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Modificare un Pdf non è più un tabù

Le prove colore effettuate.

In ambito prestampa per controllare e modificare i file Pdf lo strumento da sempre più utilizzato è il Pitstop Professional; la nuova release aggiunge importati funzioni nella direzione dell’editing immagini, della gestione dei font e della normalizzazione dei file in ottica mobile.

Le prove colore effettuate.

Per gli stampatori che ricevono i file in formato Pdf intervenire su di essi per risolvere i problemi tecnici o correggere alcuni errori è un’attività poco amata. Molti i rischi connessi a un intervento che potrebbe risolvere un problema e, allo stesso tempo, crearne un altro. È evidente, d’altro canto, che i clienti e più in generale il mercato si aspetti questo servizio da chi ha in carico la realizzazione del lavoro grafico.

Proprio sull’onda di questa realtà, anche Adobe ha inserito già da tempo alcune funzioni di modifica all’interno di Acrobat mentre è frequente trovare nei reparti di prestampa «pratiche di editing del Pdf» mediante l’uso di Adobe Illustrator. Nei casi più complessi, per interventi tecnici su più pagine, è frequente il ricorso a un processo più articolato che vede l’import del file Pdf all’interno di InDesign, la sua modifica con vari interventi spesso «poco ortodossi» e, al termine, la ri-generazione del file PDF.

Il nuovo comando per la gestione delle sfumature vettoriali permette di intervenire sulla struttura e sul colore del pattern di riempimento. Nella figura il cielo dell’illustrazione presenta una sfumatura che è stata variata inserendo dei nuovi punti di interruzione per cambiare il colore intermedio (rosso e giallo).

Se questa è la realtà è inutile continuare ad arroccarsi su posizioni conservative e rifiutare di intervenire sul Pdf; il rischio di perdere clienti a favore di aziende più aperte alle richieste del mercato è reale. Certo bisogna tenere presente i rischi connessi a una pratica che preveda la modifica di un file acquisito, e soprattutto quotato in offerta come definitivo. È verosimile che inserendo dei punti di controllo nelle varie fasi del flusso produttivo, diventi possibile adottare come prassi anche l’editing del Pdf. Ed è in questo senso che va analizzata la nuova versione della suite Enfocus dedicata alla gestione dei file Pdf e, più in generale, all’automazione in prestampa.

Specifiche PitStop Professional 12

Piattaforme su cui opera il software:

  • Microsoft Windows® XP SP2 Professional o Home Edition

  • Microsoft Windows® 7, Home Premium, Business o Ultimate Edition (32-bit e 64-bit, ma funzionante in modalità 32-bit)

  • Microsoft Windows® 8 (32-bit e 64-bit ma funzionante in modalità 32-bit)

  • Mac OS X 10.6, 10.7, 10.8

Allo stato attuale il nuovo sistema operativo Mac OSX 10.9 (Maverick) non è compatibile con Pitstop 12; è verosimile che a breve sarà resa disponibile una nuova versione.

Configurazione del computer

  • Ram: minimo 512 MB; raccomandato 2GB

  • Risoluzione 1024 x 768; raccomandata 1.280×1.024

Versione di Acrobat – compatibilità

  • Adobe Acrobat 8.x Standard o Professional

  • Adobe Acrobat 9.x Standard o Pro

  • Adobe Acrobat X Standard o Pro

  • Adobe Acrobat XI Standard o Pro (inclusa quella installata con la Acrobat Creative Cloud XI)

La famiglia di prodotti Enfocus comprende:

  • Switch: automatizza e ottimizza la funzionalità del flusso di lavoro

  • PitStop Pro: plug-in per Acrobat per applicare profili e correzioni su file PDF prima della stampa

  • PitStop Server: controllo file PDF tramite Hot-Folder

  • Connect ALL: strumento per migliorare la collaborazione tra i grafici e le aziende di stampa

  • Connect YOU: strumento lato «creatore del Pdf» che consente di creare, verificare e consegnare PDF di alta qualità in modo semplice se senza errori

  • Connect SEND: per semplificare l’upload dei file in modo veloce e corretto. PDF Workflow Suite: bundle composto da PitStop Pro e PitStop Server

  • Certified PDF.net: semplifica la comunicazione tra committente e stampatore

Dentro a Pitstop Professional

Da sempre una delle caratteristiche che hanno distinto Pitstop dai concorrenti è la presenza delle azioni. Sono dei piccoli programmi che l’utente può costruire a partire da delle istruzione base. L’editor delle azioni è abbastanza semplice ma, per venire incontro alle esigenze più comuni, l’Enfocus ne ha inserite parecchie predefinite organizzate in categorie. Con l’ultima versione sono disponibili azioni orientate non solo al mondo prestampa ma anche a quello dei tablet. In particolare questa categoria di azioni consente velocemente di adattare un impaginato pensato per la stampa alla consultazione su dispositivo mobile. Rimozione di tutti i segni esterni alla trim box, eliminazione dell’abbondanza, conversione alla modalità colore Rgb, conversione delle trasparenza, downsampling alla risoluzione adeguata, split delle pagine affiancate sono alcune delle azioni che possono essere applicate al file singolarmente oppure in un’unica operazione, utilizzando la modalità di verifica preliminare che consente di raggruppare più azioni in un solo profilo di controllo.

È anche possibile attivare la modalità «recording azione» per registrare le modifiche che si vogliono eseguire sui file creando così in automatico delle azioni; queste una volte create possono essere condivise in un reparto di prestampa tra tutti gli operatori creando così uno standard di lavorazione.

Editing spinto

Quello che ci ha più colpito della nuova versione sono i comandi per intervenire sulle immagini, sulle sfumature, sull’allineamento degli oggetti e sull’incorporazione dei font quando mancanti.

È da tempo che la modifica delle immagini e dei vettori presenti in un PDF può essere eseguita agganciando un editor, specificato nelle preferenze di Acrobat, alla voce Preferenze>Modifica Contenuto; ora con PitStop Professional 12 si può fare tutto dall’interno del file Pdf. Questa modalità operativa presenta alcuni vantaggi produttivi e svincola l’operatore da avere a disposizione sulla propria macchina anche Photoshop e Illutsrator. I comandi sono completi, potenti e semplici; ricalcano le modalità operative di Phostoshop e consentono di intervenire sulla maschera di contrasto, sulla regolazione della luminosità/contrasto e sui singoli canali. Per quanto riguarda gli elementi vettoriali c’è la possibilità di intervenire sulla struttura e sul colore del pattern di riempimento. Le funzioni di allineamento oggetti, sia raster che vettoriali, sono molteplici e possono risultare utili in molte occasioni.

Interessante l’azione (Isolate Images, Text, Graphics and Shadings) che permette di trasformare il Pdf su cui si sta lavorando in un Pdf a livelli dove ognuno di essi contiene oggetti omogenei per tipologia; questa funzione era già disponibile da tempo in plug-in concorrenti ed è molto comoda. In pratica con un comando è possibile distribuire i vari elementi che compongono il file su livelli distinti consentendo così una più semplice successiva modifica degli stessi.

Gestione dell’incorporazione dei font

La mancata incorporazione dei font nel Pdf non solo è uno degli errori più frequenti ma anche dei più insidiosi. È difficile credere che questo problema avvenga ancora, considerando anche la maturità raggiunta dai software utilizzati per la creazione del Pdf, ma la realtà dei fatti dimostra invece che gli errori sono ancora frequenti. Poiché i font sono assimilabili a dei software dal punto di vista delle licenze d’uso è necessario avere acquistato la licenza per poter farne uso; quando un file Pdf è fornito senza font incorporati l’azienda incaricata di riprodurre il file si trova davanti due strade: segnalare il problema e rifiutare il file, reperire il font mancante e poi procedere al suo inserimento nel file stesso. Enfocus ha voluto regolamentare la seconda strada adottando un meccanismo che risolve anche il problema delle copie illecite dei font. L’accordo con Monotype, uno dei maggiori fornitori al mondo di font, abilita gli utenti di PitStop all’accesso alla piattaforma Monotype Baseline, un servizio basato su cloud integrato nel software della Enfocus.

Grazie all’accordo con Monotype se, durante la fase di preflight, vengono rilevati dei font mancanti, Pitstop darà accesso al font a un costo molto contenuto e legato al documento cioè indipendente dal numero di pagine e dal numero di ricorrenze del font nel file. La piattaforma Monotype Baseline è accessibile a tutti gli utenti Pitstop (Professional e Server) previa impostazione di un account sul sito.

Pitstop Server

Il programma per l’automazione delle funzioni di editing e controllo dei file Pdf presenta due nuove funzioni degne di nota: la gestione della conversione della trasparenza e il rilevamento e reporting della copertura inchiostro per tutto il file esaminato. Mentre la seconda funzione ha forse trovato risposte in altri software, per esempio quelli per la gestione della riseparazione del file (repourposing) allo scopo di risparmiare inchiostro di tricromia a favore di un maggior utilizzo del nero, la prima è utile a tutti quegli ambienti produttivi dove non fosse ancora presente un flusso di lavoro di prestampa basato su un RIP inadatto ad appiattire correttamente gli effetti di trasparenza. La versione 12 di Pitstop Server ha un’interfaccia rinnovata con molti più parametri utili a impostare la conversione. Rispetto al motore di conversione interno ad Acrobat, quello di Enfocus, presente solo nella versione Server, ha una funzione aggiuntiva in grado di rimuovere l’effetto «collaterale» della fase di appiattimento che attribuisce un profilo colore agli oggetti derivanti proprio dalla conversione.

Le modalità di conversione della trasparenza sono diverse tra Pitstop Professional e Pitstop Server. Con il plug-in (Pitstop Professional) la trasparenza può essere convertita richiamando la funzione di Acrobat (sopra e sotto).

Nel caso di PitStop Server è possibile impostare le modalità di conversione e specificare anche un parametro non presente in Acrobat (rimozione dei profili ICC).

Conclusioni

La nuova suite di prodotti Enfocus ci sembra molto buona e utile in tutti i contesti produttivi che necessitano di lavorare con i file Pdf sia per la stampa che per una pubblicazione multicanale. I software hanno mantenuto la caratteristica di essere semplici all’uso e tutte le nuove funzioni hanno una doppia natura: possono essere eseguite in manuale o in modo automatico. Le politiche di aggiornamento sono ben strutturate e riteniamo sia utile passare alla nuova versione per tutti gli ambienti produttivi dove la fornitura di file Pdf da parte dei clienti supera il 50% dei file totali.

Organizzazione dei test

Per verificare in produzione le nuove funzioni di ritocco immagine e gestione delle sfumature, sono stati costruiti quattro file di test con Adobe InDesign CC e poi esportati in PDF mediante le PDFLibrary (esportazione diretta) in versione 1.4. Per applicare le modifiche ai file PDF è stati usato PitStop Professional con Acrobat XI (versione Creative Cloud). I file PDF di test 1 e 2, inerenti i nuovi comandi di gestione immagini e sfumature, sono stati elaborati con il sistema Prinergy 5.2.2 con RIP Adobe PDF Print Engine 2.5. Sono state effettuate le prove colore di riscontro su Epson Stylus Pro 7900 SpectroProofer (figura X) e i risultati sono corretti. Si ringrazia la Serio SPA per la preziosa collaborazione.

Ricoh Italia e CNA Firenze insieme per la formazione degli stampatori e dei tipografi

Le evoluzioni tecnologiche stanno cambiando il futuro della comunicazione stampata e il modo in cui le aziende interagiscono con i clienti. Per i fornitori di servizi di stampa è quindi importante riuscire a sviluppare comunicazioni multicanale personalizzate e applicazioni di stampa innovative. Per aiutare gli stampatori a capire quali siano le possibili strade per sviluppare il business Ricoh Italia e CNA Firenze organizzano due momenti formativi che coinvolgono stampatori e tipografi.

Le opportunità del Web-to-print

Il primo incontro – a cui hanno partecipato oltre 20 aziende – si è svolto sabato 30 novembre e si è focalizzato sul Web-to-print. Tra gli aspetti sviluppati durante il workshop da Claudio Della Rossa, consulente del settore grafico e del packaging:

  • le condizioni di mercato che favoriscono lo sviluppo delle piattaforme Web-to-print
  • le caratteristiche di queste piattaforme
  • come implementare in maniera efficace una soluzione Web-to-print
  • le strategie per promuovere le vendite online

Dalla carta alla multicanalità

Il secondo workshop, a cura del consulente e formatore Emanuele Posenato, si svolgerà sabato 7 dicembre e sarà incentrato sulle opportunità per le aziende grafiche che vogliono innovare l’offerta all’insegna della multicanalità. Tra gli argomenti inclusi nel programma:

  • l’evoluzione dei servizi proposti dagli stampatori
  • come cambia la fruizione dello stampato
  • l’integrazione della stampa con le comunicazioni online
  • proporre ai clienti la multicanalità continuando però a vendere carta stampata

Questi eventi sono l’occasione per presentare il servizio Coach to Print di Ricoh che consente ai print service provider di migliorare i flussi produttivi. «Il nostro obiettivo – spiega Giorgio Bavuso, Direttore Production Printing di Ricoh Italia – è fornire agli stampatori servizi professionali affinché riescano a migliorare la produzione e a sviluppare la propria offerta andando oltre la stampa. Con Coach to Print mettiamo a disposizione un servizio di consulenza in cui i nostri specialisti analizzano i flussi di lavoro del cliente, le modalità operative e gli strumenti utilizzati. Sulla base di quanto emerso durante l’analisi Ricoh propone delle azioni per migliorare la produttività e l’efficienza della produzione. Grazie a questi servizi e all’offerta tecnologica proposta Ricoh consente agli stampatori di sviluppare un’offerta a valore aggiunto che risponde alle esigenze di personalizzazione e di integrazione tra stampa e strumenti di marketing espresse dal mercato».

Per ulteriori informazioni sull’offerta di soluzioni e servizi Ricoh dedicata alla stampa di produzione, cliccare qui!

Flexo Day 2013: protagonista l’inchiostro

Il Presidente di Atif, Sante Conselvan.

Grande partecipazione al Flexo Day svoltosi a Bologna (Bentivoglio) il 20 novembre scorso, che ha superato ogni record di partecipazione con più di 340 presenze. Il programma ha avuto un focus particolare su temi legati all’inchiostro, ma non sono mancate interessanti testimonianze di un buyer, un operatore di prestampa e due importanti stampatori dei settori etichette e cartone ondulato.

L’evento di quest’anno è stato altresì caratterizzato dalla presenza di rappresentanti di Associazioni flessografiche provenienti da Francia, Benelux, Gran Bretagna, Polonia, Spagna e Svezia con le quali Atif si è fatta promotrice dell’avvio di un percorso per la creazione di un network di collaborazione europeo nel settore della flessografia.

Il Flexo Day 2013 è stato aperto dal Presidente di Atif Sante Conselvan che ha salutato i presenti illustrando lo stato dell’arte del settore dell’imballaggio a livello mondiale.

Il Presidente di Atif, Sante Conselvan.

L’incontro è proseguito con una presentazione un po’ diversa dal solito, un intervento a tre mani sul «lungo viaggio dell’inchiostro» che ha fatto una panoramica sugli aspetti che determinano le caratteristiche qualitative e quantitative dell’inchiostro durante il processo di stampa flessografica. Chiarissimo il messaggio: la flessografia è una sola, qualsiasi sia il prodotto da realizzare, con fondamenti comuni che è opportuno conoscere. Stefano d’Andrea e due pilastri della storia di Atif, Emilio Gerboni e Roberto Margarolo, hanno condotto la platea attraverso un percorso ricco d’informazioni tecniche pratiche e utili.

Il tema dell’inchiostro è stato trattato anche da Lukas Pescoller, esperto di ottica e sistemi di misurazione per arti grafiche, questa volta per valutare la qualità della stesura dello strato di inchiostro sul prodotto stampato. Omogeneità, spuntinature e altre caratteristiche da misurare e quantificare, oltre la densità e la spettofotometria.

Davide Deganello, ricercatore alla Swansea University, alla sua seconda partecipazione al Flexo Day di Atif, ha concluso la sessione della mattina, che tra l’altro ha previsto gli interventi dei due main sponsor Sun Chemical e Uteco che hanno presentato le realizzazioni effettuate recentemente dal Welsh Centre for Printing and Coating in collaborazione con il Centro di Ricerca e Sviluppo «Specific®» su un’applicazione industriale che consente un considerevole risparmio energetico rendendo i fabbricati industriali autentiche centrali di produzione di energia pulita. Il tutto anche grazie alla stampa flessografica, che viene utilizzata tra l’altro anche per la produzione dei pannelli fotovoltaici.

La sessione pomeridiana che ha percorso il flusso completo delle lavorazioni, partendo dalle esigenze del cliente fino alla stampa, è stata aperta da Paolo De Regibus del Gruppo Perfetti Van Melle che ha presentato il punto di vista del print buyer tradizionalmente legato alla rotocalco e oggi orientato a inserire alcuni converter flessografici nel proprio gruppo di fornitori di imballaggi, dopo avere sperimentato i positivi risultati raggiunti dalla stampa flexo.

Dopo il buyer ha preso la parola la «prestampa» che deve interpretare le esigenze del cliente e adeguarle alle caratteristiche del sistema di stampa designato per la produzione. Con l’esperienza e la competenza nella gestione della conversione del colore, Mario Villa di Masters Colors ha spiegato come garantire la migliore riuscita del progetto e quindi la soddisfazione del cliente.

Last but not least la testimonianza di chi poi concretamente mette in campo le tecnologie di stampa e realizza il prodotto: Guido Iannone della Nuceria Adesivi e Luca Simoncini della Ghelfi Ondulati hanno illustrato cosa avviene nella loro azienda.

Iannone, presentando il suo ampio parco macchine rotative, non ha potuto che confermare pubblicamente la sua fiducia in questa tecnologia di stampa, ritenuta eccezionalmente performante sia per la stampa di etichette che di imballaggi flessibili, con grande versatilità di applicazione su diversi supporti plastici e cartacei. Simoncini ha invece illustrato maggiormente i metodi operativi che assicurano alla sua azienda notevoli risultati qualitativi ed economici con aumento della qualità media del prodotto cartone ondulato di grandi dimensioni che non può consentire costose improvvisazioni. Simoncini ha altresì aperto le porte del laboratorio di ricerca e sviluppo per mostrare cosa succede dietro alle quinte di un importante produttore italiano di cartone ondulato.

Hanno supportato il Flexo Day 2013: Sun Chemical e Uteco poi Biessse, Edigit, Ets, Huber, I&C, Inglese, Lohmann, Mavigrafica, Omet, Simec, Tesa, Tresu, Zecher.

Come va il comparto? L’evoluzione del mercato nei prossimi anni

Il settore dell’imballaggio gode di buona salute. In un quadro complessivo generale economico, politico, finanziario a dir poco sconfortante sotto gli aspetti a tutti noti – non ultimo per il fatto che il nostro Paese resta un fanalino di coda in un’Europa che, seppure lentamente, sta tentando di uscire da una crisi che ormai si protrae dal lontano 2009 – la visione del settore flessibile è comunque ottimistica. Al convegno Giflex che si è recentemente tenuto a Firenze, e che ha riunito le aziende del comparto e della filiera, si respirava un’aria positiva, di chi sta lavorando attivamente adesso per essere poi pronto quando la crisi terminerà e l’economia ricomincerà a crescere. Secondo Pietro Lironi, presidente Giflex, «l’anno 2012 si è chiuso con una crescita rispetto all’anno precedente di alcuni punti percentuali sia in volume sia in fatturato dopo un 2011 che aveva fatto registrare una crescita vicino alla doppia cifra percentuale: solo Svizzera e Francia hanno segnalato qualche difficoltà, ma le ragioni di questi problemi sono da addebitarsi nel primo caso al problema del cambio franco svizzero/euro, nel secondo caso alla riorganizzazione di alcuni gruppi multinazionali presenti sul territorio francese con più siti produttivi».

Pietro Lironi, presidente Giflex.

I risultati del 2012 e della prima metà del 2013 sono ancora più sorprendenti se si pensa che le associazioni internazionali del settore alimentare, principale cliente delle aziende del flessibile, nello stesso periodo di riferimento dichiarano una diminuzione di consumi piuttosto marcata. Risultati che si giustificano – come ha anche confermato l’assemblea di FPE (Flexible Packaging Europe) dello scorso giugno – con l’erosione di quote di mercato di altri imballaggi, in particolare la plastica rigida, e con l’incremento invece delle confezioni porzionate che utilizzano più imballaggio a parità di peso degli alimenti confezionati.

Italia: «il futuro dell’imballaggio è nelle mani di coloro che sanno osare»

Partiamo quindi da casa nostra e vediamo qual è la situazione italiana delle aziende produttrici d’imballaggi flessibili. Secondo la valutazione dei bilanci realizzata da Prometeia, spiega Lironi al convegno di Firenze, si evidenzia per il 2012 un calo dei fatturati dell’1,7% rispetto all’anno precedente, facendo segnare un rallentamento dopo due anni di crescita elevata. Le cause di questo risultato sono note: l’uso della leva del prezzo come strumento commerciale a scapito della redditività, l’eccesso di offerta sul mercato con mancanza di specializzazione e la difficoltà di lancio di prodotti o tecnologie innovative. La situazione non è tuttavia omogenea, precisa Lironi, e un certo gruppo di aziende associate a Giflex ha invece intrapreso un percorso virtuoso che sta portando al miglioramento del risultato economico grazie a una politica commerciale che privilegia il rapporto con i clienti che sono disposti a pagare di più a fronte di un servizio e di una qualità elevata. Come diceva Aaron Brody, considerato in America il filosofo del packaging, parlando del futuro dell’imballaggio: «Il futuro dipende dall’applicazione di nuovi principi alle lezioni della storia. Il futuro è un’estensione dell’oggi mediante coraggio e immaginazione. Il futuro dell’imballaggio è nelle mani di coloro che sanno osare». Un suggerimento che porta a dover cambiare paradigma e rischiare, se si vuole cogliere la ripresa.

Buone notizie sul fronte europeo

Jan Homan, presidente FPE, Flexible Packaging Europe.

Secondo Jan Homan, presidente di FPE, il flessibile è in crescita e cresce in media molto più velocemente degli altri imballaggi. Se si guarda lo sviluppo del settore alimentare in Europa, anche con la terribile crisi del 2008-2009, non si è assistito a un grosso declino perché stiamo parlando di un ambito dove non c’è la ciclicità tipica del settore della metallurgia, della siderurgia o della chimica, ed è invece difficile che i consumi alimentari abbiano delle forti flessioni, perché c’è sempre bisogno di imballaggi alimentari (fugura 1).

La figura 2 (sotto) invece mostra i risultati di un’analisi condotta fra i leader del settore del packaging a livello globale, e lo studio ha riguardato le tendenze del settore del packaging: la parte azzurra delle colonne, spiega Homan, indica la tipologia di imballaggi molto importanti, quindi le borse, le pellicole e i sacchetti, considerati una grande priorità fra i decisori nel campo del packaging; invece le bottiglie, i cartoni e i barattoli sono ritenuti meno importanti.

Lo sviluppo del mercato flessibile: meglio se focalizzato

Quando si parla del fatto che la crescita è lenta in alcuni paesi, in realtà dipende dal passaggio da imballaggi rigidi a imballaggi flessibili. In verità, spiega Homan, i dati di crescita ci sono e complessivamente c’è da essere ottimisti: dal 2011 al 2012, la crescita in Europa occidentale è stata dell’1,9%, e del 6,1% in Europa orientale. Nel dettaglio, i paesi del Sud (come Italia, Spagna e Grecia) si trovano sul mercato in contrazione, con tassi di crescita che probabilmente sono negativi, ma che vengono compensati dai paesi del Nord. Come settore, spiega Homan, cresciamo due volte di più del PIL di un Paese. Nei Paesi emergenti, le marche sono molto importanti per una questione di status symbol, e di conseguenza anche i bisogni procapite sono inferiori: per esempio, per il settore dello yogurt o del caseario, l’utilizzo medio in Europa occidentale è di 15 kg per persona, mentre in Europa orientale è di 4 kg per persona.

La figura 3 mostra invece i Paesi più importanti in Europa per il mercato del flessibile, il che significa che i trasformatori italiani che esportano probabilmente lo fanno soprattutto in Germania e in Francia, che sono il numero uno e due nell’utilizzo di flessibili. Vi sono tuttavia anche altri Paesi con un grande potenziale di crescita per i prossimi anni. A livello della differenziazione per categorie merceologiche di prodotti, è interessante notare, secondo Homan, che molte aziende sono poco focalizzate e tendono invece a offrire più servizi: non concentrandosi su specifici mercati o prodotti diventa difficile gestire la complessità. Invece, vi sono buone possibilità di crescita e di miglioramento del proprio business focalizzandoci su uno-due o al massimo tre prodotti, invece di cercare di offrire tutto a tutti nel settore del flessibile.

Le tendenze globali di un mercato «chiuso»

Diamo uno sguardo alle tendenze del mercato globale. Secondo Homan complessivamente è un mercato che vale 74 miliardi di dollari: se guardiamo le tendenze al 2008 al 2012 (figura 4, sotto), è possibile osservare chiaramente che l’Asia sta crescendo molto velocemente, ed è presumibile che sarà un’area di crescita anche in futuro, mentre l’Europa occidentale, orientale e il Nord America hanno avuto un lieve calo. La caratteristica di questi mercati è che sono tendenzialmente «chiusi», l’Europa si rifornisce con l’Europa e le importazioni sono quasi inesistenti: in Cina e in India sono all’1%, e in Europa al 2% e anche gli Stati Uniti non sono grandi importatori (tabella 5).

Tabella 5. Import/Export a livello globale per il flexible packaging

Paese Import Export
Nord America 8% 2%
Europa 2% 9%
India 1% 7%
Cina 1% 25%

Fonte: PCI Films Consulting Ltd / Industry estimates / BRICdata.

Dalla frammentazione all’auspicato consolidamento

Un’altra caratteristica del settore del flessibile in Europa è la frammentazione: la figura 6 mostra infatti che la fetta più grossa del mercato – il 32% – appartiene ad «altre aziende» e, rispetto agli altri settori, quelli dei flessibili è composto da dieci aziende leader che coprono il 35% del business. Secondo Homan, è un quadro che indica la necessità di un processo di consolidamento, di fusione, e che porterà il miglioramento dei margini: «uno dei modi per migliorare i margini è proprio un processo di consolidamento».

Figura 6.

Come uscire dalla «sandwich position»

Ma che cosa che stimola questo processo? Secondo Homan, è la cosiddetta «sandwich position», a cui stiamo assistendo da anni, da cui alcuni grossi player, quattro o cinque, sono riusciti a uscire ma la maggior parte no, i più piccoli, per mancanza di «autorevolezza» di fronte ai grossi fornitori che non negoziano i prezzi. Ecco che la situazione ottimale è da un lato trovare una nicchia, focalizzarsi, aumentare quindi le produzioni riducendo la complessità, e in alternativa vi è la fusione e il consolidamento. È infatti in atto un processo che porta i clienti multinazionali ad andare in Asia, America Latina, Cina o Indonesia e  chiedere ai propri fornitori di cui si fidano di seguirli, cosa che aiuta il processo di consolidamento mediante una serie di acquisizioni che stabilizza il mercato. Per quanto tempo, infatti, potranno andare avanti così le aziende di medie dimensioni? Contando anche che la normativa alimentare sta diventando molto complessa e richiede tante risorse umane costose e che è molto difficile seguire tutti gli sviluppi. In conclusione, la visione futura del mercato globale fa ben sperare (figura 7), afferma Homan, le opportunità di crescita in Europa ci sono, si tratta solo di saperle cogliere.

Figura 7.

Turchia, un paese in espansione

Tra i paesi in crescita, la Turchia rappresenta un mercato interessante con cui confrontarsi, con una grossa velocità di espansione e che per la sua crescita nel settore del packaging flessibile sta diventando un leader di riferimento in Europa. Salih Acar, dell’associazione dell’imballaggio flessibile turca (FASD, Fleksibil Ambalaj Sanayicileri Dernegi), intervenuto al congresso di Giflex a Firenze, ha offerto un quadro della situazione economica, un’occasione importante di confronto per capire come sta crescendo il Paese e di conseguenza il mercato dell’imballaggio flessibile. Ecco come l’ha presentata.

Salih Acar, segretario generale dell’Associazione imballaggio flessibile in Turchia.

È un paese giovane, racconta Salih Acar: la Turchia ha una popolazione di oltre 77 milioni di abitanti metà dei quali ha meno di 30 anni e quasi il 25% ha meno di 14 anni. È un paese dinamico: la penetrazione dei cellulari è molto elevata, più del 93% delle famiglie possiede un cellulare e anche l’accesso internet è aumentato fino al 47,2% mentre l’accesso a internet delle imprese raggiunge un tasso del 92,5%. Ed è un paese in sviluppo a livello commerciale, con 48 aeroporti e 76 porti marittimi. Guardando alle prospettive economiche, racconta Acar, lo scorso anno il PIL è stato stimato intorno ai 10mila dollari, con una previsione a due anni di circa 13 mila dollari. La crescita economica in Turchia continua ormai da anni con tassi del 10%, sebbene sia calata nel 2008-9 per la crisi economica che l’ha colpita, in maniera ridotta rispetto ad altri paesi: nel 2008 c’è stato un calo del 10% e nel 2009 del 4,8% (figura 8), che si è tradotto nel mercato degli imballaggi flessibili con un valore intorno al -3%. Nel 2012 la crescita è stata del 2,2%, che per quel che riguarda il settore degli imballaggi flessibili si traduce in una crescita del 6,7%. Il rischio di investimento in Turchia non è troppo alto, precisa Acar, un valore che si attesta ai 234 punti, molto simile alla media della maggior parte dei paesi europei.

Figura 8.

Commercio estero: principali partner Germania e Italia

Veniamo ora ai valori del commercio estero: nel 2012 le esportazioni sono state pari a 152,5 miliardi di dollari, e l’obiettivo è di raggiungere i 500 miliardi di dollari entro il 2023. I valori delle importazioni sono elevati e la bilancia commerciale è sempre in negativo sempre a causa delle elevate importazioni, che superano le esportazioni.

Il rapporto tra esportazioni/importazioni è attorno al 60-65%, valore che è destinato a salire entro dieci anni fino all’80%. Sempre per quanto riguarda il commercio estero, i principali partner per l’esportazione sono la Germania e tra questi anche l’Italia, con cui il Paese ha dei rapporti stabili: l’Italia infatti che rappresenta il 4,6% per le esportazioni, mentre per quanto riguarda i partner per le importazioni rappresenta il 5% (figura 9, sotto).

Flessibile: un giro di affari di 2,7 miliardi di euro

Dai dati dell’associazione turca FASD, afferma Acar, si evince che il settore ha più di 10mila addetti impiegato per un giro di affare annuale di 2,7 miliardi di euro, valore che rappresenta la somma del giro di affari di tutti i membri dell’associazione. Guardando i dati delle vendite (figura 10), è possibile notare come nell’ultimo anno si è raggiunta la cifra di 5,3 miliardi di euro, di cui quasi la metà sono rappresentate da mballaggi flessibili: valore che indica che – in termini di vendite – i pack flessibili stanno migliorando rispetto ad altri tipi di imballaggi: la percentuale è stata infatti del 47% negli ultimi due anni. Il valore delle esportazioni, invece, è di un miliardo di dollari, e soltanto nel 2009 e nel 2012 ha registrato una lieve diminuzione del valore (figura 11).

Figura 10.
Figura 11.

AAA produttori di adesivi cercasi

Un mercato in piena espansione quindi, con un tasso crescita del 6-8% all’anno. Una crescita, come è stato detto, promossa da fattori costituzionali del paese, l’economia in crescita, la popolazione giovane, una maggiore partecipazione delle donne come forza lavoro, l’urbanizzazione, la penetrazione dei supermercati e le forti esportazioni in vari settori. In miglioramento anche le infrastrutture di produzione e distribuzione, mentre l’accesso alle materie prime è ancora limitato. Il tasso di esportazione supera il 40% in generale, e per quel che riguarda i materiali per imballaggi flessibili raggiunge il 50%. C’è un’industria della produzione ampia e dinamica, sia per quanto riguarda substrati, inchiostri da stampa e prodotti chimici; tuttavia è da rilevare l’assenza per ora di produttori di adesivi, informazione che potrebbe essere interessante per chi volesse fare degli investimenti.

Le associazioni di riferimento

Giflex è l’associazione che raggruppa i produttori di imballaggi flessibili stampati sia in rotocalco che in flessografia. Il Gruppo è integrato nel sistema confindustriale, tramite Assografici (l’Associazione Nazionale delle Industrie Grafiche, Cartotecniche e Trasformatrici) e aderisce alla divisione FPE (Flexible Packaging Europe) di EAFA (European Aluminium Foil Association).

FPE è l’associazione europea che raggruppa i principali produttori europei di imballaggi flessibili: conta oltre 60 soci, e coi suoi membri copre il 75% del fatturato dei flessibili in Europa.

La Fasd (Fleksibil Ambalaj Sanayicileri Dernegi) è l’associazione dei produttori degli imballaggi flessibili in Turchia. Nata nel 2005, fa parte dell’FPE (Flexible Packaging Europe) e della federazione delle associazioni dei produttori di imballaggi turchi. È composta da 56 membri provenienti da 49 aziende. Il consiglio direttivo è formato da undici membri, nove dei quali sono trasformatori. L’associazione è impegnata su vari fronti, non per ultimo quello della sostenibilità, affinché Il settore del flessibile in Turchia rispetti le normative europee riguardanti gli imballaggi a contatto con alimenti. Tra le attività, vi è anche l’organizzazione di una fiera sugli imballaggi flessibili, Pack-Ist, che si è tenuta nel 2012 e nel 2013 e che nel 2015 si terrà dal 28 al 31 maggio 2015.

Crush di Favini vince il premio «MF Innovazione» al Veneto Awards 2013

Crush è una innovativa gamma di carte ecologiche realizzate con scarti di lavorazioni agro-industriali, che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente da albero. Grazie a centinaia di ore di ricerca e di tecniche di perfezionamento, Favini è riuscita a trasformare i sottoprodotti di mais, agrumi, kiwi, olive, mandorle, nocciole e caffè in straordinarie carte. In coerenza con l’impegno dell’azienda a sostegno dell’ambiente, la nuova carta è certificata FSC, realizzata con 100% energia verde autoprodotta, contiene il 30% di fibra riciclata post consumo e la carbon footprint è ridotta del 20%.

Favini, a 12 mesi dal lancio di Crush, ha ottenuto risultati straordinari registrando un successo senza precedenti rispetto alle previsioni di vendita.

Il grande successo di Crush ha, inoltre, valicato i confini nostrani, conquistando i mercati internazionali di 25 Paesi, tra i quali primeggiano Corea del Sud, UK, Russia e Cina. Infatti, Crush non è solo una carta dalla marcata connotazione ecologica e un forte impatto emozionale, ma un prodotto in grado di assicurare un’ottima resa qualitativa di stampa che, anche grazie ai prezzi competitivi, ha suscitato l’interesse di diversi marchi prestigiosi. Alcuni di essi hanno attivato progetti speciali per ridare vita ai propri scarti producendo carta di qualità. Favini è pronta ad aprire le porte a chi desidera risparmiare cellulosa utilizzando nuovi materiali. In occasione del ritiro del premio l’Ing. Flavio Stragliotto, Direttore di Stabilimento di Rossano Veneto, ha ricordato: «Continueremo a sviluppare le nostre carte mettendo all’interno di esse il meglio dell’innovazione e delle conoscenze nell’ambito del rispetto ambientale».

Andrea Nappa, Amministratore Delegato di Favini, dichiara: «Investiamo da sempre in Innovazione, con creatività e coraggio, e abbiamo al nostro interno professionisti appassionati al proprio lavoro, che tendono costantemente a risultati d’eccellenza. E Crush ne è il risultato. Abbiamo creduto fin dall’inizio al grande potenziale innovativo di Crush e siamo orgogliosi di aver raggiunto questo importante riconoscimento che conferma il nostro impegno nei confronti dell’ambiente».

La consegna del riconoscimento è avvenuta il 27 novembre scorso: a destra l’l’ing. Stragliotto, con Domenico Ioppolo, AD MF Conference e Chief Marketing Officer di Class Editori.

Environmental Paper Company Index WWF 2013

L’iniziativa del WWF, che ha coinvolto 25 tra le più grandi aziende, mondiali e italiane, del settore carta e cellulosa rappresentano un terzo dei 70 attori globalmente significativi nel settore e producono complessivamente 82 milioni di tonnellate di polpa di cellulosa e carta, il 14% di carta e cartone, tra i quali il 28% della carta grafica e il 29% della carta stampata.

Tra le aziende italiane è presente Fedrigoni, nella categoria graphic paper: ha raggiunto il 50,5 per cento del punteggio per l’impronta ecologica complessiva, con il 73% per l’approvvigionamento responsabile, 22 per cento per i processi produttivi e 57% per il reporting socio-ambientale. Nei «25» anche il gruppo Sofidel, marchio Regina, che nella categoria tissue ha raggiunto il 64,8% del punteggio per l’impronta ecologica complessiva, con il 65 pe cento per l’approvvigionamento responsabile, 68% per i processi produttivi, 60 per cento per il reporting socio-ambientale.

 

La produttività industriale di Durst Rho 1012 incontra le perfomance della tecnologia Variodrop

La serie Rho 1000 serie

Con una risoluzione di 1.000 dpi, Rho 1012 è la più produttiva stampante inkjet da 12 picolitri della sua classe: raggiunge una velocità di 490 m² all’ora. L’implementazione della rivoluzionaria tecnologia Variodrop brevettata Durst, garantisce un ulteriore incremento della qualità delle immagini, assicurando risultanti eccellenti a velocità di stampa ancora più elevate.

La serie Rho 1000.

Sin dalla sua introduzione sul mercato in anteprima a Fespa 2013, Rho 1012 ha fissato un nuovo standard qualitativo in termini di produttività industriale di alto livello. Ora, con l’integrazione della nuova tecnologia Variodrop, le zone colore in tinta unita sono ancora più omogenee. Inoltre, Variodrop risolve alcuni degli errori che possono verificarsi con la sola stampa greyscale. In particolare, la stampa greyscale si basa fortemente sulla precisione di posizionamento della goccia, che può essere influenzata dall’uniformità nella velocità di caduta. Qualsiasi variazione nelle condizioni operative delle testine di stampa può comportare una mancata corrispondenza nella velocità di caduta delle gocce tra diversi livelli greyscale, con una conseguente imprecisione di posizionamento.

La tecnologia Variodrop aggiunta a Rho 1012 porta la goccia da 12 a 20 picolitri. Inoltre, anche con dimensioni di goccia superiori i colori in tinta unita sono più omogenei e presentano un gamut più ampio. Variodrop è una modalità binaria regolabile che usa un sistema multipulsing per la modulazione della grandezza della goccia. I due impulsi elettrici vengono combinati in modo tale che il secondo impulso pompa una precisa quantità d’inchiostro nella goccia prima che questa lasci la piastra degli ugelli senza produrre satelliti. Paragonate a quelle spesso irregolari prodotte da una forma d’onda greyscale, con la tecnologia Variodrop l’impulso doppio crea gocce di dimensioni perfettamente uniformi, assicurandone inoltre il posizionamento spaziato in modo equidistante.

Come altre stampanti inkjet Durst, Rho 1012 può essere upgradata in base allo sviluppo del business del cliente. Questo DNA votato alla costante integrazione permette l’implementazione della nuova tecnologia Variodrop non solo nei nuovi modelli, ma anche nelle stampanti già installate.

Rho 1012 offre numerose funzioni, tra cui un registro sinistro e destro che permette la stampa in parallelo di lastre posizionate fianco a fianco e un registro meccanico a 2 punti che assicura una perfetta stampa fronte-retro. Inoltre, è estremamente versatile consentendo di sostituire rapidamente i supporti e di passare facilmente da un materiale rigido a uno in bobina. Altre caratteristiche peculiari di Rho 1012 sono le opzioni di inchiostro e stampa roll-to-sheet e roll-to-roll che includono i colori chiari e PCA (Process Colour Addition).

Accuratezza nelle applicazioni color critical ed elevata produttività per i professionisti della creatività

Il display SpectraView Reference 242: la grande novità by NEC è la garanzia per tutti i nuovi modelli SpectraView Reference è estesa a cinque anni.

NEC Display Solutions Europe ha lanciato di cinque nuovi modelli nelle serie SpectraView® e SpectraView® Reference, rafforzando la sua offerta per i professionisti della creatività nelle applicazioni colour critical. Una grossa novità riguarda la garanzia, che da oggi viene estesa a cinque anni per tutti i nuovi modelli SpectraView® Reference.

Il display SpectraView Reference 242: la grande novità by NEC è la garanzia per tutti i nuovi modelli SpectraView Reference è estesa a cinque anni.

Nell’industria della creatività, sia essa graphic design, pre-stampa o photo-editing, i requisiti richiesti sono sempre più alti, vista l’aumentata consapevolezza di quanto sia importante la riproduzione fedele dei colori. Sia che si tratti di cataloghi da distribuire al pubblico o della riproduzione di loghi aziendali sui vari tipi di materiali corporate, il monitor è un tassello fondamentale nel processo della gestione e della riproduzione fedele dei colori.

Tra i nuovi modelli appena lanciati, il nuovo display SpectraView Reference 242 rappresenta la punta di diamante della gamma, grazie a un pannello di elevata performance AH-IPS a 10 bit e la retroilluminazione a LED GB-R, che garantisce un ampio colore gamut, neri profondi e color shift praticamente nullo. La straordinaria uniformità della luminosità assieme a caratteristiche tecniche, come la funzione di Correzione dell’Invecchiamento della Retro-illuminazione, assicurano un controllo colore perfetto per una qualità dell’immagine estremamente fedele. La funzione Picture-in-Picture, consente la visione simultanea d’informazioni da due piattaforme diverse senza bisogno di un doppio schermo e aumenta la produttività sul lavoro.

Antonio Zulianello, General Manager di NEC Display Solutions Division afferma: «I professionisti del colore hanno bisogno di un monitor assolutamente affidabile dal punto di vista della riproduzione cromatica e di caratteristiche tecniche che ne aumentino la produttività. Le nostre gamme SpectraView e SpectraView Reference, già vincitrici di numerosi premi e riconoscimenti, offrono soluzioni che garantiscono massima affidabilità nelle applicazioni color critical più esigenti. L’introduzione di parecchi modelli ricchi di caratteristiche e funzioni rinforza la nostra posizione di azienda leader nel mercato. A ciò si aggiunge l’estensione della garanzia a 5 anni, che di fatto, ci pone come azienda di riferimento nell’industria dei display professionali di elevate performance».

La nuova gamma NEC di display professionali high-end offre una riproduzione accurata del colore con caratteristiche che spaziano da un ampio colore gamut, per la resa di tutte le nuances di colore, fino al controllo dell’uniformità digitale, assicurando la fedeltà cromatica da qualsiasi angolo di visione. Queste caratteristiche combinate con altre opzioni multi-piattaforma a elevata produttività, fanno delle serie SpectraView e SpectraView Reference la scelta ideale per tutti quei professionisti che non possono scendere a compromessi con il colore.

Oltre alla resa cromatica, i nuovi modelli sono stati progettati secondo i più avanzati dettami dell’ergonomia, per consentire lunghe sessioni di lavoro a monitor. Inoltre, la flessibilità della connettività offerta dai nuovi modelli, che si traduce in quattro tipi di ingressi, assicura l’investimento nel futuro.

Infine, coerentemente con la filosofia NEC’s Green Vision, i monitor adottano caratteristiche eco-compatibili come la retroilluminazione a LED, che riduce le emissioni di carbonio e il consumo energetico, con effetti tangibili anche sul contenimento dei costi.

I modelli NEC SpectraView 242 e SpectraView Reference 242 sono già disponibili in commercio con un prezzo che varia da 1.269 euro a 2.990 (IVA incl.)

I modelli SpectraView 272 e SpectraView Reference 272 saranno disponibili a partire da metà novembre, mentre il modello SpectraView Reference 302 arriverà verso la metà di dicembre.

Kodak Sonora process free: ora anche Worldwide

Qualità unita a un prezzo conveniente: in pratica i fornitori di servizi di stampa che utilizzano le lastre Kodak Sonora XP senza sviluppo, non solo raggiungono questi obiettivi, ma hanno la possibilità di creare un ambiente di lavoro più sicuro e pulito, riducendo l’impatto ambientale. Infatti queste lastre, eliminano del tutto i costi associati alle sviluppatrici e ai prodotti chimici di sviluppo, richiedono meno spazio fisico e riducono il consumo di energia, con vantaggi sia economici sia per l’ambiente.

Sempre rimanendo in tema di lastre, Kodak ha introdotto le Sonora News, progettate sia per la produzione manuale sia automatizzata, che consentono agli stampatori di giornali di inviare rapidamente in macchina i lavori, risparmiando il tempo che prima serviva per lo sviluppo tradizionale. In precedenza, solo i giornali di piccole e medie dimensioni negli Stati Uniti e Canada potevano usare una lastra senza sviluppo (Kodak PF-N Non Process), mentre ora questa possibilità è estesa agli stampatori di tutto il mondo, anche quelli più grandi. Infatti le lastre Sonora News sono le uniche che consentono di eliminare la sviluppatrice per lastre e i prodotti chimici, mantenendo qualità, produttività e capacità di stampa tipiche delle lastre sviluppate secondo il metodo tradizionale, consentendo nel contempo di risparmiare tempo, ridurre i costi e l’impatto ambientale rispetto alle lastre viola e a quelle senza prodotti chimici di sviluppo.

Power of Inkjet: l’efficacia e la versatilità delle stampanti a getto di inchiostro Fujifilm

JetPress 720F

Un invito imperdibile di Fujifilm ai fornitori di servizi di stampa, alle agenzie di pubblicità e comunicazione e ai prescrittori del settore in Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA): quello di venire a Bruxelles a visitare l’Advanced Print Technology Centre e vedere dal vivo cosa è possibile realizzare oggi con le tecnologie di stampa inkjet. Due open day – il 26 e 27 novembre – in cui i partecipanti potranno vedere tutti i rivoluzionari sistemi di produzione inkjet di Fujifilm per grande formato, uso commerciale e packaging su applicazioni di stampa dei brand più prestigiosi, nonché le ormai più che collaudate e apprezzate soluzioni per la gestione dei flussi di produzione (‘suite XMF’).

JetPress 720F

Al centro di questa particolare due giorni sarà la presentazione, per la prima volta dopo drupa 2012, della nuova stampante a getto d’inchiostro Jet Press 720F B2, prossima al lancio sul mercato, per applicazioni su cartoni fustellati. Fujifilm intende dimostrare che questa macchina è in grado di rivoluzionare il settore della stampa a bassa tiratura delle scatole fustellate. Ma non solo. Saranno presenti anche le stampanti inkjet per uso commerciale Jet Press 720 B2, con alimentazione a fogli singoli, e Jet Press 540W, con alimentazione a bobina, entrambe già in commercio. L’obiettivo di Fujifilm è dimostrare come queste macchine possano trasformare in modo radicale le applicazioni di stampa di alta qualità a basse tirature, sia che con alimentazione a foglio singolo che a bobina, anche esponendo realizzazioni di clienti che – in numero sempre crescente – hanno scelto di acquistare queste macchine in Europa, Medio Oriente e Africa.

Inoltre, Fujifilm avrà il piacere di proporre ai visitatori la propria gamma di sistemi di stampa inkjet per il grande formato, tra cui la versatilissima stampante roll-to-roll Acuity LED 1600, i due modelli flatbed di fascia alta Onset S20i e S40i, nonché la Uvistar Pro8 per grandissimi formati. Tutti questi sistemi inkjet sono in grado di soddisfare differenti esigenze applicative, che sottolineano la loro versatilità e li distinguono da prodotti simili sul mercato.

Un altro intento di Fujifilm è quello di mostrare ai visitatori come gli strumenti forniti dalla propria suite XMF versione 5.5 possano contribuire a potenziare la stampa inkjet, con la capacità di gestire le applicazioni di dati variabili ad alta velocità sulla Jet Press 720F e la Jet Press 540W. Inoltre, il sistema di gestione dei colori XMF ColorPath ne garantisce la configurazione e l’uniformità su un’ampia gamma di dispositivi e tecnologie di stampa. Infine, le soluzioni Web-to-print offerte da XMF PrintCentre sono in grado di massimizzare i profitti derivanti dalla gestione online sia delle applicazioni commerciali, sia di quelle per il grande formato.

«Non vediamo l’ora di dare il benvenuto presso il nostro centro APTC ai visitatori provenienti da tutta l’EMEA in occasione di questi open day dedicati al mondo della stampa digitale inkjet» dichiara Yasufumi Morimoto, Vice Presidente senior della Divisione Sistemi Grafici di Fujifilm Europe. «Ci sono ancora molti pregiudizi riguardo alla versatilità e all’efficacia delle tecnologie inkjet, che impediscono di comprendere quanto possano invece avvantaggiare questo tipo di attività. Vogliamo sfatare questi miti e dimostrare concretamente come i sistemi inkjet Fujifilm, dalla comprovata qualità e affidabilità e supportati dal nostro esclusivo sistema di gestione XMF, possano contribuire a trasformare le aziende del settore in tutta l’EMEA».

Le aziende interessate a partecipare agli open day «Business Discovery» possono registrarsi sul sito.