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In attesa di drupa 2016… Frank Romano

L’anno scorso, più o meno di questi tempi, a Frank Romano è andato il riconoscimento Michael H. Bruno Award, il premio organizzato ogni anno dall’Associazione tecnica delle arti grafiche (Taga).
Professore emerito del Rochester Institute of Technology, Romano è noto nell’industria della stampa e nel mondo delle arti grafiche come uno dei più autorevoli interpreti dell’evoluzione tecnologica del settore, nonché come autore di migliaia di articoli sull’argomento.
È stato testimone diretto di 56 anni di storia dell’industria della stampa ed è autore di 56 pubblicazioni, tra cui l’Encyclopedia of Graphic Communications, considerata uno standard di riferimento per tutti. Romano è stato consulente per grandi aziende, editori, governi e per molti autorevoli clienti della stampa digitale e del publishing. Ha scritto la prima relazione sulla stampa on-demand digitale nel 1980 ed è stato il principale ricercatore della prestigiosa fondazione Electronic Document Scholarship Foundation (Edsf) con lo studio Printing in the Age of the Web & Beyond, pubblicato nel 2001. Romano vanta 20 anni di insegnamento a tempo pieno presso il Rit e altri 15 come professore a contratto per il Rit e per la Cal Poly (California Polytechnic State University). Attualmente ricopre l’incarico di presidente del Museo della Stampa a North Andover, nel Massachusetts.
Oltre a Frank Romano sono stati premiati da Taga anche Erwin Widmer, vicedirettore di Ugra, e Guy Gecht, Ceo di Efi. FrankRomano

Un anno fa abbiamo intervistato Frank Romano, che si espresse su drupa 2016… Ecco, a un anno di distanza, l’intervista, quanto mai attuale.

È in atto un processo evolutivo che porterà il settore della stampa a strutturarsi su un rinnovato assetto economico globale. Arricchito però da un numero crescente di business paralleli come la comunicazione cross-media, il marketing e la stampa di qualità. Parola di Frank Romano.

Frank Romano, professor emeritus al Rochester Institute of Technology, non è certo un personaggio qualsiasi. La sua esperienza nel settore delle arti grafiche e la sua conoscenza della storia industriale della stampa ne fanno un testimone prezioso di tutte le vicende tecnologiche di questo comparto negli ultimi cinquant’anni. Difficile raccogliere da lui osservazioni banali o atteggiamenti modaioli o di circostanza. Il suo impegno sulle «cose della stampa» è sempre costante e maturo, e a dimostrarlo ci sono i suoi documentatissimi articoli sulle maggiori riviste tecniche di settore. E, soprattutto, ci sono i numerosi attestati di stima in giro per il mondo, poiché Romano è puntualmente ospitato in tutti gli appuntamenti internazionali che contano. A lui abbiamo voluto domandare quali segnali il mondo della stampa stia trasmettendo oggi al mercato e, viceversa, quali siano i percorsi più probabili che l’industria grafica ed editoriale esplorerà nel prossimo futuro per essere più vicina alle esigenze dei clienti. Previsioni assai difficili da fare, anche per un guru navigato come Frank.

Che cosa si aspetta da drupa 2016?
«Mi aspetto una notevole quantità di innovazioni tecnologiche lanciate da imprese nuove e anche tradizionali. E mi aspetto che queste aziende occupino maggiore spazio rispetto agli abituali grandi espositori che abbiamo conosciuto in passato. Questo sarà la mia undicesima esposizione, è quindi da 44 anni che vado a drupa, e ho un’aspettativa molto alta rispetto all’osservazione di innovazioni originali e di soluzioni reali per gli stampatori».

Molte aziende stanno diventando sempre più imprese di comunicazione, con ricavi in crescita – quindi in controtendenza rispetto al comparto – proprio perché hanno sostituito parte della stampa tradizionale con nuovi servizi. Che cosa sta accadendo secondo lei?
«Questo succede perché il marketing è diventato multimediale mentre la stampa rappresenta oggi solo una porzione di programmi più ampi che includono i social media, i siti Web e le campagne via e-mail. Occorre però sottolineare una cosa importante: le aziende che offrono servizi di stampa sono oggi in grado di gestire i media elettronici molto meglio di quanto le compagnie di servizi di comunicazione elettronica sappiano fare con la carta stampata.
Quel che voglio dire è che i print service provider sono meglio attrezzati per fornire servizi completi di comunicazione multimediale. È vero che il volume di stampa complessivo potrà essere in calo, ma si tratta pur sempre di una parte ancora piuttosto rilevante dei programmi di marketing. Gli opuscoli pubblicitari, le brochure, il direct mailing e molti altri materiali stampati saranno ancora strumenti indispensabili per molte strategie promozionali e di vendita».

Non crede che ciò che è avvenuto nel settore della fotografia con l’avvento del digitale, cioè l’ingresso di una nuova tecnologia «dirompente», possa accadere oggi anche nel nostro settore con un nuovo e più energico perfezionamento del digitale?
«La stampa digitale ha cambiato il settore industriale pressoché a tutti i livelli, dalle piccole stampanti domestiche al grande formato a getto d’inchiostro. Ed è una rivoluzione che ha consentito ai servizi di stampa di essere presenti praticamente ovunque. Lo dimostra il fatto che quasi ogni abitazione privata e ogni impresa dispongono di una macchina da stampa digitale».

Ma, per andare al sodo, secondo lei la nanografia potrebbe rappresentare quel nuovo passaggio digitale veramente «disruptive» che tutti si attendono?
«Difficile dirlo. È vero che i sistemi di stampa Landa Nanographic utilizzano minor quantità di inchiostro e carta comune non trattata per realizzare stampati di alta qualità. Si tratta però di una variante del toner liquido che anche altri produttori stanno mettendo in pratica: sto parlando di Xeicon, di Canon-Océ e anche di Hp Latex. Tuttavia penso che toner secco, thermal inkjet, inchiostro a solvente e Uv inkjet saranno ancora tutti in piena concorrenza reciproca nei prossimi scenari di mercato». 

Il toner secco, come lo ha citato prima Romano.
Per Romano toner secco, thermal inkjet, inchiostro a solvente e UV inkjet saranno ancora tutti in piena concorrenza reciproca nel prossimo futuro.

Anche lei evidenzia però che c’è grande attenzione, in questo momento, verso le tecnologie dell’inchiostro e le loro formulazioni. Potrà mai esserci una tecnologia dominante?
«Credo che tutto l’inkjet, nel suo insieme, dominerà nel tempo. L’offset e il toner avranno ancora buoni mercati, ma la tecnologia a getto d’inchiostro presenta un numero maggiore di vantaggi. La Landa Nanographic, per fare l’esempio dell’ultima grande novità, è in realtà un toner liquido erogato da ugelli a getto d’inchiostro, ed è un esempio significativo dell’ingresso di nuovi approcci in questo settore. Si tratta di tecnologie ibride in grado di trasferire le sostanze coloranti sul supporto attraverso ugelli che spruzzano nuovi tipi di formulazioni. Penso che le aziende di stampa avranno quindi molte più alternative rispetto a oggi, forse più di quanto siano in grado di utilizzare».

I volumi di stampa si sono praticamente dimezzati rispetto a un decennio fa e sembra che sia in atto una vera e propria selezione della specie. Si ha la netta sensazione che i piccoli stampatori scompaiano per lasciare posto solo ai grandi gruppi. Lei che ne pensa?
«C’è da dire che oggi gran parte del volume prima gestito dai piccoli stampatori si è spostato verso i grandi operatori Web-to-print che possono realizzare il gang-run printing, cioè la stampa di più lavori su una stessa imposizione: per cui il biglietto da visita, l’invito, il volantino e altri prodotti di stampa vengono disposti organizzati su una stessa lastra. Ma è anche vero che esistono ancora i piccoli stampatori per coloro che non possono aspettare un giorno o che devono stampare lavori più complessi. I piccoli operatori servono i mercati molto locali. Ed è quindi difficile che scompaiano del tutto». 

Stampa di più lavori su una stessa imposizione.
Secondo Frank Romano oggi gran parte dei volumi prima gestiti dai piccoli stampatori si è spostato verso i grandi operatori Web-to-print che possono realizzare il gang-run printing, cioè la stampa di più lavori su una stessa imposizione.

Oggi c’è un’intersezione di alcuni fenomeni come la sovraccapacità produttiva, l’ingresso di nuove tecnologie prima inesistenti, la contrazione del mercato e il valore sempre minore degli stampati intesi ormai come una commodity. Esiste nella storia dell’economia manifatturiera un esempio che possa ricondurre a ciò che sta accadendo nel mondo della stampa?

«Ogni settore e in tutte le epoche ha sofferto di sovraccapacità. I settori delle ferrovie e delle imbarcazioni a vapore hanno alternato periodi di prosperità ad altri di difficoltà, ma poi queste industrie hanno trovato il loro livello ottimale e hanno cominciato a prosperare. L’industria della stampa è oggi probabilmente in una fase di corretto dimensionamento, vale a dire che sta trovando il suo livello ottimale di assetto sul mercato. Secondo alcune stime, entro il prossimo anno o in quello successivo si raggiungerà con buona probabilità il numero di stampatori e i volumi di stampa in grado di sostenere l’industria della stampa globale da qui alla fine del secolo».

E che ne pensa allora dei cambiamenti indotti dalle nuove tecnologie mobili sugli stili di vita della gente? Le nostre facoltà saranno certamente migliorate, ma la memoria? Come potremo ricordare le cose importanti senza l’uso di carta?
«Stiamo trasferendo i nostri ricordi dal nostro cervello alle nostre apparecchiature. Ovunque vado vedo gente utilizzare i propri dispositivi mobili per mostrare le immagini che sono state memorizzate sugli stessi. Ma solo la stampa permetterà a quelle fotografie di essere viste in futuro. Penso quindi che il business dei photobook sia già e diventerà sempre più un mercato in crescita».

Lei che gira il mondo costantemente può raccontarci quali sono le esperienze di stampa più interessanti che ha vissuto? Magari in Paesi emergenti come India, Asia Pacific o Cina, dove il costo del lavoro è bassissimo…
«L’incontro più interessante è stato finora per me quello avuto all’International Packaging and Printing Industry Exhibition di Ho Chi Minh City, dove mi sono confrontato con quasi l’intera industria della stampa del Vietnam, i cui rappresentanti si erano riuniti tutti in un’unica stanza nella stessa occasione. Un’esperienza davvero istruttiva.
Per il resto occorre dire che il costo del lavoro rappresenta un onere primario per tutte le aziende di stampa e, in conseguenza di ciò, i volumi si stanno spostando nelle aree del mondo che offrono la possibilità di pagare salari molto più bassi. Ma dal momento che gli standard di vita aumentano e migliorano un po’ dappertutto, come successe in Giappone e in Corea dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche in Cina e in molte altre ragioni dell’Asia è già da tempo in corso un incremento delle retribuzioni medie. E non appena l’automazione, e la robotica in particolare, verranno impiegate su larga scala, i volumi di stampa si sposteranno di nuovo nei loro Paesi d’origine».

TUTTI GLI «ACCENTI» DI DRUPA DAL 1972 AL 2012 SECONDO FRANK ROMANO
Questa è la sequenza delle diverse caratterizzazioni di Drupa nel corso degli anni secondo Frank Romano, che da ben 44 anni, cioè dal 1972, frequenta la fiera di Düsseldorf.
  • 1972 – Drupa delle piccole macchine da stampa commerciali
  • 1977 – Drupa della prestampa elettronica a colori
  • 1982 – Drupa della fotocomposizione
  • 1986 – Drupa delle pellicole completamente impaginate
  • 1990 – Drupa digitale
  • 1995 – Drupa della produttività migliorata (Ctp, macchine Di, stampa digitale a colori)
  • 2000 – Drupa dell’automazione di stampanti e flussi di lavoro
  • 2004 – Drupa del Jdf
  • 2008 – Drupa dell’inkjet
  • 2012 – Drupa dell’inkjet amplificato e della finitura in linea

Ghelfi Ondulati ha installato un sistema HP PageWide Web Press T400 Simplex per cartone ondulato

Installato presso lo stabilimento di Ghelfi Ondulati nel gennaio 2016, il sistema di stampa HP PageWide Web Press T400 Simplex è destinato alla stampa del cartone ondulato.
Installato presso lo stabilimento di Ghelfi Ondulati nel gennaio 2016, il sistema di stampa HP PageWide Web Press T400 Simplex è destinato alla stampa del cartone ondulato.
Installato presso lo stabilimento di Ghelfi Ondulati nel gennaio 2016, il sistema di stampa HP PageWide Web Press T400 Simplex è destinato alla stampa del cartone ondulato.
Installato presso lo stabilimento di Ghelfi Ondulati nel gennaio 2016, il sistema di stampa HP PageWide Web Press T400 Simplex è destinato alla stampa del cartone ondulato.

HP ha annunciato l’installazione del quarto sistema di stampa HP PageWide Web Press T400 Simplex a livello mondiale presso Ghelfi Ondulati, di Buglio in Monte (SO). Attiva nel settore del cartone ondulato, l’azienda ha scelto la tecnologia digitale di HP per adottare un nuovo approccio nella produzione di imballaggi in cartone ondulato, volto a valorizzare i plus forniti dal dato variabile.

Installato presso lo stabilimento di Ghelfi Ondulati nel gennaio 2016, il sistema di stampa HP PageWide Web Press T400 Simplex è destinato alla stampa del cartone ondulato. La nuova soluzione di HP offre alta produttività – fino a 183 metri lineari al minuto – e assicura una qualità di stampa elevata e brillantezza delle tinte, grazie al nuovo HP Priming Agent per la stampa full color con inchiostri HP A50 pigmentati base acqua.

«I primi risultati ottenuti sono notevoli: la stampa ci sorprende per qualità e ripetibilità», afferma Luca Simoncini, Responsabile Progetto Digitale. E aggiunge: «In questa fase iniziale dobbiamo sincronizzarci con la nostra produzione e con l’attuale mercato di riferimento. I vantaggi immediati sono già evidenti e riguardano l’ampia flessibilità nella gestione delle tirature e del dato variabile, oltre alla semplificazione del ciclo di produzione, laddove non è più necessario preparare gli impianti e i mock up. Si apriranno così le porte alla personalizzazione di massa anche nel nostro settore, che sposterà il terreno di confronto dal costo al valore della confezione, ovvero la sua capacità di stabilire una conversazione mirata con il singolo interlocutore. Uno degli obiettivi di breve termine è quello di differenziare i mercati di riferimento, aprendoci in particolare, a una collaborazione più stretta con i brand owner dell’agroalimentare italiano ai quali andremo a proporre prodotti innovativi. Tuttavia, è nel lungo termine che individuiamo le maggiori opportunità».

«Fra le tante, la nostra è una storia di fatica per trovare spazio in un contesto ove l’azienda-famiglia non è considerata un valore. Ci piacciono il nuovo e il diverso: nell’incontro con il digitale abbiamo visto l’opportunità di vivere un mondo che oggi ancora non c’è» afferma Maria Grazia Ghelfi.

Fondata nel 1952 da Giuseppe Ghelfi, Ghelfi Ondulati è specializzata nella produzione di imballaggi in cartone ondulato per il settore agroalimentare. L’azienda punta da sempre sull’aggiornamento continuo dei processi produttivi e sull’investimento nel parco macchine per offrire prodotti di qualità superiore. Un approccio che ha consentito a Ghelfi Ondulati di crescere, ampliare progressivamente l’attività e differenziarsi, in particolare nel comparto ortofrutticolo italiano. Attualmente, l’azienda genera un fatturato annuo di circa 70 milioni di euro e conta 130 dipendenti e una produzione di 65 milioni di metri quadrati all’anno. Attiva sull’intero territorio nazionale – attraverso un network capillare di 55 centri di montaggio – Ghelfi Ondulati è presente anche in alcuni mercati esteri.

Con l’ingresso della terza generazione ad affiancare la seconda alla guida dell’azienda, e a fronte dei cambiamenti in atto nell’industria dell’imballaggio, Ghelfi Ondulati sta mettendo in campo nuovi progetti per cavalcare il futuro. L’adozione del digitale è la grande sfida del presente e il sistema HP PageWide Web Press T400 Simplex lo strumento scelto per affrontare e vincere tale sfida.

«La volontà di fare le cose diversamente e la determinazione a indirizzare – e non solo seguire – il mercato sono una costante nella storia di Ghelfi Ondulati e derivano, in parte, dalla location dell’azienda, al di fuori delle rotte principali del business. Siamo riusciti a trasformare questo apparente fattore di svantaggio in un’opportunità, e in questa frase si riassume anche la filosofia dell’azienda», spiega Fabio Esposito, Direttore Generale di Ghelfi Ondulati. «La scelta di scommettere sul digitale si inserisce esattamente in tale contesto. Abbiamo osservato da vicino l’evoluzione di questa tecnologia e siamo convinti della sua portata rivoluzionaria: il digitale trasformerà il mercato del cartone ondulato e i suoi prodotti – portando valore e rendendoli più interattivi, anche grazie a un utilizzo mirato dei dati. Noi vogliamo essere tra i primi ad abbracciare e promuovere tale cambiamento».

 

Uno degli aspetti importanti di questo percorso, ha riguardato la scelta delle tecnologia, e non solo: «Non cercavamo semplicemente una macchina, al contrario eravamo alla ricerca di un modo di pensare», spiega Silvia Ghelfi. «Di HP ci sono piaciute “nel grande” la dimensione umana e la disponibilità nel condividere».

La gamma Pixartprinting si arricchisce con tessuti naturali personalizzabili

Pixartprinting_tessuti naturali_mix_300dpiTessuti naturali personalizzati con la propria grafica, fibre di alta qualità e colori durevoli, metrature desiderate e tempi di produzione rapidi. Pixartprinting amplia la gamma con otto nuovi tessuti naturali, ideali per realizzare applicazioni che donano un’identità distintiva all’abbigliamento, agli accessori e all’home decor. Per gli «addetti ai lavori» significa poter offrire un nuovo servizio e soddisfare le richieste di clienti che vogliono personalizzare stoffe con la propria grafica.

I protagonisti sono cotone e seta: filati accuratamente selezionati che donano morbidezza e consistenza alle stoffe. L’offerta spazia da texture 100% cotone (Mussola 60, Popeline 50/50 e Drill) a 100% seta (Habutai 8mm e Twill 14mm) per arrivare al misto cotone/seta (Habutai), disponibili in grammature diverse per la realizzazione di capi specifici. Stampati con colori reattivi in digitale, che consente di ottenere molteplici sfumature e metrature ridotte, sono sottoposti a finissaggio, un insieme di trattamenti di nobilitazione che ne migliorano l’aspetto, le proprietà e la tenuta del colore.

Con Pixartprinting è possibile personalizzare il tessuto scegliendo le dimensioni di stampa del proprio pattern (altezza massima di 5 m e base che varia a seconda del materiale scelto) e determinarne il tipo di ripetizione. Sono disponibili tre opzioni: semplice, con ripetizione in sequenza fino a riempire l’intera area di tessuto ordinato; sfalsata a righe, con ripetizione a righe sfalsate di mezzo passo in orizzontale e sfalsata a colonne, con ripetizione a colonne sfalsate di mezzo passo in verticale. La tecnologia del W2P veneziano permette anche di ordinare tutti i tessuti al metro, a partire dalla lunghezza minima pari a uno: il cliente è così libero sia di stampare un campione sia un’intera collezione. Sulla pagina dedicata si può selezionare il numero di metri lineari desiderati per avere un preventivo gratuito in tempo reale e scaricare il template già preimpostato con le dimensioni del pattern scelto. Bastano quindi pochi click per ordinare e ricevere, comodamente nel luogo che si desidera, stoffe decorative personalizzate che offrono la possibilità al cliente di rendere unici con qualità abiti e ambienti.

Ciascun materiale presenta una grammatura e peculiarità che lo rendono ideale alla realizzazione di specifici capi di abbigliamento e per la casa:
  • Leggerissima e a trama molto rada, la Mussola 60 (cotone 100% – 110 g/m2) è particolarmente adatta per la realizzazione di tendaggi, federe, lenzuola e per l’abbigliamento femminile come le camicette.
  • Il popeline 50/50 (cotone 100% – 150 g/m2) è un tessuto compatto e molto resistente, ma anche fresco e leggero. Tessuto principe per camicie maschili, è anche ideale per la confezione di abbigliamento e biancheria domestica.
  • Tradizionalmente impiegato per il kimono, l’Habutai è un tessuto leggero e scintillante nonostante la trama fitta. Particolarmente indicato per foulard, camicie femminili e lingerie, può essere utilizzato anche per tendaggi, paralumi e rivestimenti, donando un finish molto raffinato. E’ possibile scegliere tra due tipologie di composizione della stoffa: Habutai 8mm (100% seta – 54 g/m2) e Habutai (cotone/seta – 54 g/m2).
  • Il Twill 14mm (100% seta – 84 g/m2), impreziosito da una rigatura diagonale è la stoffa ideale per i foulards.
  • Una trama molto fitta caratterizza Drill, un tessuto 100% cotone adatto alla realizzazione di capi d’abbigliamento come magliette, giacche safari, camicie e abbigliamento sportivo. Disponibile nelle varianti: 500 g/m2, 360 g/me 324 g/m2. Le grammature più pesanti sono particolarmente indicate per uniformi e divise da lavoro e per tessili da cucina come grembiuli e tovaglie proteggendo chi lo indossa dalle fonti di calore.

Da GMG, i colori più affidabili per i professionisti del packaging

Il direttore generale, Ian Scott.
Il direttore generale, Ian Scott.
Il direttore generale, Ian Scott.
Il direttore generale, Ian Scott.

Sullo stand GMG, volutamente bianco, ci sarà il meno possibile per non distrarre dai messaggi essenziali. «Conosciamo di colore», afferma il Direttore Generale Ian Scott, «non è solo una parola d’ordine. È la nostra promessa di fornire risposte precise e affidabili agli argomenti che coinvolgono il colore.»

Per l’industria del packaging, in particolare, tali risposte sono necessarie più che mai. Mentre, in precedenza, era estremamente difficile prevedere risultati esatti a causa della sovrapposizione dei colori speciali e l’elevato numero di substrati coinvolti, GMG OpenColor può ora fornire la precisione richiesta dal settore. GMG OpenColor, in combinazione con GMG ColorProof, è il solo autentico simulatore di stampa nel mondo. Ancor più, non si limita alla sola capacità di produrre prove colore accurate. Grazie ai dati spettrali che riflettono fedelmente i singoli ambienti di produzione, ora si possono creare anche i profili di separazione. Infine è possibile preparare i dati di stampa per essere utilizzati in lavori di stampa flessografica – senza tuttavia richiedere tempi aggiuntivi.

Oltre al tema principale, l’imballaggio, GMG contribuisce anche a gestire in sicurezza un altro aspetto fondamentale, gli sbiancanti ottici (OBA). In qualità di partner di Fogra – Graphic Technology Association Research – GMG è stata coinvolta fin dalle prime fasi, nella definizione del nuovo standard di caratterizzazione dei dati Fogra51/52. Ian Scott continua: «Nel nostro stand illustreremo ciò di cui tutti parlano: l’effetto visivo delle diverse condizioni di luce su substrati illuminati e non illuminati».

 

Taga ha aperto un forum di discussione sull’utilizzo dei dati di caratterizzazione Fogra51-52 e dei profili correlati

Fogra, Bvdm, ECI e Ugra stanno effettuando da tempo dei test di stampa (denominati progetto Fred 15) per rispecchiare la normativa 2013, rilasciare i nuovi dati di caratterizzazione e i relativi profili ICC per la carta patinata (PS1) e usomano (PS5), etichettati con i codici Fogna 51 e 52.

Il rilascio ufficiale atteso da tempo, insieme alle linee guida per la loro graduale introduzione, si è concretizzato lo scorso 30 settembre a Stoccarda in Germania, durante un evento tenuto appositamente per l’occasione.

A distanza di qualche mese stanno già cominciando a circolare i primi file PDF/X con gli intenti di output basati sui nuovi dati di caratterizzazione (soprattutto quelli di provenienza estera) e tra non molto sarà una realtà quotidiana, considerando il fatto che i nuovi profili saranno inclusi nel prossimo aggiornamento della Adobe Creative Cloud.

A corredo di questi file stanno già facendo la loro comparsa anche le prime prove colore basate sul Fogra 51, quindi queste novità tecniche hanno potenzialmente tutte le caratteristiche per causare molta confusione e pesanti errori se non comprese e padroneggiate adeguatamente.

Per dare maggior supporto agli operatori delle aziende grafiche, Taga Italia ha predisposto sul proprio sito web, un forum pubblico di discussione dove poter fare domande o avviare discussioni sull’utilizzo pratico dei dati di caratterizzazione Fogra51-52 e dei profili correlati.

La divisione wide format di OKI estende la garanzia a tre anni

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La divisione wide format di OKI Europe annuncia l’estensione delle sue condizioni di garanzia a tre anni per le stampanti inkjet di grande formato1 ColorPainter™ M-64s e ColorPainter™ H3-104s.

Visto che le stampanti premium delle serie ColorPainter M e H3 operano con grande successo sul campo, offrendo nell’ambiente di produzione costanza e risultati infallibili, OKI sostiene questa affidabilità offrendo ai clienti l’estensione di garanzia.

Il nuovo programma di garanzia copre le parti di ricambio, tra cui le testine di stampa, fornendo una maggiore tranquillità e riducendo i costi di gestione dei clienti. L’estensione di garanzia a tre anni è disponibile per le stampanti ColorPainter M-64s e H3-104s installate da distributori e rivenditori autorizzati OKI dopo il 1° aprile 2016.

Le stampanti di grande formato di OKI Europe sono progettate secondo gli standard più elevati, garantendo dispositivi estremamente affidabili e duraturi, ulteriormente rafforzati dalla garanzia di tre anni. I prodotti OKI sono garantiti esenti da difetti di lavorazione e di materiali per la durata del loro periodo di garanzia.

Per ulteriori informazioni sulla nuova estensione di garanzia si prega di contattare il proprio distributore/rivenditore autorizzato OKI.

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1Si prega di notare i seguenti termini e condizioni: per i dispositivi della Serie ColorPainter, tra cui W-64s/54s, H2-104s/74s, H2P-104s/74s e per la Serie TerioStar non è prevista l’estensione di garanzia a 3 anni.

Efi lancia la stampante per termoformatura entry level

La nuova stampante per termoformatura Efi H1625-SD da 1,65 metri che utilizza l’inchiostro Efi SuperDraw Uv.
La nuova stampante per termoformatura Efi H1625-SD da 1,65 metri che utilizza l’inchiostro Efi SuperDraw Uv.
La nuova stampante per termoformatura Efi H1625-SD da 1,65 metri che utilizza l’inchiostro Efi SuperDraw Uv.
La nuova stampante per termoformatura Efi H1625-SD da 1,65 metri che utilizza l’inchiostro Efi SuperDraw Uv.

Dopo aver annunciato di voler chiudere il 2016 raggiungendo l’obiettivo di 1 miliardo di dollari di fatturato, Efi si presenta a drupa reduce da una lunga serie di partecipazioni a eventi fieristici in giro per il mondo, nei quali l’azienda americana ha potuto sfoggiare le ultime novità nell’ambito inkjet Uv di grande formato. Una delle più recenti è la soluzione thermoforming Efi H1625-SD, una macchina da produzione entry level da 1,6 metri che verrà mostrata in funzione anche a Düsseldorf.

Si tratta di una stampante Uv ibrida che lavora substrati termoformabili utilizzando l’inchiostro Efi SuperDraw Uv per una stampa quasi fotografica. Le applicazioni di termoformatura a stampa diretta stanno diventando una nicchia di mercato molto interessante perché permettono di eliminare i lunghi e costosi processi di verniciatura manuale o di serigrafia evitando inoltre tutte le operazioni di prestampa e di laminazione della plastica modellabile. Per rendere possibile la stampa diretta, Efi ha quindi sviluppato gli inchiostri Uv SuperDraw che presentano particolari caratteristiche di allungamento e una perfetta adesione, oltre un’opacità post-stiro molto uniforme. Questa tipologia di inchiostri deve infatti resistere perfettamente alla termoformatura, quindi al calore e all’allungamento, oltre a sopportare le severe operazioni di finitura finale, come la fustellatura, la fresatura e il taglio, senza generare schegge, incrinature o perdita di adesione.

La stampante dispone di quattro colori più il bianco (due canali dedicati) e offre capacità di stampa in scala di grigi con dimensioni variabili delle gocce che garantiscono una qualità quasi fotografica. La risoluzione può quindi arrivare fino a 1.200 dpi con quattro e otto livelli di scala dei grigi. Gli inchiostri Uv SuperDraw di Efi sono inoltre forniti in flaconi da 1 litro per permettere una lunga autonomia di lavoro.

L’Efi H1625-SD stampa su larghezze che raggiungono i 165 centimetri su una vasta gamma di materiali plastici per termoformatura, tra cui Petg, acrilico, policarbonato, polistirene e Pvc. La stampante offre infine una buona compatibilità per la stampa su polipropilene ondulato di qualsiasi marca, con ottime caratteristiche di adesione e flessibilità. Questa soluzione è quindi indicata per le applicazioni di termoformatura a elevato allungamento come le insegne per esterni, gli espositori Pop, i retroilluminati, i prodotti promozionali, i pannelli per bevande e per distributori automatici, le slot machine e molto altro. La macchina da stampa è in grado di gestire substrati flessibili e rigidi fino a 5,08 cm di spessore, stampando con margini al vivo e con larghezza di immagine di 162,6 cm, e può caricare supporti rigidi e bobine dal peso massimo di 45,4 kg. Il diametro massimo della bobina è di 22,9 cm, mentre il sistema di alimentazione è a cinghia aspirante con controllo variabile.

Pur essendo una soluzione entry level, l’Efi H1625-SD presenta caratteristiche e performance da stampante industriale, con una produttività che arriva fino ai 23 m2 l’ora nella modalità a singolo strato, la quale consente di elaborare maggiori volumi di lavori per insegne in plastica ondulata e garantisce tempi di produzione più rapidi per le applicazioni di termoformatura personalizzate.

Alcuni esempi di pannelli retroilluminati e insegne termoformate per esterni ottenibili con la nuova Efi H1625-SD.
Alcuni esempi di pannelli retroilluminati e insegne termoformate per esterni ottenibili con la nuova Efi H1625-SD. 

Kba: innovare ascoltando il cliente

Emanuele Pogliani, responsabile vendite di Kba Italia.
Emanuele Pogliani, responsabile vendite di Kba Italia.
Emanuele Pogliani, responsabile vendite di Kba Italia.
Emanuele Pogliani, responsabile vendite di Kba Italia.

Kba è conosciuta da sempre per l’affidabilità delle sue macchine di grande formato: è in cima alla classifica in Italia per numero di unità installate. Ma l’azienda tedesca si distingue anche per la raccolta attenta dei consigli pervenuti dai clienti, spesso fonte di ispirazione per implementazioni su modelli già esistenti. Ed è proprio dall’ascolto delle esigenze degli stampatori che è nata la nuova uscita a pila doppia, una novità che vedremo a drupa su una lunga Rapida 145 a 6 colori, con torre di verniciatura, impilaggio automatico ed numerose dotazioni servoassistite.

La nuova uscita a pila doppia rappresenta un’opzione molto interessante per gli stampatori in grande formato, specie quindi per le aziende cartotecniche, poiché permette di separare in due bancali differenti i fogli di scarto e difettati da quelli perfettamente conformi, senza più alcun bisogno di smistarli manualmente. In questo modo si riesce a ottimizzare la produzione e la logistica formando due pile, una buona e una di scarto, dove la prima può essere lavorata direttamente nella fustellatrice o nell’accoppiatrice, mentre la seconda può essere comodamente utilizzata per gli avvii a perdere di produzioni successive.

«Questa è una dimostrazione di come Kba riesca a rispondere con grande flessibilità alle richieste dei suoi clienti», dice Emanuele Pogliani, responsabile vendite di Kba Italia. «Questa soluzione è infatti stata realizzata intercettando le esigenze di alcune nicchie di mercato che segnalavano un preciso momento del processo di stampa migliorabile dal punto di vista ingegneristico. Per ora è disponibile soltanto sulla Rapida 145 e, entro fine anno, sulla Rapida 106. Per ovvie ragioni questa soluzione non è upgradabile sui modelli già installati, dal momento che non è possibile sostituire l’intera uscita di macchine così importanti. Si tratterebbe infatti di modificare, oltre all’imponente struttura meccanica, anche tutto ciò che presenta implicazioni importanti a livello di software e di controllo della macchina».

Due Rapida 145 affiancate con uscita a pila doppia.
Due Rapida 145 affiancate con uscita a pila doppia.

«Sembra banale, ma separare i fogli buoni da quelli non idonei non è cosa da poco», sottolinea Pogliani. «L’obiettivo finale era fornire al cliente una maggior conformità della produzione rispetto ai suoi standard qualitativi senza correre il rischio che ci fosse anche un solo foglio di scarto al suo interno». L’espulsione dei fogliacci di scarto avviene alla velocità massima, ossia a 18mila fogli l’ora per la Rapida 145 e a 20mila fogli l’ora per la Rapida 106. E la cosa più interessante è che entrambe le pile possono essere integrate in una logistica separata che permette l’impiego delle pile per scopi successivi.

«Ci sono importanti utilizzi per l’uscita a pila doppia», commenta Pogliani: «Una volta chiarita la sua duplice funzione di base, cioè la divisione tra pile di scarto e pile buone, è possibile costruire su di essa una serie di nuove possibilità applicative, come per esempio l’abbinamento di sistemi di check automatico per ogni singolo foglio. Vale a dire che si può arrivare al punto di ottenere una produzione perfettamente certificata foglio per foglio, molto utile per esempio nelle produzioni del settore farmaceutico. Per quanto riguarda invece la logistica di scarto, la pila dei fogliacci può essere utilizzata per l’avviamento delle tirature successive, specie nel ciclo produttivo della cartotecnica, che è mediamente più lungo di quello per la stampa editoriale o commerciale, dal momento che le lavorazioni sono molte e la percentuale degli scarti è quindi più alta».

Panoramica della Rapida 145 presentata a drupa: sulla pila di uscita 1 vengono espulsi i fogliacci, sulla pila 2 poggiano i fogli buoni.
Panoramica della Rapida 145 presentata a drupa: sulla pila di uscita 1 vengono espulsi i fogliacci, sulla pila 2 poggiano i fogli buoni. 

Inkjet a bobina: a spasso per drupa con le idee chiare

Per chi andrà a drupa saranno molte le occasioni di confronto tra macchine da stampa digitale nell’ambito dell’inkjet a bobina. Ogni costruttore ha deciso di dare importanza a certi aspetti dei suoi progetti, enfatizzando le caratteristiche che soddisfano alcune esigenze produttive rispetto ad altre, ma soprattutto guardando alla destinazione finale del settore industriale, che può essere di volta in volta contraddistinto da basse tirature, alti volumi, nicchie di mercato o prestazioni particolari. Giusto per fare una conoscenza, anche solo superficiale, dei prodotti esposti a drupa, ecco una carrellata di soluzioni di stampa a bobina divise per ordine alfabetico.

Canon Océ ColorStream 6000 Chroma

Cominciamo da Canon e dal suo sistema inkjet ad alimentazione continua Océ ColorStream 6000 Chroma, che verrà mostrato in fiera in due configurazioni differenti, la prima per una linea di produzione di libri completamente automatizzata, l’altra per varie applicazioni da bobina ad alta pila, inclusa la perforazione variabile. La macchina è dotata del nuovo set di inchiostri Chromera, che offre colori vividi grazie all’alta densità ottica, e offre velocità di esecuzione che vanno da 48 a 127 metri al minuto in quadricromia e fino a 150 metri al minuto in modalità monocromatica. La ColorStream 6000 Chroma è stata progettata da Canon per le esigenze della stampa commerciale, dell’editoria e per le comunicazioni aziendali e sarà disponibile a partire dall’autunno 2016 consentendo ai clienti proprietari delle ColorStream 3000 e 3000 Z di effettuare l’upgrade senza intaccare l’investimento già sostenuto.

Canon_Océ_ColorStream_6000

La Jet Press 720S di Fujifilm

Anche Fujifilm si presenta a drupa con una soluzione inkjet a bobina dedicata alla stampa commerciale, la Jet Press 720S, che è in grado di lavorare il formato B2 (50×70 cm). Evoluzione della Jet Press presentata a Drupa nel 2008, la 720S monta le nuove teste di stampa modulari Samba che lavorano a passaggio singolo e utilizzano gli inchiostri pigmentati a base acquosa Vividia con il sistema anticoagulazione Rapic. La tecnologia di stampa, ora migliorata, utilizza il retino stocastico (FM) ottimizzato per l’inkjet e sfrutta una funzione di compensazione automatica che controlla le incoerenze nella deposizione dell’inchiostro. Anche i tempi di attesa tra un lavoro e il successivo sono stati migliorati, con una riducendo del 20%, mentre l’aggiunta di un nuovo sistema di codici a barre permette la produzione di applicazioni a dati variabili. La 720S può inoltre lavorare supporti in cartoncino e stampare su tela permettendo agli stampatori di ampliare le proprie opportunità commerciali.

Fujifilm Jet Press 720S

Hp PageWide Web Press T490 HD

Saranno presenti anche i modelli Hp della serie PageWide Web Press, le nuove soluzioni di stampa industriale a bobina che si posizionano nella fascia più alta e produttiva del mercato. L’HP PageWide Web Press T240 HD da 22 pollici e la PageWide Web Press T490 HD da 42 pollici (presentata anche in versione monocromatica) sono state progettate per le produzioni ad alto volume di qualità offset, come i libri a colori, le brochure, i cataloghi e i giornali. Entrambi i modelli impiegano l’innovativa tecnologia Hdna (High Definition Nozzle Architecture) che permette di ottenere una risoluzione fino a 2.438×2.438 dpi anche ad alte velocità di esecuzione. La macchina da 42 pollici è la soluzione di stampa digitale a colori fronte-retro più veloce del settore, capace di lavorare a 305 metri al minuto, con un aumento del 67% della velocità, mentre la sorella minore da 22 pollici offre una velocità fino a 152 metri al minuto, con un incremento del 25% della velocità rispetto ai precedenti modelli della serie T. Entrambe lavorano su una larghezza della bobina di 106,7 cm e saranno disponibili nel corso del 2016.

HP PageWide Web Press T490 HD

Landa W10

Altra importante presenza è quella di Landa Nanographics, che a Düsseldorf presenterà in anteprima una grande macchina a bobina, la Landa W10, in grado di produrre brevi tirature ad alta velocità utilizzando ogni genere di substrato. La soluzione dell’azienda israeliana è quindi indirizzata alla stampa di prodotti di imballaggio flessibile e può lavorare anche materiali plastici senza alcuna particolare configurazione della macchina, anche quelli molto impegnativi come il polietilene. Gli spessori dei supporti accettati dalla W10 sono compresi tra i 12 e i 250 μm per i film, mentre per le carte il range è quello compreso tra i 50 e i 300 μm. La macchina stampa a 8 colori su bobine dalla larghezza massima di 102 cm alla velocità massima di 200 m al minuto. La risoluzione di stampa è di 1.200 dpi mentre l’impiego di 8 colori permette una resa molto fedele delle tinte, specialmente di quelle Pantone, andando quindi incontro alle più severe esigenze di tutti i converter. Essendo inoltre l’inchiostro Landa NanoInk perfettamente conforme alle norme Fda (Food and Drug Administration) per l’imballaggio alimentare, è facilmente prevedibile che la W10 susciterà grande interesse negli operatori del converting di imballaggi tradizionali.

Landa_W10

La Pro VC60000 di Ricoh

Anche Ricoh, con la sua Pro VC60000, ha puntato sulla stampa commerciale a colori a modulo continuo ad alta produttività. La macchina è in grado di raggiungere la velocità di 120 metri al minuto stampando in fronte e retro con una produzione di quasi 100mila immagini A4 l’ora. Dotata dell’esclusiva tecnologia a inchiostro multi-drop, la Pro VC60000 offre una risoluzione di 1.200×1.200 dpi, con gocce di dimensione variabile a livello del singolo pixel. Gli inchiostri con pigmenti a base acqua ad alta viscosità consentono inoltre di ottimizzare i processi di stampa riducendo i costi di gestione. Questa soluzione rappresenta quindi l’investimento ideale per gli stampatori che desiderano ampliare il business e accelerare la migrazione dall’offset al digitale. La Pro VC60000 è infatti indicata per la produzione di libri e di brochure ma anche per tutte le applicazioni di direct mailing e di materiale per il marketing. Oltre a produrre lavori di qualità su un’ampia gamma di supporti, la macchina a bobina offre anche la nuova «protector coat unit», che consente la protezione delle stampe da graffi e abrasioni.

Abstract white interior of empty room with concrete walls

La Trillium One di Xeikon

Xeikon porta a Düsseldorf la nuova nata Trillium One, una soluzione a bobina scaturita dagli sviluppi ottenuti con la tecnologia a toner liquido Trillium, presentato per la prima volta a drupa 2012. Progettata da Xeikon in collaborazione con Miyakoshi, unisce la competenza di quest’ultima relativa alla meccanica delle macchine da stampa e l’approccio pionieristico di Xeikon in quanto a imaging digitale, elettronica per velocità elevata, tecnologia Led ad alta risoluzione, flusso di lavoro e tecnologia toner. Con una velocità di 60 m al minuto a 1.200 dpi e una larghezza di stampa di 500 mm, la Trillium One porta la stampa digitale a un rapporto costo/benefici molto basso, incoraggiando il passaggio dal digitale all’offset. Grazie alle sue testine di stampa ad alta risoluzione e alle particelle di toner inferiori ai 2 micron, questa soluzione a bobina offre infatti vantaggi interessanti per tutti gli stampatori industriali. A Drupa la maccin verrà mostrata in produzione cinque volte al giorno utilizzando diverse applicazioni nel corso di dimostrazioni della durata di 30 minuti.
XEI_PR16009_Trillium_Studio 01

Xerox Trivor 2400

Infine Xerox presenterà in anteprima la Trivor 2400, una stampante inkjet che soddisfa le esigenze del mercato inkjet ad alimentazione continua e lavora a 168 m al minuto a colori e a 200 m al minuto in b/n. Lavorando con bobine da 510 mm alla risoluzione massima di 600×1.200 dpi, la Trivor consente la realizzazione di cataloghi, magazine e libri a colori, offrendo una buona flessibilità operativa. Questa soluzione è stata progettata per essere scalabile ed è equipaggiata di testine di stampa intelligenti, grazie alla tecnologia «Clear Pixel»per la rilevazione e correzione dei getti d’inchiostro mancanti, oltre a disporre di un’ottimizzazione della densità in linea. La Trivor 2400 è inoltre dotata di molti automatismi e può arricchirsi di strumentazioni aggiuntive per adattarsi prontamente all’aumentare della domanda. Tra le opzioni troviamo l’unità di riavvolgimento, di perforatura, di taglio, di piegatura e di impilatura. Può inoltre essere implementata con velocità o modalità di risoluzione aggiuntive, una testina di stampa supplementare, un rullo di pulizia e un contatore dei fori in linea.

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Mimaki ridisegna il superwide format con l’UJV55-320

Rachele Bompan, AD di Bompan, importatore esclusivo per l’Italia dei prodotti Mimaki.
Rachele Bompan, nominata AD di Bompan, importatore esclusivo per l’Italia dei prodotti Mimaki.
Rachele Bompan, Ceo di Bompan, importatore esclusivo per l’Italia dei prodotti Mimaki.
Rachele Bompan, Ceo di Bompan, importatore esclusivo per l’Italia dei prodotti Mimaki.

Presentata al recente Fespa Digital di Amsterdam, la nuova stampante inkjet Uv Led Mimaki UJV55-320 viene riproposta a drupa con grande enfasi ponendosi al top di gamma nella produzione a colori in grandissimo formato. Con questa stampante dalla luce di 3,2 m Mimaki ha voluto imprimere un nuovo passo al settore superwide introducendo un connubio fortunato di alte prestazioni ed elevata produttività. La stampante lavora infatti alla velocità massima di 110 m2 al minuto e utilizza inchiostri Uv polimerizzati con diodi Led, quindi a basso consumo energetico. L’UJV55-320 è attrezzata per la stampa a doppia bobina simultanea ed è indicata per un ampio range di realizzazioni che spaziano dalla stampa di pannelli per il punto vendita e gli allestimenti fieristici, fino alla produzione superwide di banner, di vetrofanie e di molte altre applicazioni a colori resistenti agli agenti atmosferici.

L’UJV55-320 utilizza un nuovo inchiostro a polimerizzazione Uv per elevate prestazioni, il LUS-120, che include anche il bianco ed è dotato di alcune funzionalità innovative già presenti su altri modelli Mimaki dimostratesi molto utili e performanti. Tra questi troviamo il Mimaki Circulation Technology (Mct), un innovativo sistema di circolazione dell’inchiostro bianco che previene la sedimentazione del pigmento e riduce al minimo l’intervento manuale dell’operatore. «L’Mct è una funzione che evita in modo efficace il deposito dei pigmenti di bianco e argento presenti nelle linee dell’inchiostro mediante un regolare ricircolo dell’inchiostro», spiega Rachele Bompan, Ceo di Bompan, importatore esclusivo per l’Italia dei prodotti Mimaki. «Con l’Mct si evitano problemi alla macchina e si garantisce una stampa stabile sin dall’inizio della tiratura. Contribuisce inoltre alla riduzione degli scarti di inchiostro, supportando in tal modo applicazioni molto convenienti e rispettose dell’ambiente».

Oltre all’Mct, la nuova UJV55-320 è equipaggiata della funzione Maps4 (Mimaki Advanced Pass System4), che «rappresenta per tutti gli stampatori la garanzia di una stampa ancora più bella ed efficace», dice Rachele Bompan. «È infatti il software definitivo per evitare il fastidioso effetto “banding”, quello per cui le ampie campiture sfumate appaiono a strisce. Con questa funzione innovativa piccole gocce di inchiostro vengono spruzzate anche tra i singoli passi di stampa migliorando sensibilmente le gradazioni tonali».

La Mimaki UJV55-320 stampa con inchiostro ciano, magenta, giallo, nero, bianco, light ciano e light magenta che possono essere configurati in modalità a 4 o 6 colori più bianco. Il light ciano e il light magenta riducono l’aspetto granuloso dei colori chiari e garantiscono così gradazioni uniformi.

Altra particolarità della UJV55-320 è la possibilità di stampare utilizzando due bobine diverse dello stesso supporto per una produzione simultanea di due lavori. In questa modalità avviene un rilevamento automatico della distanza tra le due bobine per evitare errori, mentre la larghezza delle bobine può variare dai 210 ai 1.524 mm. La macchina, che fin dalla recente presentazione a Fespa ha già ottenuto una trentina di preacquisti, offre inoltre una modalità di stampa ad alta densità per le affissioni e i retroilluminati, e può alloggiare bobine fino a 100 kg di peso.

Il target preferenziale per questa nuova stampante è ovviamente quello dei fornitori di servizi per l’insegnistica pubblicitaria di alta qualità, ma non solo quello: «L’UJV55-320 è la soluzione ideale per chi realizza allestimenti fieristici», suggerisce Rachele Bompan, «ma anche per grandi centri copia, gli stampatori, i service di stampa digitale e per i professionisti dell’interior decoration».

La nuova stampante Mimaki UJV55-320 può utilizzare due bobine diverse dello stesso supporto per una produzione simultanea di due lavori.
La nuova stampante Mimaki UJV55-320 può utilizzare due bobine diverse dello stesso supporto per una produzione simultanea di due lavori.