservando gli altri segmenti dell’advertising che hanno un’influenza sulla domanda di stampati pubblicitari e commerciali, si osserva che prosegue la crisi dell’advertising in affissioni (-7,2%) e resta in calo anche l’adv sul direct mail (-3,7%).

Arretramento anche del commercio estero

Anche sul fronte della domanda estera, l’export grafico ha un forte decremento nei primi 3 mesi 2019 sui primi 3 mesi 2018: nel complesso l’Istat rileva una diminuzione delle esportazioni in valore del comparto del 20,4%, imputabile alla caduta dell’export delle riviste (-39,7%) e degli stampati pubblicitari e commerciali (-25,5%); meno intenso il calo delle esportazioni di libri (-2,7%).

Anche nel caso dell’export in valore settoriale va però evidenziato che ci si confronta con un primo trimestre 2018 in crescita del 22,9% sul primo trimestre 2017, per cui le variazioni tendenziali andranno verificate nei trimestri successivi. Positivo invece nel primo trimestre 2019 il profilo delle importazioni in valore del settore grafico (+2,8% sul primo trimestre 2018), per l’incremento dell’import di libri (+15,9%) e riviste (+3,3%), a fronte di un calo delle importazioni di stampati pubblicitari e commerciali (-9,5%).

Aspettative di stabilità sul secondo trimestre

Sul fronte delle previsioni per il secondo trimestre dell’anno, le imprese grafiche tracciano quadro di stabilizzazione su diversi indicatori, ovvero produzione, fatturato e ordini interni. Stazionarie le aspettative sugli ordini interni: prevalgono nettamente le aziende che segnalano una stabilità.

Migliorano, rispetto alla precedente indagine, le aspettative sugli ordini esteri: dopo un difficile primo trimestre 2019, le attese sul secondo trimestre 2019 vedono un 57% di imprese in miglioramento e un 43% di aziende con aspettative stazionarie.

L’industria cartotecnica trasformatrice perde in produzione, ma guadagna in fatturato

Nel primo trimestre 2019 il fatturato delle aziende cartotecniche trasformatrici del Panel Osi cresce del 2,3%, rispetto allo stesso periodo 2018. Lo sviluppo del giro d’affari è prevalente fra le singole imprese cartotecniche del Panel Osi, poiché il 64% delle aziende ha un incremento (in media del 7%), contro un 36% delle imprese che ha un calo delle vendite (mediamente dell’8,6%).

Tuttavia, in base alle indagini di Assografici, la produzione del settore cartotecnico trasformatore, dopo un positivo 2018, diminuisce nel primo trimestre 2019 dell’1,2%, rispetto al primo trimestre 2018: un calo produttivo del genere per il settore, superiore all’1%, non si vedeva in effetti dal primo trimestre 2015.

Del resto, il trimestre 2019 è stato difficile per tutta la produzione industriale nazionale, che cala dell’1% sullo stesso trimestre del 2018. Fra i motori della domanda di imballaggio in carta e cartone e flessibile, alimentari e bevande hanno un discreto aumento produttivo (+1,3%) mentre, dopo la forte crescita che aveva caratterizzato il 2018, la farmaceutica vive una fase di arretramento (-4,5%).

Nel primo trimestre 2019 la diminuzione produttiva è simile nel comparto dell’imballaggio in carta e cartone flessibile (-1,3%) e in quello della cartotecnica (-1%). Con riferimento ai segmenti di attività, il Gifco (Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato) dichiara un primo trimestre 2019 in calo del 2,1%, rispetto al primo trimestre 2018, in termini di tonnellate prodotte di cartone ondulato. Il Gifasp (Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci e Scatole Pieghevoli), sulla base dei dati Istat, segnala nello stesso periodo un incremento moderato dello 0,4% delle quantità prodotte di astucci e scatole pieghevoli. Continuano a crescere i volumi produttivi dei sacchi in carta a grande contenuto, il segmento attualmente più performante: sulla base delle statistiche del Gipsac (Gruppo Italiano Produttori Sacchi Carta), il numero di sacchi venduti aumenta del 2,8% nei primi 3 mesi 2019, per la spinta della domanda nei comparti delle costruzioni e dei mangimi. Il Giflex (Gruppo Imballaggio Flessibile), nello stesso periodo stima una crescita tendenziale della produzione di imballaggi flessibili intorno al 2,5%. Nel comparto della cartotecnica, sulla base degli indici Istat, la produzione di carte trattate per uso industriale ha un aumento del 3,5%, nel primo trimestre 2019 sullo stesso periodo 2018, mentre c’è una diminuzione produttiva per le buste per corrispondenza (-14,6%).

Commercio estero di segno positivo

Sul fronte del commercio estero, gli scambi internazionali della cartotecnica trasformazione mantengono l’intonazione positiva che aveva già caratterizzato il 2018: le esportazioni in valore crescono del 3,3%, nel primo trimestre 2019, rispetto al primo trimestre 2018. L’incremento dell’export è dovuto alla crescita di scatole, sacchi e imballaggi vari in carta e cartone (+5,2%), mentre è moderatamente positiva l’esportazione di articoli igienici e sanitari (+0,9%); aumenta anche l’export di articoli per scuola, ufficio e cartoleria (+12,7%) ed etichette (+1,6%). Calo intenso per le esportazioni di prodotti cartotecnici per corrispondenza (-21,3%) e carte da parati (-13,7), diminuzione più moderata per l’export di tubi di cartone (-3,4%). Nei primi tre mesi 2019 le importazioni in valore del comparto cartotecnico trasformatore crescono moderatamente (+0,5%), rispetto ai primi tre mesi 2018: nello specifico, fra i principali prodotti, l’import di scatole, sacchi ed imballaggi vari in carta e cartone cala del 3,8%, a fronte di un incremento a due cifre delle importazioni di articoli igienici e sanitari (+15,4%).

Buono l’outlook per il secondo trimestre

Decisamente positivi i pareri delle imprese cartotecniche trasformatrici su tutti gli indicatori indagati. In particolare, riguardo la produzione, il 48% delle imprese si esprime per la stabilità, il 35% per l’incremento e il 17% per il decremento. Migliori i giudizi sul fatturato, con un 44% di imprese ottimiste. Per quanto concerne gli ordini interni, gli stazionari sono il 57%, i fiduciosi sono il 39% e gli scettici solo il 4%. Gli ordini provenienti dall’estero sono previsti stabili dal 48% delle imprese, in crescita dal 43% ed in calo dal 9% delle imprese.

Global Trends: l’evoluzione è in atto

Segnali positivi e alcune ombre affiorano dal sesto Global Trends Report di drupa, che fa emergere importanti spunti di riflessione rispetto all’evoluzione della stampa a livello globale.

La serie di rapporti drupa Global Trends raccolti attraverso un panel selezionato di aziende è davvero unico nel suo genere. Sia per l’ampiezza del campione sia per l’estensione della ricerca in più ambiti produttivi. I report prodotti da Messe Düsseldorf, in qualità di organizzatore di drupa, in collaborazione con le due strutture di ricerca Printfuture e Wissler & Partner, vanno infatti a sondare tutti e quattro i settori della filiera della stampa, vale a dire la stampa commerciale, il packaging, la stampa editoriale e quella funzionale, fornendo importanti indicazioni sulle tendenze di mercato e sugli sviluppi economici futuri a livello globale.

L’indagine è stata condotta su un campione di circa 850 partecipanti, appartenenti in maniera trasversale al mercato degli stampatori e a quello dei fornitori, ai quali è stato dedicato un questionario apposito con alcune domande specifiche

Il campione globale è dunque composto da 620 stampatori, di cui solo 358 provenienti dall’Europa, mentre per i fornitori i partecipanti sono stati 209, di cui 120 europei.

Stampa globale in buona forma

Il report mostra chiaramente che la maggior parte degli indicatori della vitalità del settore è cresciuta negli ultimi cinque anni, anche se emergono alcuni dati anticipatori rispetto alle sfide che attendono il mercato. Specie quelle che riguardano le condizioni sistemiche ed economiche in generale. È infatti evidente che ci sono alcune regioni e settori che stanno assai meglio di altri, con la compresenza di mercati più forti e altri più fragili.

Tuttavia, l’industria della stampa, nonostante la recessione globale e l’effetto disrupting dei nuovi media digitali, continua a fornire segnali complessivi di ottimismo.

Il Printer Barometer di drupa, che misura la fiducia economica del settore, mostra infatti un saldo netto positivo del +27% per il 2018, con ben il 40% degli stampatori che ha descritto la propria azienda in “buone condizioni”, a fronte di un 13% che l’ha giudicata invece in “sofferenza”.

La previsione per il 2019 rimane piuttosto positiva, anche se a livello regionale i risultati sono disomogenei, con il Nord America che sta fornendo ottimi risultati, l’Europa e Australia/Oceania che si stanno rafforzando e il grandissimo blocco di mercati facenti capo all’Asia, al Medio Oriente e al Sud e Centro America che rimangono in una posizione di cautela e di incertezza.

Come giudichi l’attuale situazione economica della sua azienda? Quali sono le tue aspettative sulla situazione economica della tua azienda per i prossimi 12 mesi? (fonte: drupa Global Trends 2019).

Packaging e funzionale: i mercati migliori

La ricerca mette in grande evidenza come i due settori considerati come più positivi sono il packaging e la stampa funzionale, mentre la fiducia verso la stampa commerciale è in netto calo dopo diversi anni di rafforzamento dei risultati, con solo il 20% di positività rispetto al +31% dello scorso anno.

Anche osservando le risposte dei fornitori, che da quando sono stati inclusi per la prima volta nel programma hanno dimostrato di anno in anno un ottimismo crescente (passando da un +18% nel 2014 a un sostanzioso +53% nel 2017), si osserva un certo calo delle aspettative. In quest’ultima rilevazione c’è stato infatti una grossa caduta della fiducia, che si arresta a +28%. Inoltre, le previsioni per il prossimo anno sono molto più prudenti rispetto allo scorso anno, anche se permangono ancora complessivamente positive.

Anche in questo caso le variazioni regionali sono enormi, con il Nord America che gode di un’ottima fiducia, seguita a una certa distanza da Europa e Australia/Oceania.

I margini e il fatturato

A livello globale, gli stampatori si trovano a fronteggiare il problema relativo ai margini ridotti, generati da un aumento dei costi che è più veloce rispetto a quello dei prezzi. Per sottrarsi a questa morsa della dinamica economica, l’unica soluzione messa in atto dagli stampatori è stata quella di aumentare l’utilizzo delle macchine da stampa in modo tale da “spalmare” meglio i costi su un numero maggiore di commesse. E anche se questo metodo resta ancora molto valido un po’ per tutti, nell’ultimo anno si è però registrato un miglioramento piuttosto modesto del saldo netto dei prezzi (+4%). Un risultato tutto sommato accettabile, sottolinea il report drupa, se si tiene conto dell’aumento generalizzato del prezzo della carta e dei substrati avvenuto negli ultimi anni.

Tornando ai due “fenomeni” vincenti della ricerca, il packaging e la stampa funzionale, il primo appare positivo n quasi tutti gli indicatori osservati, mentre il secondo mostra un saldo netto negativo sia per i prezzi sia per i margini. Il che sorprende per un mercato in così forte espansione.

Per inciso, nel packaging i volumi crescono di anno in anno, ma nel settore commerciale si è registrato per la prima volta un calo decisivo dei volumi.

Come sono cambiati i ricavi, i prezzi, i margini e l’utilizzo dei macchinari nella vostra azienda durante gli ultimi 12 mesi? (fonte: drupa Global Trends 2019).

Stampa convenzionale VS digitale: le dinamiche in atto

Per capire meglio i cambiamenti avvenuti nel mix operativo dei processi di stampa, è necessario guardare ai singoli segmenti di mercato.

La stampa offset a foglio è ancora la tecnologia di stampa più diffusa e presente nel 66% di tutte le aziende del campione. Per quanto riguarda invece la stampa convenzionale in generale, le tirature e i tempi di consegna si contraggono costantemente, mentre il numero di lavori continua ad aumentare. Invece nella stampa digitale le tirature aumentano, anche qui con tempi di consegna che diminuiscono e un numero di commesse che cresce. Tuttavia, la percentuale del fatturato della stampa digitale progredisce molto lentamente: se nel 2013 il 23% degli stampatori dichiarava che la stampa digitale rappresentava più di un quarto del proprio fatturato, nel 2018 questa percentuale sale ad appena il 29%.

Inoltre, il 20% degli stampatori ha dichiarato che del fatturato totale ottenuto dalla stampa digitale, più di un quarto deriva dai dati variabili, con un aumento di un solo punto percentuale rispetto al 2014.

Per concludere l’analisi sulla lentezza evolutiva del mercato digitale, occorre infine sottolineare che solo il 25% dei partecipanti alla ricerca ha realizzato un’installazione web to print durante il 2018, la stessa percentuale registrata nel 2014.

A onor del vero, la percentuale del fatturato realizzato con un’installazione web to print è in, seppure lento, aumento: se nel 2014 il 17% delle aziende con installazioni web to print riferiva che più di un quarto del fatturato proveniva da questa fonte, nel 2018 la percentuale è salita al 23%.

Infine, una nota interessante: il toner digitale a colori a toner a foglio singolo è la tecnologia più diffusa (il 48% degli stampatori ce l’ha) ma, a eccezione della stampa funzionale, si registra un calo del tasso di crescita rispetto all’anno precedente. Solo il prossimo Global Trends Report ci potrà fornire una spiegazione più precisa di questa tendenza.

Dove vanno i budget e gli investimenti

In questi anni il tema degli investimenti è decisivo e improrogabile per tutto il settore della stampa. E, nonostante le difficili condizioni economiche generali, tutti i mercati e tutte le regioni (tranne una, l’Africa) hanno visto gli stampatori investire di più nel 2018 rispetto al 2017, anche se assai meno di quanto poteva suggerire l’ottimismo dell’anno scorso.

In ogni caso gli stampatori di packaging e funzionali sono stati i più prodighi di risorse rispetto a quelli commerciali ed editoriali. Osservando i dati da una prospettiva macroeconomica, l’andamento della spesa ha seguito in larga misura la performance complessiva delle regioni. Quindi il Nord America è stato il più positivo, seguito dall’Asia, dall’Europa e, a seguire, Medio Oriente, Sud e centro America.

Guardando infine ai singoli comparti, gli investimenti maggiori hanno interessato le macchine per il finishing, seguite dalla tecnologia di stampa (tutte, convenzionali e digitali) e infine dall’insieme degli interventi che riguardano i processi di prestampa, compresi workflow e Mis.

Anche i fornitori continuano a investire costantemente. I mercati del Funzionale e del Packaging sono quelli che stanno ricevendo il maggior numero di risorse, con cifre significativamente più contenute nella stampa editoriale e in quella commerciale.

Anche qui, le dinamiche regionali sono differenziate e a più velocità: ci sono livelli di investimenti molto ridotti in Sud e Centro America e Medio Oriente, ma livelli molto alti in Australia e Oceania.

Come è cambiato l’investimento di capitale negli ultimi 12 mesi? E nei prossimi 12 mesi? (fonte: drupa Global Trends 2019).

Asset durevoli e budget per il marketing

Sul fronte interno delle aziende, la costruzione di nuovi canali di vendita rimane l’obiettivo principale di ogni politica di capital expenditure, vale a dire quella parte di investimenti volta a sviluppare asset durevoli per il sistema. Mentre, sul fronte esterno, la collaborazione attraverso partnership strategiche è diventata ormai piuttosto comune, con il 44% delle aziende che ha avviato nuove partnership nell’ultimo anno.

Anche i budget di marketing sono in crescita, ma a un ritmo più lento rispetto agli anni precedenti. In ogni caso la spesa destinata alla formazione e all’informazione di prodotto veicolata attraverso la produzione di contenuti online è quella in più rapida crescita, mentre la partecipazione a eventi fieristici rappresenta lo strumento di marketing più diffuso, con la quasi totale adesione (96%) da parte dei fornitori.

I principali fattori di resistenza alla crescita

Uno degli aspetti più interessanti della ricerca riguarda la percezione dei vincoli alla crescita del fatturato da parte degli intervistati. Per la maggior parte (stampatori e fornitori) il maggior fattore di resistenza è dovuto alla «forte concorrenza», seguita da una «mancanza di domanda» e da una «mancanza di competenze» al terzo posto. Incredibilmente la «mancanza di investimenti» o di «risorse finanziarie» non vengono valutati come importanti elementi di resistenza alla crescita.

Occorre sottolineare che la carenza di competenze sta diventando un elemento sempre più importante, al punto da rappresentare il fattore di resistenza principale in Nord America e il numero due in Asia.

Ma che cosa potrebbero fare gli stampatori e i fornitori per migliorare questa situazione? Le risposte più comuni per gli stampatori sono la «riduzione del personale accompagnato da miglioramento della produttività» (45%), seguita dall’«integrazione dei sistemi» (35%). Per i soli fornitori la soluzione migliore consiste nel «lancio di nuovi prodotti» (54%), seguito dalla costruzione di «nuovi canali di vendita» (43%).

In risposta a una domanda sulle minacce a lungo termine per l’industria della stampa, gli stampatori hanno indicato i «media digitali» (56%) e i fornitori la «sovracapacità produttiva» (47%).

Tra i fattori di resistenza alla crescita globale del sistema vanno inoltre annoverati alcune questioni che non riguardano direttamente il settore della stampa, ma la politica e le condizioni economiche più ampie, come ad esempio la Brexit o le guerre commerciali e doganali in atto in questi mesi e che probabilmente diventeranno ancora più incisive nei prossimi anni.

Comunicare con carattere

Il font è la voce della comunicazione, eppure la sua importanza non sempre è colta appieno. Avere competenze anche su questo versante, invece, permetterà di elaborare una comunicazione integrata su più canali.

La comunicazione è fatta di molti elementi. Per un messaggio efficace e d’impatto è necessario scegliere la carta, l’inchiostro e il packaging giusto. Basta così? Non proprio. Un’attenzione particolare va riservata anche alla selezione del font più indicato, aspetto su cui non sempre vi è l’adeguata attenzione da parte di stampatori, grafici e agenzie. In realtà, come spiega Antonio Cavedoni, esperto del tema, tra i progettisti del font San Francisco per la Apple e titolare della nascente Fonderia Cavedoni, «il carattere è la voce di un’applicazione di comunicazione, ogni utente finale lo registra immediatamente a livello inconscio: se si sceglie quello sbagliato, l’efficacia del messaggio crolla». Sulla base di questa premessa, ben si comprende, quando si ha a che fare con i font, quanto si rischi di camminare su un terreno scivoloso, risultando un tema sì decisivo, ma al tempo stesso tendenzialmente sottovalutato. Eppure, sapersi districare tra i font e le loro caratteristiche permette di affrontare una delle sfide più attuali nella comunicazione di oggi: l’integrazione tra canali on-line e off-line.

Antonio Cavedoni esperto di font, tra i progettisti del font San Francisco per la Apple e titolare della nascente Fonderia Cavedoni.

Quando si parla di font, qual è oggi il rapporto tra digitale e stampa?

Fino a circa dieci anni fa sul web non si potevano usare gli stessi caratteri della stampa e, perciò, si utilizzavano esclusivamente quelli di sistema, progettati per lo schermo. Questa scarsa varietà risultava penalizzante nell’elaborazione di una determinata strategia di comunicazione. Anno dopo anno lo scenario si è modificato ed è migliorato, consolidandosi sempre di più. Un grande miglioramento è stato dovuto all’aumento della risoluzione degli schermi, che ormai permette di visualizzare bene anche sui display i caratteri realizzati per la stampa. La questione, ora, è quella di affrontare il rapporto tra il digitale e la stampa non più come due mondi separati. L’altro miglioramento è stato dovuto dai nuovi formati di caratteri per il web, i cosiddetti web font.

Ci può fare un esempio di collegamento tra digitale e stampa?

San Francisco, il carattere su cui ho lavorato in Apple assieme al resto del team, è un carattere inizialmente nato per lo schermo e successivamente applicato anche sulla carta. Quindi ha fatto un percorso che dimostra, una volta di più, il collegamento tra digitale e stampa. Si tratta di un esempio che riporto per fare capire che ora è il momento in cui si può investire su una comunicazione integrata su vari media. Potrei farne anche altri di esempi, naturalmente. La differenza tra questi e il progetto di Apple consiste fondamentalmente nel fatto che a Cupertino viene tutto controllato in maniera verticale, profonda e monolitica. Quindi, il font San Francisco è uscito contemporaneamente su stampa, carta, schermo e software, in modo unificato. Chiaramente questa opportunità di comunicazione uniformata su tutti i canali è molto rilevante per chi si occupa di grafica e di stampa.

Quali competenze sono chiamate in causa nella progettazione dei font?

Sono entrato in Apple grazie alla mia esperienza di programmatore, ma avevo alle spalle anche un master in type design, presso l’università di Reading in Inghilterra. Si tratta, perciò, di un lavoro ibrido, che chiama in causa grafica, programmazione e disegno. Proprio per il fatto di coinvolgere diverse discipline, ci si arriva a svolgerlo attraverso una serie di esperienze differenti. Ci sono, inoltre, anche competenze legate alla tipografia, ovvero alla composizione del testo, dato che bisogna anche capire come funzionano e come sono usati i caratteri. Conoscere la storia della tipografia, inoltre, penso sia un prerequisito fondamentale.

Dal momento che una comunicazione coordinata su vari canali oggi è possibile, ci sono font più utilizzati, diffusi o adatti a tal scopo?

Diciamo che cominciano a essere disponibili le prime famiglie di caratteri che prendono in considerazione più ambienti di output, quindi solitamente realizzati per la stampa, lo schermo e il packaging. Maggiore versatilità significa più opportunità di impiego di un medesimo font in più ambienti di utilizzo. Quindi, quando si progetta un carattere, si pensa già a tutti gli ambienti di sviluppo contemporaneamente. Anche se in realtà sono ancora relativamente pochi, ci sono già caratteri concepiti e realizzati in questa maniera: la chiave di lettura diventa il loro utilizzo, con riferimento alla loro dimensione finale, dato che un carattere disegnato per essere letto a 4 punti ha caratteristiche diverse rispetto a uno disegnato per essere letto a 85 punti. Perciò, se si prendono in considerazione tante dimensioni diverse, automaticamente una determinata famiglia di caratteri si adatta ai diversi scenari. Penso siano le famiglie di caratteri con queste caratteristiche quelle che meglio si allineano con la comunicazione integrata del mondo di oggi.

Visto che è impegnato anche con incontri e presentazioni, qual è in Italia la preparazione degli operatori su questi temi?

Purtroppo non posso fare a meno di notare che in Italia siamo ancora legati a delle strutture e a dei modi pensare superati. Per esempio, il passaggio ai caratteri per lo schermo nel nostro Paese non è ancora sufficientemente diffuso e, quando lo si fa, si scelgono quelli a disposizione gratuitamente, dalla qualità non sempre apprezzabile. Anche sul fronte dell’integrazione dei canali on-line e off-line si potrebbe fare di più. Ritengo che il mondo della stampa e della grafica abbia bisogno ancora oggi di educazione, formazione e informazione. Parte di quello che faccio è proprio questo, spiegare come funzionano i caratteri, cosa si può fare con ciascuno di essi e come trarre spunti e indicazioni dalla storia della tipografia per affrontare le sfide di oggi.

A proposito di stampatori e grafici, ci sono differenze di approccio su come affrontare questi temi?

Sostanzialmente lo stampatore si occupa di tre aspetti: carta, inchiostro e stampa. La legatura e la confezione sono ovviamente passaggi fondamentali di un prodotto a stampa e su cui lo stampatore presta comunque attenzione, ma l’impaginazione e la scelta del carattere vengono spesso delegate ai grafici. Credo che gli stampatori debbano avere maggiore attenzione su questi temi, dato che il carattere è un elemento fondamentale della comunicazione. Per esempio, ci sono pubblicazioni stampate benissimo ma con caratteri non all’altezza, andando a pregiudicare la qualità del lavoro finale. Eppure l’Italia è la culla del carattere.

Considerato tale scenario, quale messaggio cerca di trasmettere a stampatori e grafici quando li incontra?

Innanzitutto, di non considerare il carattere come un qualcosa di risolto, perché si può sempre modificare e migliorare: ci possono sempre essere nuove versioni e forme. In pratica, il font andrebbe considerato come un ambito di ricerca continua. In questo modo, se ne afferrano le ampie possibilità.

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

Dal punto di vista formale la ricerca sui font andrà sicuramente avanti, così come, dal punto di vista tecnico, si procederà nell’integrazione di schermo e stampa, visti come un tutt’uno. Poi, chiaramente, dal momento che c’è una grande offerta di caratteri in questo momento, alcuni realizzati meglio di altri, ci sarà sicuramente anche un processo di selezione.

LAVORARE CON OCULATEZZA

Per selezionare il font più adatto, stampatori e grafici non solo devono avere le competenze adeguate, ma, al tempo stesso, devono tornare a dare a tale tema la giusta attenzione. Come? «L’attività di composizione del testo va considerata una componente importante come tutte le altre che appartengono al mondo della stampa, proprio come la scelta dell’inchiostro, della carta o della macchina da stampa», spiega Cavedoni.

A Viscom 2019 la stampa digitale Canon per accelerare il business

La tecnologia per alimentare le emozioni e accelerare il business nel rispetto della sostenibilità ambientale: è questa la ricetta che Canon, nelle giornate del 10-12 ottobre, presenta a Viscom 2019.

Fra le più recenti tecnologie esposte in stand, oltre a Océ Colorado 1640, si potrà osservare in funzione la Océ Colorado 1650, la stampante roll-to-roll con tecnologia UVGel green, versatile e produttiva. Questa rivoluzionaria soluzione di produzione da 64″ utilizza un inchiostro di ultima generazione e dispone della tecnologia Océ FLXfinish che offre la possibilità di scegliere tra una finitura lucida oppure opaca senza dover cambiare inchiostro o supporto.

Gli inchiostri UVGel sono stati progettati nel rispetto dell’ambiente e, recentemente, hanno ricevuto la certificazione Greenguard a testimonianza dell’impegno costante di Canon nel fornire inchiostri in linea con i più elevati standard in termini sostenibilità e bassi livelli di emissioni. Una certificazione che contraddistingue anche gli inchiostri Océ UV, utilizzati per la celebre serie di stampanti grande formato a getto d’inchiostro Océ Arizona. Di questa serie i visitatori dello stand potranno visionare Océ Arizona 1300: una soluzione ottimale per il segmento di produzione di medi volumi del mercato Display Graphics, sviluppata per incrementare l’efficienza produttiva dei clienti e soddisfare la richiesta di applicazioni sempre nuove e differenti; con questo preciso obiettivo, Canon presenterà Arizona in combinazione con i Software Océ Arizona Xpert e Océ Touchstone.

«Come ogni anno partecipiamo con grande interesse a Viscom, una fiera in cui da sempre creatività, tecnologia, esperienza e innovazione convergono per offrire ai visitatori un’esperienza a 360 gradi nel mondo della visual communication. Per Canon si tratta di un’occasione importante per far conoscere agli addetti del settore non solo la forza produttiva e creativa delle nostre soluzioni per alimentare le emozioni e accelerare il business, ma anche il nostro impegno sul fronte della sostenibilità, un aspetto su cui stiamo investendo ormai da tempo» ha commentato Walter Bano, production printing products country director.

Tra le novità Canon a Viscom 2019 si potrà scoprire imagePRESS C165, la nuova stampante multifunzione al debutto in Italia. I visitatori dello stand Canon potranno vedere per la prima volta questa nuovissima soluzione che, combinando la pluripremiata tecnologia imageRUNNER ADVANCE, un’interfaccia utente intuitiva e una suite di strumenti professionali tipici del sistemaimagePRESS, amplia il potenziale di stampa e libera la creatività, garantendo costi e tempi ridotti.

Infine, presso lo stand di Prima, azienda partner di Canon, sarà possibile vedere in azione anche la nuovissima serie di stampanti imagePRESS C910, progettata per soddisfare le esigenze degli stampatori commerciali e dei centri stampa aziendali.

Konica Minolta AR Experience: la realtà aumentata come opportunità di business

Konica Minolta lo scorso 30 settembre, ha presentato nel nuovo showroom DIS-Digital Imaging Square di Milano il suo innovativo servizio di realtà aumentata, genARate.

Agenzie di comunicazione, stampatori e reparti marketing di aziende hanno partecipato numerosi all’evento per comprendere le opportunità di business che questa nuova tecnologia può offrire. Tra i relatori, Lorenzo Montagna, uno dei massimi esperti italiani di tecnologie applicate all’ambito media & comunicazione e fondatore di www.secondstarvr.com, il primo progetto europeo di divulgazione delle tecnologie “immersive” attraverso un ecosistema informativo online e offline.

In un mondo sempre più digital, i mezzi di comunicazione tradizionali, come la carta, possono acquisire nuovo valore. Con gli utenti sommersi da informazioni è fondamentale per le aziende sfruttare al meglio i pochi secondi a disposizione per attrarre l’attenzione del consumatore e migliorare la sua esperienza con il brand. La realtà aumentata rappresenta proprio questa opportunità: una tecnologia innovativa che consente di attivare nuove modalità di ingaggio dei clienti, raggiungere nuovi livelli informativi e rendere l’esperienza del cliente il più possibile immersiva e coinvolgente. Quando si parla di realtà aumentata ci si riferisce alla tecnologia che sovrappone informazioni e oggetti virtuali su scene e spazi del mondo fisico in tempo reale. L’Augmented Reality (AR) usa l’ambiente esistente e aggiunge informazioni digitali a esso creando un nuovo ambiente. Con genARate è possible visualizzare un elemento dell’ambiente reale su smartphone/tablet e arricchirlo di testi, immagini, video e contenuti animati. Si pensi a inviti, flyer, cartoline, poster, copertine e pagine di libri e riviste, ma anche calendari e cartelloni pubblicitari: tutti possono acquisire maggior valore e suscitare più interesse se associati a contenuti digitali accattivanti.

Facile da creare, facile da provare, facile da misurare: genARate apre ad agenzie e uffici marketing nuove opportunità di business, senza rinunciare alla sicurezza e con la “garanzia” di essere supportati da un player come Konica Minolta. Konica Minolta è infatti a disposizione sia come fornitore del servizio, nel caso in cui l’agenzia o l’ufficio marketing desiderassero gestire le campagne in autonomia, sia come partner creativo, nel caso in cui invece l’azienda non avesse a disposizione le risorse necessarie per gestire l’attività. Non solo, ma con genARate è possibile monitorare il successo delle campagne in tempo reale e apportare da subito dei correttivi. Dal conversion rate alle visualizzazioni, dai clic-trough rate alle statistiche, la stampa diventa misurabile come mai prima. «In un mondo saturo di informazioni, la battaglia per il coinvolgimento non è mai stata così agguerrita, soprattutto da quando le esperienze digitali interattive sono diventate più diffuse», ha affermato Alberto Steffenini, marketing director di Konica Minolta Italia. «In questo panorama di Media in rapida evoluzione, sarebbe facile credere che la stampa sia diventata meno preziosa nel marketing mix. In realtà, è vero proprio il contrario: le organizzazioni possono utilizzare i materiali stampati per differenziarsi e diventare pionieri digitali».

 

Fenix Digital Group a Viscom Italia

A Viscom Italia in anteprima nazionale le novità Fenix Digital Group nella stampa di grande formato, superwide format, nell’industria della stampa dei parati, nella sublimazione tessile e in ogni nicchia industriale nel settore del taglio e della finitura.

Fiore all’occhiello dello stand sarà la nuova stampante superwide format swissQprint Karibu, da 3,4 m di larghezza e tecnologia UV LED. Karibu sarà presentata per la prima volta in Italia in esclusiva per i visitatori della fiera.

Karibu è una stampante versatile, efficiente e completa per la stampa di maxiaffissioni, retroilluminabili e con la capacità di stampare al vivo tutta la bobina eliminando gli sfridi. In fiera stamperà ininterrottamente per tre giorni su vari supporti in bobina spingendosi fino a 212 mq/ora.

Accanto a Karibu sarà presente swissQprint Nyala 3, la stampante inkjet a piano fisso da 3,2×2 m per la decorazione di supporti rigidi e flessibili con qualità di stampa fotografica, vernice per effetti ottici lucidi e opachi o per creare Droptix: effetto di profondità e movimento simile al lenticolare e già molto richiesto nel mondo del display per cosmesi e del lusso. Nella configurazione Nyala 3S è possibile raggiungere la produttività massima di 370 mq/ora e i consumi sono certificati ISO. Le stampanti swissQprint sono da quattro anni consecutivamente le più vendute nel loro segmento in Europa.

A completare il ciclo di produzione post-stampa è il nuovo Gerber MCT Cutter, un tavolo da taglio all-in-one con doppio conveyor di fascia alta, perfetta se affiancata sia a swissQprint sia ad altre stampanti flatbed. Gerber MCT Cutter è dotata di lame di taglio e cordonatori per ogni tipo di applicazione e finitura offset o cartotecnica e per display graphics. Non mancano i fresatori per le applicazioni più speciali fino a 5 KW di potenza e il rivoluzionario taglio laser orizzontale che potrà essere utilizzato anche per tessuti da soft sign stampati fino ai 3,2m di altezza.

Inoltre, tre saranno le novità in anteprima nazionale presentate da Fenix Digital Group per la stampa su Veika Dimensor S. Veika Dimensor S è la wide format da 1,6 m di larghezza creata per la stampa inkjet on-demand di carta da parati con effetto 3D ottico e tattile. In fiera sarà possibile veder stampare 3D i nuovi supporti Dimense PVC-Free Media Gold (Oro), Silver (Argento) e Suede (Scamosciato) per applicazioni da interno grafiche per il punto vendita senza eguali.

Ultima ma non meno importante, invece, sullo stand Fenix Digital Group è la novità assoluta di HP Stitch S cioè la prima serie di stampanti a sublimazione termica di HP, pensate per stampare carta transfer o stampa diretta su tessuti in poliestere fino a 160 cm. Sullo stand sarà presente la nuova HP Stitch S500 capace di spingersi fino a 110 mq/ora.

Da Labelexpo Epson SurePress L-6534VW con tecnologia inkjet e inchiostri UV

Epson ha presentato a Labelexpo 2019 la nuova macchina da stampa digitale per etichette con tecnologia inkjet e inchiostri UV: SurePress L-6534VW. Ideale per i label converter che intendono ampliare la loro attività, offre ai clienti etichette autoadesive di alta qualità realizzabili su numerosi substrati per l’impiego in vari settori, tra cui food & beverage, industria, cosmesi, articoli per l’igiene personale e prodotti farmaceutici.

SurePress L-6534VW è progettata per ottimizzare la produttività e ridurre al minimo i tempi di inattività. Grazie alle modalità di stampa aggiuntive con velocità di 30 m/min e 50 m/min, stampe e consegne possono essere gestite con maggiore flessibilità, senza compromettere la qualità.

«Epson offre ai propri clienti una soluzione completa e di alta qualità per la stampa di etichette che racchiude tutte le tecnologie più innovative a livello di testina di stampa, hardware, software e inchiostri» dichiara Renato Sangalli, business manager prodotti Pro-Graphics di Epson Italia. «La nuova SurePress L-6534VW offre anche vantaggi in termini economici: stampando più etichette in meno tempo è, infatti, possibile ridurre il TCO e anche gli sprechi vengono diminuiti grazie a un percorso più breve compiuto dai substrati e alla funzione di caricamento inverso. La tecnologia NVT (Nozzle Verification Technology), infine, rileva eventuali ugelli ostruiti ed esegue la pulizia automatica della testina. Tutto ciò si traduce in un aumento dei tempi di attività».

Novità nella stampa transfer, da OKI Europe nuova stampante digitale all-in-one

Da OKI Europe una nuova stampante digitale a toner per supporti transfer Pro9541WT, dotata di 5 stazioni colore, specificamente progettata per fornire alle aziende di stampa commerciale tutta la flessibilità necessaria per espandere le capacità di stampa. Concepita per il settore della serigrafia e per quello della stampa tessile, la nuova OKI consente di mantenere costi convenienti, pur offrendo colori brillanti, un bianco coprente e un nero intenso, sia per applicazioni su indumenti che su materiali rigidi, stampando su supporti trasferibili a caldo. Senza tempi di avvio o costi di configurazione e potendo stampare piccole tirature con volumi minimi anche di un solo elemento, è finalmente possibile realizzare progetti altamente personalizzati. Tutto ciò rende Pro9541WT una soluzione ideale per stampatori commerciali, produttori di materiale per merchadising e le nuove attività del settore.

Questo dispositivo è in grado di sfruttare appieno la stampa CMYK + bianco, generando colori vivaci dalle tonalità impeccabili e con una grafica nitida, sia sull’abbigliamento sia sui tessuti (inclusi il cotone, la tela di nylon, il poliestere, la pelle e il feltro). L’innovativa tecnologia di stampa su supporti transfer di Pro9541WT le consente, inoltre, di realizzare grafiche di qualità elevata su superfici rigide in ceramica, materiale acrilico, vetro, metallo, smalto e legno. La sua estrema flessibilità rende questa soluzione ideale per un’ampia gamma di applicazioni, da abbigliamento e t-shirt personalizzati ad articoli quali tazze, cappellini, borse, sottobicchieri, decorazioni per pareti e molto altro.

La tecnologia di stampa LED digitale, in abbinamento al toner bianco di OKI, è in grado di fornire una risoluzione 1.200 x 1.200 dpi, per offrire una grafica precisa e dettagliata anche su superfici scure. Facile da utilizzare grazie alla possibilità di stampare in formati fino all’A3+ da 13″ x 19″, la stampante Pro9541WT realizza, con costi contenuti, grafiche extra-large o interi fogli di loghi, senza la necessità di una manutenzione quotidiana e con un elevato risparmio di tempo e denaro per i processi di stampa.

Testata e approvata per l’utilizzo con la nuova stampante digitale per supporti transfer Pro9541WT, la carta EXOstencil Screen Prep Paper (creata dal produttore di carta per supporti transfer a caldo Neenah Performance Materials) offre un’alternativa semplice, ecologica e a due soli passaggi rispetto ai telai utilizzati nella stampa serigrafica. L’utilizzo di questa carta elimina la necessità di utilizzare le sostanze chimiche e le emulsioni richieste nel processo, oltre alle ore di tempo perse per l’asciugatura, riducendo in maniera significativa tempi e costi di produzione, ma senza compromessi in termini di risultati.

 

TAGA Day 2019, The power of light

L’annuale incontro con i soci Taga Italia quest’anno vedrà un tema molto attuale e di enorme interesse per il settore della comunicazione stampata: la stampa offset con essiccazione UV.

In particolare, Il Taga DAY 2019 – The power of light (8 novembre 2019 presso la Fondazione Daimon a Saronno) sarà focalizzato sul lavoro di ricerca e test dei tecnici e dei soci impegnati in questo settore: dai loro sforzi è nato un prezioso documento che sarà illustrato e distribuito proprio in occasione del Taga Day 2019.

Durante l’evento si parlerà delle tecnologie disponibili sul mercato, della loro evoluzione e dei vantaggi derivanti dalla loro applicazione, non trascurando gli aspetti normativi e legati alla sicurezza. Un documento che rappresenterà un valido contributo al settore della stampa e sarà un riferimento tecnico per gli operatori e i professionisti.

Non mancheranno momenti di approfondimento e di aggiornamento, anche sulle altre attività di ricerca che Taga Italia sta portando avanti negli ultimi mesi.

Partecipando all’evento si accederà al mondo Taga Italia, ai vantaggi riservati ai soci e alla documentazione tecnica disponibile sul sito.

Le registrazioni sono aperte e disponibili a questo link.