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Xerox partner tecnico di Mondadori Store per il nuovo servizio di stampa digitale Book on Demand

Una strumentazione all’avanguardia che permette di stampare, tagliare e rilegare libri, in perfetta edizione paperback, in soli sei minuti.
Una strumentazione all’avanguardia che permette di stampare, tagliare e rilegare libri, in perfetta edizione paperback, in soli sei minuti.
Una strumentazione all’avanguardia che permette di stampare, tagliare e rilegare libri, in perfetta edizione paperback, in soli sei minuti.
Una strumentazione all’avanguardia che permette di stampare, tagliare e rilegare libri, in perfetta edizione paperback, in soli sei minuti.

Xerox è stato scelta da Mondadori Store come partner tecnico dell’innovativo servizio di stampa digitale di libri Book on Demand, attivo attraverso Espresso Book Machine®, la prima macchina presente in Italia in esclusiva nel Mondadori Megastore di Piazza Duomo a Milano.

Il servizio di Book on Demand permette di stampare in pochi minuti il libro desiderato, scegliendolo da un catalogo internazionale costantemente aggiornato, che conta oltre sette milioni di titoli e comprende anche volumi difficilmente reperibili sugli scaffali delle librerie.

L’innovativa Espresso Book Machine®, A Xerox Solution® è l’unica soluzione in grado di stampare, tagliare e rilegare libri, in perfetta edizione paperback, in soli 6-10 minuti. Grazie all’abbinamento di Espresso Book Machine® con la stampante in bianco e nero Xerox D95, capace di stampare fino a 95 ppm in formato A4, con una risoluzione di 2.400×2.400 dpi, è possibile ottenere fino a 40.000 libri all’anno. Il processo di scelta e stampa del libro è reso molto semplice e rapido grazie al software proprietario, capace di collegare EBM alla libreria multimediale.

Grazie al servizio di Book on Demand, inoltre, Mondadori Store, con la collaborazione di Xerox, non solo offre a tutti gli appassionati lettori l’opportunità di accedere a un catalogo illimitato di proposte, in grado di soddisfare ogni preferenza, ma supporta una modalità di fruizione dei testi realmente amica dell’ambiente, basata su una stampa «su richiesta» e, dunque, su un consumo ridotto di carta. I libri possono essere ordinati anche online su Mondadoristore.it, ritirati direttamente in negozio o spediti a qualsiasi indirizzo in Italia o all’estero.

«Siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di questo progetto estremamente innovativo e lanciato per la prima volta sul territorio italiano da un partner d’eccellenza come Mondadori Store», ha affermato Sergio Andreani, manager per la comunicazione e la grafica di Xerox Italia.

I sistemi di stampa single pass Durst per etichette e cartone ondulato

Rho130-SPC-0131Durst presenta la nuova serie Corrugated Packaging & Display Printing, sistemi di stampa con tecnologia single pass e multi pass per i produttori di espositori, imballaggi e converter. Fiore all’occhiello, il nuovo Rho 130 SPC: con una velocità di stampa di 9.350 m2/h, questo nuovo modello raggiunge la produttività industriale necessaria per convertire al digitale il settore dello scatolificio e del packaging. Oltre alla produzione di piccole e medie tirature, Rho 130 SPC consente di realizzare prodotti personalizzati e senza costi di avviamento grazie alla stampa diretta in digitale. Con lo sviluppo di un inchiostro, basato sulla Durst Water Technology, senza restrizioni di carattere ambientale, l’azienda altoatesina soddisfa già oggi le future direttive per i prodotti sostenibili nel commercio al dettaglio in ambito alimentare. Rho 130 SPC utilizza tecnologia single pass di ultima generazione, già impiegata nel sistema di stampa UV inkjet per etichette Tau 330, che a oggi conta oltre 60 installazioni. Un successo che nasce da un sistema di stampa altamente efficiente con molteplici opzioni di configurazione e automazione, per un’ottimizzazione della produzione. Inoltre gli inchiostri UV a bassa migrazione ne estendono l’utilizzo nella produzione di imballaggi primari. In occasione di drupa, Durst presenterà Tau 330 in combinazione con un Laser Finishing System (LFS) e il modello stand-alone Tau 330E che, grazie al sistema d’inchiostro pigmentato, offre una soluzione economicamente competitiva per chi vuole implementare nel processo produttivo l’utilizzo di tecnologie digitali. Altra novità il sistema flatbed Rho 1330, progettato per i fornitori tradizionali di stampa offset. Tra le caratteristiche principali l’elevata versatilità, l’eccezionale flessibilità dei supporti e l’alto grado di automazione.

«A drupa 2016, la prima voce in agenda è “digitale”, pertanto siamo particolarmente lieti di presentare la nostra gamma di sistemi per l’industria dell’imballaggio», afferma Christoph Gamper, CEO di Durst Phototechnik AG. «In particolare Rho 130 SPC impressionerà i visitatori per la sua incredibile velocità di stampa. Con le nostre nuove soluzioni tecnologiche abbinate a sistemi workflow, intendiamo scrivere un nuovo capitolo nella digitalizzazione dei processi di stampa».

 

Il debutto mondiale dell’ultima release del software di resa e pianificazione sviluppato da Tilia Labs

A drupa, il debutto mondiale dell’ultima release del software di resa e pianificazione sviluppato da Tilia Labs e distribuito in esclusiva per l’Italia da BeeGraphic.
A drupa, il debutto mondiale dell’ultima release del software di resa e pianificazione sviluppato da Tilia Labs e distribuito in esclusiva per l’Italia da BeeGraphic.

Maggiore integrazione con i sistemi CAD, migliorata compatibilità con i sistemi di taglio di grande formato, automatizzazione completa della capacità di nesting e una gestione semplice e rapida delle fustelle anche più complesse: la versione Phoenix 5.1 del software di resa e pianificazione sviluppato da Tilia Labs e distribuito in esclusiva per l’Italia da BeeGraphic, ha ottenuto l’obiettivo ambizioso di ottimizzare i processi di produzione riducendo concretamente i tempi di lavorazione e gli scarti. La suite dedicata ai produttori di packaging e alle cartotecniche ha raggiunto la sua 5ª release.

A drupa, il debutto mondiale dell’ultima release del software di resa e pianificazione sviluppato da Tilia Labs e distribuito in esclusiva per l’Italia da BeeGraphic.
A drupa, il debutto mondiale dell’ultima release del software di resa e pianificazione sviluppato da Tilia Labs e distribuito in esclusiva per l’Italia da BeeGraphic.

Soluzione per la resa e la pianificazione dedicata alle cartotecniche e ai produttori di packaging, etichette e display graphic, Phoenix 5.1 vedrà, infatti, il suo lancio ufficiale a livello mondiale a drupa 2016 presso lo stand Tilia Labs dove sarà possibile toccare con mano i benefici dei nuovi tool e partecipare a demo personalizzate del software. BeeGraphic ha messo a punto per i clienti italiani un form dedicato per la registrazione (clicca qui per registrarti!)
Sempre attenti al feedback dei clienti e alle esigenze del mercato, gli sviluppatori di Tilia Labs hanno aggiunto alla versione 5.1 di Phoenix nuove funzionalità orientate a incrementare ulteriormente le capacità di ottimizzazione del software di resa e nesting.

Ottimizzazione all’ennesima potenza

Novità assoluta di Phoenix 5.1 è il tool Plan progettato per suddividere i lavori di un unico ordine su diversi fogli di stampa. Abilitando questa funzione nel profilo di ganging, il software tenterà in automatico centinaia di combinazioni fino a trovare rapidamente la soluzione di nesting più vantaggiosa dal punto di vista della riduzione dei tempi di lavorazione, degli scarti e soprattutto dei costi di produzione. I benefici per il cliente sono un notevole risparmio economico complessivo e una più efficiente produttività.
Lo strumento di ganging Plan multi-layout dell’ultima release di Phoenix è stato riprogettato per offrire una maggiore efficienza nel minor tempo possibile. Anche per i lavori fronte/retro il software ottimizza in modo intelligente il layout sfruttando al meglio le funzionalità del dispositivo di stampa per combinare in modo efficace sul foglio di stampa i prodotti.
Impiegando il nuovo strumento Smart Place Tool vengono selezionati automaticamente gli elementi da inserire nel foglio di lavoro per sfruttare al meglio ogni spazio. Questo tool è estremamente semplice e intuitivo: delinea l’area da riempire e mostra un elenco di possibili lavori da collocare con la relativa anteprima di posizionamento. Basta un doppio clic per selezionare l’opzione desiderata perché Smart Place Tool effettua il collocamento dei lavori tenendo conto in automatico della spaziatura richiesta dai dispositivi di stampa e taglio.

Integrazione con i sistemi CAD e i dispositivi di grande formato

La gestione dei tracciati per le fustelle è stata notevolmente migliorata per supportare l’importazione e l’esportazione da praticamente ogni tipo di sistema CAD o dispositivo di taglio. Il sistema integra 26 tipi di template preimpostati che sommati ai tracciati personalizzabili consentono di soddisfare qualsiasi esigenza.
Basta impostare le linetype e Phoenix le sincronizzerà automaticamente con il tracciato delle fustelle durante l’importazione del file. Quando si importa il file non è più necessario fornire specifiche tecniche in merito a inchiostri, livelli o filetti di taglio in CAD, indipendentemente se il documento viene creato manualmente, automaticamente o attraverso CSV.
Anche l’esportazione dei layout di fustella in CFF2, PDF e PS è stata semplificata grazie a una nuova mappatura (organizzazione) delle linetype.
Inoltre con Phoenix 5.1 è possibile gestire una più ampia gamma di fustelle anche complesse o fustelle multistrato grazie a nuove funzioni di ricerca dei tracciati e di creazione dei margini.

Rilevazione delle criticità in tempo reale

Phoenix 5.1 introduce una nuova interfaccia per la visualizzazione dello stato di lavorazione concepita per rilevare potenziali problemi di produzione durante l’inserimento della commessa. Le problematiche più comuni e frequenti sono rilevate in tempo reale nel pannello Status – reso ancora più user friendly – e immediatamente notificate nella barra di stato visualizzata in basso a sinistra sul pannello stesso e ancora in fase di esportazione. In questo modo è praticamente impossibile per l’operatore non individuare eventuali errori come ad esempio:
 Linee di taglio che superano i margini delle immagini o del foglio di lavoro;
 Formati carta non compatibili con il sistema di stampa in uso;
 Stima totale dell’inchiostro che supera i limiti di capacità della macchina;
 Codici a barre dinamici privi di contenuto o non validi;
 Ordini inevasi all’interno della commessa.

Incrementare la produttività

Phoenix 5.1 offre una migliorata user experience finalizzata a incrementare la produttività semplificando e velocizzando alcune funzioni.
Dalla schermata Prodotti è possibile effettuare una ricerca e una selezione di una serie di prodotti che fanno parte di una determinata commessa su cui si intende lavorare. Sono disponibili sette opzioni di filtraggio e 14 possibilità di ordinamento (sorting) tra cui scegliere. Ad esempio, è possibile visualizzare tutti gli ordini inevasi secondo l’ordine di inserimento, il nome del prodotto, le dimensioni e altri parametri ancora.
Il nuovo tool Move consente il posizionamento preciso di elementi. Basta selezionare, per ogni singola stazione desiderata le linee di taglio e/o piega interne e definire, grazie alla gestione degli assi x e y, nuove posizioni relative. Ad esempio, in base alla selezione delle linee di piega, è possibile posizionare e allineare i prodotti orizzontalmente o verticalmente.
Infine la creazione di rendering in PDF nella nuova versione di Phoenix 5.1 è stata ulteriormente ottimizzata e resa più rapida.

Forme di cooperazione: Geie e contratti di rete

Due strumenti per migliorare la competitività sul mercato nazionale ed estero e uscire dalla crisi. Una nuova forma di cooperazione e partenariato transnazionale, i cui membri dovranno appartenere almeno a due diversi Stati dell’Unione Europea, che consente a imprese, associazioni e professionisti di esercitare in comune alcune attività ai fini della partecipazione ai programmi dell’Unione Europea.

Il Gruppo Europeo d’Interesse Economico ha la finalità di facilitare e/o sviluppare le attività economiche dei suoi membri mettendo in comune risorse, attività ed esperienze; viene disciplinato dal Regolamento Comunitario n 2137/85, per cui essendo la sua regolamentazione giuridica valida in tutto il territorio dell’Unione Europea, può essere creato in tutti gli Stati a essa appartenenti.
Il Geie prevede per la sua costituzione la forma scritta; il contratto dovrà specificare la denominazione, la sede, l’oggetto del gruppo, il luogo di registrazione e la durata (a meno che non sia indeterminata).
La pubblicità dovrà essere compiuta (per i gruppi che hanno sede in Italia) sia a livello nazionale mediante pubblicazione sul Registro delle Imprese e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, sia a livello comunitario mediante pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea; il mancato rispetto degli oneri di pubblicità espone gli amministratori e i liquidatori del Geie a sanzioni anche penali.
Il Gruppo può essere costituito anche senza conferimenti in denaro e in natura e deve prevedere almeno due organi, ovvero i membri che agiscono collegialmente e l’amministratore (o gli amministratori).
Ciascuno degli amministratori – quando agisce in nome e per conto del gruppo – impegna l’organizzazione nei confronti di terzi anche se i suoi atti non rientrano nell’oggetto del gruppo. Per converso i membri del Geie – seppur in via sussidiaria – rispondono solidalmente e illimitatamente nei confronti dei terzi.
Esso non può avere come oggetto sociale il perseguimento di utili e non è considerato soggetto d’imposta, per cui non è soggetto ad alcuna imposta (né all’imposta sul reddito delle società, né tanto meno a quella sui redditi delle attività commerciali). I risultati delle attività svolte dall’associazione dovranno gravare unicamente sui suoi membri, quindi gli incassi economici verranno tassati a carico di ciascun socio in base alle normative vigenti nel loro Stato.

I Contratti di Rete, ovvero la risposta italiana al Geie

Tale istituto creato nell’anno 2009 (poi definito nel 2012) ha la finalità di combattere la crisi economica con l’aiuto della forza imprenditoriale che un gruppo di aziende può trarre dall’unione di più e diverse tipologie merceologiche anche di diversa appartenenza geografica.

Con il Contratto di Rete, infatti, più imprenditori si pongono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato, sulla base di un programma comune che deve facilitare lo scambio d’informazioni o prestazioni di natura industriale e commerciale, ovvero stimolare la collaborazione tra imprese appartenenti anche ad ambiti diversi.
La Rete tra imprese nasce dalla sottoscrizione di un semplice contratto (così detta “Rete Contratto”); se le parti vogliono creare con la rete un autonomo soggetto giuridico, diverso rispetto alle imprese contraenti, possono far acquisire soggettività giuridica alla rete (in questo caso si parla di “Rete Soggetto”).
Il Contratto di Rete può essere redatto per atto pubblico o scrittura privata autenticata, ovvero per atto firmato digitalmente da ciascun imprenditore o legale rappresentante delle imprese aderenti con firme autentiche dal notaio o da altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato, oppure può essere redatto in conformità al modello standard tipizzato riportato nell’allegato A del D.M. n. 122/14 interministeriale del Ministero della Giustizia, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ministero dello Sviluppo Economico. Dovrà indicare, oltre ai soggetti appartenenti alla stessa, anche un programma nel quale andranno riportati i diritti e gli obblighi di ciascun membro, gli obbiettivi strategici di innovazione e/o di aumento della capacità competitiva, la durata del contratto, le modalità di adesione di altri imprenditori, nonché le regole per l’assunzione delle decisioni dei partecipanti su ogni materia o aspetto d’interesse comune.
Nella redazione del contratto il legislatore prevede tre elementi facoltativi:
1) il fondo patrimoniale;
2) l’organo comune;
3) le cause facoltative di recesso anticipato.
Gli aderenti al Contratto di Rete potranno quindi stabilire se creare un fondo patrimoniale, costituito da un insieme di conferimenti (la cui misura viene stabilita nel contratto stesso), che verrà messo a disposizione dei membri per il raggiungimento degli scopi prestabiliti. In caso contrario le imprese potranno predisporre un budget annuale di spese, regolamentandone dettagliatamente le modalità di rendicontazione.
Il Contratto di Rete potrà altresì prevedere un Organo Comune che avrà la funzione di dare esecuzione al contratto e di rappresentare (salvo diverso accordo) la Rete nella sua globalità nelle procedure che hanno per oggetto la negoziazione con la Pubblica Amministrazione, l’internazionalizzazione e l’innovazione del gruppo, la facilitazione di accesso al credito e così via. Potrà per ultimo anche prevedere che vengano specificatamente indicate le cause facoltative di recesso anticipato, affinché l’uscita volontaria, così come l’esclusione di uno o più membri non comporti problemi per la Rete, tra cui anche la definizione della liquidazione della quota dell’impresa.

Per quanto riguarda poi la responsabilità della Rete nei confronti di terzi, si precisa che la stessa è configurabile in capo all’Organo Comune nel caso in cui lo stesso agisca con un mandato senza rappresentanza, mentre è in capo alla Rete nel caso in cui l’Organo Comune eserciti i suoi poteri con un mandato con rappresentanza.
Le Reti non hanno personalità giuridica, né soggettività tributaria, per cui con la sottoscrizione del Contratto di Rete non si crea né un nuovo soggetto giuridico, né una nuova attività d’impresa e la Rete non potrà essere titolare di partita IVA, ma solo di un codice fiscale.

Le differenze con altri istituti

Il Contratto di Rete differisce dal Geie in quanto prevede la possibilità di partecipazione solamente a imprenditori, peraltro non necessariamente di due o più Stati dell’Unione Europea.
È difforme dall’ATI (Associazione Temporanea d’Imprese) in quanto non viene costituita per un tempo determinato al solo fine di partecipare a un bando di gara, ma per un tempo a volte anche indeterminato con una pluralità di finalità e inoltre in quanto non vi è la figura di una capogruppo che abbia un ruolo predominante e che rappresenti le altre imprese nei confronti di terzi soggetti.

I vantaggi del Geie

  1. Ciascun imprenditore (ovvero associazione ovvero professionista) può raggiungere mediante la cooperazione con altre entità giuridiche un separato profitto.
  2. Il Gruppo ha una forma giuridica estremamente flessibile, può essere costituito contemporaneamente con partner di tipologie giuridiche completamente diverse e senza un apporto economico.
  3. I membri del Gruppo rimangono giuridicamente indipendenti e mantengono la loro libertà imprenditoriale.

Nava Press: stampati in digitale di alta qualità

Gabriella Moretti, marketing e business development di Rotolito Lombarda.

Le logiche di sinergia digitale-offset utilizzate da un protagonista del settore luxury.
Le pretirature digitali stanno rivestendo un ruolo sempre più importante nella stampa per i settori della moda e dei prodotti di alta gamma. Ecco come l’azienda milanese riesce a sfruttare al meglio le caratteristiche di flessibilità delle sue macchine da stampa.

Non sono tante le aziende di stampa italiane che possono vantare un portfolio di clienti «big» pari a quello di Nava Press. Stiamo parlando di marchi di alta qualità, i cosiddetti luxury brand, che cercano nell’azienda milanese l’affidabilità e la professionalità così difficile da trovare altrove.
Nava Press ha una lunga storia. La società è nata dalla scissione di Nava Milano, azienda di stampa alla quale fanno da sempre riferimento i brand mondiali del lusso e della moda, fondata nel 1922 dalla famiglia Nava. Dall’estate del 2014, dopo l’acquisizione da parte di Rotolito Lombarda, Nava Press continua ad allargare il suo prezioso giro d’affari nei mercati europei e in quelli nordamericani, grazie anche a una presenza internazionale in luoghi importantissimi per il business della moda quali Parigi, Londra e New York.
Ed è proprio nel pregiato bacino di clienti che operano nell’haute couture, nella gioielleria e nell’orologeria che l’azienda ha la sua maggiore fonte di guadagno. «Più della metà del nostro fatturato proviene dall’export», dice Gabriella Moretti, marketing e business development di Rotolito Lombarda, «e i nostri clienti gravitano tutti intorno al mondo del lusso e alla diffusione di pubblicazioni per l’alta moda, con cataloghi, riviste specializzate e brochure che necessitano di una cura del dettaglio e di una specializzazione nella stampa di qualità piuttosto difficili da reperire sul mercato». 

Gabriella Moretti, marketing e business development di Rotolito Lombarda.
Gabriella Moretti, marketing e business development di Rotolito Lombarda.

Cura e ascolto del cliente

Nava Press ha fama di seguire il cliente in maniera personalizzata, instaurando una relazione virtuosa che si arricchisce giorno per giorno, con contatti quasi giornalieri. «Tutti i nostri venditori parlano la lingua del cliente, sia in Francia che in Germania, e il gruppo di commerciali è ben nutrito, dal momento che l’universo delle aziende del lusso è concentrato soprattutto nell’area francese e svizzera, senza contare naturalmente i numerosi brand italiani dell’alta moda».
«I nostri commerciali francesi», aggiunge Christian Brambilla, responsabile vendite di Nava Press, «seguono anche la parte editoriale, con clienti importanti quali il magazine La Parisienne e altre riviste del settore del lusso.
Ma anche cataloghi, volantini della Gdo e tutta l’editoria generica, soprattutto i libri d’arte e i fashion magazine. A New York ci sono invece due persone, e anche sul versante statunitense le richieste sono sostanziose». 

Christian Brambilla, responsabile vendite di Nava Press.
Christian Brambilla, responsabile vendite di Nava Press.

La prima cosa che risulta evidente nel visitare lo stabilimento milanese di Nava Press è la grande varietà di cataloghi e opuscoli realizzati per il mondo della moda. Le finiture di pregio e la cura dei dettagli sono davvero molto particolari: spesso i cataloghi presentano singole pagine interne realizzate con tecniche di stampa in esa o eptacromia, con vernici o fustellature esclusive. Ma anche l’utilizzo dei substrati è spesso diversificato all’interno di uno stesso progetto editoriale, costringendo i tecnici di Nava Press a prove sperimentali anche molto complicate prima di dare il via al processo di stampa. «La maggior parte dei clienti ha l’accompagnamento di uno o più studi grafici che indicano quali materiali desiderano utilizzare», spiega Gabriella Moretti, «dopodiché il nostro ufficio tecnico si interfaccia con questi studi per suggerire quale processo o substrato è più consigliabile per quel tipo di lavorazione. In sostanza si fanno molte prove sulle lavorazioni speciali, si vagliano più opportunità e le si presentano al cliente».

Il lusso e la professionalità

Lavorare per le aziende del lusso e dell’alta moda significa dialogare molto spesso con uffici tecnici già molto preparati sull’utilizzo dei materiali. Il lavoro diventa dunque anche più motivante perché l’interlocutore comprende le difficoltà che occorre superare e sa apprezzare i consigli intelligenti. «Conoscono la materia», sottolinea Gabriella Moretti, «ed è quindi più facile capirsi. Si tratta di una specie di sfida, perché i creativi arrivano sempre con idee davvero innovative, che mettono alla prova tutti i nostri tecnici. Ma a onor del vero le cose impossibili non le propongono mai, a dimostrazione di una buona preparazione generale degli operatori di questo settore».
«Gioielli e orologi devono offrire, una volta stampati, la massima verosimiglianza, e i clienti in questo sono molto attenti», dice Christian Brambilla. «È per questo che le prove di stampa sono molto accurate e a volte dispendiose. A volte si arriva a produrre anche soltanto 20 copie per i grandi clienti, che quasi sicuramente si trasformano poi in tirature adatte all’offset o in produzioni miste, progetti che contengono sia pagine offset che digitali, con interventi speciali di cartotecnica o fustellature al laser».

Il reparto produttivo di Nava Press è composto da sei macchine Heidelberg Speedmaster (due 70×100 a 8 colori più spalmatore, tre 70×100 a 6 colori più Uv e spalmatore, una 35×50 a 5 colori), cui si aggiunge la «famosa» rotooffset Goss M600 a 16 pagine, nota per il gruppo di stampa aggiuntivo, il settimo, che la rende unica nel panorama mondiale delle installazioni Goss.
Il reparto produttivo di Nava Press è composto da sei macchine Heidelberg Speedmaster (due 70×100 a 8 colori più spalmatore, tre 70×100 a 6 colori più Uv e spalmatore, una 35×50 a 5 colori), cui si aggiunge la «famosa» rotooffset Goss M600 a 16 pagine, nota per il gruppo di stampa aggiuntivo, il settimo, che la rende unica nel panorama mondiale delle installazioni Goss.

Anche la scelta dei substrati non è mai banale, e si articola attraverso un percorso che può diventare complesso, spesso guidato dalle buone indicazioni dei produttori di carte, molto più diligenti di un tempo nello specificare le caratteristiche di ruvidità, porosità e di assorbimento dei propri supporti.
«Il problema della scelta dei substrati non c’è quasi più», sottolinea Gabriella Moretti, «perché c’è già da parte del produttore un’indicazione precisa rispetto all’esatto utilizzo del supporto. E anche il problema del pretrattamento è generalmente superato perché le carte arrivano già certificate dai produttori stessi per determinate combinazioni di inchiostri e tecnologie di stampa, siano esse digitali o offset. In ogni caso noi facciamo sempre le nostre prove di stampa sulle carte che non abbiamo mai utilizzato prima».

Fondamentale nella realizzazione delle pretirature, la macchina da stampa HP Indigo 7800 Digital Press installata in Nava Press consente all’azienda di proporre lavori paragonabili a quelli realizzati in offset, grazie alla possibilità di lavorare il formato A3+ in quadricromia, esa ed eptacromia, aggiungendo anche l’utilizzo dell’inchiostro bianco.
Fondamentale nella realizzazione delle pretirature, la macchina da stampa HP Indigo 7800 Digital Press installata in Nava Press consente all’azienda di proporre lavori paragonabili a quelli realizzati in offset, grazie alla possibilità di lavorare il formato A3+ in quadricromia, esa ed eptacromia, aggiungendo anche l’utilizzo dell’inchiostro bianco.

I vantaggi della stampa digitale

Guardando le brochure e i cataloghi prodotti in Nava Press non si può non notare il grande lavoro di assemblaggio che ha permesso di raccogliere in uno stesso prodotto tecnologie di stampa differenti, interventi di cartotecnica anche molto complessi e una cura maniacale della qualità. «L’assemblaggio generalmente viene gestito al nostro interno e necessita di una cura e spesso di un lavoro manuale molto particolare. Inoltre la maggior parte dei lavori di legatoria viene dirottato all’interno del gruppo Rotolito Lombarda, che ha due legatorie importanti, una nello stabilimento di Pioltello e una a Capriate. Si è quindi creato un processo virtuoso di gestione interna delle commesse e anche delle risorse economiche», continua Christian Brambilla. «A volte capita di appoggiarci a fornitori esterni, ma questo accade sempre meno spesso». 

Il catalogo per i gioielli Pasquale Bruni, prima della definizione del progetto finale stampato in offset, è stato stampato in soli 20 esemplari su HP Indigo 10000 Digital Press.
Il catalogo per i gioielli Pasquale Bruni, prima della definizione del progetto finale stampato in offset, è stato stampato in soli 20 esemplari su HP Indigo 10000 Digital Press.

«I nostri lavori vengono generalmente realizzati in offset, spesso a sette colori + verniciatura, mentre il digitale ci serve per tirature più basse», spiega Gabriella Moretti. «Quando infatti occorre presentare il prodotto preliminarmente al cliente, quindi prima di procedere alla tiratura, si utilizza la stampa digitale di alta qualità, ottenuta grazie alla nostra macchina Hp 7800 Indigo Press, la quale fornisce un output di stampa paragonabile all’offset e, in certi, casi, addirittura superiore per gamma tonale. Ma la macchina digitale viene utilizzata anche quando il cliente deve fare una presentazione in una fiera o per un evento, e quindi necessita di una tiratura limitata. Ed è davvero difficile riconoscere, per lo stesso prodotto editoriale, ciò che è stato stampato in offset da ciò che è in digitale». 

Il catalogo ValentinA, della maison Valentino, è stato stampato in pentacromia con copertina in cartonato ed è contenuto in una scatola marmotta rivestita internamente ed esternamente in carta. Il fiore fustellato è tratto dalla medesima carta impiegata per il catalogo.
Il catalogo ValentinA, della maison Valentino, è stato stampato in pentacromia con copertina in cartonato ed è contenuto in una scatola marmotta rivestita internamente ed esternamente in carta. Il fiore fustellato è tratto dalla medesima carta impiegata per il catalogo.

Stiamo parlando quindi di un business che ha a che fare con la funzione di servizio che uno stampatore deve saper offrire ai clienti di alta gamma, e che permette a questi di continuare a ottenere la qualità anche in quelle situazioni che richiedono una grandissima flessibilità organizzativa. L’uso delle pretirature di qualità permette quindi di propiziare il business dell’offset, perché una volta ottenuto l’effetto desiderato dal cliente, si procede con la stampa tradizionale in migliaia di copie. Inoltre il digitale di alta qualità consente di fornire piccoli lotti aggiuntivi rispetto alla tiratura lunga già realizzata in offset. Una sorta di “rabbocco” che è molto utile ai grandi clienti che devono organizzare eventi o rassegne in pochissimo tempo.
«Tutto questo è possibile soltanto quando il cliente ha compreso la perfetta affidabilità del fornitore», dice Christian Brambilla. «La serietà del fornitore e la fiducia del cliente devono quindi andare di pari passo. Solo a quel punto capita che i clienti ordinino di stampare con urgenza, dalla sera alla mattina, un prodotto in digitale già “predisposto” in precedenza per l’offset».

Artigianalità oppure organizzazione?

«La cosa interessante di questo settore», dice Gabriella Moretti, «è rappresentata dal fatto che un po’ tutti gli stampatori posseggono macchine digitali per la stampa d’eccellenza. La qualità è quindi alla portata di tutti, e la tecnologia ha oramai livellato la competizione.

Questo brandbook di orologi Glashütte è stato stampato in Nava Press in 16.000 copie e in 8 versioni di lingua diverse. La stampa è a 6 colori (quadricromia + 2  colori Pantone). La carta della copertina ha un’anima di fibrone nero di 2 mm accoppiata a un supporto Imitlin E/Ro5 Fsc Castano Tela da 125 g/m2, mentre il retro è una Fedrigoni Sirio FSC nero da 140 g/m2. L’interno è in carta PhoeniXmotion Xenon Fsc da 170 g/m2 + GSK extra white Fsc da 100 g/m2 + Sirio nero Fsc da 210 g/m2. Il blocco libro è in brossura cucita con dorso libero (brossura svizzera), con segnalibro nero in raso.
Questo brandbook di orologi Glashütte è stato stampato in Nava Press in 16.000 copie e in 8 versioni di lingua diverse. La stampa è a 6 colori (quadricromia + 2  colori Pantone). La carta della copertina ha un’anima di fibrone nero di 2 mm accoppiata a un supporto Imitlin E/Ro5 Fsc Castano Tela da 125 g/m2, mentre il retro è una Fedrigoni Sirio FSC nero da 140 g/m2. L’interno è in carta PhoeniXmotion Xenon Fsc da 170 g/m2 + GSK extra white Fsc da 100 g/m2 + Sirio nero Fsc da 210 g/m2.
Il blocco libro è in brossura cucita con dorso libero (brossura svizzera), con segnalibro nero in raso.

La differenza è quindi nel servizio. Se metto a disposizione del cliente dei capicommessa e dei tecnici che lo sapranno indirizzare nella definizione di soluzioni precise, che sapranno risolvere problemi e suggerire miglioramenti, allora l’affidabilità della mia azienda di stampa sarà superiore e diventerà dunque più appetibile rispetto ad altri player.
Le competenze oggi contano parecchio in quest’ambiente, e rappresentano un valore aggiunto per il cliente. D’altronde non è così facile rintracciare sul mercato odierno personale così preparato. Detto ciò, non possiamo dimenticare che la concorrenza interna si fa comunque sentire. L’industria della stampa italiana è infatti riconosciuta per l’alta qualità complessiva. Inoltre nel luxury c’è la tendenza a non appoggiarsi a un unico stampatore. Le grandi aziende utilizzano infatti più di un fornitore e sono meno fidelizzate di un tempo».
«In ogni caso il livello del servizio è un punto da non sottovalutare mai», conclude Gabriella Moretti. «E dal momento che le tecnologie sono ormai alla portata dei più, a parità di condizioni occorre puntare soprattutto su questo genere d’offerta, cioè prodotto+consulenza di qualità, per emergere sul mercato e farsi apprezzare». 

Il periodico semestrale Vuitton viene stampato in Nava Press su macchine offset, ma le prove di stampa in diverse lingue, per l’approvazione del cliente, sono state fatte su Indigo 7800 Digital Press. Le tirature definitive in lingue con minore diffusione sono state stampate sia su Indigo 7800 che su Indigo 10000.
Il periodico semestrale Vuitton viene stampato in Nava Press su macchine offset, ma le prove di stampa in diverse lingue, per l’approvazione del cliente, sono state fatte su Indigo 7800 Digital Press. Le tirature definitive in lingue con minore diffusione sono state stampate sia su Indigo 7800 che su Indigo 10000.


«È chiaro», aggiunge Christian Brambilla, «che ci sono caratteristiche immateriali dell’offerta che sono fondamentali nel gestire un rapporto efficace e duraturo con i grandi clienti. Sto parlando dell’affidabilità, della puntualità e della velocità nell’erogazione del servizio. Tutti elementi che sono, ahimè, molto distanti dalla logica di un artigiano, anche se il prodotto finale presenta caratteristiche di artigianalità molto elevate. È ovvio che il settore del lusso e della moda deve avere come interlocutori degli stampatori totalmente affidabili, con qualità che non deve mai scendere e tempistiche assolutamente sicure».
«Le macchine sono dunque molto importanti», osserva Brambilla, «ma ancora più basilari sono le sinergie che si creano tra di esse. Oggi tutti gli stampatori dovrebbero avere al proprio interno una linea completa che permetta di offrire un servizio integrale dalla prestampa al finishing, senza interruzioni o colli di bottiglia che mettano a rischio l’affidabilità finale. Quindi una linea che permetta il dialogo costante tra tutte le fasi della lavorazione, migliorando quindi il flusso e i tempi di produzione. Tutte cose che si riescono a ottenere solo quando si ha sotto controllo l’intero flusso delle varie lavorazioni, senza affidarsi a fornitori esterni».
«Appaltando lavoro si rischia di divulgare know-how, di non avere sotto controllo l’insieme della filiera lavorativa e non essere mai certi sulle tempistiche di lavorazione», conclude Christian Brambilla. «Attualmente noi riusciamo a gestire molto meglio tutte le commesse che entrano in Nava Press proprio perché non demandiamo, salvo rari casi, il lavoro a fornitori esterni e non siamo costretti nell’antipatico ruolo di chi vuole comandare in casa degli altri».

Dai dati Gipea emerge una crescita della produzione di etichette

Alberto Quaglia, presidente Gipea e direttore generale del Gruppo Aro.

La fotografia del settore scattata dall’Osservatorio Economico Gipea (rilevazioni 2015) mostra un’evoluzione positiva di molti indici nell’ultimo biennio. Un mercato maturo ma ancora molto frammentato, e che ha grosse chance laddove smette di guardare unicamente al mercato interno.

Il quadro strutturale è quello di un settore in crescita. Stiamo parlando dell’industria delle etichette, un business che nel 2013 (ultima rilevazione Gipea) valeva 5 miliardi di euro a livello europeo, di cui 744 milioni solo in Italia. Il nostro Paese si posiziona al quarto posto per performance, dopo Germania, Gran Bretagna e Francia, con il 14,7% del mercato. Ma con un trend di crescita, negli ultimi cinque anni, del 5,8%, di gran lunga superiore a quello dei Paesi che lo precedono.
Ma la cosa ancora più significativa è che gli ultimi dati rilevati da Gipea confermano uno sviluppo straordinario (intorno all’8,8%) anche per il 2014, in particolare per le aziende di maggiori dimensioni: sono loro che possono accedere con più disinvoltura ai mercati esteri e sopportare meglio l’abbassamento dei margini grazie ai volumi venduti. A partire dal 2012, infatti, l’incremento dei volumi di acquisto non è stato seguito da una crescita dei prezzi medi, andando quindi a erodere il margine di contribuzione unitario. Ciononostante c’è stata una crescita generalizzata dei ricavi, seppur contenuta, registrata dalle aziende aderenti a Gipea. È poi interessante notare che in queste realtà operanti sul mercato esiste una correlazione positiva tra l’incremento della marginalità e l’incidenza dei ricavi dall’export. Accompagnata anche da un miglioramento globale della situazione finanziaria delle aziende. È un momento particolarmente felice, quindi, per l’industria delle etichette, nonostante la crisi che non demorde e l’elevata severità del credit crunch.

Le dichiarazioni di Alberto Quaglia, direttore generale del Gruppo Aro e attuale presidente Gipea

Alberto Quaglia, presidente Gipea e direttore generale del Gruppo Aro.
Alberto Quaglia, presidente Gipea e direttore generale del Gruppo Aro.

I dati mostrano una dinamica positiva del mercato del labelling nel nostro Paese: l’Italia copre una fetta importante del mercato europeo, ma la progressione del fatturato 2013 è del 14,2% rispetto all’anno precedente, superiore a quella di Germania, Uk e Francia. Come commenta questi dati?
«Considerando che l’export del nostro settore è ancora a livelli molto bassi intorno al 10% credo che la progressione del fatturato, in aumento anche nel 2014, sia imputabile a una ripresa generale. Notiamo comunque che molti nostri clienti hanno aumentato considerevolmente la loro quota di esportazione».

A partire dal 2012 l’incremento dei volumi di acquisto non è stato seguito da una crescita dei prezzi medi. Ciò vuol dire che il margine unitario è molto più basso di prima. È giusto allora dire che l’aspetto dimensionale di un’azienda diventa dirimente per il business delle etichette?
«A onestà del vero anche i prezzi medi della materia prima non sono aumentati. Anzi, in molti casi hanno visto dei ribassi. Riguardo ai margini unitari, sono ormai anni che il nostro settore, come altri, soffre di una riduzione dei prezzi dovuta alla sovraproduzione presente sul mercato.
Credo sempre più che in questo settore come in altri la dimensione aziendale sarà un must. Trattiamo tutti i giorni con clienti che attraverso investimenti e acquisizioni diventano più grandi, internazionali e multisettore. Non si tratta più di fornire la sola etichetta autoadesiva, bensì altre forme di packaging e soprattutto servono prodotti innovativi. Per continuare a seguire i nostri clienti, dovremo crescere quindi anche noi. Circa l’80% dei buyer di etichette in Europa ha risposto che preferisce comprare da un etichettificio di medie-grandi dimensioni». 

I dati rilevati confermano un trend di crescita anche per il 2014, in particolare per le aziende di maggiori dimensioni.
I dati rilevati confermano un trend di crescita anche per il 2014, in particolare per le aziende di maggiori dimensioni.

L’export sembra un’ottima via d’uscita, ma non tutti possono permetterselo. Che cosa consigliare quindi agli associati che non superano una certa soglia dimensionale?
«L’export è sicuramente importante, purtroppo nella maggior parte dei casi il prodotto ha caratteristiche standard, per cui trasporti e volumi fanno sì che non sia economico per il cliente estero approvvigionarsi da etichettifici italiani. Se parliamo di commodities, i nostri clienti multinazionali si sono già orientati su etichettifici che hanno stabilimenti produttivi nelle varie nazioni. Reputo invece fondamentale innovare per poter diventare interessanti su altri mercati.
In ogni caso ritengo che per i grossi gruppi sia importante avere etichettifici nelle vicinanze per gestire al meglio contatti, produzione, logistica e costi. Purtroppo per la realtà italiana media questa via non è percorribile».

Quali segmenti rendono di più in questo momento?
«Tutti i settori presentano un trend di crescita tra il 2013 e il 2014 tranne il retail, i prodotti per ufficio e il settore auto motive, che perdono punti o rimangono stabili. I trend migliori li troviamo nei settori logistica, beverage e chimica in generale. Crescono comunque bene il food in generale, il pharma e la cosmesi. Sicuramente il beverage oggi è quello che presenta più novità. Si registra un rapido incremento nell’utilizzo di prodotti sleeve e di nobilitazioni che rendono le confezioni sempre più accattivanti». 

Lieve crescita del fatturato nel 2013. Al netto dell'inflazione non si recupera il livello del 2011. (Fonte Gipea: indagine su un campione di 36 aziende produttrici di etichette).
Lieve crescita del fatturato nel 2013. Al netto dell’inflazione non si recupera il livello del 2011.
(Fonte Gipea: indagine su un campione di 36 aziende produttrici di etichette).

E quanto valgono le innovazioni tecnologiche? Etichetta online, Rfid, Internet of Things, QRcode e digital watermark… riscuotono interesse o solo semplice curiosità?
«Come sempre c’è un alto interesse verso i prodotti innovativi. L’Rfid è sicuramente importante anche alla luce dei nuovi sviluppi con l’Nfc utilizzabile attraverso i comuni smartphone, mentre il QRcode fa ancora fatica a prendere piede e trovare spazio in un packaging sempre più piccolo e pieno di informazioni.
Sicuramente tutto quello che riguarda internet e tecnologia è da prendere in considerazione in un mondo che si evolve alla velocità della luce. Diventa importante, per aziende come le nostre, saper comunicare attraverso i social media, riuscire a dare al cliente la possibilità di preventivare e fare ordini online, di utilizzare un etichette Nfc per connettersi a una pagina internet per capire se il prodotto è originale o no».

La sua opinione in qualità di imprenditore, e non di presidente dell’associazione, rispetto agli ostacoli che le imprese devono affrontare per espandersi meglio all’estero. Di che cosa avrebbero bisogno sostanzialmente?
«Sicuramente i costi di rappresentanza estera, la mancanza di informazioni adeguata e la partecipazione alle fiere giuste rappresentano le barriere più grandi.
Le nostre aziende spesso sono realtà familiari con una dimensione che non permette di sbagliare nessun investimento, e la mancanza di informazioni e ricerche di mercato che mostrino i trend esteri per settori non agevola l’imprenditore a ragionare oltre frontiera. Un altro elemento che rende complicata l’espansione all’estero è la struttura non adeguata all’interno dell’azienda per operare su mercati che parlano lingue diverse. E, a mio avviso, spesso il nostro prodotto non presenta particolari specifiche da risultare facilmente vendibile all’estero». 

L'incremento del reddito operativo combinato con l'attenzione a contenere gli impieghi di capitali favoriscono un recupero di redditività (Fonte Gipea).
L’incremento del reddito operativo combinato con l’attenzione a contenere gli impieghi di capitali favoriscono un recupero di redditività (Fonte Gipea).

Komori: quando l’innovazione sposa l’automazione

La Impremia NS40 con tecnologia di stampa Landa Nanographics lavora il formato B1 alla velocità di 6.500 fogli l'ora.
La Impremia NS40 con tecnologia di stampa Landa Nanographics lavora il formato B1 alla velocità di 6.500 fogli l'ora.

Ancora una volta Komori si presenta all’attento pubblico di drupa con importanti novità, alcune delle quali destinate a rivoluzionare nuovamente lo scenario della stampa offset. L’azienda giapponese mostrerà un nutrito numero di macchine che arrivano a coprire anche l’ambito digitale, con l’Impremia IS29 e la nuova Impremia NS40, e quello del finishing, con la taglierina Apressia CT137. Ma i riflettori saranno puntati su due tecnologie d’avanguardia ideate da Komori e non ancora eguagliate da nessun produttore al mondo: la stampa in bianca e volta senza capovolgimento del foglio della nuova offset Lithrone GX40RP e il nuovo sistema di asciugatura Komori H-UV ora implementato anche a luci Led.

La Komori Lithrone GX40RP è caratterizzata da un’automazione molto spinta e può stampare bianca e volta senza voltura, cioè senza capovolgere il foglio, alla velocità di 18mila fogli l'ora.

La Komori Lithrone GX40RP è caratterizzata da un’automazione molto spinta e può stampare bianca e volta senza voltura, cioè senza capovolgere il foglio, alla velocità di 18mila fogli l’ora.

La Lithrone GX40RP rappresenta una grande novità in termini di automazione: la macchina da stampa a 8 colori raggiunge una velocità di 18mila fogli l’ora ed è dotata di tecnologie proprietarie in grado di garantire avviamenti brevissimi e un’alta produttività. Come tutte le macchine Komori contrassegnate dalla lettera “G” (che sta per “green”), anche la Lithrone GX40RP ha un occhio di riguardo per l’ecologia, con una bassa emissione di CO2. Dispone inoltre di alcuni dispositivi di serie e altri opzionali che la rendono una soluzione fortemente automatizzata: la tecnologia KHS-AI, la ormai celebre funzione di autoapprendimento delle macchine Komori, consente di effettuare avviamenti completamente robotizzati in pochi minuti con una riduzione drastica dei fogli di scarto, minore spreco di carta e un conseguente risparmio per lo stampatore. La macchina è configurabile con dispositivi e funzioni opzionali che spingono ulteriormente l’automazione. Tra questi troviamo il cambio lastre simultaneo A-APC (Asynchronous Automatic Plate Changing System), che effettua contemporaneamente il cambio su tutti i gruppi stampa in soli 85 secondi. Opzionale è anche il sistema di controllo qualità in linea PQA-S (Print Quality Assessment System for Sheetfed) che monitora contemporaneamente il registro e le densità di stampa sul fronte e sul retro grazie a telecamere integrate. Altri equipaggiamenti opzionali sono il PDC-SX (Print Density Control – SX model), un sistema montato sul pulpito che si muove verticalmente ed è in grado localizzare e leggere automaticamente le barre colore e gli speciali segni di registro; e il KID (Komori Info-Service Display, il monitor multifunzione che permette di controllare tutte le informazioni della macchina e di osservare le immagini delle telecamere montate all’interno della stessa.

Ma il gioiello tecnologico della Lithrone GX40RP è il sistema di stampa bianca e volta senza capovolgimento del foglio, una vera novità in ambito offset. «La sigla finale “RP” della nuova Lithrone sta per “Reverse Print”», spiega Silvano Bianchi, amministratore delegato di Komori Italia, «e caratterizza una macchina che può stampare bianca e volta contemporaneamente ma senza la voltura, cioè senza capovolgere il foglio. Nelle offset con voltura avviene infatti un capovolgimento per cui la pinza utilizzata nel passaggio dei primi quattro fogli diventa la coda nel passaggio dei successivi. Quindi ci sono due pinze, due inizi-stampa diversi. Invece nell’RP la pinza della bianca è la stessa della volta, per cui si mantiene sempre lo stesso profilo. È dunque una macchina totalmente diversa dalle altre, che massimizza l’area di stampa, eliminando la necessità di un margine sul bordo alto del foglio. Ciò significa che l’imposition di 16 pagine, 8 in bianca e 8 in volta, in formato A4 comprensiva della barra di controllo colore, può essere realizzata su un foglio di formato più piccolo rispetto a quello utilizzato dai sistemi di voltura oggi conosciuti».

L’altra novità è rappresentata dal nuovo sistema di asciugatura Komori H-UV L (Led), che migliora l’impatto energetico e fornisce un’essiccazione migliore, con meno spreco di inchiostro e senza tempi di attesa. Si tratta di un’integrazione del sistema di asciugatura H-Uv di Komori, già molto apprezzato dal mercato per le sue caratteristiche. «È l’unico sistema di polimerizzazione a basso impatto energetico impiegabile su qualunque tipo di supporto cartaceo con alte velocità e alte coprenze, vale a dire con il 300% di copertura dell’inchiostro», sottolinea Bianchi. «Il Led sta iniziando a conquistare l’interesse degli operatori ma presenta ancora un limite dovuto alla non completa evoluzione degli inchiostri per quanto riguarda i fotoiniziatori per il Led. Allo stato dell’arte l’asciugatura a Led può essere già applicata in aziende in cui non si impiega l’intera gamma delle carte disponibili, ma solo una parte di esse. Non appena i produttori di inchiostro saranno in grado di realizzare inchiostri con fotoiniziatori sensibili ad alte velocità, la gamma di carte impiegabili per il nostro sistema di essiccazione sarà completa».

La Impremia NS40 con tecnologia di stampa Landa Nanographics lavora il formato B1 alla velocità di 6.500 fogli l'ora.
La Impremia NS40 con tecnologia di stampa Landa Nanographics lavora il formato B1 alla velocità di 6.500 fogli l’ora.

Altra novità importante, ma su cui Silvano Bianchi non può esprimersi, è il nuovo sistema digitale Impremia NS40 con tecnologia di stampa Landa Nanographics che lavora il formato B1 alla straordinaria velocità di 6.500 fogli l’ora: «La NS40, sulla quale non posso dare alcun tipo di informazione in questo momento, sarà un exploit estremamente importante a drupa. Ragion per cui invitiamo i visitatori a venirci a trovare nel nostro stand per scoprirne le caratteristiche più salienti».

Omet presenta la Varyflex V2 con unità offset

La gamma di macchine da stampa Varyflex V2 di Omet si arricchisce di un’innovativa soluzione modulare che unisce flexo e offset in un’unica configurazione per la stampa combinata, offrendo ai converter un più ampio ventaglio di opportunità commerciali.

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Marco Calcagni, direttore marketing e vendite di Omet.

Con il lancio a drupa della Varyflex V2 Offset 850 l’azienda lecchese si spinge sempre più nel mercato del packaging flessibile sfruttando un’unità di stampa offset caratterizzata da estrema flessibilità, alta velocità (400 m al minuto) e ottima qualità. La Varyflex V2 Offset 850 è infatti una soluzione in banda media (850 mm) che coniuga i vantaggi delle precedenti macchine flexo Varyflex V2 con quelli dell’offset, vale a dire il basso costo di produzione delle lastre e un controllo dei colori ad alta precisione. Anch’essa, come la sorella Variflex V2, è caratterizzata da un’estrema modularità e flessibilità nella configurazione, oltre che da un approccio multiprocesso che le consente di cambiare di volta in volta la tecnologia di stampa, offrendo alte prestazioni nella lavorazione di differenti supporti, anche con stampa combinata. In questo modo si estende l’utilizzo per imballaggi flessibili, film multistrato, etichette, cartoncino e applicazioni speciali. La Varyflex V2 Offset è inoltre caratterizzata da semplicità di utilizzo e da una buona accessibilità fisica alle componenti della macchina. Il cambio formato è poi reso più rapido dall’uso di maniche leggere, in fibra di vetro, fibra di carbonio o alluminio, e dalla presenza del carrello Revolver per la sostituzione delle sleeves, che è parte del sistema “Easy Sleeve Format Change” brevettato da Omet.

La Varyflex V2 Offset 850 offre il sistema di asciugamento Eb (electron beam) denominato BroadBeam e sviluppato dalla azienda statunitense PCT Engineered Systems.
Varyflex V2 Offset 850 offre il sistema di asciugamento Eb (electron beam) denominato BroadBeam e sviluppato dalla azienda statunitense PCT Engineered Systems.

La nuova Varyflex V2 Offset 850 offre il sistema di asciugamento Eb (electron beam) denominato BroadBeam e sviluppato dalla azienda statunitense PCT Engineered Systems, che fissa il colore sul supporto in maniera omogenea su tutta la superficie, senza surriscaldamento, più velocemente e con un ridotto consumo energetico rispetto ai sistemi di asciugamento Uv, ed è inoltre adatto per la stampa di supporti destinati al settore alimentare. «La V2 Offset offre la possibilità di applicare sullo stesso cilindro di avvolgimento carta anche l’essiccazione a Uv», afferma Marco Calcagni, direttore marketing e vendite di Omet. «Ci sono infatti prodotti stampati che prediligono l’electron beam e altri che necessitano invece dell’asciugatura Uv. E ciò è consentito sulla V2 Offset senza fare aggiunte ulteriori di parti meccaniche sui cilindri di raffreddamento. C’è dunque la doppia opzione».

A Düsseldorf verrà presentata anche la Omet iFlex, una rotativa flexo caratterizza da semplicità operativa e tempi di avviamento estremamente rapidi. La macchina presenta alcune caratteristiche innovative che la rendono unica, in particolare il sistema di preregistro laser iLight e il dispositivo di regolazione del registro di stampa iVision che, insieme, permettono di raggiungere la massima qualità di stampa in pochi, semplici passaggi, con cambi di lavoro rapidi e riduzione degli scarti d’avviamento. Ma la cosa più interessante della macchina è la trasmissione “direct-drive”, cioè senza l’impiego di ingranaggi: «La iFlex è stata sviluppata cercando di eliminare tutta la trasmissione meccanica», spiega Calcagni, «e utilizza un solo servomotore di trasmissione cha va a comandare direttamente i contrasti stampa senza l’ausilio di alcun ingranaggio meccanico. Cosa che nel settore delle etichette, per una macchina entry level come questa, rappresenta un unicum ineguagliabile, visto l’equipaggiamento tecnologico della macchina davvero fuori dall’ordinario».

La Omet iFLEX è una rotativa flexo caratterizza da semplicità operativa e tempi di avviamento estremamente rapidi.
iFlex è una rotativa flexo caratterizza da semplicità operativa e tempi di avviamento estremamente rapidi.

«Questa è la soluzione ideale per i piccoli etichettifici, che hanno minori disponibilità di investimento, ma anche per quelli affermati che devono realizzare alcune tipologie di prodotto», sottolinea Calcagni. «La iFlex è infatti indicata per certe nicchie di mercato just-in-time che si stanno rivelando sempre più importanti per il business».

Omet sarà presente a drupa anche in un altro stand importante, quello di Landa Nanographics, dove il modulo Landa L50 per la metallografia verrà mostrato in funzione sulla rotativa flexo XFlex X6 di Omet: «Dopo approfondite analisi, Landa ha scelto la nostra XFlex X6 per il lancio della sua Landa Nano-Metallography, l’innovazione che abbasserà i costi per la metallizzazione riducendo sensibilmente i tempi operativi. Il modulo montato sulla nostra rotativa sopperisce perfettamente ai tradizionali sistemi di applicazione foil senza incidere minimamente sulla velocità di stampa».

 

“Larga” produttività per la Jeti Mira di Agfa

Il nuovo flatbed Jeti Mira di Agfa verrà presentato a Drupa con l’opzione agganciabile Roll-to-Roll.
Il nuovo flatbed Jeti Mira di Agfa verrà presentato a Drupa con l’opzione agganciabile Roll-to-Roll.
Il nuovo flatbed Jeti Mira di Agfa verrà presentato a Drupa con l’opzione agganciabile Roll-to-Roll.
Il nuovo flatbed Jeti Mira di Agfa verrà presentato a Drupa con l’opzione agganciabile Roll-to-Roll.

Lanciato allo Sgia Expo di Atlanta del novembre scorso, il nuovo flatbed di grande formato Jeti Mira di Agfa Graphics viene ripresentato a drupa con l’opzione agganciabile «Roll-to-Roll» per mostrare al grande pubblico dei visitatori professionali la versatilità di questa soluzione Uv a getto d’inchiostro. Con un piano di lavoro della larghezza di 2,69 m e una profondità di 3,2 m, la Jeti Mira offre un’alta produttività (fino a 227 m² l’ora) e un’ampia flessibilità determinata soprattutto dalla possibilità di gestire e preparare più lavori contemporaneamente. Per ridurre i tempi di fermo e aumentare la produttività, la macchina può infatti utilizzare la modalità «Print & Prepare» che permette di caricare un lato del piano di lavoro mentre sull’altro si sta ancora stampando. Sempre sul versante della versatilità, la Jeti Mira si distingue inoltre per l’opzione Roll-to-Roll, la cui configurazione sarà quella che vedremo a Düsseldorf: essendo posizionata subito davanti al piano di lavoro, la distanza che il rotolo deve percorrere è minima, e ciò permette di evitare il disallineamento del supporto garantendo un’elevata precisione di stampa, oltre a eliminare spreco di materiale. Il sistema Roll-to-Roll può essere aggiunto in qualsiasi momento ed è facilmente rimovibile quando si devono eseguire lavori su materiali rigidi.

Progettata per carichi di lavoro intensi e prolungati, la Jeti Mira ha un assetto molto robusto (il peso complessivo, con l’opzione Roll-to-Roll, è di 4.401 kg) ed è indicata per le produzioni industriali di insegnistica e cartellonistica di fascia medio-alta. Ma la Jeti Mira può stampare davvero tutto: dai cartelli stradali agli espositori, passando per il lenticolare e gli autoadesivi fino alle applicazioni di nicchia come le riproduzioni artistiche, i Dvd, la stampa su legno o quella di oggetti personalizzati e i gadget.

Disponibile in due release, la Jeti Mira versione «S» è dotata di una fila di teste di stampa, mentre la versione «HS» ne monta due, offrendo così una produttività maggiore. Le teste utilizzate per raggiungere queste elevate velocità di stampa sono le Ricoh Gen5 di ultima generazione. La macchina è inoltre dotata di una tecnologia di stampa che offre un’alta qualità a 6 colori (CMYKLcLm), con la possibilità di aggiungere inchiostro bianco, la vernice o il primer per incrementare l’adesione e la durata su materiali difficoltosi. Le teste di stampa restituiscono infatti una dimensione della goccia di 7 pl, con grande precisione del dettaglio e testi nitidi anche con caratteri fino a 4 punti, sia in positivo che in negativo. La configurazione a 6 colori, ulteriormente migliorata dalla tecnologia Gradient e Mask, permette una riproduzione tonale più uniforme.

La Jeti Mira garantisce inoltre l’assenza di pieghe o rigonfiamenti grazie a un controllo automatico dell’aspirazione del flatbed suddiviso in sei aree di vacuum che porta il materiale a rimanere perfettamente steso durante la stampa, L’opzione di inversione dell’aspirazione rende inoltre molto semplice lo scarico di materiali pesanti dal tavolo di stampa. Sempre per quanto riguarda il dettaglio del tavolo, un set di perni di registro posizionati su tutti gli angoli del tavolo e azionabili elettronicamente tramite l’interfaccia utente, assicura un posizionamento preciso del supporto, anche quando si tratta di stampa fronte-retro o nel caso di supporti non perfettamente tagliati.

Infine Jeti Mira è equipaggiata del software Asanti di Agfa che controlla l’intero flusso di lavoro, dalla prestampa alla produzione fino alla finitura. Durante la lavorazione Asanti semplifica, ottimizza e automatizza quanti più passaggi possibile, aumentando la produttività e garantendo migliori prestazioni complessive.

I serbatoi dell’inchiostro sono facilmente accessibili sulla Jeti Mira.
I serbatoi dell’inchiostro sono facilmente accessibili sulla Jeti Mira.

 

Callas presenta la versione 9 di pdfToolbox

La dashboard di pdfToolbox 9.
La dashboard di pdfToolbox 9.

Callas Software si presenta a Düsseldorf con la nuova release del suo pdfToolbox, l’ormai celebre soluzione di punta in grado di operare all’interno di Adobe Acrobat associandovi nuove funzionalità e semplificando l’uso dei comandi già esistenti. Grazie a un’interfaccia molto semplice e intuitiva, il software di Callas offre infatti un’elaborazione dei Pdf più dinamica e facile da integrare con nuove applicazioni, dall’ispezione visuale dei Pdf all’elaborazione automatizzata di migliaia di file.

La dashboard di pdfToolbox 9.
La dashboard di pdfToolbox 9.

Con questa nona release la software house tedesca fondata da Olaf Drummer continua quindi a celebrare il successo di un’applicazione utilizzata non più solo nel settore grafico ma anche in quello del terziario e nell’archivistica aziendale o della pubblica amministrazione, visto il crescente impiego del formato Pdf ormai in quasi tutti gli ambiti produttivi e di servizio.

Il nuovo pdfToolbox 9 introduce una maggiore flessibilità rispetto alle precedenti versioni ampliando le modalità di intervento sul preflight e nella correzione dei Pdf, ed estendendo le possibilità di cambiare dinamicamente i valori delle variabili durante l’elaborazione. Il software è in grado di eseguire specifici controlli di preflight sui colori attivando verifiche per le tinte piatte, gli spazi colore calibrati, l’utilizzo di RGB e l’uso di intenti di output. L’obiettivo è sempre quello di garantire che i colori dei documenti rispondano esattamente alle richieste di partenza. Le nuove funzionalità di questa nuova versione consentono di creare automaticamente oggetti sullo sfondo, per esempio per la lavorazione di materiale con fondo trasparente. Oppure permettono di lavorare con gli ultimi sviluppi della tecnologia Pdf, come ad esempio il nuovo formato CxF. La nona versione di pdfToolbox offre inoltre il controllo e la correzione dei problemi più complessi come ad esempio quelli riguardanti le separazioni, l’imposition, la conversione da o in Pdf e la gestione del colore.

Oltre a pdfToolbox, la software house tedesca presenterà a Düsseldorf anche la nuova versione di pdfChip, un’applicazione che consente di creare Pdf di alta qualità direttamente da Html sfruttando Adobe CSS e JavaScript. Il nuovo pdfChip include anche uno script di Adobe InDesign per la creazione rapida di template Html da InDesign. Il nuovo software, grazie alla sua capacità di creare Pdf sia in pagina singola sia per pagine multiple, è l’ideale per la generazione dinamica di grandi volumi di Pdf ed è in grado di supportare tutte le funzionalità Html e di estenderle per l’elaborazione di colori CMYK, tinte piatte, numeri di pagina, generazione del sommario, metadati Xmp, standard Pdf, Svg, MathML, codici a barre e molto altro.

A drupa sarà in dimostrazione anche pdfaPilot, la soluzione progettata per la conversione di Pdf e di documenti nativi in file Pdf/A ricercabili per l’archiviazione a lungo termine. Anche pdfaPilot utilizza appieno Adobe Acrobat ed è disponibile per l’impiego da desktop, per l’utilizzo con hotfolder e tramite l’integrazione con i sistemi esistenti.

Callas Software sarà presente a drupa insieme ad Axaio Software e Tucanna nello stand di Four Pees, il distributore internazionale di soluzioni software per l’industria della stampa e dell’editoria.

L’esplorazione dei metadata tramite pdfTollbox.
L’esplorazione dei metadata tramite pdfTollbox.