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Carta net zero

La decarbonizzazione della filiera della carta è una strada obbligata che se ben gestita può diventare una grande opportunità.

Decarbonizzare. Non è solo una parola d’ordine degli ambientalisti in tempi di cambiamenti climatici, ma è anche una necessità delle imprese. Da un lato la diminuzione della percentuale d’emissioni nella produzione manifatturiera è ormai una “qualità” necessaria dei prodotti, viste le barriere “politiche” che si stanno mettendo alle attività ad alta intensità di carbonio, le quali prima o poi potrebbero sfociare in una carbon-tax, mentre dall’altro lato c’è una ricerca di prezzi bassi dell’energia, legati alla stabilità degli stessi, due caratteristiche essenziali per offrire una maggiore competitività alle filiere manifatturiere e specialmente a quelle hard-to-abate, come quella della carta. L’argomento della decarbonizzazione è stato il punto cardine dell’assemblea annuale di Assocarta tenutasi il 21 giugno 2024 a Roma, presso l’associazione Civita, nella quale Lorenzo Poli, presidente dell’associazione ha fatto il punto sulla questione. «La tecnologia della cogenerazione, sviluppatasi notevolmente negli anni ’90 nel settore cartario per la sua adattabilità ai processi produttivi, offre significativi vantaggi ambientali riducendo le emissioni di CO₂ rispetto alla produzione separata di energia», ha detto Poli. Del resto, la cogenerazione è stata promossa da tempo dalla Direttiva Europea 2004/8/CE per i suoi benefici, tra cui la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e l’incremento dell’efficienza energetica, con un rendimento medio dell’80%. Oltre a tutto ciò, la cogenerazione diminuisce le perdite energetiche nel trasporto e libera capacità sulla rete elettrica. Questa tecnologia oggi, grazie agli avanzamenti tecnologici, copre circa l’80% del fabbisogno elettrico del settore cartario, con il restante 20% soddisfatto dagli acquisti dalla rete. «Dal 2005, il settore cartario ha ridotto le emissioni specifiche del 24%, raggiungendo un punteggio di 0,78 (su 1) secondo l’indice di circolarità della Ellen Mac Arthur Foundation. Questi progressi devono proseguire nel campo energetico, e l’accordo con il GSE offre il contesto ideale per avanzare in questa direzione», ha proseguito Poli.

Cogenerazione fondamentale

La cogenerazione, secondo Assocarta, è fondamentale e deve essere rilanciata e integrata con le fonti rinnovabili, in particolare il biometano, che ne ottimizza l’utilizzo. La cogenerazione, per l’associazione, può inoltre fornire capacità di riserva per un sistema elettrico sempre più dipendente da fonti non programmabili. È essenziale promuovere la produzione di energie rinnovabili direttamente connesse all’industria per accelerare la decarbonizzazione e l’indipendenza energetica. «Il settore della carta richiede condizioni competitive paritarie rispetto ai concorrenti europei per affrontare la concorrenza extraeuropea, che beneficia dell’economia circolare europea senza le stesse responsabilità ambientali», ha replicato Poli che ha aggiunto: «Numerosi provvedimenti supportano le fonti rinnovabili, come per esempio, l’agrivoltaico, il FER2, il FERX, ma i benefici economici in termini di riduzione del prezzo dell’energia elettrica non si sono concretizzati. Nel 2023, oltre il 40% dell’energia elettrica è stata prodotta da fonti rinnovabili, ma il mercato italiano non riesce a trasferire questo vantaggio ai consumatori. L’unico trasferimento è rappresentato dagli oneri di sistema necessari per finanziare i regimi di sostegno. Ciò accade nonostante il capacity market riconosca agli impianti termoelettrici una parte della remunerazione, che prima doveva essere inclusa nel prezzo di vendita dell’energia».

Decarbonizzazione aggressiva

L’Europa, oggi, richiede alle imprese un piano di decarbonizzazione molto aggressivo, per il settore cartario ciò significa ridurre le emissioni climalteranti del 70% al 2030, per arrivare al net-zero al 2050. E si tratta di una riduzione supplementare per un segmento industriale come quello della carta che ha già affrontato un percorso simile negli ultimi dieci anni del secolo scorso e che la filiera ha saputo trasformare in un’occasione di competitività, anche perché in qui frangenti sono stati concepiti e realizzati una serie di strumenti che oggi sono molto utili per ridurre ulteriormente l’impronta carbonica, anche se è necessario ragionare come queste pratiche possano essere aggiornate alla luce del panorama tecnologico che è ovviamente mutato ed è in costante, e rapida, evoluzione. Tutto ciò aumenta la complessità della sfida anche perché è sempre e comunque necessario salvaguardare la competitività delle imprese. E in questo quadro, Assocarta sta cominciando ad analizzare con attenzione e cura tutta la filiera alla luce delle due dimensioni che riguardano la decarbonizzazione dell’industria cartaria: il calore e l’elettricità.

Il calore è fornito in massima parte dalla cogenerazione quindi oggi dal gas e le soluzioni per decarbonizzare questo aspetto sono quelle legate all’utilizzo di fonti a basso o nullo contenuto di carbonio, come l’utilizzo del biometano o di altri vettori. Nel caso del biometano il problema non è tecnologico, come per l’idrogeno, ma normativo. Questo vettore, infatti, è a livello chimico totalmente identico al gas naturale d’origine fossile utilizzato quotidianamente, ma ciò che manca è uno strumento, che ne certifichi l’origine rinnovabile, una volta messo in rete. «Oltre a ciò, c’è la possibilità di aumentare il tasso d’elettrificazione delle cartiere, ma non è una cosa che si fa nel giro di poco tempo. – ha affermato Riccardo Siliprandi, SeniorPrincipal AFRY presentando lo studio AFRY/Assocarta “Progetto di Decarbonizzazione dell’Industria Cartaria Italiana” – E inoltre c’è la questione della scarsità delle risorse rinnovabili che sono limitate, biometano compreso allo stato attuale». Le nuove tecnologie sono promettenti, come l’idrogeno e la cattura della CO2(CCS), ma devono essere testate a fondo prima di essere implementate nella filiera della carta. Un esempio per tutte è quello delle pompe di calore che, ora, fanno fatica ad arrivare alle temperature necessarie alle cartiere, mentre sul lungo termine, il percorso della decarbonizzazione delle imprese cartarie potrebbe guardare anche a tecnologie un poco controverse come il nucleare con reattori di piccola taglia modulari (SMR) anche perché producono sia elettricità, sia calore di processo. Ma le prospettive su questo fronte sono di lungo periodo.

Sperimentazione in corso

In questo quadro, Assocarta ha sottoscritto il 24 maggio 2024 presso la Cartiera dell’Adda a Calolziocorte, un accordo con il GSE che ha l’obiettivo di condividere una strategia competitiva di decarbonizzazione del settore. L’accordo, che è stato firmato dal Presidente di Assocarta, Lorenzo Poli, dal Presidente e dall’Amministratore delegato del GSE, Paolo Arrigoni e Vinicio Mosè Vigilante, prevede che le aziende aderenti all’associazione potranno confrontarsi con i tecnici del GSE sulle opportunità derivanti dagli incentivi per l’efficienza energetica e per le rinnovabili e sull’implementazione di interventi di efficientamento energetico. «La cogenerazione può fornire capacità di riserva per un sistema elettrico sempre più basato su fonti non programmabili», ha affermato Poli, mentre il presidente del GSE Arrigoni a proposito ha detto: «La filiera italiana della carta, seconda in Europa solo alla Germania, è un attore importante del tessuto imprenditoriale italiano. Per preservarne la competitività e traghettare le industrie della carta verso la neutralità carbonica è necessario quindi adottare una strategia diversificata, che includa l’efficientamento energetico dei processi industriali, economia circolare, uso di combustibili low carbon, cattura della CO2 ed elettrificazione dei consumi». In pratica, con il protocollo che ha una durata di tre anni, GSE e Assocarta individueranno una serie di progetti sperimentali rivolti ai processi del comparto della carta, con lo scopo di far emergere soluzioni tecnologicamente avanzate, anche sostenute da incentivi pubblici, utilizzabili per la diffusione delle best practice, tra cui l’utilizzo dell’idrogeno verde, del bioidrogeno e il supporto del processo di elettrificazione. Saranno inoltre promosse le configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile e l’implementazione di tecnologie innovative e sostenibili con lo scopo di ridurre le emissioni e, al contempo, aumentare la competitività delle aziende italiane della filiera. Insomma, la filiera della carta, ancora una volta, come negli anni passati, è un grande laboratorio per risolvere le sfide industriali dell’Italia. Negli anni passati, il problema era il costo dell’energia; ora si punta a ridurlo ulteriormente anche attraverso la decarbonizzazione. Low cost e net-zero, potrebbero sembrare un’equazione impossibile da risolvere, ma le soluzioni ci sono.

Case history, rebranding e packaging system design

Il packaging flessibile si presta bene a operazioni di rebranding per migliorare le performance dei prodotti. Il caso di Loacker, storica azienda altoatesina, che ha ripensato il pack, i suoi elementi grafici, parole e immagini, lo dimostra.

Dietro il rebranding di un brand di successo c’è un processo ben strutturato, come spiegato al congresso Giflex tenutosi a Roma il 17/18 aprile 2024. Questo approccio, che ha ben poco d’artigianale, sebbene richieda un tocco di creatività, è scientifico a tutti gli effetti. «La crescita molto veloce della società ha portato ad avere delle identità di marca diverse nei vari paesi. – ha esordito Andrea Canale, art director e head of graphics arts di Loacker – in Europa il brand è percepito come tradizionale e radicale, negli Stati Uniti, dove siamo entrati da poco, potrebbe essere definito “hipster”, mentre nel mondo arabo, che per fatturato per noi è il secondo il brand, come di lusso e in Asia come “figo”, se mi passate il termine». È chiaro che per un’azienda che è cresciuta ma appartiene ancora alla categoria delle multinazionali tascabili diventa problematico affrontare delle simili complessità ma si rende necessario se si pensa che l’azienda produce il 76% del proprio fatturato fuori dall’Italia, distribuendo i propri prodotti in 100 paesi nel mondo, con sette categorie merceologiche. Il processo di rebranding ha avuto come base l’identificazione dei valori fondanti dell’azienda, sui quali è stato costruito un progetto di comunicazione integrato, con lo scopo di creare una percezione uniforme del marchio in tutti i mercati e per tutti i consumatori. Cosa non semplice perché appoggiandosi ai distributori l’azienda “subiva” la loro comunicazione locale, mentre le diverse tempistiche dovute a questo fenomeno, tra comunicazione e packaging, che possono indurre in errori. Per Loacker, il packaging è il veicolo di comunicazione più importante, – come affermato da Canale – non avendo investimenti pubblicitari altissimi, è il nostro biglietto da visita nello scaffale, insieme alla qualità del prodotto. La prima decisione presa è stata quella di unificare la comunicazione a tutti i livelli sotto il marchio Loacker per raggiungere un equilibrio tra un’integrazione verticale, percepita dal consumatore davanti a un blocco di prodotti a marchio singolo, e una differenziazione orizzontale, che permettesse la riconoscibilità delle specificità dei singoli prodotti all’interno del blocco stesso».

In sintesi, l’obiettivo è stato quello di unificare e rafforzare la percezione del marchio, con maggiore riconoscibilità e impatto sullo scaffale. Obiettivo che è stato raggiunto attraverso la creazione di un logo, con un sistema e un’architettura di design che disegnasse una chiara gerarchia tra marchio e prodotto attraverso l’integrazione verticale e la differenziazione orizzontale.

Le neuroscienze per conoscere le dinamiche

Per raggiungerlo, l’azienda ha condotto una ricerca mirata che ha valutato la risposta emotiva e non filtrata dei consumatori alle diverse opzioni di design, considerando anche i pochi secondi cruciali trascorsi davanti agli scaffali. Inoltre, ha incluso l’analisi dell’impatto del design sul comportamento effettivo dei consumatori nel negozio e ha garantito un’ampia pertinenza escludendo i pregiudizi culturali.

Nei mesi di febbraio e marzo del 2019, BrainSigns, una spin-off company dell’Università “La Sapienza” di Roma, ha condotto una ricerca internazionale di marketing per misurare la percezione di cinque diverse soluzioni creative per i layout delle confezioni di diverse linee di prodotti Loacker. Questa ricerca è stata condotta in Italia (Roma e Milano), negli Emirati Arabi Uniti (Dubai), in Australia (Melbourne) e negli Stati Uniti (New York e San Francisco), tenendo conto dei prodotti distribuiti sui mercati locali nei quattro paesi. In ogni Paese il campione dell’indagine era composto da 48 persone, per il 50% a parità di genere maschi e il 50%, appartenenti a due fasce d’età 25-34 anni e 40-54 anni, consumatori Loacker tra il 50% e il 30%, il 50% composti da famiglie con figli e il 50% senza. A questo campione sono state proposte le versioni del packaging dei prodotti per così dire in produzione e quattro alternative possibili.

L’attività di ricerca ha fornito una serie di indicatori a livello inconscio, comportamentale e conscio che includono:

•               interesse, misurato come un indicatore cerebrale che valuta il grado di attrazione o repulsione verso uno stimolo, basato sul segnale EEG, che rileva il potenziale bioelettrico legato all’attività cerebrale;

•               emozione, valutato come un indicatore di coinvolgimento emotivo, ottenuto combinando la misurazione della frequenza cardiaca e della risposta galvanica della pelle, entrambe correlate all’attivazione del sistema limbico;

•               fissazione ottica, rilevata attraverso il tracciamento dello sguardo con la tecnologia eye tracker, fornendo informazioni sulla percentuale di fissazioni generate in una specifica area di interesse;

•               scelta del prodotto, osservata negli scaffali virtuali per comprendere le preferenze effettive dei consumatori;

•               dichiarazioni verbali, raccolte attraverso interviste per ottenere feedback diretto dai consumatori.

Da queste rilevazioni si sono ottenute due classifiche. La prima, ha decretato quale fosse la soluzione migliore in assoluto e la seconda, ha visto la valenza della stessa in relazione all’area geografica. Da notare che l’interesse sullo schermo è stato stimato attraverso due diverse fasi: su grande schermo e sullo schermo di un Pc portatile. I punteggi, nella stragrande totalità dei casi, hanno premiato la proposta W2, il cui packaging è stato declinato in base all’integrazione verticale e alla differenziazione orizzontale, con il nuovo logo dell’azienda che unisce i valori fondamentali in unico elemento grafico combinando gli elementi più riconoscibili già presenti in precedenza.

Prove sul campo

A questo punto, il test sul nuovo packaging si è svolto direttamente sul campo «Abbiamo seguito 18.325 acquirenti in quattro mesi di fronte allo scaffale. – afferma Canale – con il confronto tra il comportamento degli acquirenti e le vendite effettive delle vecchie e delle nuove confezioni, tracciato attraverso il video tracking direttamente sullo scaffale, in combinazione con l’analisi dei dati di vendita. Le risposte da ottenere erano del tipo se il nuovo design fosse più attraente, se coinvolgesse più di quello attuale, se fosse più chiaro e “più semplice”. Ma soprattutto, aiutava la vendita? Il risultato è stato positivo. L’indice di preferenza tra la vecchia e la nuova versione è aumentato tra il 33% e il 75% per le Tortine da 125 gr., ma le percentuali non spiegano, ciò che conta sono i valori assoluti. I Napolitaner da 175 gr hanno ottenuto “solo” un 45% d’aumento dell’indice di preferenza, passato da 2,3 della vecchia confezione a 3,4. Tradotto: se in precedenza, con il vecchio packaging, cento possibili acquirenti che osservano lo scaffale producevano 2,3 pezzi venduti, dopo il cambio di packaging i prodotti venduti sono diventati 3,4». Il tutto a parità di contenuto, quantità del prodotto e prezzo.

La conclusione di questa esperienza ha rivelato che il nuovo design ha attratto più acquirenti rispetto al precedente grazie alla sua semplicità e chiarezza, risultando più coinvolgente. Questo ha avuto un impatto positivo sulle vendite: non solo ha migliorato le performance dei prodotti già più venduti, ma ha anche aumentato le vendite percentuali di quelli meno popolari e potrebbe innescare nel tempo un effetto volano positivo su questi ultimi prodotti.

Adestor by Lecta lancia un nuovo centro di converting autoadesivo

A pochi mesi dal suo avviamento, il nuovo centro di Converting di Adestor by Lecta in Germania sta lavorando intensamente per gestire gli ordini della completa gamma di materiali autoadesivi dell’azienda con un servizio migliore e più efficiente. 

La sua posizione ad Aschaffenburg, nella provincia di Bayern Aschaffenburg, consente all’azienda di avere in un raggio di 500 chilometri quasi tutte le principali capitali dell’Europa centrale, come Berlino, Monaco di Baviera, Parigi, Amsterdam e Praga, oltre a essere facilmente raggiungibili da Francoforte. 

Gli stabilimenti del nuovo centro di taglio dispongono di una superficie di oltre 4.000 m2, metà della quale è dedicata allo stoccaggio con un sistema di rack (strutture metalliche per lo stoccaggio) a tre altezze che permette di avere una capacità di stoccaggio di 400 bobine jumbo, pari a oltre sei milioni di metri quadrati di carta adesiva. 

La produzione avviene tramite due avvolgitori e una linea di finitura che comprende un manipolatore di bobine, un’imballatrice, ecc. Presto all’area di produzione si aggiungerà una linea di imballaggio automatico e una taglierina ribobinatrice per aumentare ancora di più la nostra efficienza e ridurre le perdite operative. 

Le due banchine di carico, i servizi ausiliari (area officina, aria compressa, attrezzature di manutenzione, ecc.), i servizi igienici, gli spogliatoi e gli oltre 300 m2 di uffici completano una struttura che funziona in modo autonomo offrendo un servizio 24-48 ore per tutto il Nord Europa. 

“Ad Aschaffenburg stiamo costruendo un grande team. Il nostro obiettivo è chiaro: raggiungere i clienti dell’Europa centrale e settentrionale per posizionare Adestor by Lecta come player europeo globale, di là delle nostre profonde radici nei mercati dell’Europa meridionale, afferma Luis Ibáñez, Lecta Self-Adhesive Aschaffenburg Site Leader. 

In linea con il piano strategico di Lecta, questo è un passo molto importante per raggiungere gli obiettivi di crescita dell’azienda nel settore degli autoadesivi. Si spera che il successo di questo progetto apporti dei benefici anche al resto degli stabilimenti Lecta, senza dubbio il migliore e più importante fornitore di materiali per la produzione della gamma. 

DS Smith crea l’imballaggio sostenibile Lift Up

DS Smith ha realizzato una soluzione innovativa di imballaggio in cartone ondulato sostenibile e a base di fibre per sostituire le maniglie in plastica delle confezioni multiple di bevande analcoliche in PET da 1,5 litri.

La nuova soluzione è stata commissionata da Coca-Cola HBC in Austria nel 2023 e si prevede che in futuro sarà lanciata da altri clienti DS Smith in Europa, inclusa l’Italia.

DS Smith Lift Up è una maniglia in cartone ondulato riciclabile al 100% che migliora la funzionalità di trasporto per i consumatori ed è progettata per contribuire alla soluzione basata su carta kraft e cartone che riduce centinaia di tonnellate di plastica ogni anno in ogni mercato in cui viene lanciata.

Inoltre, DS Smith Lift Up è stata progettata utilizzando l’approccio di DS Smith Circular Design Metrics (CDM), primo e unico nel settore, che si traduce in una significativa riduzione dell’impronta di carbonio per l’imballaggio e la produzione dei prodotti. Lo strumento consente all’azienda di valutare e confrontare la circolarità della sostenibilità di un prodotto attraverso otto diversi indicatori di sostenibilità, tra cui impronta di carbonio, progettazione per il riutilizzo, riciclabilità, rinnovabilità della fonte, contenuto riciclato e ottimizzazione della catena di fornitura. Questi indicatori aiutano a fornire un’indicazione chiara delle prestazioni di sostenibilità del design di un packaging e su dove focalizzare l’attenzione.

La soluzione di confezionamento DS Smith Lift Up può essere applicata a diverse dimensioni di bottiglie ed è prodotta in collaborazione con Krones, produttore leader di macchine confezionatrici. La maniglia del trasportatore ha un’impugnatura morbida che rende i prodotti facili da trasportare mentre rimangono al sicuro all’interno del loro imballaggio sostenibile. Questo è stato progettato per le bottiglie in PET destinate al consumo domestico.

Stefano Rossi, CEO Divisione Packaging Solutions di DS Smith ha commentato: “siamo orgogliosi di collaborare a questa soluzione di imballaggio innovativa, eliminando i rifiuti inutili e la plastica monouso. Il concept di DS Smith Lift Up è stato progettato impiegando l’approccio Circular Design Metrics di DS Smith, quindi, utilizza la minor quantità di materiale possibile, riduce l’impatto sull’ambiente e ha un design gradevole da vedere nei negozi e nei supermercati. La collaborazione con i nostri partner è fondamentale per ridurre la plastica monouso e realizzare cambiamenti innovativi su larga scala. Consideriamo il design sostenibile al centro di ciò che facciamo come azienda, e questo è un brillante esempio dell’opportunità che l’innovazione nel packaging possa aprire la strada verso un futuro più sostenibile per produttori, rivenditori e consumatori”.

Roland DG colora la Clinica Pediatrica De Marchi di Milano

Roland DG ha annunciato la sua donazione alla Clinica Pediatrica De Marchi del Policlinico di Milano. Utilizzando la stampante con inchiostri a base resina/latex TrueVIS AP-640 e collaborando con Hammer Design Brand Experience e Hexis Italia, Roland DG ha rinnovato le aree comuni e le scale e gli ascensori adiacenti, portando una nuova nota di colore in questi spazi.

Situato nel cuore della capitale economica italiana, il Policlinico di Milano, conosciuto anche come Ospedale Maggiore di Milano o Ospedale Ca’ Granda di Milano, è il principale istituto pubblico italiano per la qualità e la quantità della ricerca. È uno degli ospedali più antichi d’Italia, pioniere di numerose innovazioni mediche nel corso della sua storia.

In collaborazione con il Policlinico di Milano, Roland DG ha decorato la Clinica Pediatrica De Marchi con differenti grafiche a tema. La Clinica, riceve ogni anno migliaia di giovani pazienti per vari esami e trattamenti. Rivolte a un pubblico eterogeneo che va dai più piccoli agli adolescenti, oltre alle loro famiglie e al personale ospedaliero, le nuove grafiche vogliono creare un ambiente accogliente e adatto a tutte le età per chiunque entri in Clinica De Marchi.

Il concetto creativo sviluppato da Hammer Design Brand Experience, partner di lungo termine di Roland DG in Italia, ha considerato due aspetti chiave: i diversi pubblici che frequentano questi luoghi e le valutazioni tecniche, tra cui il livello di luminosità, la configurazione degli spazi e le condizioni delle pareti, che sono stati fondamentali per l’implementazione del progetto.

Questi aspetti hanno determinato le scelte principali, come i colori pastello, le forme astratte e un linguaggio visivo coerente che garantisce un percorso continuo. Il progetto ha immaginato sei scenari, ciascuno caratterizzato da un animale distintivo rappresentativo del suo habitat naturale: balena (mare), giraffa (savana), elefante (giungla), volpe (foresta), orso polare (Polo Nord) e pinguino (Polo Sud).

Passare molto tempo in ambienti chiusi implica che gli stessi siano sicuri e adeguatamente progettati. Questo è ancora più vero in luoghi più sensibili, come ospedali e cliniche, dove gli spazi devono poter rasserenare i pazienti che sono nella struttura e fornire la massima sicurezza. Da qui, l’uso di grafiche realizzate con il modello  TrueVIS AP-640, la stampante con inchiostri a base resina/latex dell’azienda, perfetta per applicazioni interne in ambienti sensibili come appunto ospedali. Gli inchiostri TrueVIS sono certificati GREENGUARD Gold, il che significa che rispettano rigidi standard di basse emissioni chimiche.

I film adesivi per le nuove grafiche, perfettamente abbinati agli inchiostri della TrueVIS AP-640, sono stati prodotti e applicati professionalmente da Hexis Italia. Con tre decenni di esperienza sul campo, Hexis Italia si dedica alla fornitura di soluzioni per il wrapping e la decorazione d’interni per la comunicazione visiva, garantendo qualità e precisione di alto livello.

Dal Policlinico di Milano il commento di ringraziamento: “L’Ospedale ha accolto questa donazione con estremo favore, un prezioso contributo per rendere più allegri e a misura di bambino e delle loro famiglie alcuni spazi comuni di passaggio della Clinica Pediatrica De Marchi. La cura inizia anche dall’accoglienza e dal calore che un ambiente riesce a trasmettere. Il Policlinico di Milano in questi anni è impegnato in progetti di umanizzazione delle cure per rendere la permanenza in reparto sempre più gradevole, soprattutto quando si parla di piccoli pazienti. La collaborazione con Roland DG si inserisce perfettamente in questo percorso in cui il bambino e il suo benessere sono al centro delle azioni, anche di design ed estetiche, oltre che di salute, di questo Ospedale.”

Il colore ha il potere di contribuire positivamente alla creazione di un ambiente in cui le persone possano sentirsi a proprio agio e rilassate, e ciò è particolarmente importante con i bambini e i giovani pazienti. La pigmentazione altamente concentrata dei colori della stampante TrueVIS AP-640 consente una saturazione maggiore rispetto agli inchiostri a resina convenzionali, ottimizzando l’impatto su molte applicazioni tra cui carta, tessuto, tela, carta da parati, materiali non in PVC e altri supporti. Inoltre, il preset True Rich Colour sfrutta appieno l’alta saturazione cromatica del nuovo inchiostro TrueVIS per massimizzare la vivacità dei colori.



Gruppo Lucaprint acquisisce Cartotecnica Olimpia. Ora tra i primi player europei nella produzione di astucci per pellicole da cucina

La torinese Cartotecnica Olimpia entra a far parte del gruppo Lucaprint. È la seconda operazione di M&A del 2024 per la storica azienda di packaging con sede nel vicentino, che ad aprile aveva acquisito Officine Grafiche Riunite rafforzando il proprio portfolio di soluzioni per il packaging di prodotti cosmetici e farmaceutici. Con questa nuova operazione, l’impresa guidata da Alberto Luca consolida la propria posizione nei mercati esteri – in particolare di Francia, Inghilterra e Danimarca – e si colloca tra i primi operatori europei nella produzione di astucci con seghetto per pellicole di alluminio, carta forno e film ad uso alimentare, con clienti multinazionali come Auchan, Carrefour e Tesco. Grazie all’acquisizione di Cartotecnica Olimpia, il fatturato del gruppo Lucaprint cresce di 10 milioni di euro, per un giro d’affari complessivo superiore a 30 milioni di euro.

Nasce così un player ancora più competitivo nel panorama internazionale del packaging in cartone, mantenendo saldi quei valori – orientamento all’innovazione e alla sostenibilità – che sono da sempre anche asset strategici, e tratti comuni al gruppo vicentino e Cartotecnica Olimpia.

«Questa operazione è un passo importante nella strategia di espansione di Lucaprint, e rappresenta un’opportunità per attivare sinergie e collaborazioni essenziali per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo in Europa. Grazie a questa acquisizione, avremo un nuovo sito produttivo nel nord-ovest d’Italia e arricchiremo il nostro portfolio con competenze e tecnologie altamente specializzate». Dichiara Alberto Luca, Presidente e Amministratore Delegato di Lucaprint.

«Abbiamo individuato in Lucaprint il partner ideale per accelerare il nostro percorso di crescita e per cogliere nuove opportunità di sviluppo. Siamo certi che questa operazione porterà grandi benefici a tutti i nostri stakeholders, dai clienti ai dipendenti», sottolinea Luciano Masconi, fondatore di Cartotecnica Olimpia.

La governance di Cartotecnica Olimpia verrà rafforzata grazie all’inserimento nel CDA di nuovi componenti del gruppo Lucaprint, che si affiancheranno a Emilio Ebana, nuovo Amministratore Delegato della società, con pluriennale esperienza nel settore, e a Marco Masconi, che proseguirà nel ruolo di direzione commerciale con l’obiettivo di presidiare e sviluppare maggiormente il mercato italiano ed estero.

Fondata nel 1953, Lucaprint è un’azienda cartotecnica specializzata nella progettazione e realizzazione di packaging su misura, prodotti ottenuti impiegando materiali ecosostenibili e interamente riciclabili.  Il gruppo presenta oggi due sedi produttive – a Pianezze, nel vicentino, dove è presente la sede Lucaprint e Caselette, nel torinese, dove è sita l’ultima acquisizione: Cartotecnica Olimpia. Il gruppo è stato protagonista di importanti crescite nel corso del tempo, diventando uno dei principali player italiani del settore, con clienti nazionali ed esteri. Oggi realizza un fatturato di circa 30 milioni di euro, una produzione di circa 450 milioni di astucci annui e può contare su un organico di 170 dipendenti. L’offerta di Lucaprint comprende un’ampia gamma di prodotti, tra cui astucci e packaging in cartoncino teso e accoppiato, oltre a espositori da banco e da terra, e si rivolge principalmente ai settori food, industrial, premium, healthcare & beauty. Il gruppo si impegna quotidianamente per una crescita sostenibile e innovativa, collaborando attivamente con i propri clienti per cercare le soluzioni che abbiano il minor impatto ambientale possibile sul mercato, fornendo soluzioni custom dedicate alle specifiche necessità del cliente, partendo dalla scelta di materie prime di qualità dei migliori produttori internazionali e avvalendosi di enti di certificazione esterni per garantire elevati standard qualitativi.

 

 

I materiali per la stampa, carte speciali

In questa puntata parliamo di carte speciali, in particolare carte termiche capaci di resistere ad applicazioni e ambienti in cui la tenuta della carta e della stampa sono elementi essenziali, e di cartoncini le cui caratteristiche naturali passano anche per la texture del materiale, dichiarandosi ecosostenibili già solo attraverso l’esperienza tattile che consentono di fare. E ancora parliamo di nastri adesivi stampabili e completamente riciclabili, e di carte multistrato che si adattano ad applicazioni grafiche e a packaging di alta qualità, così come ad applicazioni nel mondo food and beverage.

Insomma un universo sempre più ricco di materiali di supporto e di idee che, grazie alla stampa, possono poi diventare originali prodotti e mezzi di comunicazione marketing.

Frontale termico a elevata efficienza

Si chiama Termax TCLLX ed è la nuova carta speciale studiata da Lecta che fa parte dell’omonima gamma di carte termiche del gruppo.

La TCLLX è dunque un frontale termico progettato specificamente per la produzione di etichette linerless. Le etichette di questo tipo, essendo prive di liner o carta di supporto tradizionale, contribuiscono a ridurre gli sprechi di materiale.

La nuova carta termica è un top-coated ed è priva di fenoli. È caratterizzata da un’elevata qualità e resistenza che la rendono ideale per applicazioni in cui è essenziale che l’etichetta duri nel tempo, mantenendo integra la propria forma e finalità, anche se esposta agli elementi ambientali. È in grado, per esempio, di resistere all’umidità e al grasso. Per tale motivo, Termax TCLLX si rivela particolarmente adatta per la realizzazione di codici a barre e stampa variabile, da essere utilizzati nei settori della logistica e della vendita al dettaglio, o ancora per l’imballaggio alimentare.

Il nuovo modello, infine, come l’intera gamma Termax a cui appartiene, può essere richiesto anche con la certificazione forestale della Catena di custodia Pefc o con la certificazione FSC C011032, ed è dotato di certificazione ufficiale “No phenols added” ovvero senza fenoli aggiunti. Quest’ultima certificazione, rilasciata dal francese Ineris – Istituto nazionale dell’ambiente e dei rischi industriali, garantisce l’assenza di Bisfenolo A (BPA), S (BPS) e F (BPF) e di altri dodici composti fenolici.

Naturali da toccare

Le aziende, accanto alla ricerca di imballaggi premium dotati di elementi estetici che possano rendere i loro prodotti unici e distinguibili sul mercato, richiedono sempre di più spesso che l’estetica richiami elementi di naturalità. È per rispondere a queste esigenze che Holmen ha ideato la linea Invercote.

L’azienda produce cartone di qualità superiore e prodotti di carta adatti a molteplici soluzioni di imballaggio e applicazioni grafiche, utilizzate soprattutto nei settori della cosmetica, elettronica, farmaceutica e alimentare. Per le produzioni nei suoi quattro stabilimenti, in Svezia e nel Regno Unito, utilizza fibre vergini provenienti da foreste gestite in modo sostenibile. Il nuovo cartoncino è stato sviluppato presso uno di questi stabilimenti del gruppo, per la precisione quello di Iggesund ed è l’ultimo prodotto aggiunto alla gamma è Invercote.

Si chiama Invercote Touch ed è un innovativo cartoncino non patinato caratterizzato da un’ottima stampabilità e che offre un’estetica naturale accompagnata da un’esperienza tattile particolare, capace di esaltare anche nel tocco il messaggio di naturalezza che veicola. La sensazione non patinata e le caratteristiche di goffratura superiori, tipiche dell’intera linea Invercote, consentono di avvertire le fibre grezze della carta e di sentire persino il rumore dell’attrito sulla superficie del cartoncino. Non solo, Invercote Touch conserva anche tutte le altre p roprietà che distinguono i prodotti Invercote, ovvero la resistenza, la rigidità ma anche la piegabilità e la sostenibilità elevata.

Coniuga così una giusta combinazione tra trasformazione e proprietà di stampa, è infatti un cartoncino multistrato, completamente privo di rivestimenti pigmentati e adattato per supportare le stampe non patinate; inoltre il punto di bianco elevato e stabile consente un’ottima riproduzione dei colori. Il nuovo cartoncino è indicato per packaging e applicazioni grafiche di ogni tipo. Inizialmente sarà disponibile in una versione da 330 g/m2.

Il nastro adesivo in carta per imballi smart e green

Un design nuovo e intelligente che ha permesso di studiare una soluzione con un apporto minimo di materiale. Nasce così, dalla ricerca di monta – produttore tedesco di nastri adesivi destinati all’imballaggio e ad applicazioni industriali – il nuovo nastro adesivo di carta Greenline.

Il supporto cartaceo di cui è dotato è robusto – anche se può essere strappato a mano – ed è stato realizzato in polpa sbiancata senza cloro (ECF), con una provenienza della materia prima garantita e sostenibile. Il nastro è rivestito con una specifica formula di collante in gomma naturale, che gli permette di essere particolarmente adesivo e di assicurare una tenuta duratura. A differenza deitradizionali nastri in pellicola, è privo di silicone e plastica sintetica, ed essendo costituito dello stesso materiale cellulosico delle scatole in cartone a cui viene applicato, può essere riciclato tranquillamente nella frazione carta della raccolta differenziata. È dotato, inoltre, di una nuova struttura superficiale che è più liscia rispetto ai comuni nastri e consente un processo di produzione più efficiente.

Il nastro Greenline è indicato per sigillare sia scatole di cartone, da leggere a mediamente pesanti, sia buste postali, buste, sacchetti e cartoni. È in grado di resistere a temperature fino a 60 °C per brevi periodi e ha una buona resistenza anche alle intemperie e all’umidità.

Naturalmente può essere stampato e consente di ottenere risultati di stampa nitidi, anche con l’utilizzo di inchiostri a base acqua. Il nuovo nastro è disponibile in due diversi colori: monta 852 che è dotato di supporto in carta bianco puro e adesivo bianco, ideale come mezzo pubblicitario in quanto consente ottimi risultati di stampa; e monta 843 in carta marrone e adesivo trasparente che ha invece un aspetto più naturale.

Packaging multistrato e sostenibile

Due categorie e cinque diverse carte per la nuova gamma SUN prodotta da Burgo e realizzata interamente presso la cartiera del gruppo a Sora, in provincia di Frosinone. Lo stabilimento laziale le può produrre grazie a unimportante investimento tecnologico effettuato dal gruppo sulla macchina continua numero 2 (PM2) che, conl’installazione di una nuova cassa d’afflusso a triplo strato, ha permesso alla cartiera di iniziare a produrre cartoncino multistrato.

Le due categorie a cui appartengono i cartoncini della gamma SUN sono FBB – folding box board – e FSB – food service board. Tutti i cartoncini della gamma SUN sono caratterizzati dal fatto di avere uno spessore elevato che conferisce loro anche una maggiore rigidità, elementi ideali per le applicazioni delle carte della gamma.

La prima categoria riguarda carte progettate per applicazioni grafiche e packaging di alta qualità. I cartoncini FBB sono patinati con una struttura a triplo strato di fibre vergini bianchite, con Ctmp (pasta chemitermomeccanica)nello strato centrale, che conferisce un elevato spessore e una maggiore rigidità, e doppia patinatura sul lato frontale. Ne fanno parte le carte SUN TOP (GC1) e SUN Strong (GC2).

SUN TOP, disponibile in grammature comprese fra i 230 e i 350 g/m2, è un cartoncino con una doppia patinatura sul lato frontale e una leggera patinatura monostrato sul lato retro. Mentre SUN Strong presenta una doppia patinatura sul lato frontale con un lato retro naturale non patinato e il suo range di grammature è compreso fra i 230 e i 325 g/m2.

La proposta FSB riguarda, invece, una gamma di cartoncini con struttura a triplo strato di fibre vergini bianchite con una miscela di Ctmp e cellulosa. Comprende carte ideali per la produzione di bicchieri, vaschette, coppette e vasetti progettati per il contatto con gli alimenti e le bevande. In questa categoria rientrano SUN CUP, SUN Tray e SUN ICE. SUN CUP è un cartoncino naturale dalla struttura a triplo strato di fibre vergini bianchite, con una miscela di Ctmp e cellulosa nello strato centrale, ed è pensato per la produzione di bicchieri per bevande calde e fredde. SUN Tray ha le stesse caratteristiche strutturali di SUN CUP ed è un cartoncino naturale studiato per la realizzazione di vassoi per contatto alimentare. SUN ICE, infine, è un cartoncino patinato con la struttura dei precedenti a cui aggiunge una doppia patinatura sul lato frontale; ed è ideale per la produzione di coppette per gelati e bevande fredde.

Convegno Giflex, “Con il flessibile si può!”

La cultura d’impresa è tradizione, lavoro, innovazione: nel 2024 il prestigioso riconoscimento, promosso da Confindustria, è stato assegnato a Torino Capitale della cultura d’impresa.  Per questo Giflex ha scelto il capoluogo piemontese quale sede ideale per il suo convegno d’autunno dal titolo “Con il Flessibile si può!”.

Con l’obiettivo di rappresentare e valorizzare, con un approccio storico e prospettico, il Made in Italy, le nostre eccellenze produttive e il legame con il territorio, Torino diventa fulcro e racconto di quel patrimonio di conoscenze, creatività e visione di chi sa “fare impresa”.

Riconoscendosi in questi valori Giflex invita il prossimo 25 ottobre, la filiera del packaging flessibile per una giornata di approfondimento presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali Torino.

L’agenda dei lavori si articolerà su quattro macroaree: andamento economico-congiunturale, storie di successo e applicazioni vincenti del flessibile, LCA vs PPWR, Agenda 2030 e SDG (Sustainable Development Goals).

Dalle parole di Alberto Palaveri, Presidente di Giflex, lo spirito che animerà l’evento di ottobre: “Poche parole, molti fatti! A Torino, racconteremo come la nostra strategia per la sostenibilità stia prendendo sempre più forma attraverso azioni concrete. La conformità al PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation è ancora in una fase preliminare in attesa degli atti delegati, ma l’imballaggio flessibile è già un alleato della riduzione dell’immesso al consumo: con il nuovo Regolamento gli Stati devono immettere meno packaging in peso sul mercato e noi siamo la risposta.

Inoltre, le caratteristiche del flessibile sono sempre più apprezzate dai nostri interlocutori come soluzione per ridurre sprechi ed emissioni. Ora per noi è fondamentale continuare a raccontare e valorizzare la forza delle soluzioni offerte dal nostro prodotto nei tavoli di lavoro istituzionali e coinvolgendo brand owner e retail per definire insieme la visione del futuro.

Come settore puntiamo sempre di più sull’innovazione e sullo sviluppo di soluzioni smart, quali ad esempio il refill, e sull’uso sostenibile delle risorse, partendo da misurazione scientifiche come le linee guida LCA messe a punto da Giflex”, conclude il Presidente di Giflex.

Colorcopy, la stampa di grande formato per applicazioni grafiche

Colorcopy si distingue per l’offerta di soluzioni innovative e tecnologie all’avanguardia, supportando i clienti in ogni fase del progetto e garantendo risultati eccezionali e duraturi. Che si tratti di grafiche murali, banner, wrapping veicolare o stampe su materiali rigidi, le soluzioni di stampa digitale di grande formato di Colorcopy sono sinonimo di qualità e affidabilità. Grazie a un ampio assortimento di macchine e tecnologie, Colorcopy è in grado di soddisfare le esigenze più diverse del mercato della stampa, offrendo soluzioni personalizzate e all’avanguardia.

Soluzioni Colorcopy

Roland VersaOBJECT CO-300/640i:  perfette per chi cerca versatilità e qualità. Offrono risultati sorprendenti in tempi rapidi grazie alla stampa diretta e all’asciugatura istantanea. Sono ideali per stampare su un’ampia gamma di oggetti e superfici, con la possibilità di creare effetti speciali lucidi e opachi. Queste stampanti sono progettate per garantire la massima precisione e qualità, rendendole perfette per applicazioni industriali e grafiche di alto livello.

Roland TrueVIS LG Series:  offrono la massima tecnologia di stampa e taglio UV professionale. Con un’interfaccia intuitiva, testine di stampa sfalsate per maggiore produttività e inchiostri ECO-UV5 di alta qualità, queste macchine sono ideali per produzioni di stampa e taglio di qualsiasi dimensione. La serie LG raggiunge una velocità di stampa fino a 30 m2/h con una risoluzione massima di 1200 DPI, garantendo risultati eccellenti per una vasta gamma di applicazioni grafiche.

Roland VersaOBJECT MG Series:  utilizzano la tecnologia di stampa UV di alta qualità, rendendole perfette per la stampa e il taglio professionale. Offrono massima versatilità su vari supporti, garantendo risultati eccellenti per qualsiasi tipo di tiratura. Queste macchine sono dotate di un’interfaccia utente intuitiva e di tecnologie avanzate per garantire la precisione e la qualità delle stampe.

Roland TrueVIS AP-640:  ridefinisce la stampa in resina con un’elevata resa dei colori su un’ampia gamma di materiali. Questa macchina è ideale per applicazioni sia indoor che outdoor, garantendo durabilità e colori brillanti. La tecnologia di stampa in resina è particolarmente adatta per ambienti sensibili come scuole, ospedali, musei, ristoranti e uffici pubblici, grazie all’assenza di sostanze volatili e odori tipici degli inchiostri tradizionali.

Da Guandong la “Guida Pratica agli Allestimenti per il Mondo Nautico”

Il settore nautico è un fiore all’occhiello del Made in Italy, apprezzato per l’artigianalità, il valore tecnico e la raffinatezza dei materiali e delle finiture. Ogni imbarcazione deve garantire un equilibrio tra estetica e funzionalità, sicurezza e affidabilità. A tal fine è fondamentale la predisposizione di allestimenti e comunicazioni a bordo, che devono essere immediate ma soprattutto tecnicamente studiate per affrontare le sfide del mare.

Per rispondere a queste esigenze, Guandong,  ha messo a punto l’innovativa “Guida Pratica agli Allestimenti per il Mondo Nautico”: uno strumento che raccoglie idee, suggerimenti e informazioni tecniche rivolte a stampatori, allestitori, architetti e designer alla ricerca delle soluzioni più performanti per applicazioni indoor, outdoor destinate proprio la mondo della nautica. Le soluzioni proposte da Guandong coniugano funzionalità e design, con un’attenzione particolare anche alla tutela ambientale, grazie all’uso di materiali riciclabili e riciclati, senza compromessi su qualità estetiche e prestazioni tecniche.

Sostenibilità dunque, ma anche resistenza, sicurezza e delicatezza sono le parole d’ordine della nuova linea di supporti che Guandong dedica al settore nautico. Proprio la resistenza è fondamentale per gli allestimenti delle imbarcazioni, che richiedono materiali capaci di sopportare forti sollecitazioni meccaniche. Le soluzioni Magnetico & Ferro di Guandong sono perfette per fissare saldamente oggetti e accessori, evitando movimenti indesiderati durante la navigazione.

Altrettanto cruciale, in mare, è il tema della sicurezza. Un’esigenza a cui Guandong risponde proponendo materiali antiscivolo che migliorano l’aderenza delle superfici, riducendo il rischio di cadute anche in condizioni di mare mosso. Mak Floor, ad esempio, è un supporto ad altissima tenuta ideale per personalizzare le pavimentazioni esterne, aumentando la sicurezza e creando un wayfinding a prova di onde.

Le imbarcazioni, specie quelle di lusso, richiedono applicazioni non aggressive che proteggano le superfici pregiate. I materiali nano-tecnologici di Guandong, privi di colla e facili da applicare e rimuovere, preservano anche le finiture più delicate senza compromessi estetici. Come ReVita Tack Puro, il tessuto riposizionabile creato dal riciclo di bottigliette in PET, perfetto per pavimenti indoor ultra delicati come teak nautico, parquet e marmi. Altrettanto sicura sulle superfici è Wally, la speciale pellicola nano-tecnologica in poliestere pensata per decorare pareti, porte, vetri e superfici lisce senza lasciare residui grazie alle sue 4.368.000 nano-ventose che permettono di applicare la grafica senza l’uso di colla. Removibile e riposizionabile, Wally è realizzata al 100% in PET riciclabile.

Per gli allestimenti di oblò e vetri, Guandong propone One Way Vision Pet, una pellicola traforata priva di colla che oscura la vista dall’esterno senza compromettere la visione dall’interno, certificata PVC free e glue free.

La “Guida Pratica agli Allestimenti per il Mondo Nautico” è la terza monografia tematica ideata da Guandong, che si affianca alla “Guida Pratica per gli Allestimenti Temporanei” e alla “Guida Pratica agli Allestimenti Sciistici”.