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Mettersi le mani nei capelli. Qualche semplice consiglio per affrontare una sfida piuttosto comune.

I tre canali di colore sono sostanzialmente equivalenti se consideriamo il contrasto con lo sfondo bianco, quindi come base di lavoro potremmo rivolgerci a quello con il maggior dettaglio (tipicamente il verde) o a quello leggermente più scuro (generalmente il blu).

L’immagine presenta le difficoltà tipiche dei capelli: tanti dettagli fini e una commistione più o meno evidente con lo sfondo. Con queste premesse dobbiamo eliminare dal nostro arsenale tutti gli strumenti di selezione e, peggio che peggio, i tracciati.

L’immagine che abbiamo preso per esempio è una classica foto da stock: per facilitarne l’utilizzo i fotografi mantengono uno sfondo di colore uniforme, tipicamente bianco ma non esclusivamente, così da permettere al grafico uno scontorno «agevole» per un successivo reinserimento.

Un’eccezione potrebbe essere costituita dallo strumento Selezione rapida in combinazione con il comando Migliora Bordo, ma con la tecnica che vedremo possiamo relegarla a tecnica di contorno, forse accessoria e certamente non definitiva.

Dimentichiamoci anche di qualche rimedio grossolano basato sulla sfumatura dei contorni, il risultato lascia aloni mistici che non sono gradevoli nemmeno sui santini.

Un ingrandimento che mostra la criticità di questo scontorno: i numerosi dettagli fini in parte sfocati e quindi fusi con lo sfondo.

Analisi dei canali

Dovendo ottenere una maschera di livello (quindi un canale a tutti gli effetti) è obbligatorio rivolgere la nostra attenzione ai canali colore, l’immagine è in RGB come la maggioranza di quelle scaricabili dai siti di stock e per le nostre necessità i canali CMYK (soprattutto) o Lab (dipende) sono poco utili.

I capelli sono marrone scuro per cui mi aspetto di avere dei canali molto simili, quello che mi interesserà di più sarà quello con il maggior contrasto con lo sfondo bianco.

I tre canali di colore sono sostanzialmente equivalenti se consideriamo il contrasto con lo sfondo bianco, quindi come base di lavoro potremmo rivolgerci a quello con il maggior dettaglio (tipicamente il verde) o a quello leggermente più scuro (generalmente il blu).

Il meglio da ogni canale

In questa occasione, anche se non strettamente indispensabile, faremo ricorso al comando Applica Immagine per sommare le componenti più scure di ogni canale e recuperare così una maschera ottimale.

Nel pannello Canali duplichiamo il canale Rosso, selezioniamo il Rosso copia e dal menu Immagine selezioniamo “Applica Immagine” con le seguenti impostazioni:

  • Sorgente: la nostra immagine (troverete il nome del file)
  • Livello: Sfondo (non ci dovrebbero essere altri livelli al momento)
  • Canale: Verde
  • Fusione: Scurisci

Ripetete la stessa trafila applicando anche il canale del Blu.

Una volta composti i tre canali colore in questo modo, tornate un’ultima volta nel comando Applica immagine per applicare il Rosso copia su sé stesso in Fusione Moltiplica.

Se tutto è andato per il meglio dovreste riuscire a vedere distintamente capelli che nella foto originale erano appena visibili.

La finestra di dialogo Applica Immagine con le impostazioni per comporre tra loro i tre canali.

Rifiniture globali e locali

Dato che l’intento è ottenere una maschera di livello in cui sfondo e capelli siano perfettamente definiti da campiture bianche e nere dobbiamo ora scurire i riflessi sui capelli cercando di non rendere troppo «aggressivo» l’intervento.

Siamo molto liberi in questo, le Curve possono dare indubbiamente una mano (se volete il mio consiglio spassionato), ma per quanto riguarda gli interventi locali consiglio caldamente un pennello in modalità Sovrapponi usato alternativamente con Nero o Bianco.

Con questo sistema potrete scurire (col nero) le zone più scure lasciando pressoché intatte quelle bianche, allo stesso modo potrete schiarire (col bianco) le zone più chiare lasciando stare quelle scure.

L’operazione non è priva di rischi: i mezzi toni possono bruciarsi rapidamente e snaturare la buona maschera fin qui ottenuta, un po’ di pratica vi farà prendere le debite misure.

Il pennello Nero in modalità Sovrapponi scurisce localmente le aree diverse dal bianco e permette di intervenire manualmente in quelle zone (per esempio i riflessi sui capelli) dove dobbiamo avere nero pieno. Il rischio di farsi prendere la mano è però dietro l’angolo.

La maschera di livello

È giunto il momento di mascherare la nostra immagine con il canale fin qui elaborato, posizioniamo quindi la ragazza su uno sfondo a piacere (nel nostro caso una spiaggia), e duplichiamola.

Nel pannello Livelli abbiamo un livello di sfondo e due livelli uguali della ragazza.

Sul livello più alto creiamo una maschera di livello (Livello>Maschera di livello>Mostra tutto), assicuriamoci che sia attiva (doppia cornice intorno alla maschera, nel pannello Livelli) e con Applica immagine ci mettiamo il canale fin qui elaborato (Immagine>Applica Immagine).

Ci sono varie possibilità che la maschera di livello risulti ora persino troppo dettagliata ma in questo caso si potrebbe scomodare il comando Migliora Maschera nel pannello Proprietà e far rientrare lievemente i contorni troppo evidenti.

Il livello duplicato che al momento dovrebbe trovarsi tra quello mascherato e lo sfondo deve essere messo in Moltiplica, e a questo punto avete recuperato anche quei capelli più trasparenti che neppure la nostra maschera era riuscita a rispettare.

La nostra immagine scontornata e posizionata su uno sfondo diverso, i capelli semitrasparenti sono verosimili e l’inserimento risulta plausibile.

Trionfo di etichette per il Gruppo Lecta

La collezione esclusiva Labels to Celebrate del gruppo Lecta comprende le etichette autoadesive del brand Adestor per il settore Food&Beverage.
La collezione esclusiva Labels to Celebrate del gruppo Lecta comprende le etichette autoadesive del brand Adestor per il settore Food&Beverage.

Il Gruppo Lecta si presenta in grande stile a Bruxelles con numerose novità. Si comincia con «Labels to Celebrate», una collezione esclusiva di etichette autoadesive del brand Adestor per il settore delle bevande e dell’alimentazione. La gamma comprende carte goffrate, patinate e metallizzate, adesivi permanenti oltre ai nuovi frontali Adestor: Matt WS 90, Gloss WS 80, Snow Digital WS e Embossed Toile WS, specifici per le etichette di vini, spumanti, liquori, acqua e prodotti alimentari di alta qualità.

I visitatori troveranno inoltre i supporti più noti per realizzare tutti i tipi di etichette dalle tradizionali alle più glam: Eurokote, la carta patinata a elevata lucentezza (cast coated) estremamente bianca; Creaset, la gamma di monopatinate in cui spicca Creaset Suit, carta brillante a elevato volume specifico e alta opacità, pensata per la stampa a colori di qualsiasi genere di etichette e imballaggi flessibili e Metalvac, la metallizzata sottovuoto al 100%. In particolare per quest’ultima, il gruppo Lecta presenterà il nuovissimo campionario suddiviso in 3 volumi (etichette acqua e colla, etichette autoadesive, sigarette e imballaggi). Infine, per le applicazioni che richiedono la stampa termica diretta, Lecta ha creato la gamma Termax che garantisce una perfetta definizione dei codici a barre e offre vari livelli di durabilità e sensibilità nella funzione dell’applicazione finale. Usata per ricevute, biglietti di trasporto, ticket e tagliandi, la carta Termax è utilizzata anche per la realizzazione di etichette autoadesive.

Offset fuori, digitale dentro. Installata in Italia la nuova Jet Press 720.

Installazione della Jet Press 720 presso Faservice.

Correva l’anno 2010 quando Fujifilm Europa annunciava alla fiera Ipex una rivoluzionaria tecnologia di stampa digitale inkjet per il formato 50×70 (B2). In realtà il vero debutto risale a un paio di anni prima. All’edizione 2008 di Drupa, infatti, il costruttore nipponico aveva esposto una versione Beta e i visitatori avevano avuto la possibilità di osservare alcuni fogli stampati.

È sufficiente dare uno sguardo al comunicato stampa diramato in quell’occasione per capire che Fujifilm aveva previsto con largo anticipo come sarebbe stato l’attuale mercato della stampa offset. Un errore però l’ha commesso: le prestazioni della JetPress 720 sono andate ben oltre il proprio posizionamento sul mercato che ne limitavano l’utilizzo alla stampa di prodotti commerciali tradizionali.

Abbiamo visto la macchina in produzione presso l’azienda grafica Faservice di San Martino Buon Albergo e dopo aver osservato gli stampati realizzati per alcuni clienti, test e numerose prove di stampa, possiamo affermare che le possibilità di impiego sono orientate alla produzione di piccole tirature di altissimo livello qualitativo. La macchina della Fujifilm si posiziona di conseguenza in una specifica nicchia di mercato che – a nostro parere – non è quella commerciale.

Installazione della Jet Press 720 presso Faservice.

Non siamo ancora in grado di pubblicare i prezzi relativi alla macchina (poiché non ancora ufficialmente dichiarati), al liquido di pulizia teste di stampa, al primer e agli inchiostri in quadricromia utilizzati dalla «720», ma è facile intuire che l’insieme sia piuttosto costoso. A conferma della nostra supposizione, il management della Faservice ha dichiarato di non disporre di un listino prezzi per questa specifica tecnologia e che il prezzo per ogni singolo lavoro varia a seconda della copertura di inchiostro. Va sottolineato in ogni caso che la macchina è appena entrata in produzione in Italia, con altre 23 installazioni nel mondo, 20 delle quali in produzione da tempo.

Una macchina molto simile a una offset non per l’estetica ma per il sistema di alimentazione della carta (mettifoglio) che permette di mantenere il registro in modo che tutti i fogli stampati siano allineati al momento del taglio. Il mettifoglio deve essere regolato sia in caso di cambio di formato della carta ma anche qualora dovesse variare la posizione del foglio: operazione indispensabile quando i due lati (bianca e volta) devono combaciare in modo che i segni di taglio siano perfettamente a registro poiché non è possibile stampare in contemporanea la bianca e la volta.

L’entrara della carta, identica alla macchina offset.

Altra curiosità tecnica per una macchina da stampa digitale è l’utilizzo del Primer a coagulazione rapida (RPC – soluzione acquosa) che si deve stendere su tutto il foglio prima della stampa. Un cilindro Anilox provvede a spalmare il foglio con un Primer a base acquosa. Operazione indispensabile per poter controllare la gocciolina di inchiostro nella sua naturale tendenza che la porterebbe ad allargarsi appena si deposita su un foglio. Il primer permette la formazione di punti di inchiostrazione ben definiti e quindi garantisce alta definizione di stampa.

Caratteristiche generali

La macchina da stampa digitale Jet Press 720 produce 2.700 fogli/ora in formato 50×70 cm e stampa su carte patinate offset (patinata lucida, opaca, uso mano) ma anche su substrati scelti dal cliente che è necessario testare prima di entrare in produzione.

Utilizza teste di stampa Samba di Fujifilm Dimatix con tecnologia MEMS (Micro Electro Mechanical System) montate su barre con una larghezza di 733 mm.

Ogni barra è costituita da 17 teste di stampa, ognuna delle quali conta 2.048 ugelli per un totale di 34.816 che a 100 kHz producono delle goccioline di inchiostro di 2 pl di dimensione.

Ulteriori vantaggi qualitativi si ottengono con la tecnologia VersaDrop che permette di aumentare il dettaglio in presenza di grafismi (caratteri in corpi piccoli, linee sottili, ecc.) che a differenza delle immagini fotografiche hanno esigenze di una maggiore precisione a garanzia di una migliore leggibilità.

Alcune immagini catturate al microscopio sui fogli stampati: testo in corpo 2 e 4 pt, in positivo e negativo.

La possibilità di stampare a 1.200×1.200 dpi con quattro livelli in scala di grigio consente una stampa ricca di dettaglio: un risultato molto apprezzabile nel caso si debbano riprodurre immagini fotografiche per cui è richiesta la simulazione di una stampa fotografica (tono continuo). Osservando le scale di controllo si nota la presenza di un inquinamento dei colori primari, nel rispetto delle normative Fogra (ISO 12647) attraverso il color management Fujifilm, con profili adeguatamente preparati in modalità collegamento dispositivo, ossia DLP.

Lo stampato può essere trattato come un normale foglio prodotto in offset se è richiesto un percorso di finitura allo scopo di nobilitarlo (plastificazione, verniciatura, stampa a caldo, rilievo, ecc.).

Scale di controllo dei valori 10 e 90% nei quattro colori. I colori primari sono inquinati nel rispetto delle normative fogra (ISO 12647).

Ugelli, inchiostri e retini

Oltre alla macchina da stampa, indispensabile per ottenere una qualsiasi tipologia di stampa digitale, particolare importanza rivestono gli ugelli, i retini e gli inchiostri che combinati adeguatamente consentono di ottenere stampati di qualità. Grazie al controllo automatico degli ugelli e degli inchiostri, la Jet Press assicura una costante qualità di stampa e un’ottima ripetibilità garantita attraverso una fase di calibrazione veloce eseguita a ogni accensione macchina.

Inoltre, un sensore CCD scansiona la scala di controllo posizionata su ogni singolo foglio stampato apportando in tempo reale le eventuali correzioni alle teste di stampa in modo che la forma di «retino» sia regolare su tutto il foglio. Questo controllo si attiva, per esempio, nel caso in cui un ugello sia otturato facendo entrare in funzione gli ugelli adiacenti. In questo modo la stampa può continuare senza interruzioni e con la garanzia di una tiratura omogenea.

Confronto della qualità e del dettaglio che si ottiene in stampa di una immagine con quattro differenti risoluzioni: 100, 150, 200, 300 dpi.

Un ruolo di primo piano rivestono senza dubbio gli inchiostri Vividia, prodotti dalla Casa nipponica che vanta un’esperienza di 75 anni nello sviluppo di prodotti chimici, studiati in modo specifico per la tecnologia di stampa utilizzata dalla Jet Press. La piccolissima goccia di inchiostro lanciata a forte velocità sul foglio non permette la formazione del retino in quanto mantiene sempre la stessa dimensione. Per ottenere aree più sature o meno sature si infittiscono o si diradano le gocce di inchiostro. In questo modo è difficile riscontrare imperfezioni determinate dalla retinature, per esempio il moiré, perché non ci sono conflitti tra gli angoli dei quattro retini in presenza di immagini con soggetti di moda, arredamento ecc..

Specifiche tecniche

Produttività: 2.700 fogli/ora

Risoluzione: 1200×1.200 dpi, 4 livelli nella scala dei grigi

Dimensioni carta: 542×382 mm (min), 750×530 mm (max) – Supporta 4 formati predefiniti: 640×450, 700×500, 720×520, 650×480. In caso di formati di substrati particolari che si stampano frequentemente, si possono realizzare altre «camicie» posizionate sul cilindro stampa che servono per far aderire alla perfezione il foglio in fase di stampa.

Area non stampabile: lato pinza 13 mm, retro pinza 2 mm, bordi laterali 2 mm.
In presenza della scala di controllo sul lato retro pinza non stampa 10 mm.

Spessore e grammatura substrato: varia da 0,105 mm a 0,34 mm – da 125 a 300 grammi utilizzando carte «particolari» nelle grammature pesanti (esempio, circa 260 gr o di spessore 0,2 mm), si deve rispettare il senso della fibra che deve essere longitudinale.

Quantità carta in entrata (mettifoglio) indipendentemente dalla grammatura: in altezza la misura massima è di 800 mm.

Quantità carta in uscita indipendentemente dalla grammatura: in altezza la misura massima è di 600 mm.

Possibilità di stampa di dati variabili tramite una unità specifica aggiuntiva XMF Fujifilm (flusso di lavoro) per la preparazione e il rapido cambio delle immagini.

Faservice

Opera nel settore delle arti grafiche proponendo alla propria clientela (stampatori, editori e print buyer), innumerevoli soluzioni per la nobilitazione dello stampato: dalle più tradizionali lavorazioni come plastificazione, stampa a caldo, serigrafia, verniciatura UV, la società veronese propone anche il rilievo a secco, il colore trilaterale e alcuni servizi di prestampa.

La stampa offset non è mai stata una peculiarità di questa azienda grafica che oggi, grazie all’installazione della Jet Press 720, fa il suo ingresso nella stampa digitale di qualità integrando così la propria offerta con la possibilità di realizzare applicazioni di alto livello.

Volume di grande dimensione e fogliazione realizzato in piccola tiratura del Bhagavad Gītā. Un libro di contenuto religioso di circa 700 versi diviso in 18 canti, contenuto nel VI parvan del grande poema epico Mahābhārata.

 

Durst lancia la inkjet Tau 330UV con sistema di finishing in-line

Il sistema di stampa digitale per etichette Tau 330.
Il sistema di stampa digitale per etichette Tau 330.

Insieme al sistema di stampa digitale per etichette Tau 330, equipaggiato con l’innovativa tecnologia per il taglio laser Spartanics, Durst propone anche i nuovi inchiostri UV Tau a bassa migrazione Sunjet (<10 ppb). Grazie a questa combinazione il sistema Tau 330 amplia ora il ventaglio di applicazioni consentendo, per esempio, di stampare confezioni blister e coperchi per gli yogurt.

Roland sponsor della manifestazione Fab9 in Giappone

Il plotter per il taglio vinile GX-24, installato nei diversi Fab Lab per la creazione di oggetti e finalizzazione di progetti.

Roland DG sponsorizzerà e parteciperà direttamente all’evento FAB9 in qualità di Vision Sharing Partner e Platinum Sponsor.

Il FAB9 è il nono forum annuale mondiale dei Fab Lab che riunisce i gestori dei Fab Lab, i soci, i ricercatori dei vari laboratori e i professionisti che lavorano nei Fab Lab a livello globale. L’evento, della durata di una settimana, avrà luogo a Yokohama in Giappone dal 21 al 27 agosto 2013.

Il Fab Lab (letteralmente laboratorio di fabbricazione) è un laboratorio aperto alle persone che offre a tutti la possibilità di fabbricare oggetti utilizzando la tecnologia digitale e quella analogica. Il motto è proprio quello che in un Fab Lab, si può fare «almost everything» (quasi tutto). Il concetto Fab Lab, originariamente proposto dal prof. Neil Gershenfeld, Direttore del Centro di Atomi e Bits (CBA) del Massachusetts Institute of Technology (MIT), è diventato subito popolare nel mondo.

Oggi i Fab Lab sono diffusi dagli Stati Uniti all’India, dal Sudafrica all’Europa, fino a contare circa 200 laboratori nel mondo in rapidissima crescita, frequentati da tantissime persone interessate alla fabbricazione digitale e all’uso degli strumenti creativi, con un importante risvolto sociale ed educativo.

Il Fab9 di Yokohama è organizzato con diverse attività quali sessioni di dialogo, workshop pratici e un simposio della durata di un giorno offerto dal Global Fab Lab Network e basato sul tema di «Fabbricazione personale come l’alba del nuovo Rinascimento».

L’edizione giapponese FAB9 è ospitata dal Fabrication Social Laboratory presso la Keio University SFC in Giappone, in collaborazione con il CBA del MIT, il Creative Center a Yokohama (YCC) e la rete globale dei Fab Lab (incluso il Fab Lab Network in Giappone). Si prevede che più di 200 rappresentanti di Fab Lab provenienti da paesi di tutto il mondo parteciperanno all’evento.

Scopri che cos’è un Fab Lab.

L’esperienza di Roland nei sistemi digitali 3D

Ispirata da sempre dalla visione di «trasformare l’immaginazione in realtà», Roland DG sviluppa da oltre 25 anni sistemi proprietari digitali 3D. Tali sistemi includono modellatori tridimensionali, scanner laser 3D e incisori basati su tecnologie elettroniche di movimento XYZ, che sostituiscono le operazioni manuali e ripetitive portando i vantaggi della digitalizzazione agli artigiani e creando nuovi spazi per i momenti di creatività e di ricerca.

Questi prodotti 3D condividono tutti le stesse caratteristiche: dimensioni compatte, facilità di utilizzo e accessibilità. Sin dal 1986 Roland promuove il concetto di fabbricazione digitale che permette agli utenti di trasformare con facilità le immagini in oggetti reali collegando le periferiche ai computer, anche senza una conoscenza specialistica della modellazione digitale.

Il plotter per il taglio vinile GX-24, installato nei diversi Fab Lab per la creazione di oggetti e finalizzazione di progetti.

Sin dalla prima apparizione dei Fab Lab nel 2002, sia il modellatore 3D da tavolo MDX-20 che il plotter per il taglio vinile GX-24, sono stati installati nei vari Fab Lab per la creazione di oggetti e finalizzazione di progetti. Al FAB9 verrà allestito uno speciale spazio espositivo dove i visitatori potranno vedere le soluzioni artigianali, inclusi i sistemi di creazione digitale e di desktop fabrication Roland per il taglio vinile, lo stampa&taglio e la modellazione 3D. Roland DG continuerà a supportare in futuro le attività dei Fab Lab, sviluppando al tempo stesso strumenti digitali volti ad ampliare le potenzialità dell’artigianalità digitale.

In Italia Roland, sin dal 2004, promuove la comunità degli Artigiani Tecnologici che ha come missione principale il coniugare la manualità propria dell’Artigiano con le tecnologie di creazione digitale Roland.

Creatori di social memory. Intervista a Giuseppe Prioriello

«Nell’era pre internet le nostre memorie erano affidate alle fotografie su carta. Oggi questo scenario è cambiato: le nostre memorie sono sui social Network e il peso della dimensione sociale rappresentata dai commenti di amici o parenti diventa una variabile sempre più importante. Se è facile condividere su vari social network le proprie foto con gli amici, il punto dolente diventa dare a queste foto un filo logico e fissarle su un supporto fisico. L’Idea di PastBook è proprio quella di ridare un filo logico ai nostri ricordi riconducendoli a un periodo temporale e fissarli in un album fotografico su carta.»

Così Giuseppe Prioriello – co-fondatore insieme a Stefano Cutello di PastBook – sintetizza, nella intervista che ci ha concesso, la mission della loro StartUp che fin dalla propria nascita ha riscosso un interesse internazionale su testate quali Wall Street Journal Business Insider Wired, The Next Web e TechCrunch.

PastBook è una StartUp molto particolare poiché nasce da imprenditori con un background professionale molto specifico: Giuseppe Prioriello proviene da significative esperienze nel mondo dell’IT, della microelettronica, della grafica, della stampa digitale e del business management, mentre Stefano Cutello proviene da significative esperienze nel Web development, nel project management e nel product development di applicazioni Web.

Stefano Cutello proviene da significative esperienze nel Web development, nel project management e nel product development di applicazioni Web.

Giuseppe, ci racconti che cos’è e come nasce PastBook?

«PastBook è la soluzione per raccogliere le proprie foto, spesso disperse in vari social network, per trasformarle in modo rapido e veloce in un foto album da sfogliare online, scaricarlo in PDF oppure averlo stampato e consegnato a casa propria.» È estremamente facile e veloce creare un proprio album fotografico: basta infatti dare accesso a PastBook ai propri social network (Instagram e Facebook) per creare il proprio foto album con la possibilità di scegliere le foto, di decidere se includere o meno i commenti che gli utenti hanno inserito nei vari social network, e avere libertà di modifica del layout, dei colori e dello sfondo del proprio libro. Utilizzando un approccio freemium, permette all’utente di crearsi un foto album gratuito in formato file PDF, oppure crearsi il proprio libro fotografico su carta, a pagamento.

PastBook nasce nel 2011 e ha sede ad Amsterdam: nel 2012 siamo entrati nel programma dell’acceleratore d’impresa olandese RockStart e siamo andati online con la prima beta basata su Instagram.

Ci tengo a sottolineare che il binomio delle nostre esperienze professionali ci ha permesso di creare un prodotto che unisce una dimensione riferita alla vendita online, un prodotto pregiato su carta e una dimensione riferita ai valori sociali della rete.»

Quali benefit vi hanno dato le vostre esperienze professionali nel settore della grafica digitale e dell’informatica/eCommerce?

«Il lato strategico di questo progetto è legato a due aspetti fondamentali: il Printing, aspetto che curo in modo particolare io attraverso le mie competenze legate alla stampa digitale, e l’infrastruttura informatica e logistica che è curata dall’esperienza in campo e-commerce/informatico di Stefano Cutello.

Sostanzialmente l’unione mia e quella di Stefano è stata vincente poiché nello stesso tipo di business è necessario avere persone con esperienza nella grafica, nel printing, nella infrastruttura informatica, nell’ecommerce, nella distribuzione e nella logistica.

Stefano è molto preparato nella parte internet e insieme a me, con le mie esperienze di grafica, siamo complementari.

Siamo in grado di creare un file di altissima qualità nonostante le foto arrivino dal Web, per portare dei risultati veramente sorprendenti.

Ci tengo a mettere in evidenza un fatto: la qualità della stampa è un fattore importantissimo in quanto noi non creiamo un prodotto in serie, ma ogni volta dobbiamo creare un singolo prodotto personalizzato per ogni nostro cliente che ce lo richiede, e in questo senso si aspetta la massima accuratezza in ogni particolare.

Giuseppe Prioriello proviene da esperienza nel mondo dell’IT, della microelettronica, della grafica, della stampa e del digital business management.

Da tutto questo nasce PastBook e – mi fa piacere ricordarlo – dalla propria nascita, la nostra struttura si è arricchita di otto dipendenti. Tutto questo, in meno di un anno.»

Ci parli in dettaglio della logistica? Come fate a spedire in tutto il pianeta?

«Il nostro mercato è globale. Noi siamo organizzati per spedire in tutto il mondo con dei tempi di consegna ragionevoli. Abbiamo clienti in Australia, Brasile Stati Uniti, Italia e molte altre nazioni. Il nostro approccio è basato sulla stampa geolocalizzata. E il flusso è il seguente: un cliente crea il proprio PastBook, e quando effettua l’ordine del book, il file viene trasmesso alla printing unit per essere consegnato all’indirizzo prescelto. Ci avvaliamo della tecnologia CIP4 per lo scambio d’informazioni nel printing. Per questo motivo un ordine che arriva dagli USA verrà stampato negli USA.

Il vantaggio della stampa geolocalizzata è triplice sia in termini di costi di logistica, sia in termini di tempi di spedizione, sia ambientale soprattutto distanze e produzione di CO2.

Si crea inoltre un indotto con opportunità di business e di joint venture e accordi con nuove Printing-Unit. Ci tengo a dire che le Printing-Unit devono avere standard di qualità e caratteristiche molto precise per uniformare e standardizzare il processo.»

Diversi device sui quali è possibile fruire dell’album fotografico.

… è evidente che PastBook è una realtà che ha come punto modale la creazione di album fotografici, ed è quindi orientata sul Business to Consumer (B2C). Avete anche servizi specifici per le imprese?

«Stiamo creando dei servizi per le aziende appositamente creati per stabilire engagement con la propria community di riferimento.

La particolarità del nostro prodotto è che può essere un’ottima idea per il Business to Business (B2B): possiamo infatti offrire la nostra tecnologia per essere ospitata in una pagina del sito delle aziende che ce lo richiedono. Essendo la nostra tecnologia in White-Label, le aziende possono personalizzarla con la loro grafica e i loro colori.

Per fare uno dei tanti esempi di utilizzo di PastBook, immaginiamo di organizzare un concerto in cui l’organizzatore vuole permettere alla propria community di crearsi un fotoalbum personalizzato di quell’evento, nel quale si uniscano foto ufficiali a foto personali, consentendo in questo modo alle persone di costruirsi il loro ricordo personalizzato di quel concerto. Tramite PastBook, il sito Web del concerto potrà ospitare in una apposita pagina (Landing Page), la nostra tecnologia, permettendo agli utenti di crearsi il proprio album personalizzato dell’evento.

L’utente ha il suo fotoalbum personalizzato di un evento, il suo ricordo di un concerto e l’azienda ha la possibilità di inserire sponsorizzazioni all’interno dell’evento stesso.

Questo è un modo diverso per fare engagement che può essere sfruttato da ogni brand o da ogni evento e in questo senso i confini tra B2B e B2C qui si interconnettono in una forma estremamente efficace.

Abbiamo appena realizzato un evento per l’insediamento dei nuovi sovrani d’Olanda, Re Guglielmo IV e la Regina Máxima. Per fare il regalo al nuovo Sovrano, vogliamo fare in modo che i cittadini olandesi possano regalare tramite PastBook un fotoalbum al Re con le loro foto. Gli utenti potranno «uploadare» una propria foto con 140 caratteri di commento da regalare al nuovo sovrano.»

Perché in un’epoca digitale la carta riscuote questo grande successo?

«Perché la carta consente di avere qualcosa di fisico che è in grado di resistere all’usura del tempo ed essere quindi tramandabile. La stampa su carta ha inoltre un proprio fascino intrinseco e peculiare. Attualmente, il modo di fotografare è mutato rispetto al passato in quanto, tramite smartphone e fotocamere digitali, disperdiamo le foto in hard disk e vari social network.

Per questo motivo creare un fotoalbum cartaceo è diventato più complesso rispetto al passato, in quanto spesso le foto sono difficili da reperire poiché disperse su diversi social network.

Tramite PastBook, abbiamo sviluppato un sistema in cui abbiamo privilegiato la facilità d’uso e la velocità consentendo in questo modo di creare velocemente un fotoalbum praticamente in pochissimi click. Abbiamo lavorato molto sulla usabilità del sito poiché questa è un’esigenza molto sentita dai nostri clienti.

Una delle peculiarità di PastBook è data dal gifting, ovvero dare la possibilità di regalare i ricordi di infanzia sotto forma di album fotografico su carta ad amici e/o parenti, magari residenti dall’altra parte del mondo.»

Nella creazione di un album, è possibile inserire i commenti di amici e parenti. Qual è il valore e l’appeal rappresentato dai commenti?

«La particolarità di PastBook è proprio questa. Un album prima dell’avvento dei social network conteneva solo foto. Ma oggi le foto non sono solo fine a sé stesse, ma sono arricchite dai commenti e dalle interazione delle persone via social network. Un commento scritto oggi arricchisce la foto, soprattutto quando la si ricorda dopo cinque o dieci anni, diventando così memoria paradigmatica di una specifica epoca. E questa nuova concezione dell’album fotografico noi l’abbiamo chiamata social memory.»

PastBook nasce appoggiandosi agli acceleratori di impresa. Ci parli del ruolo degli acceleratori nella nascita e crescita della vostra StartUp?

«Abbiamo preso parte a un acceleratore di imprese che ha appunto il ruolo di definire, ottimizzare e accelerare i processi delle startup e che ci ha consentito di ottenere una visione più ampia e i suggerimenti per raggiungerla. Abbiamo fatto una submission online in acceleratori negli USA e in Olanda e l’acceleratore olandese RockStart ci ha selezionato su oltre 300 StartUp.

Questa esperienza ha permesso a PastBook di lavorare su tutti gli aspetti di cui un’azienda deve tenere conto per esordire, a partire dal prodotto, alla strategia di marketing, all’aspetto finanziario. Siamo stati circondati da oltre 100 mentor lavorando con orari estremi. Tutto questo ci ha consentito di fare un demo day per presentare PastBook e ottenere quindi un investimento da fondi privati. Ce l’abbiamo fatta e stiamo andando avanti focalizzati sul nostro prodotto.»

Spostiamoci sul versante dei vostri clienti e della vostra community: come gestite questo rapporto?

«La nostra community è estremamente eterogenea e mondiale. Ascoltando i clienti non solo si creano nuovi prodotti, ma si tramutano i contatti in clienti e un cliente soddisfatto genera molti altri clienti. I nostri clienti arrivano dal passa parola sui social network e non da campagne pubblicitarie: tutto questo fa capire il perché per noi l’engagement con gli utenti è fondamentale. Noi siamo nati con Instagram, puntando prima su questo, che si rivolge a utenti più focalizzati sulla foto rispetto al commento. Credevamo che l’utente avesse più la necessità di condividere un fotoalbum. Solo successivamente, dopo pochi mesi, abbiamo aperto a Facebook.

Mi piace sottolineare come sia nata questa scelta: noi abbiamo ascoltato molto la nostra community prima di prendere questa decisione. Abbiamo capito che la richiesta di Facebook era molto presente e per questo motivo lo abbiamo implementato. Per noi ascoltare è fondamentale.»

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Labelexpo fa tappa anche in Colombia

Labelexpo Global Series annuncia di aver aggiunto una nuova destinazione al suo programma di eventi in America Latina: Label Summit Latin America 2014 si terrà presso l’Intercontinental Hotel in Medellín, Colombia il 29 e 30 aprile.

Aggiungendosi a ai summit Labelexpo in Brasile eMessico, l’evento avrà lo stesso format. Labelexpo si tiene annualmente, e si alternerà con gli eventi in Messico, nel 2015 e 2017 e con l’edizione brasiliana nel 2016.

Perchè la Colombia? Perchè è considerata auna delle regioni che più velocemente si sta sviluppando, grazie alla stabilità finanziaria e politica, e grazie a un crescente benessere della popolazione. L’economia ha registrato un aumento annuale del 4-6%. Medellín è stata votata Innovative City of the Year 2013 da Citi Bank e il Wall Street Journal.

Il sito della manifestazione verrà presto lanciato.

Prati presenta la serie Alhena IML destinata al segmento dell’In Mould Labelling

A Labelexpo, Prati Company ufficializza il suo ingresso nel settore del packaging, puntando con la nuovissima serie Alhena IML a uno dei suoi segmenti maggiormente condizionato dal valore aggiunto tecnologico: l’In-Mould-Labelling (IML).

Prati Company presenta a Labelexpo Europe, presso lo Stand C60, Hall 5, le più recenti realizzazioni sviluppate dal suo reparto R&D.

A Labelexpo, Prati Company ufficializza il suo ingresso nel settore del packaging, puntando con la nuovissima serie Alhena IML a uno dei suoi segmenti maggiormente condizionato dal valore aggiunto tecnologico: l’In-Mould-Labelling (IML). Questa converting machine è in grado di supportare bobine madri di grandi dimensioni, è dotata di fustella a registro e di un conveyor che conferisce le etichette allo stacker, dove vengono automaticamente impilate in modo da facilitare l’operatore in fase di imballaggio.

A Labelexpo, Prati Company ufficializza il suo ingresso nel settore del packaging, puntando con la nuovissima serie Alhena IML a uno dei suoi segmenti maggiormente condizionato dal valore aggiunto tecnologico: l’In-Mould-Labelling (IML).

L’approccio con cui l’azienda punta su Bruxelles è marcato da un fondato ottimismo, come conferma Chiara Prati, sales director: «Seguendo un trend del tutto controciclico rispetto alla crisi economica mondiale, nel corso degli ultimi anni l’azienda sta crescendo esponenzialmente. Il 2012 è stato il nostro anno record in termini di unità vendute e il fatturato del primo semestre 2013 risulta più che raddoppiato rispetto a quello dell’anno precedente. L’interesse dimostrato dagli operatori più attenti alle avanguardie tecnologiche del settore nei nostri confronti è ben testimoniato anche dal fatto che, ancora prima di svelarli ufficialmente agli occhi del mercato mondiale, abbiamo già degli ordinativi relativi ai sistemi che presenteremo in fiera. Ci stiamo dunque organizzando preventivamente per essere nelle condizioni di rispondere puntualmente alla domanda relativa a queste macchine, che potrebbe superare di molto quella inizialmente stimata.»

Sul fronte delle commodity labels, Prati Company guarda con interesse il comparto della label industry legato alle etichette a basso valore aggiunto, e si propone di trasformarlo grazie alla macchina STARplus. L’Azienda è infatti tra i pochissimi produttori al mondo in grado di offrire una soluzione alternativa pensata per i clienti che non hanno la necessità di un sistema di ispezione. Questa sfrutta una tecnologia glueless in fase di aggancio e utilizza etichette (con ID opzionale) per chiudere i rotoli, consentendo allo stampatore un notevole risparmio in elementi consumabili e rendendo l’intero processo estremamente pulito ed eco-friendly. Il tutto, sempre garantendo un perfetto tensionamento delle bobine finite.

Il ribobinatore stellare (a quattro alberi) autonomo STARplus possiede la prerogativa di poter essere messo in linea a qualunque macchina da stampa, e lavora anche i nuovi materiali ECO particolarmente sottili. Garantisce inoltre alta velocità e perfetta continuità di ciclo grazie al rapido cambio automatico dei mandrini. Sono infatti necessari solo 15 minuti per un cambio di lavoro completo.

Rivolgendosi ai segmenti consolidati, Prati Company presenta inoltre il sistema di ribobinatura semiautomatica SA Dual Turret, con cui possono essere equipaggiati i modelli Saturn e Jupiter di ultima generazione, che, grazie al suo doppio albero, incrementa del 50 per cento la performance produttiva. I suoi processi automatici abbassano inoltre concretamente i tempi necessari a togliere la bobina finita e a preparare il nuovo ciclo operativo. Il sistema viene presentato nella versione dotata di fustella rotativa in linea per lavorare etichette neutre o prestampate, in grado di ottimizzare ulteriormente il ciclo di lavoro.

Il sito riservato ai professionisti delle arti grafiche, Exaprint, si rinnova

A distanza di dieci mesi dall’inaugurazione della filiale italiana, il sito Exaprint  riceve già il suo primo importante restyling da un punto di vista più gestionale che di layout grafico.

Tra le principali novità si segnala la possibilità di avere in tempo reale il peso totale della merce acquistata e poi ancora il calcolo immediato dei tempi di produzione del materiale ordinato e l’eventuale costo accessorio della Prova Colore.

Tutto questo a portata di mano, in un’unica schermata all’interno della scheda prodotto: un sistema decisamente intelligente e pratico per avere tutti i dati subito disponibili.

Inoltre, per coloro che cercando sul sito non hanno trovato il prodotto desiderato all’interno del catalogo standard, c’è ora la possibilità di chiedere direttamente online in maniera facile e intuitiva un preventivo su misura. La richiesta verrà presa in carico dall’ufficio preventivi che in breve tempo vi fornirà una o più quotazioni.

Un’altra grande novità riguarda la possibilità di personalizzare con il logo della propria azienda la copertina del catalogo Exaprint, che consentirà ai professionisti delle arti grafiche di presentarsi ai propri clienti finali con un catalogo personalizzato con il proprio logo senza il benchè minimo sforzo.

Il catalogo generale e il mini-catalogo (estratto del catalogo generale) sono acquistabili direttamente sul sito.

Infine, è stata migliorata la compatibilità con i principali browser, tablet e smartphone.

Altre interessanti sorprese sono previste nella seconda parte dell’anno sia in termini di promozioni che di novità di prodotti e lavorazioni.

Exaprint è un’azienda sempre in movimento e all’avanguardia, che grazie alla sua lunga esperienza nel settore (in Francia quest’anno si festeggiano i 15 anni dalla nascita) ancora una volta precorre i tempi.

Black or white? La conversione di un’immagine in bianco e nero

La nostra immagine a colori di partenza, c’è una buona varietà cromatica così potremo fare gli opportuni confronti su come vengano convertite le tinte nei vari metodi proposti.

La conversione in bianco e nero può diventare un cruccio di non poco conto, specialmente se ci si affida ai comandi sbagliati o se viene sottovalutata, credendola una soluzione di serie B.

Già in fase di scatto un buon fotografo pensa alla post produzione, ma pensare e vedere in bianco e nero non è una passeggiata perché implica «ignorare» i vari contrasti cromatici a cui la nostra percezione è soggetta, concentrandosi sul solo contrasto di chiari scuri pensando alla «forza di grigio» di ciascuna tinta.

Ciò che normalmente viene percepito dal nostro occhio come «cromaticamente distinto», quindi colorato diversamente rispetto a un contesto, potrebbe risultare indistinguibile una volta tradotto in scala di grigi.

Se anche, infine, non si trattasse di un problema di gusto estetico o di una scelta stilistica, non sono pochi i casi in cui le limitazioni imposte dal sistema di stampa scelto richiedono immagini in bianco e nero (o per meglio dire, in gradazioni di grigio), quindi poter scegliere tra diverse strade di conversione può farci evitare, quantomeno, immagini impietosamente piatte.

La nostra immagine a colori di partenza, c’è una buona varietà cromatica così potremo fare gli opportuni confronti su come vengano convertite le tinte nei vari metodi proposti.

Primo metodo: conversione in scala di grigio diretta

Non c’è molto da spiegare, si va in immagine>metodo e si sceglie “scala di grigio”. Tanto per dare un’idea: Photoshop prende circa il 30% delle informazioni tonali dal canale del Rosso, circa il 60% da quello del Verde e circa il 10% da quello del Blu.

Non c’è controllo alcuno sul risultato se non quello di regolare i contrasti a conversione avvenuta.

Sicuramente è uno dei metodi più usati dai neofiti ma raramente produce risultati soddisfacenti.

L’immagine convertita passando da immagine>metodo>scala di grigio.

Secondo metodo: la desaturazione

Anche qui da spiegare c’è poco: si porta la saturazione della foto a 0 e il modo più veloce è andare in Immagine>Regolazioni>Togli saturazione (Ctrl/Cmd+Shift+U).

Probabilmente è la soluzione peggiore in assoluto, se non altro per l’immagine che stiamo utilizzando.

L’immagine desaturata totalmente, molte aree risultano innaturalmente scure ma quel che è peggio è che il contrasto dei soggetti principali è andato perso.

Terzo metodo: il comando Bianco e Nero

Questa regolazione introdotta in Photoshop CS3 dà molte soluzioni al nostro problema, usato bene è molto valido e in molti già sanno della sua esistenza. Lo si trova in Immagine>Regolazioni>Bianco e nero… oppure sotto forma di livello di regolazione, e permette di regolare il chiaro scuro di ogni singolo primario con un riscontro visivo immediato. Nell’elenco dei Predefiniti ci sono delle soluzioni preconfezionate molto utili, quantomeno come base di lavoro. Nell’esempio in figura sono partito dal predefinito Filtro giallo modificandolo manualmente per recuperare qualche area critica.

Può dare degli effetti di posterizzazione quindi prestateci la dovuta attenzione.

L’immagine convertita con la regolazione Bianco e Nero a partire dal predefinito Filtro Giallo.

Quarto metodo: il miscelatore canale

Forse quello che preferisco in quanto a versatilità e probabilmente anche il meno usato, lo trovate in Immagine>Regolazioni>Miscelatore canale (o, al solito, come livello di regolazione).

La chiave sta nell’opzione Monocromatico da abilitare all’interno della finestra di dialogo, nella versione che vedete sono partito dal predefinito Bianco e nero infrarossi e poi ho scurito ulteriormente il Blu.

La conversione ottenuta tramite il miscelatore canale in modalità monocromatica.

Naturalmente non è detto che ognuno di questi metodi sia lo strumento definitivo per ottenere un’immagine in bianco e nero soddisfacente, anzi, i risultati migliori si ottengono prendendo il meglio da ciascuno di essi in base alle nostre esigenze e preferenze.

La versione ottenuta scurendo molto i Blu e i Cyan, generando un cielo molto drammatico simile a quello ottenuto con alcuni filtri all’infrarosso.