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Graf Art Officine Grafiche Artistiche installa una seconda Heidelberg Speedmaster XL 106

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Graf Art Officine Grafiche Artistiche è una fra le più importanti e longeve industrie tipografiche piemontesi. L’azienda è specializzata nella stampa a foglio di medio formato. Dalla sua fondazione a oggi, ha vissuto uno sviluppo costante.
Dopo aver installato a luglio 2016 una Heidelberg Speedmaster XL 106 a 4 colori più vernice IR, Graf Art ha deciso di raddoppiare l’investimento e ha acquistato una seconda Heidelberg Speedmaster XL 106, questa volta in configurazione a 5 colori più vernice IR.
Grazie a questo nuovo investimento, l’azienda si garantisce un’eccellente flessibilità produttiva, che va ad aggiungersi alla velocità e reattività che le sono caratteristiche.
L’introduzione delle due Heidelberg Speedmaster XL 106 permetterà inoltre la profilazione online dell’intero sistema aziendale di gestione delle commesse di produzione. In questo modo ogni operatore lungo la catena di lavorazione avrà sotto controllo, in tempo reale, lo stato di progressione di ciascuno stampato. I dati raccolti verranno poi conservati ed elaborati per affinare strategie aziendali e commerciali.
Graf Art  prosegue con successo crescente il cammino di sviluppo intrapreso all’inizio del nuovo secolo grazie anche all’impulso dato dagli importanti risultati fatti segnare negli ultimi anni sui mercati esteri. Un momento di ulteriore, importante trasformazione per guardare al futuro con nuovo slancio in attesa di far fronte agli investimenti già pianificati per il 2017.
«Graf Art  è una azienda moderna, efficiente e orientata al mercato», commenta Mauro Antonini, Product Management Sheetfed Postpress Packaging di Heidelberg Italia. «Il doppio investimento appena compiuto conferma questa filosofia. Le due Speedmaster XL 106, ovvero quanto di più moderno può offrire Heidelberg, daranno a Graf Art la possibilità di sviluppare una capacità di stampa eccezionale sotto ogni punto di vista, pienamente armonizzata con il flusso di prestampa. Heidelberg Italia è orgogliosa di essere un partner di questa eccellente azienda.»

I test di Italia Grafica: iC3D di Creative Edge Software, il mock-up, da reale a virtuale

Uno dei settori che oggi riveste un importante ruolo è quello inerente la creazione di prototipi virtuali. Con alcuni software, partendo dalla grafica, è possibile «vestire» la confezione, di qualsiasi natura essa sia, creando così un mock-up virtuale su cui il committente può prendere facilmente e velocemente tutte le decisioni di modifica per poi arrivare alla definitiva approvazione. I vantaggi rispetto al classico flusso che prevede la realizzazione di un mock-up reale, stampato e allestito, sono subito evidenti: risparmi economici e di tempo, maggiore possibilità di generare molteplici versioni del packaging permettendo così ai reparti marketing una maggiore flessibilità nella scelta della versione più consona.

L’adozione di questi programmi può avvenire in diverse realtà tra cui l’agenzia, lo stampatore di packaging, i grandi brand che hanno all’interno il reparto grafico.

Esempio di pack con applicato un effetto oro e una texture di sfondo. C’è un effetto 3D sui grafismi e anche un effetto riflesso. Con i comandi presenti nella finestra si può girare il pack per vederlo da tutte le angolazioni. Gli effetti di luce e di ombra sono offerte dal programma, l’operatore non deve costruire nulla ma intervenire sui parametri per arrivare all’effetto desiderato. Con le nuove release del programma si possono aggiungere dei punti luce per ottenere degli effetti combinati.
Esempio di pack con applicato un effetto oro e una texture di sfondo. C’è un effetto 3D sui grafismi e anche un effetto riflesso. Con i comandi presenti nella finestra si può girare il pack per vederlo da tutte le angolazioni. Gli effetti di luce e di ombra sono offerte dal programma, l’operatore non deve costruire nulla ma intervenire sui parametri per arrivare all’effetto desiderato. Con le nuove release del programma si possono aggiungere dei punti luce per ottenere degli effetti combinati.

IC3D è una soluzione, a nostro avviso, molto interessante, che era presente anche a drupa presso lo stand di Creative Edge Software: è un’azienda relativamente giovane ma gli sviluppatori vantano una grande esperienza nel settore grafico e questo dà garanzie di continuità. La crescente importanza del packaging ha ampliato le richieste del mercato rendendo preziose soluzioni relativamente semplici e dal costo contenuto. La presenza di librerie di materiali, l’apertura verso i più diffusi formati di file per la grafica, il servizio nel cloud per la condivisione di mock-up e la capacità di funzionare su computer Mac e Windows senza onerosissime configurazione hardware fa di IC3D una soluzione da valutare per tutte le realtà, dalle agenzie ai service, che vogliono offrire servizi legati al mondo del packaging.

Noi di Italia Grafica abbiamo scelto di andare a intervistare un’azienda grafica che di recente si è dotata di uno di questi software per sentire l’opinione di un utilizzatore. Ecco il parere di Antonio Mombelli, tecnico di Actualtype e principale utilizzatore di IC3D, e di Maurizio Villa, il cotitolare.

«Questo tipo di servizio è molto apprezzato dai nostri clienti ma, indubbiamente, ha dei costi per cui il ricorso al mock-up virtuale, tramite il render 3D, è sempre stato una valida alternativa che abbiamo cercato di soddisfare con vari programmi. Quando abbiamo assistito alla demo di IC3D abbiamo percepito subito tre caratteristiche uniche: le notevoli potenzialità per quanto riguarda la realizzazione di mock-up virtuali 3D, il prezzo veramente accessibile e, da ultimo, la completezza del software che integra tutte le funzioni necessarie già nella configurazione base. Poiché già conoscevamo altri programmi per fare queste lavorazioni è stato facile fare confronti su diversi aspetti. Ci ha molto impressionato la relativa semplicità di utilizzo e la presenza di librerie di materiali e modelli 3D in dotazione standard al programma. Vedendo i tipi di lavorazione che si potevano realizzare, tra cui l’ambientazione nel punto vendita, abbiamo pensato che IC3D fosse la soluzione ideale per ampliare i servizi che già offrivamo ai clienti» spiega Antonio Mombelli.

IG: Pur essendo semplice all’uso, i software di mock-up presentano alcune difficoltà. È per questo importante poter contare su un’assistenza tecnica adeguata e sufficiente sollecita nelle risposte. Cosa ci può dire rispetto a questo punto?

«L’assistenza che ci viene fornita dal distributore di IC3D è adeguata e anche la disponibilità a rispondere ai nostri quesiti e ai nostri desiderata ci ha sempre soddisfatto. Inoltre sono a disposizione su Web molti video di autoistruzione che, pur essendo in inglese, sono di facile comprensione.»

IG: Una caratteristica importante che già avevamo avuto modo di vedere a drupa 2016 è la ricchezza di librerie di oggetti da cui l’operatore può scegliere quella necessaria a realizzare il mock-up. Nel caso la forma desiderata non sia già presente nelle librerie il programma consente di creare nuovi oggetti. Come giudicate questa funzione?

«È stata una delle ragioni per cui abbiamo deciso di acquistare il software. Con pochi passaggi direi intuitivi anche per chi non è un grande esperto di prodotti 3D, si può arrivare all’obiettivo desiderato. L’oggetto creato viene poi vestito con la grafica e nel caso di sleeve il programma ha già incorporato al proprio interno il modulo di gestione della distorsione grafica. I passaggi di modellazione del 3D e distorsione della grafica sono integrati e, in seguito, si possono applicare altri effetti come l’oro, la trasparenza e il metallizzato operando sempre su un unico file.»

Configurazione del software

Il programma è disponibile anche in Italiano e funziona in ambiente Mac e Pc.
È consigliato un Mac Pro di ultima generazione mentre per l’ambiente Windows è necessario avere un PC con scheda video professionale con almeno 2 Giga di RAM.
Il programma funziona con tutti i sistemi operativi più recenti sia su Mac che su PC.
Per tutti i computer la RAM consigliata è di 8 Giga.
Il software è disponibile in più versioni:
-IC3D: comprende il modulo di rendering, la libreria di modelli predefiniti, il modellatore 3D per costruire modelli di nuovi oggetti;
-IC3D carton fold: è un sottoinsieme di IC3D e lavora su tutto quanto è costruito in cartone. Può importare qualsiasi tracciato fustella;
-IC3D automate: è un IC3D concepito per essere pilotato a linea di comandi per operare in modo automatico su alcuni progetti che prevedono la generazione di più variantature dello stesso soggetto. Ad esempio dopo avere creato un modello posso creare il render di più soggetti andando ad associare ripetutamente etichette differenti. Questo lavoro può essere realizzato in automatico mediante l’impostazione di una serie di parametri.
Con qualsiasi versione del software viene fornito un anno di abbonamento a Opsis cloud share che mette a disposizione un’area cloud dove caricare fino a 100 rendering.
Il software a livello europeo è distribuito da FourPees; in Italia la formazione e assistenza è seguita da 4tablet.
I prezzi sono:
IC3D: €11.700 compreso il primo anno di manutenzione.
IC3D carton fold: €3.149 compreso il primo anno di manutenzione.
Il passaggio dal disegno tecnico al rendering 3D è gestito da IC3D che applica i parametri rilevati dalla libreria dei materiali.
Il passaggio dal disegno tecnico al rendering 3D è gestito da IC3D che applica i parametri rilevati dalla libreria dei materiali.

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Giflex continua la sua lotta allo spreco alimentare

Lo spreco alimentare ha numeri impressionanti. Secondo i dati Fao – l’Organizzazione delle nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura – nel mondo un alimento su tre viene regolarmente sprecato, e ogni anno finisce per essere gettato nella spazzatura senza essere consumato il 30% del pesce, il 20% della carne, il 45% di frutta e verdura e il 30% dei cereali. Dati già di per sé preoccupanti che allarmano ancor di più se si analizza l’impatto ambientale che ne deriva e che ogni anno, a livello mondiale, equivale a 250mila miliardi di litri di acqua, 1,4 miliardi di ettari di terreno e 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra emessi.

Spesso a decretare le sorti di questi prodotti incidono considerazioni meramente economiche, in sostanza il cibo perde la propria natura non tanto di alimento quanto di merce, non è più considerato come tale e, per questo, viene scartato.

Ma perché si butta tanto cibo? Quali siano le cause prova a spiegarlo Luca Falasconi, ricercatore di Economia ed estimo rurale dell’Università di Bologna, intervenuto sul tema durante il 31° Congresso d’autunno di Giflex, tenutosi a Bologna il 20 e 21 ottobre.

In primo luogo vi è una perdita della percezione che le persone hanno del valore del cibo, accompagnata a una straordinaria abbondanza e a un’estrema facilità di reperimento. Ma non solo, occorre anche considerare l’assenza di consapevolezza sulle sorti di quegli alimenti che per qualche ragione, indipendente dalla loro qualità o validità, non sono scelti dal consumatore e che non ci si rende conto finiranno inevitabilmente nel cassonetto dei rifiuti. Senza dimenticare quella che Falasconi indica come la “sindrome della buona madre” ovvero la tendenza a comprare ben più del necessario, si stima che ognuno di noi acquisti in media il 30% di cibo in più di quanto in realtà gli occorra.

A causa di questi comportamenti è stato calcolato che ogni anno il 20% del cibo prodotto in Europa viene buttato via, soprattutto a livello domestico, da dove proviene il 50% di quello spreco che, solo in Italia, si traduce in ben 8 miliardi di euro.

Il ruolo dell’imballaggio, in particolare di quello flessibile, diventa assolutamente di primo piano, in quanto è uno degli strumenti più efficaci per ridurre questi numeri. Ha la funzione importantissima di proteggere l’alimento nel suo percorso lungo tutta la filiera e di preservarne le proprietà nutrizionali. Attraverso la riduzione dello spreco si ottengono poi vantaggi secondari, come la riduzione delle risorse utilizzate per produrre il cibo, in primis l’energia; a questo proposito si pensi che il packaging richiede solo il 10% dell’energia necessaria lungo tutta la filiera che dal coltivatore porta le derrate alimentari sulle nostre tavole.

Ci si scontra però con un’informazione a volte distorta e con una serie di pregiudizi che il settore si sta impegnando a scardinare. Per tali ragioni le aziende di Giflex sono attive su più fronti. Innanzitutto, spiega Alberto Palaveri, coordinatore del neonato Comitato sostenibilità, nel continuare a progettare nuovi imballi, che utilizzino poco materiale – già ora in media gli imballaggi flessibili corrispondono al 17% circa del peso totale degli imballaggi delle merci, c’è stata infatti una progressiva riduzione del materiale utilizzato – nel sostenere il riciclo del packaging e il recupero delle altre risorse annesse, come l’energia, e nel lavorare affinché si effettui un corretto smaltimento grazie alla raccolta differenziata.

Il consumatore, dal proprio canto, dichiara che è propenso a spendere di più per avere un imballaggio che sia capace di ridurre lo spreco di cibo e quindi dei propri costi. Dunque occorre  informarlo correttamente e usare lo stesso packaging per fornirgli tutte le indicazioni necessarie a una migliore gestione del cibo e al corretto recupero dell’imballaggio, che è una risorsa anche dopo la sua vita utile.

Su questo tema, sempre caldo, Giflex ha premiato una scuola di Merate (LC) che ha prodotto, per il concorso Youpack, un bel video, che pubblicheremo prossimamente.

La multinazionale spagnola Saica continua a crescere con l’acquisizione del Gruppo irlandese Americk Packaging

Questa operazione, che raddoppia il fatturato della Divisione Saicaflex in Europa, avrà un impatto positivo sulla già acquisita azienda italiana Centroplast.

La multinazionale spagnola Saica ha raggiunto un accordo per acquisire il 100% del Gruppo irlandese Americk Packaging, specializzato in prodotti per l’imballaggio flessibile, etichette e imballaggi di cartoncino teso. Con questo nuovo traguardo raggiunto Saica fa un passo avanti nella diversificazione e nella crescita, continuando ad ampliarsi nel mercato, in modo da offrire una sempre più vasta gamma di servizi e prodotti.

Il Gruppo Americk Packaging, con sei stabilimenti tra il Regno Unito e l’Irlanda, 691 dipendenti e un fatturato 2015 pari a 128 milioni di euro, acquisisce attraverso questa operazione anche i marchi globali PP e Starfish Brand Solutions, presenti in modo indipendente nello stesso mercato.

«Questa operazione permette a Saica di entrare con vigore nel mercato dell’imballaggio flessibile nel Regno Unito e in Irlanda come attore di primo piano. Abbiamo siglato l’accordo nell’ottica di un investimento a lungo termine, vedendo il potenziale di sviluppo di questo settore», ha detto il presidente di Saica, Ramón Alejandro.

Per Saica, l’intermediazione finanziaria è stata condotta da Catalyst, con la consulenza legale di Squire Patton Boggs nel Regno Unito e, in Irlanda, di William Fry. L’audit è di EY. Da parte di Americk Packaging, invece, la consulenza finanziaria è stata effettuata da IBI Corporate Finance, la parte legale affidata a Whitney Moore in Irlanda e a Geldards LLP nel Regno Unito, mentre il supporto alle vendite è stato eseguito da PwC Dublino.

Questo accordo è soggetto all’approvazione dell’Agenzia della Concorrenza e della Tutela dei Consumatori in Irlanda.

Il packaging è più performante con le nanoparticelle

di Elisa Brunelli

I materiali che contengono nanoparticelle si stanno diffondendo sempre più rapidamente nel settore del packaging. Monitorare la sicurezza relativa all’impiego di questi materiali non è semplice, soprattutto a causa delle dimensioni nanometriche delle particelle che li costituiscono e che possono in qualche caso passare dalla confezione al prodotto.

Attualmente sono attivi diversi programmi di ricerca per sviluppare metodi di valutazione del rischio e soprattutto per rilevare la presenza di nanoparticelle in diverse matrici cosmetiche, ma anche alimentari. In modo da poter fornire gli strumenti più adeguati per garantire la sicurezza dei prodotti che vengono a contatto con questi materiali di nuova generazione.

I materiali a base di nanoparticelle, conosciuti anche come materiali nanocompositi, hanno trovato un certo consenso nel settore del packaging grazie alle loro notevoli performance tecniche. Di materiali nanocompositi ne esistono una grande varietà, essi differiscono l’uno dall’altro in base alla matrice, ossia la componente presente in maggiore quantità, e in base alla natura delle nanoparticelle. La matrice è generalmente un polimero sintetico o un materiale naturale come la cellulosa, l’addizione di particelle di così piccole dimensioni (si parla infatti di diametro nell’ordine di 100 nanometri o meno) dove 1 nanometro è pari a 1 miliardesimo di metro, può cambiare in maniera significativa le sue proprietà. Le nanoparticelle possono migliorare diverse caratteristiche dei polimeri e di conseguenza dell’imballaggio: resistenza meccanica, resistenza termica nella plastica, inoltre, possono conferire olio o idrorepellenza ai materiali cellulosici. Questo poiché i materiali nanocomposti uniscono le caratteristiche tecniche della matrice con quelle proprie del materiale che costituisce le nanoparticelle. Così per esempio alla cellulosa potranno essere conferita alcune proprietà tipiche dei metalli senza snaturare il materiale stesso. Nelle plastiche le nanoparticelle possono migliorare le proprietà di barriera ai gas, in particolare all’ossigeno e al vapor acqueo, caratteristiche strategiche per esempio per gli imballaggi cosmetici che devono proteggere al meglio principi attivi e ingredienti delle formulazioni. Le nanoparticelle possono essere addizionate a diversi tipi di matrici plastiche come il PE o il PET. Le proprietà e le caratteristiche tecniche del materiale per il packaging ovviamente variano a seconda della matrice e delle caratteristiche delle nanoparticelle impiegate. Con le nanoparticelle è possibile inoltre creare dei coating che possono essere applicati al materiale da imballaggio incrementandone le proprietà, senza di fatto modificare il materiale stesso. Inoltre, sono impiegate anche nei processi di stampa, basti pensare agli inchiostri di nuova generazione, così come per le decorazioni.

Nanomateriali: chimica e struttura

I nanomateriali sono tecnicamente dei materiale compositi, ossia materiali in cui sono presenti due o più fasi distinte che hanno funzioni differenti e contribuiscono tutte alla prestazione globale del materiale finale. Le fasi sono chimicamente diverse e separate da un’interfaccia ben distinta.

Tipicamente una fase costituisce il legante (la matrice: un polimero nel caso dei compositi polimerici), mentre l’altra – o le altre – gli additivi, con ruolo di rinforzo meccanico o funzionale.

Un nanocomposito polimerico e un composito in cui un elemento all’interno del polimero ha almeno una dimensione nell’ordine dei nanometri (1-100 nm). Le nanoparticelle fino a ora utilizzate per migliorare le prestazioni dei materiali sono di natura metallica (come il nano-argento, nano titanio, ma anche nanoargille particelle ceramiche, carbon black). Nell’ordine dei nanometri per migliorare le performance tecniche sono stati impiegati anche nanotubi e nanofibre di carbonio, nanocristalli e nanofibre di cellulosa.

Il problema della sicurezza e delle nanoparicelle

I nanocompositi hanno dunque una diffusione su larga scala e la tendenza sembra in aumento, questo richiede una particolare attenzione alla sicurezza degli imballaggi a base di nanoparticelle, fossero solo presenti anche in dei semplici rivestimenti. Le informazioni sul comportamento di questi materiali non sono ancora del tutto note. Non vi è ancora un panorama chiaro sugli effetti che queste particelle possono avere sulla salute umana, e vi sono ancora poche informazioni sul comportamento delle nanoparticelle nel packaging, in particolare sui fenomeni di migrazione tra imballaggio e matrice. Per quanto riguarda l’aspetto sanitario delle nanoparticelle, al di là della loro provenienza, quindi indipendentemente dal fatto di essere presenti come ingredienti della formulazione o come migranti dall’imballaggio, lo Scenihr (Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks), il comitato europeo per la valutazione dei rischi per la salute umana ha ancora diversi dubbi circa la sicurezza per l’uomo e per l’ambiente dei nanomateriali. In base alle più recenti evidenze pubblicate in letteratura è difficile stabilire criteri generali per la valutazione della valutazione del rischio globale: ogni situazione necessita di un approccio caso per caso. Dal punto di vista della sicurezza per la salute mancano in letteratura dati sistematici, è però nota per alcuni tipi di nanoparticelle la capacità di penetrare attraverso le cellule, di generare radicali liberi, interferire con il DNA e con la sintesi proteica. Particolari sospetti destano i nanotubi in carbonio, per la somiglianza con le fibre di amianto; per le nanoparticelle persistenti si teme inoltre il bioaccumulo ai vertici della catena alimentare. Ma questa è un’altra storia.

 

Heidelberg: eletto Hundsdörfer nuovo Ceo e Ulrich Hermann membro del CdA

Rainer Hundsdörfer nuovo Ceo in sostituzione di Gerold Linzbach.
Rainer Hundsdörfer nuovo Ceo in sostituzione di Gerold Linzbach.
Rainer Hundsdörfer nuovo Ceo in sostituzione di Gerold Linzbach.
Rainer Hundsdörfer nuovo Ceo in sostituzione di Gerold Linzbach.

Il Consiglio di Sorveglianza di Heidelberg ha nominato Rainer Hundsdörfer nuovo Ceo in sostituzione di Gerold Linzbach che concluderà il suo mandato al vertice della società il 14 novembre. «Ringraziamo di cuore Gerold Linzbach per aver condotto la società verso il successo» dichiara Siegfried Jaschinski, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Heidelberg. «Siamo lieti di aver acquisito una personalità dalla forte leadership e con esperienza internazionale come Rainer Hundsdörfer, in grado di portare avanti il nostro nuovo orientamento. Hundsdörfer ha infatti molti anni di competenza specialistica in società tecnologiche di livello globale e ci aiuterà nel percorso di Heidelberg verso un futuro digitale». «Heidelberg» afferma lo stesso Hundsdörfer «si sta muovendo verso tecnologie e servizi fortemente focalizzati sul cliente in quello che è un contesto di mercato mutato. Ora abbiamo bisogno di ricorrere in maniera massiccia alle opportunità legate alla digitalizzazione per una crescita redditizia». Hundsdörfer, 59 anni, ha gestito diverse società e la sua più recente esperienza lavorativa è stata quella di Presidente del CdA dei principali produttori al mondo di ventilatori e motori EBM-Papst. Precedentemente è stato Presidente della Divisione Industrial e membro del CdA di Schaeffler. Dopo essersi laureato in Business Engineering, Hundsdörfer ha iniziato a lavorare alla Trumpf a Ditzingen, rivestendo vari ruoli manageriali all’estero; in seguito è stato nominato Ceo della Weinig, produttore di macchine e sistemi per la lavorazione del legno massello.

Nuovo anche l’assetto del Management Board

Proprio la grande attenzione rivolta alla digitalizzazione ha portato il Gruppo a nominare Ulrich Hermann come membro del consiglio di amministrazione. 49 anni, ingegnere con un dottorato in economia ed esperto nei processi di digitalizzazione, Hermann ha la professionalità più indicata per gestire la trasformazione digitale in casa Heidelberg. Hermann è stato in passato Ceo della Wolters Kluwer Germany, membro del CdA del Süddeutscher Verlag Hüthig Fachinformation e ha visto decollare la sua carriera nel gruppo Bertelsmann.

Ulrich Hermann neoeletto membro del consiglio di amministrazione.
Ulrich Hermann neoeletto membro del consiglio di amministrazione.

Di contro, dal Management Board è uscito, il 13 novembre scorso, Harald Weimer, responsabile dei servizi, mentre a Stephan Plenz è stato esteso il periodo di permanenza nel Consiglio di altri tre anni. Ecco dunque come è composto dal 14 novembre 2016 il Management Board di Heidelberg: Rainer Hundsdörfer, presidente del Consiglio, Dirk Kaliebe (50), Stephan Plenz (51) e Ulrich Hermann.

Nuovo CdA per Pixartprinting. Paolo Roatta managing director, Alessandro Tenderini lascia

“Dal 1° luglio scorso Paolo Roatta è operativo in azienda con il ruolo di Managing Director, affiancato da Alessio Piazzetta, che lo supporta in qualità di Plant Manager. Entrambi fanno parte del nuovo CdA – afferma Alessandro Tenderini, Ceo di Pixartprinting – L’ingresso di queste nuove figure professionali si inserisce contestualmente alla mia decisione di lasciare le cariche operative fino a oggi ricoperte all’interno di Pixartprinting. La scelta di intraprendere un nuovo percorso personale mi permetterà di aprirmi a prospettive diverse e di attingere nuova linfa per la mia vita futura”.
Tenderini ha iniziato la sua avventura in Pixartprinting nel 1998 a fianco del fondatore Matteo Rigamonti. All’epoca l’azienda in fase di start-up mostrava già la sua vocazione all’innovazione trasformando un service bureau per tipografie in un WebToPrint puro. Una sfida azzardata e ambiziosa, avviata applicando un modello di business inedito al mercato maturo della stampa. Tenderini ha proseguito la sua carriera accompagnando Pixartprinting in tutti i più importanti step di evoluzione: da realtà padronale a organizzazione manageriale con la cessione al fondo Alcedo, fino all’ingresso in Cimpress nel 2014. La sua leadership ha guidato l’azienda in un processo di continua crescita e innovazione, caratterizzandola anche per la capacità di interpretare e anticipare le esigenze dei clienti.
“Dopo 18 anni posso dire di aver accompagnato Pixartprinting fino alla maggiore età. Oggi l’azienda è una delle eccellenze di Cimpress, grazie al livello di innovazione tecnologica e organizzazione della produzione; inoltre è spesso punto di partenza per lo sviluppo di nuovi modelli per tutta la piattaforma di mass customization. Questa esperienza mi ha dato l’opportunità di una crescita professionale unica, permettendomi di ricoprire un ruolo di coordinamento worldwide nella ricerca e innovazione. – prosegue Tenderini – Oggi sono lieto di presentare Paolo Roatta come figura professionale di riferimento per questo importante passaggio di testimone. Forte di un’esperienza imprenditoriale e competenza alla guida di imprese con un approccio globale, Roatta garantirà continuità al percorso di crescita dell’azienda guidando Pixartprinting nel raggiungimento dei prossimi sfidanti obiettivi”.

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Paolo Roatta, nuovo managing director di Pixartprinting, Alessandro Tenderini, Ceo, e Alessio Piazzetta, plant manager

Con un background professionale sia corporate all’interno di multinazionali come Procter & Gamble e Bertelsmann, sia come imprenditore di start-up legate all’innovazione tecnologica, Paolo Roatta ha lavorato a Bruxelles, Londra, New York, Roma e Milano e ha conseguito un MBA ad Harvard. Le sue competenze spaziano dall’editoria all’entertainment, dal mobile all’e-commerce, fino alla creazione di un’azienda di servizi mobile basata su una piattaforma di vendita a distanza con milioni di utenti attivi. Questi skill permetteranno al nuovo Managing Director di Pixartprinting di proseguire negli ambiziosi obiettivi di crescita e di sviluppo nei mercati internazionali.

“È un onore accogliere questo incarico alla guida di una realtà del calibro di Pixartprinting che, coniugando creatività made in Italy a innovazione tecnologica, è riuscita ad affermarsi come player dominante oltre che in Italia, anche in Spagna, Portogallo e Francia. – dichiara Paolo Roatta, Managing Director Pixartprinting – Il mio contributo sarà focalizzato sul processo di internazionalizzazione dell’azienda con la messa a punto di nuovi prodotti orientati a incontrare la domanda dei nostri clienti in Europa e non solo”.

WordPress 4.6, sabato 19 novembre

Sabato 19 novembre 2016 dalle 9 alle 13 presso l’Istituto Pavoniano Artigianelli si terrà un corso base su WordPress 4.6. Il docente è Renato Gelforte, Responsabile dei progetti web presso l’agenzia di comunicazione Roger Srl, di cui è socio fondatore.

Rivolto a coloro che vogliono imparare a usare il più famoso CMS, il corso nasce a seguito delle richieste formulate nella precedente edizione del workshop “WordPress come iniziare” in cui sono stati affrontati argomenti relativi alle scelte dell’hosting, dei temi e dei plugin.
In questo corso verranno trattati l’inserimento dei contenuti (testo, immagini e video),le differenze tra pagine e articoli, l’utilizzo delle finestre e dei riquadri dell’editing di WordPress 4.6.
Ai partecipanti verrà fornito l’accesso a un sito di prova con vari livelli di operatività: redattore, editore, amministratore.
Si richiede di munirsi di pc portatile (iPad e tablet possono essere utilizzati ma sono sconsigliati), e si suggerisce l’uso di device in grado di collegarsi a Internet.
Verrà fornita la connettività ma è consigliato partecipare con risorse personali di accesso alla rete.
Programma:
Ore 9-10 – Pagine, Articoli e Menu
• Assegnazione UserId e Password per accesso al sito test
• Veloce ripasso precedente corso
• Pagine e Articoli, differenze e utilizzi
• Gerarchie: categorie, tag, menu
• Media e Contenuti testuali: come gestirli

Pausa caffè

11-13 – Editing, Seo, Esercitazioni pratiche
• Finestra di editing visuale e testuale, la Barra degli strumenti di editing
• I riquadri Pubblica, Formato, Categorie, Tag, Immagine in Evidenza: come usarli al meglio per ottenere una veste grafica e/o una gerarchia diversa per gli articoli
• Seo tramite Yoast
• Esercitazioni pratiche con accesso a un sito test o a siti personali

Partecipa all’evento, cliccando qui!

 

DuPont Advanced Printing introduce la lastra Cyrel Easy EPC per il cartone ondulato

dec_packaginggraphics_cyrel_photo_e-lightable_iphoneDuPont Advanced Printing (DuPont) ha annunciato il lancio di una nuova lastra della piattaforma DuPont™ Cyrel® Easy, DuPont™ Cyrel® Easy EPC: una lastra digitale morbida con il punto piatto incorporato, sviluppata appositamente per gli stampatori post-print di cartone ondulato.

«Siamo entusiasti di estendere il nostro portafoglio di lastre Cyrel Easy includendo la nuova EPC per service e stampatori di cartone ondulato. Con questa nuova lastra i clienti possono semplificare il loro flusso di lavoro e ottenere miglioramenti dei risultati di stampa, in particolare una riduzione delle barrature», ha dichiarato Bob Hannum, manager del segmento cartone ondulato – DuPont Advanced Printing – Nord America.

Questa lastra offre la massima qualità di riproduzione delle immagini, riducendo al minimo l’effetto barratura su una vasta gamma di cartoni ondulati. I principali benefici per gli stampatori di cartone ondulato includono:

  • Flusso di lavoro semplificato per una superiore ripetibilità
  • Trasferimento di inchiostro eccellente per un’alta uniformità di stampa
  • Alta risoluzione di esposizione per una migliore qualità di riproduzione
  • Tempi di avviamento ridotti in macchina da stampa per una maggiore produttività

«La lastra DuPont™ Cyrel Easy EPC si integra facilmente, semplificandolo, nel nostro attuale flusso di lavoro, fornendo nel contempo eccellenti prestazioni di stampa,» Jack Fulton, vice presidente, vendite, Printron.

Queste lastre, col punto piatto incorporato, semplificano il processo di prestampa, incrementando produttività e ripetibilità. Questo è parte di uno sforzo in corso da parte di DuPont per migliorare la qualità, la sostenibilità e la produttività nella stampa flessografica.

Consegnato il Premio OMI 2016: Libraccio Editore al secondo posto

Assocarta premia Giuseppe Giustacchini, Presidente di Ingros Carta Giustacchini.
Assocarta premia Giuseppe Giustacchini, Presidente di Ingros Carta Giustacchini.

All’Università di Verona,lo scorso 18 ottobre, è stato assegnato il Premio Omi per la miglior monografia d’impresa a F.lli Branca Distillerie, secondo posto a Libraccio Editore, terzo a Delicius Rizzoli.Menzioni speciali a Marsilio Editori, per la monografia Rubelli e Ingros Carta Giustacchini.

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La monografia d’impresa è lo strumento principe della comunicazione istituzionale e come tale si fa strada tra le aziende italiane in un momento, come l’attuale, nel quale è particolarmente importante stabilire un forte legame con il propri stakeholder.

Per Mario Magagnino, presidente dell’Osservatorio Monografie istituzionali d’impresa è questo il senso dei premi assegnati ai migliori racconti dell’imprenditoria italiana.

Primo premio a Fratelli Branca Distillerie con la monografia «Branca. Sulle ali dell’eccellenza», secondo premio a Libraccio Editore con l’opera «Quando i sogni cambiano le regole. Dalla militanza all’impresa», terzo posto infine per Delicius Rizzoli con il libro «Alice o Acciuga?».

Le cinque menzioni speciali sono andate a Ingros Carta Giustacchini per l’opera «Giustacchini, Famiglia e impresa in cinquecento anni di storia bresciana», due menzioni speciali a Marsilio Editori per «Rubelli una storia di seta a Venezia» infine, con una menzione speciale a testa, ancora Fratelli Branca Distillerie e Libraccio Editore.

«La monografia d’impresa», spiega Magagnino, «non è una semplice attività di advertising. Al contrario la sua essenza è quella di promuovere un’autoconsapevolezza dell’azienda. E uno sguardo all’indietro dei protagonisti per analizzare la missione originaria da cui lo stesso progetto imprenditoriale era scaturito e trovare nuovo slancio verso il futuro. »

 

 

Attorno alla monografia d’impresa ruota un mondo professionale produttivo molto articolato. Questa è la ragione che ha spinto Assocarta, Assografici e Aimsc (Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta) a patrocinare l’iniziativa di OMI, oltre al Dipartimento di Comunicazione dello Iusve (Istituto Universitario Salesiano Venezia), alla Camera di Commercio di Verona, al Ministero dello Sviluppo Economico, all’UPA (Utenti pubblicità Associati) e all’Università di Verona, che ospita, tra l’altro, la sede e l’archivio dell’Osservatorio.