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Vi siete mai chiesti dove vadano a finire le schede elettorali?

Chi non si è mai fermato almeno una volta a pensare alla quantità di carta utilizzata durante un’elezione? E che fine fa dopo lo spoglio? Il referendum del 4 dicembre non è stato da meno.

Il modello di voto italiano, stabilito dalla Carta Costituzionale all’articolo 48 prevede che il voto sia personale e segreto. E sono proprio questi due principi ad avvalorare un sistema di voto affidato ancora alle schede elettorali cartacee che garantiscono tale riservatezza, senza però gravare sull’ambiente. L’Istituto Poligrafico dello Stato richiede, infatti, l’utilizzo di schede elettorali in carta copiativa riciclabile della grammatura di 90 grammi al metro quadrato. La regola impone, inoltre, che a ogni consultazione elettorale il numero di schede elettorali stampate equivalga a quello del corpo elettorale rilevato 45 giorni prima del voto a cui va aggiunto un 30% di schede in più come scorta (10% per le singole sezioni elettorali, 10% da consegnare ai Comuni, 10% da conservare presso le prefetture). Sulla base del corpo elettorale individuato dal Ministero degli interni (più di 50 milioni di elettori*), sono state quindi oltre 65 milioni le schede elettorali stampate per la votazione di domenica 4 dicembre.

«L’enorme quantità di carta utilizzata durante elezioni e referendum è comunque recuperabile – commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco – anche se i tempi di avvio al riciclo sono piuttosto lunghi. Per legge le schede elettorali stampate tornano in cartiera dopo cinque anni dalla consultazione. Solo oggi, possiamo riciclare quelle utilizzate nel referendum abrogativo del giugno 2011».

Nel caso del referendum del 2011, si tratta di oltre 210 milioni di schede elettorali, pari a 4 schede per ciascun elettore, su un corpo elettorale di oltre 50 millioni di italiani*.
Nel 2021, invece, potremo veder tornare a nuova vita le schede elettorali stampate per il tanto atteso referendum del 4 dicembre.
*fonte archivio storico delle elezioni – Ministero degli Interni

Quale futuro per l’Italia del dopo Brexit? Ecco le previsioni Confindustria

Dopo la clamorosa Brexit, che rimarrà a lungo una fonte di insicurezza, e il fallito tentativo di formare un governo in Spagna, l’autunno 2016 è stato (e continuerà a essere) denso di appuntamenti che costituiscono altrettante incognite: il referendum xenofobo ungherese, la ripetizione delle presidenziali in Austria, l’elezione del futuro inquilino della Casa Bianca negli Stati Uniti e il referendum in Italia sulla nuova Costituzione e il nuovo Governo appena formato. Non bisogna dimenticare che anche nel 2017 ci saranno altri passaggi cruciali: le presidenziali in Francia e le elezioni politiche in Germania e nei Paesi Bassi. In questo quadro così composito si inseriscono altri fattori che complicano ulteriormente le analisi e le previsioni sull’andamento dell’economia mondiale. Ci troviamo dinanzi infatti a un vistoso invecchiamento demografico, a minori guadagni di produttività generati dalle attuali innovazioni, alla dispersione di capitale umano a causa dell’alta disoccupazione, a un ridotto tasso di accumulazione del capitale, al rallentamento fisiologico della Cina e, non ultimo, a uno strisciante protezionismo.

Nel contesto di accresciuta turbolenza globale l’economia italiana presenta una debolezza superiore all’atteso.

La risalita del Pil si è arrestata già nella scorsa primavera e gli ultimi indicatori congiunturali non puntano a un suo rapido riavvio, piuttosto confermano il profilo piatto. Secondo il Centro Studi di Confindustria che ha incorporato i dati più recenti in nuove previsioni, la crescita indicata per il 2017, sebbene già del tutto insoddisfacente, non è per nulla scontata. Secondo il CSC il Pil italiano aumenterà quest’anno dello 0,7%, contro lo 0,8 inizialmente stimato, e dello 0,5% nel 2017, tornando a livelli di poco superiori ai valori del 2000. Si può parlare, a ragione, di oltre un quindicennio perduto per l’economia italiana. Una perdita che risulta ancora più grave se si raffronta tale deludente andamento con quello delle altre economie europee considerate, i cui livelli di Pil saranno l’anno prossimo saliti rispetto a quelli di inizio millennio di oltre il 20% (il 30% in Spagna). In effetti l’Italia ha confermato nella recente fase di recupero (iniziata nel 2015) la scarsa capacità di crescita già evidenziata prima della crisi: Germania, Francia e Spagna, infatti, allora erano cresciute molto di più, sono arretrate meno durante la Grande recessione e hanno recuperato più velocemente i livelli persi di Pil. Il gap di crescita, addirittura, si è ampliato dal 2007 in poi e le previsioni per quest’anno e il prossimo non lasciano intravedere una sua riduzione. Neanche nel medio periodo l’evoluzione si presenta migliore: l’Italia, infatti, ha visto ridursi non solo il livello ma anche la dinamica del Pil potenziale. Ciò rende ancora più urgente e necessario varare misure in grado di riportare la produzione italiana su ritmi di crescita più robusti, così da ridurre e possibilmente chiudere il differenziale rispetto alle altre principali economie europee.

Il traballante sistema Italia

Il dettaglio settoriale per l’Italia indica un marcato peggioramento nel manifatturiero. L’indice PMI manifatturiero, in area di espansione da febbraio 2015, segnala infatti nel periodo agostano il secondo netto calo mensile; si consolida, invece, l’espansione dell’attività nei servizi: l’indice PMI terziario è salito per il terzo mese consecutivo trainato dai nuovi ordini.

Nello scenario del Centro Studi la domanda finale interna (al netto delle scorte) farà da motore alla crescita nel biennio di previsione, contribuendo quest’anno per l’1% e il prossimo per lo 0,5%; l’apporto della domanda estera netta, invece, sarà negativo di due decimi nel 2016 e nullo nel 2017. Il CSC prevede inoltre che gli investimenti, ovvero la componente più ciclica della domanda interna, quest’anno aumentino dell’1,8%, in accelerazione dal +0,8% nel 2015, e nel 2017 dell’1,3%. Il principale sostegno proverrà dalla spesa in macchinari e mezzi di trasporto; anche quella in costruzioni è prevista in crescita dopo otto anni consecutivi di arretramento. Il più basso costo del credito e gli incentivi fiscali per l’acquisto di macchinari potrebbero infine contribuire a sostenere i piani di investimento delle imprese nei prossimi trimestri. Il basso grado di utilizzo degli impianti, la redditività intorno ai minimi e l’incertezza, politica e non, tendono invece a far rinviare i piani delle imprese.

Il Customer Experience Centre di Ricoh ha ottenuto la certificazione ISO per la qualità nella gestione del colore

Il Customer Experience Centre di Ricoh a Telford (Regno Unito) ha ottenuto la certificazione Bpif ISO12647-2 (questo schema di certificazione sviluppato da Bpif è l’unico a essere accreditato Ukas) relativa al colour quality management. Sono state testate per verificare la conformità le soluzioni Ricoh Pro™ VC60000 (nella foto) e Ricoh Pro™ C7100SX.

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Ricoh è il primo produttore di soluzioni di stampa digitali a essere accreditato Ukas (United Kingdom Accreditation Service) secondo lo standard internazionale. Nel Regno Unito sono solo nove le aziende accreditate. Il Customer Experience Centre di Ricoh a Telford (Regno Unito) mostra le innovazioni hardware e software di Ricoh nell’ambito della stampa di produzione. I visitatori possono confrontarsi con i professionisti Ricoh per capire in che modo aggiungere valore al business e migliorare l’efficienza delle attività.

Ricoh Pro™ VC60000, soluzione di stampa inkjet a colori a modulo continuo, e Ricoh Pro™ C7100SX, soluzione di stampa a colori a foglio singolo, sono state testate per verificare la conformità. Tutti gli output prodotti hanno soddisfatto i requisiti.

Jon Stack, Colour Certification Manager e Lead Auditor dell’ente di certificazione indipendente Print Media Certification, commenta: «Lo standard Bpif ISO12647-2 dà ai clienti la certezza della qualità reale del colore. Siamo rimasti molto colpiti dalla qualità e dalla consistenza del colore in tutte le stampe prodotte».

Graham Moore, Business Development Director, Production Printing Business Group di Ricoh Europe, aggiunge: «La certificazione dimostra come per gli stampatori sia possibile trasferire i bassi volumi di stampa dall’offset al digitale. Inoltre, mette in evidenza le nostre competenze e capacità nel colour management, mostrando come le soluzioni Ricoh possano lavorare in ambienti conformi alle certificazioni ISO colour quality management».

SMG entra nel progetto di espansione della rete distributiva di Inca Digital

Inca Digital ha nominato distributore esclusivo per l’Italia per il modello Inca SpyderX il dealer più significativo in Italia per il mercato delle arti Grafiche: SMG SPA.

Inca Digital nel processo di espansione per la sua rete di globale di distributori prevista per il 2016, ha inserito SMG Spa come ultima Società selezionata per questo importante ruolo che già comprende AT Design in Russia, Digital HiRes in Spagna, Perfect Colours in UK e Schneidler Grafiska in Svezia.

SMG è una società operante da oramai più di 20 anni nel settore della distribuzione e vendita di materiali destinati alle arti grafiche e settori affini, alcuni dei marchi più conosciuti distribuito sono i seguenti: Fuji, Kodak, Toyo Ink, Contitech, Roland, Xerox, Presmax. L’azienda ha una presenza territoriale capillare e distribuisce i prodotti dai suoi siti di distribuzione a Verona e Udine e attraverso SMG Italia Srl.

Giovanni Pellicioli, CEO di SMG, unitamente a Claudio Gozzi, il Presidente dichiarano: «Siamo molto lieti di essere partner di Inca Digital per la vendita di Inca SpyderX in Italia. Da sempre il nostro obiettivo è quello di fornire alla nostra clientela una visione e una progettazione del futuro attraverso l’offerta di soluzioni innovative, questo modello di attrezzatura si integra e completa al meglio la gamma delle nostre proposte. Inca ha un’eccellente reputazione per qualità e affidabilità e il modello Spyderex è una macchina Roll-Fed potente, flessibile e anche conveniente, che garantisce agli utilizzatori una vasta gamma di produzione POS e di alta qualità.»

La SpyderX si basa sul concetto base e di successo della gamma Spyder 320 come base di progettazione ad altissima prestazione fino all’innovativa serie OnsetX lanciata lo scorso anno. Le caratteristiche tecniche sono la presenza di 6 colori base più bianco, gli inchiostri a marchio Inca, le dimensioni di 3,2 metri di larghezza Flat-Bad e la possibilità di disporre di roll-fed per la gestione di supporti rigidi e flessibili, che permette la produzione ad alta velocità (230 m2/h).

Il futuro di Pixartprinting è all’insegna della continuità e dell’internazionalizzazione

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Da sinistra Paolo Roatta, Alessandro Tenderini e Alessio Piazzetta.

Il cambio ai vertici di Pixartprinting, che ha visto la nomina di Paolo Roatta a direwttore generale e Alessio Piazzetta nel ruolo di Plant Manager, si conferma all’insegna della continuità nella strategia che ha permesso al W2P veneziano di affermare negli anni la propria leadership.

«Negli ultimi anni abbiamo registrato una crescita continua a doppia cifra con tassi di profitto elevati – afferma Alessandro Tenderini, CEO di Pixartprinting fino allo scorso 31 ottobre – i nuovi manager del CdA sono stati scelti per garantire una coerenza con il percorso storico e con il DNA di una realtà unica nel suo genere, introducendo al contempo nuove idee e competenze che arrivano da esperienze in altri settori».

La ricetta del successo di Pixartprinting si basa su intuizioni strategiche e operative che le hanno permesso di reinventarsi continuamente, come racconta Paolo Roatta: «Il cuore dell’azienda è composto da due parti: la produzione & tecnologia che si fonde perfettamente con il marketing & sales, i cui battiti sono sincronizzati per dare vita a nuove soluzioni in grado di anticipare le richieste del mercato».

Innovazione di prodotto

La sinergia perfetta tra realtà produttiva e marketing è la leva competitiva su cui si fonda il modello di business di Pixartprinting. L’innovazione di prodotto, ottenuta grazie all’implementazione continua della produzione, è al centro di questa strategia e permette di aggiungere continuamente nuove linee di ricavo che alimentano il percorso di crescita. Realizzare prodotti personalizzati in quantitativi sempre più ridotti a prezzi paragonabili a quelli delle alte tirature, permette di intercettare una domanda che prima non esisteva e di raggiungere clienti che non immaginavano di poter accedere a questo tipo di offerta.

«La capacità di creare nuovi mercati ci dà la libertà di determinare i prezzi e di ottenere marginalità interessanti che possono essere reinvestite al fine di consolidare i trend di crescita che registriamo da tempo – dice Roatta – considerando che sul lato della domanda la conversione da tradizionale a digitale è avvenuta solo in minima parte e i volumi di stampa che copriamo rappresentano qualche punto percentuale rispetto al 100% del mercato globale, ci troviamo di fronte a un Blue Ocean, ovvero a un potenziale enorme da sviluppare nel prossimo futuro. Per muoversi in questa direzione intendiamo continuare a lavorare sul prodotto, sincronizzando le nuove proposte con strategie di marketing sempre più evolute».

Espansione internazionale

L’imprinting dell’azienda consiste nel mantenere l’attenzione sul cliente, soprattutto in un mercato sempre più affollato. Se nel 2000 Pixartprinting è stata pioniera di un cambiamento epocale, proponendosi per prima in Italia come Web-to-print puro, oggi lo scenario è molto cambiato e ci sono numerose realtà che operano online. Per mettere in campo un modello di gestione del business che consolidi l’espansione internazionale è necessario giocare una partita diversa. Questo è l’obiettivo del nuovo management, come spiega Paolo Roatta: «Intendiamo espandere il nostro modello vincente non solo in Italia e nei Paesi in cui siamo già leader come Spagna e Portogallo, o ai primi posti come in Francia, ma anche nel resto d’Europa e oltre, puntando su mercati con grandi potenzialità». Questa prospettiva di sviluppo fa leva sul reparto produttivo di cui la tecnologia costituisce la spina dorsale, oggi sotto la regia di Alessio Piazzetta.

Innovazione tecnologica

L’innovazione tecnologica in Pixartprinting è animata da uno spirito diffuso in azienda a tutti i livelli orientato alla continua ricerca di qualcosa di nuovo. Quando si intravedono opportunità per accrescere la competitività, c’è una fortissima spinta a implementare nuove soluzioni, analizzando tutte le proposte presenti sul mercato e molto spesso reingegnerizzando tecnologie standard per adattarle alle esigenze specifiche. È noto che i sistemi che costituiscono il parco macchine aziendale non hanno più di tre anni di vita, proprio grazie al continuo rinnovamento.

«Di recente, per esempio, abbiamo deciso di dotare l’installato offset di sistemi con tecnologia UV Led per l’essicazione degli inchiostri – conferma Piazzetta – stiamo inoltre approfondendo le nostre competenze nel taglio laser e in altre tecnologie innovative proprio per adottare soluzioni che ci permettano di anticipare i tempi ed essere sempre più competitivi».

Partnership strategiche

«Una grande eredità che intendiamo consolidare è l’eccezionale capacità di Pixartprinting di strutturare il business costruendo partnership strategiche con i fornitori – sottolinea Piazzetta – capacità questa, che fa leva sull’innovazione tecnologica e si basa sull’abilità di individuare soluzioni efficaci innescando una reciproca scommessa sul futuro, sia con produttori di macchinari sia di materie prime». Un’esperienza riconosciuta a livello globale da Cimpress, tanto che lo stabilimento di Quarto d’Altino, che occupa una superficie di 27.000 m2, è considerato Pilot Plant del Gruppo, ovvero la sede dove implementare e introdurre nuove tecnologie e processi da sviluppare e portare a maturazione per poterli esportare in altri siti produttivi del network.

Marketing evoluto

Nella realtà dai due cuori anche il marketing, analogamente ai reparti produttivo e finanziario, si alimenta di tecnologia, innovazione e passione. «Il fatto che un’azienda produttiva italiana come la nostra possa vantare al proprio interno un reparto marketing che a oggi conta 40 addetti rappresenta un’anomalia positiva che si traduce in un vantaggio competitivo importante – spiega Andrea Pizzola, direttore vendite e marketing. «Perseguiamo una strategia di marketing olistico con la creazione di strumenti e contenuti estremamente evoluti e fortemente orientati al Web, finalizzati a targettizzare i nostri clienti e tutta la base utenti che entra in contatto con noi».

Il Gruppo Cimpress

«Fare parte di un network globale come Cimpress ci offre l’opportunità di beneficiare delle economie di scala di una realtà più ampia, che si traducono in vantaggi per i nostri clienti» racconta Piazzetta. Un vantaggio è certamente la possibilità, da parte delle aziende che ne fanno parte, di mettere reciprocamente a disposizione tecnologie implementate nei rispettivi siti produttivi dislocati in tutto il mondo e know-how acquisito dai diversi team, dando vita a uno scambio proficuo di competenze. Creare un’infrastruttura condivisa a livello globale è una premessa che consente al nuovo management di Pixartprinting di affrontare il futuro con prospettive proiettate verso opportunità di crescita sempre più ampie.

Benny Landa imprenditore del decennio

Title: Benny Land_KK53 Subtitle: Benny Landa - Chairman & CEO of Landa Corp Client: Landa Corp Location: At the Landa Corp Building – 3 Pekeris St. Park Tamar – Rehovot 76123 - Israel Created: Thursday 09.080.2012 E-mail: benny.landa@landa-corp.com Tel/Fax: 972-77-344-4448

Title: Benny Land_KK53 Subtitle: Benny Landa  - Chairman & CEO of Landa Corp Client: Landa Corp Location: At the Landa Corp Building – 3 Pekeris St. Park Tamar – Rehovot 76123 - Israel  Created: Thursday 09.080.2012 E-mail: benny.landa@landa-corp.com    Tel/Fax: 972-77-344-4448

Benny Landa è stato premiato come imprenditore del decennio da Globes, quotidiano economico israeliano. Le ragioni del riconoscimento sono facili da rintracciare e sono contenute nella storia umana e imprenditoriale di questa figura, tra le più note nel settore della stampa mondiale. Landa ha inventato il processo di stampa digitale Indigo utilizzando una tecnologia toner liquido, che ha lanciato a Ipex nel 1993 e poi venduto ad Hp per 830 milioni di dollari solo otto anni più tardi. L’imprenditore ha rivelato che al tempo pose come condizioni di vendita che Hp non spostasse la produzione in Cina, ma rimanesse in Israele, dove tale produzione oggi rappresenta un notevole 0,5% del Pil della nazione. Oggi la sua società, Landa Digital Printing, sta cercando di mettere a punto una tecnologia di stampa a getto d’inchiostro altrettanto radicale con la nonografia. Landa prevede di spedire le prime macchine nonografiche l’anno prossimo, raggiungendo un livello di scala tale da coprire almeno l’1% del Pil. La stampa nanografica è stato mostrata per la prima volta in occasione di drupa quattro anni fa e attualmente il suo sviluppo non è ancora terminato. Tuttavia all’ultima drupa Landa ha annunciato al pubblico che il beta testing si terrà a breve. Del resto, durante la fiera di Düsseldorf Landa Digital Printing ha firmato un enorme numero di ordini, tra cui offerte di alto profilo con giganti dell’industria come Cimpress e Quad/Graphics. Se Landa riuscisse a finalizzare gli sforzi della sua ricerca, la nonografia potrebbe diventare la più importante tecnologia di stampa, dal momento che promette la qualità dell’offset, ma senza lastre o tempi di avviamento.

Landa è anche uno dei maggiori investitori in tecnologia di Israele: una fetta consistente del suo patrimonio di 830 milioni di dollari è stato accantonato per iniezioni in start up tecnologiche israeliane. Del resto l’imprenditore sostiene che la sua leva motivazionale non è mai stata il danaro, ma piuttosto il desiderio di creare opportunità di produzione e di occupazione sostenibile nel suo Paese. E a questo proposito si dice amareggiato che l’attuale generazione di imprenditori israeliani sia più individualista e interessata al solo proprio business.

Per un’idea più completa su Benny Landa, vi rimandiamo alla lunga intervista apparsa su Globes, Israel business news il 29 settembre scorso.

SME Instrument: ecco quali PMI raccolgono oltre 57 milioni di euro di finanziamenti europei

 

Negli ultimi tre anni (2014-2016) le piccole e medie imprese (PMI) di Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Piemonte si sono aggiudicate il 70% degli 82 milioni di euro erogati all’Italia per ricerca e innovazione attraverso lo SME Instrumentlo strumento di finanziamento di Horizon 2020 per le PMI. Lo rileva un Rapporto di Aster, società della Regione Emilia-Romagna per l’innovazione e la ricerca industriale, presentato durante l’evento (organizzato da Aster, Enea, Confindustria ER nell’ambito delle attività dell’Enterprise Europe Network, la rete europea a sostegno delle PMI) L’Europa premia l’innovazione, cui hanno partecipato anche varie aziende beneficiarie dei finanziamenti UE.

«In Italia – spiega Paolo Bonaretti, direttore generale di Aster – abbiamo imprese in grado di fare buoni progetti innovativi e ottenere i finanziamenti per portarli avanti. Un dato sicuramente positivo sono le buone performance delle start up innovative, che rappresentano il 21% delle PMI beneficiarie dello SME Instrument, segno che il fenomeno start up è rappresentato da imprese con concrete capacità progettuali e in grado di affrontare le sfida del mercato e la competitività europea. Aster, attraverso lo sportello Apre, è in prima linea nell’offrire alle aziende del territorio servizi di orientamento e accompagnamento per accedere ai finanziamenti europei».

Le Regioni a confronto

Le regioni più attive per numero di progetti finanziati sono state, nell’ordine, la Lombardia, con 104 progetti (119 beneficiari), l’Emilia-Romagna con 63 progetti (67 beneficiari), il Lazio con 42 progetti (48 beneficiari), la Toscana con 23 progetti (24 beneficiari) e il Veneto con 18 progetti (18 beneficiari). Le regioni con meno progetti finanziati sono state l’Abruzzo (5), il Friuli Venezia Giulia, la Sicilia e la Sardegna (4). Ultima con 3 progetti la Valle d’Aosta. Secondo l’analisi realizzata da Aster, le piccole e medie imprese dell’Emilia-Romagna hanno raccolto il 12% delle somme erogate in Italia, cioè circa 10 milioni di euro.

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Milano, Roma e Bologna le prime tre province italiane. A livello provinciale Milano (59 beneficiari) conferma la sua leadership e Roma insegue (42) incalzata da Bologna (38) che ambisce a essere una delle capitali dell’innovazione. Tra le province di medie dimensioni si distingue Reggio Emilia, che con 13 soggetti beneficiari è al quinto posto dopo Torino (17). Pisa, prima provincia del Centro, ha 10 imprese beneficiarie ed è al settimo posto insieme a Monza Brianza. Al sesto posto troviamo Brescia (11) e al nono Bergamo e Varese, entrambe con 8 beneficiari. Cosenza, undicesima a livello nazionale, è la prima provincia del Sud per numero di soggetti che hanno beneficiato dei finanziamenti UE per ricerca e innovazione. Stessi numeri della provincia calabrese si registrano anche a Genova e Pavia.

«Horizon – spiega Alberto Di Minin, delegato nazionale del Miur-Comitato di programma PMI e Accesso alla finanza – si sta dimostrando un formidabile laboratorio di innovazione per le PMI. Le aziende italiane stanno contribuendo con generosità progettuale e stanno portando a casa contributi e riconoscimenti importanti. Nostro ruolo è quello di continuare a monitorare il lavoro della Commissione e suggerire la strada migliore da seguire, anche nei lavori di sviluppo dei prossimi programmi.»

A livello nazionale i temi di ricerca su cui le imprese partecipano di più sono trasporti (67), nanotecnologie (60) ed efficienza energetica (58). A livello regionale, le partecipazioni delle imprese della Lombardia riguardano il tema trasporti (28), nanotecnologie (24) ed eco-innovazione (17), un settore che è al centro anche di 14 partecipazioni in Emilia-Romagna. In questa regione sono numerosi anche gli interventi in nanotecnologie (21) e efficienza energetica. Le PMI laziali concentrano le loro partecipazioni sul tema trasporti ed efficienza energetica (9 per entrambi). In Veneto le imprese puntano sull’agroalimentare (5 partecipazioni) mentre in Toscana su efficienza energetica (5).

Italia Vs Europa

Nel triennio considerato i fondi complessivamente erogati dall’Europa per le piccole e medie imprese sono stati circa 800 milioni di euro, di cui il circa il 10% in Italia.

La Spagna primeggia sia per numero di progetti approvati (432) sia per numero di beneficiari (451). Al secondo posto l’Italia che con 326 progetti (e 378 beneficiari) supera l’Inghilterra (282 progetti, 298 beneficiari) e la Germania (157-171).

Nella classifica, i primi sei paesi europei (Spagna, Italia, UK, Germania, Francia e Olanda) si spartiscono il 67% dei fondi totali.

Sono italiane il 16% delle 2.369 PMI europee beneficiarie dei finanziamenti dello SME Instrument. Secondo l’analisi fatta da Aster, il 77% delle imprese beneficiarie in Europa ha ricevuto finanziamenti in Fase 1. A dividersi il piatto più ricco (Fase 2) dei finanziamenti sono stati 529 beneficiari, nel 19% dei casi imprese spagnole. Il 12% delle imprese che hanno ricevuto i finanziamenti della fase 2 dello SME instrument è inglese, l’11% italiano e solo il 7% tedesco.

L’ultimo numero 2016 di Italia Grafica è online!

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In questo mese troverete uno speciale offset dove…

  • Abbiamo fatto il punto del settore dopo drupa: ecco cosa pensano i quattro protagonisti del mercato.
  • Autonomous printing, cos’è e come funziona davvero, spiegatoci in un’interessante visita a Heidelberg Germania.
  • E poi l’uso della telecamera per evitare i difetti in produzione.

E poi ancora…

Etichette: le novità di Luxepack e la scelta tra stampa diretta sul contenitore ed etichette.

In una tavola rotonda con la filiera abbiamo indagato a che punto è la formazione in relazione con il mondo del lavoro.

Guarda il sommario! E sfoglia il numero!

 

InPrint Italy chiude in positivo la prima edizione e guarda al futuro

InPrint Industrial Print Show

Un totale di 2.900 visitatori ha potuto incontrare 118 espositori provenienti da 13 diversi Paesi a InPrint Italy, per scoprire le ultime e migliori innovazioni nei tre settori della stampa industriale: funzionale, decorativa e dell’imballaggio. Mentre il 69% dei visitatori era italiano, il 31% era internazionale, proveniente da 56 Paesi. Dopo l’Italia, i Paesi di maggior affluenza di visitatori sono stati Germania, Svizzera, Regno Unito, Francia e Spagna. Numerosi anche i visitatori da Paesi extraeuropei, quali USA, Cina, Russia, India, Giappone, Australia, Corea, Argentina e Sud Africa.

All’evento ha preso parte una percentuale ampia di visitatori che non aveva partecipato alla precedente edizione di InPrint, organizzata in Germania, permettendo così di raggiungere l’obiettivo di creare nuove opportunità di business e di espandere il settore della stampa industriale. I visitatori presenti erano alla ricerca di sistemi personalizzati e soluzioni tecnologiche per il settore manifatturiero e della stampa. Quasi il 65% dei partecipanti proveniva dall’industria della stampa industriale. Tra questi settori, i più rappresentati sono stati il digitale (33,7%), il getto d’inchiostro (24,2%) e quello serigrafico (19,8%). Il 26% arrivava dall’industria manifatturiera, principalmente dal settore tessile, plastica, elettronica, ingegneria meccanica e automotive. Infine, il 9% dei visitatori proveniva dal settore degli imballaggi.

Aziende leader in diversi settori industriali hanno visitato l’esposizione. Tra queste, Roland, Xerox, HP, OKI (settore macchine per la stampa); Panasonic, Olivetti, Philips, Siemens (elettronica); Daimler AG, Mercedes Benz, PSA Groupe, Reydel Automotive (automotive); Louis Vuitton, Fendi, Giorgio Armani (beni di lusso); D. Swarovski KG, Yoox, Luxottica, The Swatch Group e Pininfarina Extra (fashion e design). Inoltre hanno partecipato all’evento imprese di spicco di provenienza diversa, ma tutte alla ricerca di soluzioni alle loro specifiche esigenze: dal packaging (Adobe Systems, Kiko Milano) fino all’industria del cibo (A. Loacker, Lindt & Sprüngli) e alle più svariate applicazioni (Franco Cosimo Panini, Bormioli Luigi, Clementoni, Airbus, Kodak).

L’area di maggior interesse è stata la stampa decorativa, con il 32,7% dei visitatori, seguita da quella funzionale (31,5%), dal packaging (20,3%) e infine dalla stampa 3D/produzione additiva (15,2%). I prodotti e i servizi maggiormente ricercati sono stati i macchinari e i sistemi di stampa, le testine, i materiali e substrati.

L’obiettivo della fiera era di far incontrare gli inventori e i cosiddetti «early adopter», provenienti da tutto il mondo, all’interno della più importante esposizione del settore in Italia. A questo proposito, hanno ricevuto riscontri molto positivi dagli espositori, i quali hanno incontrato visitatori di altissimo calibro. Inoltre, le statistiche dell’evento rivelano profili elevati dei partecipanti, con ruoli che vanno dal Management Esecutivo (22,3%) alla Ricerca e Sviluppo (15,5%), dalla Pianificazione/Design (7,8%) agli Acquisti/Approvvigionamento/Buyer (6%).

Valore aggiunto per i partecipanti alla manifestazione è stato l’opportunità di creare connessioni tra i diversi segmenti che compongono il processo di stampa industriale. Sono così nate nuove collaborazioni e idee per nuove soluzioni, stimolate dalle richieste dei visitatori e dai seminari e convegni di InPrint Italy.

640 partecipanti hanno preso parte a un consistente programma di eventi.

Lo sguardo rivolto al futuro è stato una costante di questa prima edizione italiana, grazie anche al Grande Premio Innovazione, vinto da Alchemie Technology per la loro Digital Powder Printing. Heidelberg è stato riconosciuto Highly Commended, grazie al lancio di Omnifire 1000, macchina inkjet industriale «direct to shape», e per la prima volta gli organizzatori hanno presentato InPrint Founders Award in memoria di Paolo Capano, ex amministratore delegato di INX Digital Italia e figura ispiratrice nello sviluppo della tecnologia di stampa industriale. Il premio riconosce leadership, spirito imprenditoriale e collaborazione ed è stato assegnato a Cefla JetSet.

InPrint Italy ritorna nel 2018

È stata confermata la seconda edizione di InPrint Italy, che si terrà sempre al MiCo a novembre 2018. Un terzo dello spazio espositivo è già stato prenotato dai precedenti espositori; in particolare, da alcune delle compagnie leader del settore, quali Heidelberg, Fujifilm, Mimaki, Kyocera, Ricoh, Ceradrop, Gruppo Tecnoferrari e Sensient.

In attesa del prossimo appuntamento in Italia, FM Brooks, parte del gruppo Mack Brooks Exhibitions, ha già in programma altri eventi InPrint: dal 25 al 27 aprile 2017 a Orlando, negli USA, e dal 14 al 16 novembre 2017 a Monaco di Baviera, in Germania.

 

Cosa guiderà la cultura visiva nel prossimi 12 mesi, i dieci trend secondo depositphotos

A female chef drizzling balsamic vinegar on an open sandwich

Al giorno d’oggi, i trend della fotografia evolvono e cambiano velocemente. Nel 2016, secondo Deloitte, 2,5 trilioni di fotografie sono state condivise e salvate online, e il 90% di queste sono state scattate con uno smartphone.

Siamo parte di una cultura che documenta ogni giorno azioni, esperienze, ritratti e piccoli dettagli (spesso automaticamente e nel momento in cui accadono). Le nostre fotografie ricevono il loro minuto di fama nei feed delle notizie – per poi lasciare spazio ad altri post in cerca di attenzione.

Con le nuove fotocamere di iPhone e Google’s Pixel, si intuisce che il 2016 segnerà il passaggio finale della fotografia dallo smartphone.

Come cambieranno la tecnologia e i social media nel 2017?

Abbiamo analizzato i dati prodotti dall’algoritmo di ricerca di Depositphotos e collaborato con i migliori designer e fotografi del settore per scoprire quale sarà la richiesta di contenuti visivi. Ecco il risultato…

  1. Il ritorno degli anni Novanta

I marchi oggi puntano sui bambini degli anni ‘90, che diventano brand ambassador. La nostalgia per gli anni 90 rimarrà nei trend visivi della comunicazione: è un altro passo verso immagini più sincere, candide e vicine alla vita reale. Istantanee stile Polaroid e un audace stile colorato emergeranno tutti da questa tendenza. L’uso di filtri associati ai film anni ‘90 aggiungono un tocco personale a fotografie, offrendo un effetto storytelling che spesso manca alle foto digitali.

2. Emozioni e movimento

Siamo tutti un po’ fotografi, quindi la domanda di immagini originali, candide e autentiche continua a crescere. Consumatori altamente visual oriented non reagiscono allo stesso modo alle foto patinate con modelli in posa; vogliono emozioni, difetti, la grinta della vita e delle persone reali in azione. Fotografie che personalizzano una storia e catturano un momento (come una storia su Snapchat) continuano a essere pesantemente di tendenza, queste immagini hanno il potere di catturare l’attenzione e la fedeltà del consumatore. 

Noi creiamo i nostri contenuti in un modo specifico per Snapchat, in un modo diverso per Instagram e in tutt’altra maniera per Twitter. La natura di ciascuna piattaforma permette alla nostra creatività di attivarsi in vari modi per fare l’uso migliore e ottimale di ciascuno di essi. 

Samuel Carter Mensah, Designer per AKQA London/ NIKE

I fotografi documentano quello che una persona vede quando sta facendo le faccende quotidiane come preparare i bambini per la scuola, guidare per andare a lavoro, fare la spesa e scegliere il film da vedere. Noi desideriamo foto che documentino una routine quotidiana imperfetta, disordinata, frettolosa, immagini che si riferiscano a individui del mercato di massa. Lo stesso vale per le immagini di cibo, di oggetti e di interni. I social media continuano ad alimentare la domanda di contenuti di vita reale con stile editoriale nelle pubblicità e nei media. Su Depositphotos, le ricerche con la parola chiave «autentico» sono aumentate di quasi tre volte durante il 2016.

3. Un mondo sempre connesso

Abbiamo fiducia nei nostri dispositivi smart per la nostra salute e la nostra sicurezza, li usiamo per leggere notizie e condividere i momenti della nostra quotidianità attraverso i social media. Non abbiamo ancora raggiunto l’unicità e i contenuti non possono tenere il passo con i rapidi progressi tecnologici. Di conseguenza, il mercato continuerà a rappresentare AI e VR con immagini vaghe e disorientanti che non riflettono come sono e come funzionano queste tecnologie ma emulano idee, attività ed emozioni.

Cloe-up image of sportsman checking his pulse on smart watch
Cloe-up image of sportsman checking his pulse on smart watch

La domanda di immagini relative a «Internet of things» su Depositphotos è raddoppiata nel 2016, e continuerà a crescere.

4. [Ancora] stereotipi difficili

Nonostante molte iniziative sociali e campagne di brand famosi, notiamo ancora una mancanza di diversità quando si parla di fotografia commerciale. Una lotta contro gli stereotipi sociali pone la domanda per la comunicazione visiva sia in immagini di brand che di altre fonti d’informazione.

La fotografia realistica mette in mostra l’immagine del mondo in cui viviamo, con un accento sulla diversità attraverso le rappresentazioni di differenze etniche, sessuali, culturali, di orientamento sessuale e di apparenza. Immagini legate al non convenzionale, alle diverse personalità sui luoghi di lavoro, il tempo libero e le attività fisiche sono molto richieste nel micro stock e stanno costruendo un trend sui media.

A female chef drizzling balsamic vinegar on an open sandwich
A female chef drizzling balsamic vinegar on an open sandwich

Come può la fotografia di stock aiutare a combattere gli stereotipi di genere?

Per combattere le sfide con gli stereotipi nel mercato delle immagini, dobbiamo curare una collezione di fotografie che promuovano l’uguaglianza, ed eliminando le supposizioni relative ai ruoli e alle professioni. Nella nostra selezione di immagini, le donne sono rappresentate in ruoli di potere e in una più ampia scelta di professioni. La crescente domanda da parte di clienti e di autori di immagini femminili stanno aiutando a iniziare un nuovo movimento e una nuova tendenza.

5. Il dominio dei video

Potrebbe sembrare di dire l’ovvio, ma visto Facebook annuncia i video come sua priorità assoluta, non possiamo fare altro che parlarne. I contenuti video stanno esplodendo nei social media, sui siti aziendali e nella pubblicità. Secondo Syndacast, entro il 2017 i contenuti video occuperanno il 74% di tutto il traffico internet. Di base rimane la domanda di contenuti originali, di alta qualità, di video di stock autentici, che faranno da padroni nel futuro della comunicazione visiva.

360 gradi, 4K e video aerei sono alcuni dei trend più caldi di quest’anno, in seguito alle nuove attrezzature che permettono di girare in questi formati. Anche i GIFs sono popolari sui social media e nei feed di notizie e sono il formato perfetto per le anteprime.

6. Astrofotografia

Con le ultime dichiarazioni di Elon Musk e i successi del progetto della Nasa, la Luna, Marte e il resto del cosmo adesso sembrano più vicini che mai. Immagini di galassie e nebulose sono un trend nei social media e nella fotografia commerciale, illustrano le ultime scoperte e mostrano la bellezza dello spazio. Nella seconda metà del 2016, abbiamo visto un picco di interesse per le foto di stock dello «spazio», con un incremento delle richieste di ricerca del 56%. Le fotografie con stelle sono state trasformate in campioni di tessuto, sfondi e addirittura in colorazioni per capelli!

7. Natura morta brillante

Dallo scattare una foto del tuo pranzo, all’uso della foto di scarpe come metafora per la qualità di genere… la vita degli oggetti inanimati parla da sé. Le persone sono sempre alla ricerca di simboli e della giocosità impertinente dell’interpretazione visiva. A volte, la fotografia di un oggetto di tutti i giorni può raccontare una storia meglio dello scatto di un’azione. Attraverso l’uso di colori vividi e di contrasti, una foto accattivante di un oggetto rende del tutto l’idea; fotografie di gadget, cibo, accessori e utensili si trasformeranno in luminose immagini pop-art.

  1. Paesaggi minimalisti

La fotografia minimalista è stata di grande tendenza per un paio di anni, ha decorato blog famosi, immagini di brand.

Quest’anno sarà tutto dedicato ai paesaggi. Immagina i panorami dell’austera Scandinavia e gli scenari monocromatici di metà stagione. Questo è quello che è di tendenza adesso: natura deserta, modelli insoliti, la nebbia, la pioggia e la quiete del silenzio. Il segreto qui dovrebbe essere di lasciare pochi elementi nello scatto e rimuovere ogni altra distrazione, così come far padroneggiare il minimalismo attraverso la manipolazione del colore.

Beautiful view of the black Reynisfjara beach. Vik, South of Iceland
Beautiful view of the black Reynisfjara beach. Vik, South of Iceland

9. Fotografia con droni

I droni portano con sé la possibilità di giocare senza limiti con nuove angolazioni e illuminando oggetti ordinari in una prospettiva mai vista prima. Da impressionanti fotografie di paesaggi cittadini e coste mozza fiato, fino a nuovi angoli su architetture e viaggi.

10. Modelli semplici

I modelli minimalisti hanno un grande vantaggio, sono versatili e possono essere usati per un’ampio range di utilizzi. La domanda di immagini per sfondi è in crescita e può aiutare a comunicare un messaggio in un modo artistico e sono personalizzabili.

Come ogni altro elemento nei trend dei contenuti visivi, anche gli sfondi devono essere autentici, unici e audaci. C’è una richiesta di fotografie che catturano oggetti ordinari rivelando modelli di natura, design grafico o tessile. Dall’altro lato, c’è un’esigenza di modelli con linee semplici e colori forti che aiutino a creare interfacce pulite per smartphone e altri dispositivi.

11. Generazione Z

La prima generazione dell’era digitale cresce in un mondo multiculturale ed è pragmatica e lavoratrice. Questi ragazzi e teenager sono il target di innumerevoli campagne di marketing. 

Per me la tecnologia è il nuovo strumento di potere. Come qualsiasi altro strumento che abbiamo, può essere usato nel bene o nel male. Dobbiamo essere consapevoli che l’essere umano è la principale preoccupazione in questa evoluzione, e non essere sopraffatti dalle infinite possibilità che la tecnologia offre.

Xavier Bourdil, Art director & illustratore

12. DIY, ovvero Do it yourself

Ammiriamo imprenditori e artisti, adoriamo gli oggetti personalizzati e fatti a mano e i progetti coraggiosi. Mentre la produzione di massa e la cultura del consumismo dominano ancora il mondo, i piccoli business e la filosofia del Do-It-Yourself hanno vinto i cuori di milioni di consumatori.

La fotografia riflette questa tendenza, con immagini di proprietari di negozi, artisti al lavoro e nello svolgimento di hobby creativi. Le immagini che mostrano il processo della creazione Fai Da Te e l’esecuzione di piccole imprese sono molto richieste. Abbiamo notato che le richieste di ricerca per immagini di stock di «patchwork» sono aumentate del 98% e di «imprenditore» il 124% nel 2016.