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Assografici, nuovo Regolamento UE su imballaggi e rifiuti da imballaggi: forte preoccupazione

Per il momento si tratta di una bozza. La presentazione della versione ufficiale del documento è programmata per il 30 novembre, cui seguirà un iter, comunque, né breve né banale fino all’entrata in vigore.

Ma i motivi di allarme destati dalle anticipazioni sul contenuto del nuovo Regolamento europeo sulla gestione degli imballaggi ci sono, tanti e molto concreti. I principali:

  • la forma di Regolamento, che sarà subito operativo in tutto il territorio dell’UE. All’aspetto positivo di uniformità normativa, si contrappone la mancanza di possibilità di recepimenti territoriali differenziati. In termini di fonti normative, la contraddizione che si produrrebbe tra una Direttiva Rifiuti, recepita a proprio modo da ogni singolo Paese, e un Regolamento unico, che va a disciplinare solo uno (sebbene rilevante) dei flussi (quello degli imballaggi) che producono rifiuti;
  • l’imposizione di obiettivi drastici di riduzione degli imballaggi. -15% nel 2040 (-5% nel 2030, -10% nel 2035). L’UE pone obiettivi stringenti di riduzione complessiva degli imballaggi, in continuo aumento anche più del Pil. Obiettivi che sembrano prescindere da uno studio accurato sui motivi reali che fanno crescere gli imballaggi (stili di vita, e-commerce, funzionalità degli imballaggi nel favorire la logistica e nel garantire igiene, sicurezza, salvaguardia sprechi alimentari…) e prescindere anche dai materiali con i quali tali imballaggi sono realizzati;
  • la definizione di obiettivi di riutilizzo: dal 30% al 95% nel 2040 per bevande, 75% cibo da asporto e ristorazione veloce, 80% imballaggi da trasporto. Il riutilizzo, insieme alle norme contro gli extra imballaggi, sembra quindi essere la strada indicata dal regolamento per ridurre gli imballaggi. Non c’è dubbio che, nella gerarchia della gestione dei rifiuti, il riuso sia preferibile al riciclo: ma appare contestabile spingere sul primo a prescindere da analisi precise (LCA o LCC) sulle valutazioni di impatto, sulla reale sostenibilità economica e ambientale del riuso verso il riciclo. L’importanza dell’approccio scientifico è ribadita da uno studio comparato condotto da EPPA (European Paper Packaging Alliance) su alcune tipologie di pack monouso in carta per l’asporto degli alimenti, in cui si evidenzia che il passaggio ad alternative riutilizzabili comporta svantaggi in termini energetici e di emissioni anziché vantaggi;
  • la lista negativa di imballaggi vietati o considerati non riciclabili a tendere: divieto immediato per alcune tipologie (imballaggi in plastica o compositi per prodotti ortofrutticoli freschi, per alimenti e bevande in Horeca); dal 2030, per imballaggi ritenuti non riciclabili (base carta con plastica non separabile; barriera/rivestimenti). La  definizione di riciclabilità introdotta dallo stesso Regolamento spiega che un imballaggio è da considerare riciclabile solo se c’è un effettivo sistema industriale di selezione e avvio a riciclo, ma poi presenta liste negative, a prescindere dal fatto che molti degli imballaggi in questione, in Italia per esempio, sono riciclabili e riciclati.

Per l’industria lo scenario è molto preoccupante: 700 mila aziende possono essere colpite solo in Italia, con impatto su 6,3 milioni di dipendenti e su un mondo produttivo che fattura 1.850 miliardi di euro. A tracciarlo è il Sole24Ore a partire da dati forniti dal Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, a cui sono associate praticamente tutte le aziende interessate alla normativa, a cui sono da aggiungere le imprese del settore agricolo, della logistica e dell’horeca che pure con il packaging lavorano, e i produttori di macchine per imballaggi.

Netta la reazione di Confindustria, il cui delegato per l’Europa, Stefan Pan ha dichiarato “È necessario posticipare la presentazione della proposta di Regolamento, occorre il tempo di far comprendere l’impatto devastante su diverse filiere italiane ed europee e su un sistema d’eccellenza quale è l’industria del riciclo. Nessuno si sta rendendo conto dell’impatto che avrebbe su molte filiere, con conseguenze pesanti sull’industria alimentare, cosmetica, farmaceutica, chimica, su quella dei dispositivi medici, della cura della casa, della ristorazione e della logistica. Senza contare ovviamente quella del riciclo, per cui siamo campioni europei”. Per i dettagli della proposta di normativa, si rimanda al documento di sintesi messo assieme da Confindustria.

L’azione di Confindustria è stata già recepita anche dal Governo, sensibilizzato a salvaguardare gli interessi del nostro Paese, leader nell’economia circolare, eccellente produttore di imballaggi e della relativa tecnologia, esportatore in tutto il mondo del Made in Italy, alimentare e non. Il Ministero Italiano per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica con una nota dello scorso 4 novembre (qui il testo completo) afferma: “La proposta di regolamento sugli imballaggi circolata nei giorni scorsi ci lascia perplessi, sia per il veicolo normativo scelto, un regolamento, che non lascia alcuna flessibilità di applicazione, sia per i contenuti” .

Il tema è oggetto di grande preoccupazione in tutta l’industria europea, dove si registrano reazioni forti e immediate delle associazioni sia della filiera della carta, sia dell’imballaggio. Più di 60 associazioni della catena del valore degli imballaggi riunite in EUROPEN hanno rilasciato una dichiarazione congiunta (qui il testo), trasmessa alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ed ai Commissari competenti, in cui esprimono  “serie preoccupazioni in merito all’approccio adottato dalla Commissione nella sua revisione delle norme UE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”.

Questa la situazione ad oggi, con l’intero panorama industriale mobilitato per indurre le istituzioni europee a scelte più adeguate e consapevoli, delle quali sarà fornito puntuale aggiornamento. In gioco c’è il futuro dell’industria europea, con riflessi pesanti in particolare su quella italiana e non limitatamente alla filiera della carta e del packaging

Assocarta: l’incidenza del costo della bolletta gas per il settore sul fatturato è passato dal 5% del 2020 al 35%

Assocarta è stata ricevuta in audizione da Arera sul tema “Crisi energia: prospettive e proposte settoriali” evidenziando che l’incidenza del costo della bolletta gas per il settore sul fatturato è passato dal 5% del 2020 al 35% dei primi 9 mesi del 2022. I prezzi del mercato gas sono fuori controllo dall’estate 2021, da molto prima dello scoppio del conflitto in Ucraina” afferma Alessandro Bertoglio responsabile energia e trasporti di Assocarta. “Stiamo assistendo ad un fallimento del mercato. Il mercato OTC non è stato in grado di chiudersi in molti casi. Diverse aziende sono ancora senza contratto e vanno avanti con proroghe mensili. Di fronte all’aumento spropositato dei prezzi c’è stato un analogo aumento dei costi di garanzie che in alcuni casi non sono risultati sostenibili. E con l’inverno a rischio interruzioni di gas, il mercato non è stato in grado di contrattualizzare l’intera domanda” spiega Bertoglio.

“Ci siamo trovati nel mezzo di una bufera senza avere gli strumenti minimi per gestirla e gli impatti economici sono caduti interamente sui consumatori (industriali e non solo) al netto dei ristori stabiliti per legge dal Governo” aggiunge Bertoglio.

“Occorre procedere urgentemente ad adottare la regolazione per consentire di avviare le procedure di approvvigionamento dei servizi di interrompibilità gas. Sarebbe inaccettabile condurre per il secondo anno consecutivo le procedure di allocazione del servizio a cavallo del periodo festivo. Va prevista una remunerazione minima garantita per il cliente industriale che partecipa al servizio di interrompibilità tecnica del gas. Infine, occorre caratterizzare pienamente il servizio di default trasporto gas come servizio di ultima istanza eliminando la durata temporale limitata che poggiava su un sistema di regole e garanzie oggi completamente rivisto e predisporre un servizio di ultima istanza per i clienti allacciati alla rete di trasporto” conclude Bertoglio.

Digital Signage, collaborazione tra Sony Corporation e signageOS

Sony ha unito le proprie forze con quelle di signageOS, uno dei principali attori dell’infrastruttura cloud per il Digital Signage. La società fornirà un’integrazione semplificata per supportare i display professionali Sony BRAVIA 4K e creare uno schema di Digital Signage oltre ad un sistema di gestione dei contenuti (CMS) più connesso per l’azienda e i suoi partner in tutto il mondo. La nuova partnership con signageOS garantirà una compatibilità quasi raddoppiata dei display Sony per offrire il supporto di circa 60 opzioni CMS integrate, che saranno disponibili dal mese prossimo.  Inoltre, con questa partnership, la rete Sony di integratori di sistemi, rivenditori, partner di canale, provider di servizi gestiti e membri della software alliance sarà in grado di estendere ed espandere con maggiore facilità l’implementazione dei display professionali Bravia, grazie al sistema API unificato di signageOS. 

“Siamo entusiasti non solo di coordinarci con signageOS, ma anche di offrire maggiori funzionalità e valore ai display di Sony, incrementando i profitti del nostro ecosistema di partner, in crescita in tutto il mondo”, ha affermato Damien Weissenburger, head of professional displays and solutions per l’Europa. “La collaborazione con signageOS conferisce maggior valore alla linea professionale Sony Bravia, offrendo maggiore compatibilità, misure di sostenibilità migliori e una gamma più ampia di casi d’uso verticali, in particolare nel settore retail, semplificando e unificando al contempo molte offerte disparate. Con un partner come signageOS, abbiamo anche molte opportunità di sviluppare e rafforzare insieme le nostre attività per creare un ecosistema di Digital Signage migliore per questo settore”.

“Siamo davvero felici di collaborare con Sony e onorati di aiutarla nel momento in cui sta sviluppando le proprie funzionalità di Digital Signage end-to-end, in modo da supportare molti provider che stanno introducendo una trasformazione nel settore, in modo che diventi più veloce, più semplice e più integrato”, dichiara Stan Richter, CEO di signageOS.  “Sony ha una mentalità consolidata riguardo alla costruzione di solide relazioni B2B e non vediamo l’ora di far crescere ed espandere il nostro rapporto con loro per beneficiare direttamente del suo programma di partnership, rispondendo contemporaneamente alle esigenze della comunità”.

La gamma comprende dimensioni da 32″ a 100″ (in diagonale) ed è stata progettata per gli odierni ambienti AV interconnessi. Sono dotati di una piattaforma Android System on a Chip (SoC), compatibile con HTML5, che funziona con i browser più recenti. La linea offre integrazione perfetta, sicurezza, personalizzazione intelligente, aggiornamenti continui, capacità di condividere e gestire facilmente i contenuti, oltre a fornire API aperte. Le tecnologie all’avanguardia dei display offrono colore, contrasto e nitidezza sorprendenti per i contenuti in ambienti aziendali, didattici, commerciali e pubblici, oltre al Digital Signage.

 

Massimo Medugno, DG Assocarta: i rischi della direttiva imballaggi

Massimo Medugno DG Assocarta è intervenuto all’#Eco-Forum sull’Economia Circolare della regione Toscana organizzato da #Legambiente presso Manifatture Digitali cinema.

Il comparto cartario Made in Italy con un fatturato di circa 8 miliardi di Euro è parte di una filiera che rappresenta l’1,4% del PIL con circa 25 miliardi di Euro generati dal settore carta stampa e produttori di macchine da stampa ed ha quale materia prima la carta da riciclare. Il nostro Paese si posiziona, infatti, al secondo posto in Europa, dopo la Germania, sia per produzione che per utilizzo di carta da riciclare, tanto che ogni minuto il comparto ricicla 12 tonnellate di carta. Nel 2021 sono state riciclate 6 milioni di tonnellate di carta (+800 mila tonnellate rispetto al 2020).

“Nella regione Toscana risiede il distretto cartario più importate d’Europa che rappresenta quasi il 30% della produzione di carta Made in Italy proveniente per lo più da carta da riciclare portata a nuova vita in impianti che funzionano prevalentemente a gas naturale. Il gas è infatti parte della transizione ecologica che vede il nostro settore fortemente impegnato sul fronte di un mix energetico fatto anche di biometano e comunità energetiche” afferma Medugno.

“Oltre all’ormai noto problema strutturale del costo energetico come Assocarta stiamo lavorando sulla direttiva imballaggi, la cui proposta di modifica avvantaggiando il riuso degli imballaggi vanificherebbe tutti gli investimenti fatti dalle nostre imprese per raggiungere perfomances ambientali di economia circolare riconosciuti anche nell’ambito del PNRR. Molte aziende cartarie hanno fatto richiesta di finanziamenti nell’ambito dei progetti faro carta e cartone proprio per fronteggiare questa congiuntura storico-economica dimostrando una resilienza che andrebbe considerata dalla UE” aggiunge Medugno.

“L’economia circolare e il riciclo sono un’importante leva di sviluppo; sinergica e inclusiva, senza barriere all’accesso… se non quella della riciclabilità” conclude Medugno.

Speciale grande formato: conoscenza, tecnologia e applicazioni

ItaliaGrafica Grande Formato

È quello che  potete trovare nell’approfondimento che abbiamo voluto dedicare, proprio in questo numero in cui la rivista è presente anche a Viscom Italia 2022, alla stampa di grande formato. Scenari di mercato, prestampa, supporti, tecnologie, storie sul campo. Abbiamo voluto sviscerare e offrire una panoramica davvero esaustiva sul tema del grande formato.

Il grande formato continua a stupire per la varietà di applicazioni che le aziende riescono a progettare e realizzare grazie alle numerose innovazioni nelle tecnologie di stampa, alla disponibilità di substrati riciclabili e riciclati e di inchiostri creati nel rispetto dell’ecosostenibilità.

Elencare la varietà di applicazioni che ricadono nel segmento del grande formato risulterebbe impresa difficile per chiunque. Ma tutti noi passeggiando per le strade, viaggiando per stazioni e aeroporti, visitando fiere e centri commerciali, frequentando musei e spazi di aggregazione possiamo comprendere, semplicemente guardandoci intorno, la vastità di prodotti che possono essere realizzati.

Certo non basta la tecnologia per essere vincenti, ci vuole impegno per restare aggiornati e impegnarsi a ricercare sempre nuove soluzioni e, come dimostrano le testimonianze all’interno dello speciale, gli stampatori stanno al passo.

Importante anche sottolineare la propensione delle aziende a proporsi come fornitore di servizi per riuscire così a emergere in un mercato dove la competizione spesso si gioca sul prezzo a metro quadrato di stampa. Proprio per questa attitudine alcuni stampatori si definiscono anche problem solver, capaci di dare un contributo importante durante tutto il ciclo di vita del prodotto, dalla progettazione fino al montaggio.

In conclusione: grande fermento e un futuro tutto in crescita per un settore più che vivace.

Scarica gratis lo speciale di Italia Grafica sul grande formato.

Gruppo Fedrigoni vuole acquisire Papeterie Zuber Rieder per espandersi nelle carte premium per wine&spirits

Fedrigoni prosegue nella sua strategia di espansione globale nelle carte speciali per il packaging di lusso e le etichette di pregio. Firmato un accordo che, al termine della consultazione delle parti sociali, prevederà l’acquisizione del 100% dell’azienda francese.

Il Gruppo Fedrigoni ha infatti firmato un accordo con Papeterie Zuber Rieder, uno dei principali produttori mondiali in questi segmenti, con l’obiettivo di unire le forze e creare il primo player al mondo nelle carte premium per wine&spirits. L’esecuzione della documentazione vincolante e il completamento dell’acquisizione del 100% delle azioni di Papeterie Zuber Rieder sono soggetti alla consultazione delle parti sociali dell’azienda. Fondata nel 1881 a Boussières (Doubs, Franca Contea), Zuber Rieder è stata rilevata all’inizio degli anni 2000 da Luc Gaillet e Alain Martz, con l’obiettivo di riposizionare l’azienda in un segmento in rapida espansione: le carte premium per etichette di vini e liquori. Da allora Zuber Rieder, con i suoi 130 dipendenti, ha registrato una forte crescita, trasformando i suoi impianti industriali in uno dei siti di produzione di carte speciali più efficienti d’Europa. Questa partnership rappresenterà per il Gruppo Fedrigoni un altro passo importante nel suo percorso di consolidamento come produttore globale indiscusso di carte per vini e liquori di alta qualità. Zuber Rieder, dall’altra parte, beneficerà delle capacità produttive e della rete internazionale di Fedrigoni per continuare la sua crescita. 

Gli azionisti di Papeterie Zuber Rieder Alain Martz e Luc Gaillet manterranno entrambi un ruolo strategico per sostenere l’integrazione dell’azienda nel Gruppo Fedrigoni e supportarne lo sviluppo futuro, facendo leva sulla loro esperienza. Alain Martz rimarrà in un ruolo esecutivo, come direttore generale di Zuber Rieder, mentre Luc Gaillet sarà membro del consiglio d’amministrazione.

“Siamo molto lieti di annunciare la nostra intenzione di acquisire Papeterie Zuber Rieder – commenta Marco Nespolo, amministratore delegato del Gruppo Fedrigoni – Le sue forti competenze specialistiche e tecnologie proprietarie ci permetteranno di integrare il nostro già ricco portafoglio di offerta nelle carte per il luxury packaging e nelle etichette per il wine&spirits di alta gamma, dove vogliamo consolidare la nostra posizione di operatore globale di riferimento. Quest’operazione dimostra ancora una volta la nostra determinazione nel perseguire una costante strategia di crescita globale, nelle carte speciali per le diverse applicazioni creative e nei materiali autoadesivi premium, per servire ancora meglio i nostri clienti in tutto il mondo”.

Grande soddisfazione è stata espressa anche da Luc Gaillet e Alain Martz, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Papeterie Zuber Rieder “Zuber Rieder non poteva trovare una ‘casa’ migliore per crescere, consolidarsi e affrontare nuove sfide. Il Gruppo Fedrigoni è un gruppo industriale centenario come Zuber Rieder, con ambiziosi obiettivi di sviluppo internazionale, ai quali saremo lieti di dare il nostro contributo”.

Nuovo Cfo per Heidelberg

Il consiglio di sorveglianza di Heidelberg ha nominato Tania von der Goltz membro a pieno titolo del consiglio di amministrazione e direttore finanziario con effetto dal primo gennaio 2023.

Contemporaneamente entrerà a far parte di Heidelberg e diventerà membro del consiglio di amministrazione. von der Goltz succede così a Marcus A. Wassenberg, le cui dimissioni per entrare in un’altra società industriale erano state annunciate lo scorso ottobre. Ludwin Monz, presidente del comitato esecutivo, assumerà contemporaneamente il ruolo di direttore del lavoro.

von der Goltz è stata recentemente con Fresenius Medical Care come responsabile della strategia finanziaria globale dell’azienda. Tra le altre cose, ha avviato e guidato programmi internazionali di creazione di valore e, in qualità di capo del comitato per le acquisizioni globali e gli investimenti, ha avuto un’influenza formativa sulle attività di fusione e acquisizione del gruppo quotato al DAX.

«Siamo molto lieti di aver acquisito Tania von der Goltz, una manager finanziaria altamente competente con molti anni di esperienza, per Heidelberg», afferma Martin Sonnenschein, presidente del consiglio di sorveglianza. «Siamo stati così in grado di ricoprire in maniera tempestiva la posizione di Cfo che si era resa vacante e garantire una transizione ordinata».

Panel Osi, le aziende contrastano la dinamica inflattiva

Nel primo semestre 2022 la crescita del giro d’affari del settore grafico e cartotecnico trasformatore è in sintonia con una domanda nazionale sostenuta dalla spesa delle famiglie e dagli investimenti fissi lordi. Ma anche fortemente influenzata da un rincaro di ampia portata dei prezzi energetici e delle materie prime che non accennano a scendere.

Dopo un primo trimestre di grande crescita, il settore grafico e il settore cartotecnico trasformatore continuano a macinare fatturati in forte aumento. Si tratta però di una crescita obbligata, tesa cioè a recuperare i vertiginosi rialzi dei prezzi dell’energia, delle carte grafiche, delle carte per l’imballaggio, degli inchiostri, solventi, adesivi e anche delle materie plastiche. A dircelo è l’ultima rilevazione sul Panel Osi (Osservatorio Stampa e Imballaggio) del Centro Studi Assografici, riferita al secondo trimestre del 2022: la preoccupazione principale delle imprese dei due settori industriali è contrastare la dinamica inflattiva dei costi di produzione che si traduce nella crescita, sempre nel secondo trimestre, dei prezzi di vendita dei prodotti e servizi di stampa e dei prodotti trasformati. Di contro la produzione risulta contratta e addirittura diminuita, il che conferma quanto l’aumento del giro d’affari sia più che altro un effetto dell’inflazione.

Infine nel terzo trimestre 2022 lo scenario peggiora: sia le aziende grafiche sia quelle cartotecniche trasformatrici si dicono infatti preoccupate per gli intensi aumenti dei prezzi dell’energia, anche dovuti alle conseguenze della guerra in Ucraina, e si attendono un rallentamento macroeconomico italiano e internazionale.

Salgono i fatturati per le aziende grafiche

Nel secondo trimestre 2022 il fatturato delle aziende grafiche del Panel Osi ha un simile aumento (+23,1%) rispetto al secondo trimestre 2021. Nel complesso il giro d’affari del primo semestre 2022 cresce del 22,2% rispetto allo stesso periodo 2021. A livello di singola impresa nel secondo trimestre 2022 prevalgono i risultati decisamente positivi: il 93% delle aziende del Panel Osi aumenta infatti il fatturato, in media del 26,7%, a fronte solo di un 7% di imprese che lo diminuisce del 49,5%.

Stabile la produzione tra alti e bassi

La produzione del settore grafico, dopo la discreta crescita del primo trimestre 2022, nel secondo trimestre 2022 ha una diminuzione tendenziale dello 0,3%, per il calo della grafica editoriale (-2,1%), a fronte della crescita della grafica pubblicitaria e commerciale (+1,9%), rispetto al secondo trimestre 2021.

Confrontando i primi sei mesi 2022 con lo stesso periodo 2021, la produzione del settore grafico è stabile per il lieve incremento della grafica editoriale (+0,2%), a fronte del leggero abbassamento della grafica pubblicitaria e commerciale (-0,1%). Nell’area grafica editoriale, nel primo semestre 2022, c’è una moderata ripresa produttiva tendenziale per le riviste (+3,8%), che segue però la flessione a due cifre del 2021, mentre si osserva un leggero calo della produzione dei libri (-0,4%) che però avevano avuto nel 2021 un anno record. Nell’area grafica pubblicitaria e commerciale, nel primo semestre 2022, la crescita tendenziale della produzione di stampati pubblicitari e commerciali è lieve (+0,3%), mentre resta in negativo l’andamento della produzione di modulistica (-7,3%).

Il libro soffre un po’ e l’adv su stampa è sempre anemica

Dal lato della grafica editoriale, sulla base dei dati Aie, il mercato librario dopo l’anno boom 2021, vede nel primo semestre 2022 una moderata diminuzione delle vendite dei libri (-4,2% in valore), a fronte di un simile calo delle copie vendute (-3,6%). Si tratta, secondo l’Aie, di un calo dovuto alla flessione delle vendite nei canali online, solo in parte controbilanciato dal recupero delle librerie fisiche: è una congiuntura difficile per gli editori, con l’inflazione che cresce e l’emergenza carta che continua, cercando di non ritoccare i prezzi al rialzo. Nel primo semestre 2022 il mercato pubblicitario è sostanzialmente stabile, con gli investimenti pubblicitari nazionali totali che crescono complessivamente dello 0,1% rispetto al primo semestre 2021, secondo Nielsen. La pubblicità sulla stampa cala dello 0,5%, per il -1,1% sui quotidiani e il +0,9% sui periodici. Positive indicazioni di ripartenza dell’advertising sulle affissioni (+96,7%), che avevano risentito fortemente del blocco della mobilità legato alla crisi Covid-19, e dell’adv in direct mail (+1,2%). Considerando la domanda della grafica pubblicitaria e commerciale, il primo semestre 2022 si caratterizza per una leggera crescita della domanda degli stampati promozionali della Gdo; riguardo alla Grande Distribuzione Organizzata, fra i grandi utilizzatori di cataloghi, volantini e depliant, gli investimenti pubblicitari crescono moderatamente dello 0,3% nel primo semestre 2022, secondo Nielsen.

Vivace la domanda estera

Un ulteriore elemento positivo per il settore grafico nella prima parte del 2022 è la domanda estera: l’export in valore del comparto ha un’intensa crescita del 23,9% nel secondo trimestre 2022 rispetto al secondo trimestre 2021, interessando i principali prodotti stampati, con crescite a due cifre. Osservando i primi sei mesi 2022, le esportazioni in valore del settore grafico hanno un incremento complessivo del 22,4% rispetto ai primi sei mesi 2021, simile a quello del fatturato totale del settore: le esportazioni dei principali prodotti grafici sono in crescita simile per i libri che segnano un +28,1% e per gli stampati pubblicitari e commerciali con un +24,2%; più moderata, ma comunque a due cifre, la crescita dell’export delle riviste (+13,5%). Dopo il calo del primo trimestre 2022, nel secondo trimestre 2022 l’import in valore del settore grafico ha una crescita del +7,2% rispetto al corrispondente periodo 2021; considerando i primi sei mesi 2022 le importazioni di stampati aumentano del 2,2% sull’analogo periodo 2021, per la crescita delle importazioni di riviste (+12%) e di stampati pubblicitari e commerciali (+10,7%), mentre è in calo l’import di libri (-11,4%).

Aziende cartotecniche trasformatrici ad alto fatturato

Nel secondo trimestre 2022 il fatturato delle aziende cartotecniche trasformatrici del Panel Osi, dopo la crescita superiore al 22% del primo trimestre 2022, un’ulteriore accelerazione, con un aumento del 30,1% rispetto al secondo trimestre 2021. Il primo semestre 2022 si chiude con un favorevole aumento del giro d’affari del 26,2% sul primo semestre 2021. Analizzando il comportamento delle singole imprese del Panel Osi, nel secondo trimestre 2022 prevalgono nettamente i casi (92%) in cui vi è un incremento del giro d’affari, in media del 30,9%, a fronte di un 8% di imprese che diminuisce il fatturato, mediamente del 58,2%.

Una produzione più stanca

La produzione del settore cartotecnico trasformatore nel secondo trimestre 2022 ha un rallentamento del ritmo di crescita, per cui nei primi sei mesi 2022 la produzione del settore cartotecnico trasformatore aumenta dell’1,9% sullo stesso periodo 2021; nello specifico la produzione di imballaggio in carta, cartone e flessibile cresce dell’1,6%, a fronte di un maggiore aumento produttivo della cartotecnica del 5%. Con riferimento ai segmenti di attività, il Gifco (Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato) comunica nei primi sei mesi 2022 un incremento tendenziale dell’1,6% della produzione in tonnellate di cartone ondulato, un dato in netto peggioramento rispetto a quello dei primi tre mesi dell’anno, che era di poco inferiore al +6%, testimoniando un rallentamento della domanda in corso d’anno. Il Gifasp (Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci e Scatole Pieghevoli), sulla base dei dati Istat, dopo la moderata crescita nel primo trimestre 2022, segnala nel secondo trimestre 2022 un simile lieve aumento produttivo dello 0,1% di astucci e scatole pieghevoli: complessivamente il primo semestre 2022 si chiude con un leggero incremento tendenziale dello 0,2%. Rallenta nel secondo trimestre 2022 anche il ritmo produttivo per 4° trimestre il Gipsac (Gruppo Italiano Produttori Sacchi Carta): nel primo semestre 2022, si osserva comunque ancora una crescita significativa del 5,8% del numero di sacchi venduti, sullo stesso periodo 2021, superiore alla media settoriale; considerando i principali segmenti della domanda la crescita è trainata dalle costruzioni e dagli alimentari, ma è positivo anche il trend di mangimi e chimici-fertilizzanti. Discreto e costante anche l’incremento produttivo, fra i segmenti dell’imballaggio, segnalato dal Giflex (Gruppo Imballaggio Flessibile), per gli imballaggi flessibili, che viene stimato nel primo semestre 2022 al +2% sul primo semestre 2021. Venendo al comparto della cartotecnica, nei primi sei mesi 2022 sullo stesso periodo 2021, è intenso l’aumento tendenziale della produzione degli articoli per scuola, ufficio e cartoleria (+25,2%), delle etichette autoadesive (+15,5%) rappresentate dal Gipea (Gruppo Italiano Produttori Etichette Autoadesive), degli articoli igienici e sanitari (+6,4% per l’Istat) e del le carte trattate per uso industriale (+3,6% per l’Istat). Risulta invece in diminuzione tendenziale la produzione nei primi sei mesi 2022 delle carte da parati (-8,9%), dei tubi di cartone (-1,7%) rappresentati dal Gitac (Gruppo Italiano Tubi Anime Cartone), e delle buste da lettera (-1,3% per l’Istat).

Pharma e cosmesi stimolano la domanda

Osservando i comparti trainanti per l’imballaggio in carta, cartone e flessibile, il comparto alimentare-bevande ha una favorevole crescita produttiva del 3,8% e va ancora meglio il settore farmaceutico (+6,3%). Molto bene il settore cosmesi-profumeria nei primi sei mesi 2022, che ha un incremento, sulla base delle indicazioni di Cosmetica Italia, del 10,7%.

Buon tono del commercio internazionale

L’export in valore del comparto, dopo crescita a due cifre tendenziale del primo trimestre 2022, ha un incremento del 39,9% nel secondo trimestre 2022. Considerando invece il primo semestre 2022 la crescita dell’export settoriale in valore è del 36,4% sui primi sei mesi 2021: l’export in valore di scatole, sacchi e imballaggi vari in carta e cartone aumenta del 35,4%, mentre resta ampiamente positivo il risultato degli articoli igienici e sanitari (+54,6%). In aumento a due cifre nello stesso periodo anche le esportazioni in valore di etichette (+19,3%), tubi di cartone (+32%), carte da parati (+13%) e articoli per scuola, ufficio e cartoleria (+4,2%); più che raddoppiate le esportazioni in valore di prodotti cartotecnici per corrispondenza (+124%). Passando all’import in valore dei prodotti della cartotecnica trasformazione, nel secondo trimestre 2022 si osserva un intenso incremento tendenziale del 46,1%, per cui complessivamente il risultato dei primi 6 mesi 2022, rispetto ai primi 6 mesi 2021, si fissa al +43,3%; in particolare le importazioni in valore di scatole, sacchi e imballaggi vari in carta e cartone aumentano del 50%, mentre quelle di articoli igienici e sanitari crescono del 33,6%.

La nuova SigmaLine Compact di Muller Martini: finishing 4.0 all’insegna della sostenibilità

La famiglia SigmaLine si sta espandendo: nel giorno di apertura del Printing United Expo, a Las Vegas, Bruno Müller, CEO di Muller Martini, ha annunciato il lancio della nuova SigmaLine Compact per il prossimo anno. Questa soluzione consente agli stampatori digitali di produrre un maggior numero di prodotti finali utilizzando una superficie ridotta, un minor numero di operatori e un numero di scarti molto basso. Grazie alla SigmaLine Compact, il finishing 4.0 si sposa con la sostenibilità nella produzione di libri, opuscoli e riviste.

Con l’introduzione della nuova SigmaLine Compact, l’ultima innovazione nel finishing della stampa digitale, Müller Martini pone un’altra pietra miliare nella produzione digitale di blocchi libro. Quest’ultima versione della famiglia SigmaLine è particolarmente interessante per i tempi di cambio formato molto ridotti. Ad esempio, il cambio dello schema di piega, da four-up a six-up, richiede solo pochi secondi.

La nuova SigmaLine Compact copre tutte le varietà di lavorazione del finishing: softcover, cartonato, cucitura a filo refe e cucitura a punto metallico. In connessione al sistema workflow Connex porta il finishing 4.0 a un nuovo livello.

La SigmaLine Compact, che occupa uno spazio di soli 40 mq, non solo si contraddistingue per la facilità d’uso e la manutenzione ridotta, ma incrementa anche la produttività e riduce sensibilmente i tempi di messa a punto e di cambio formato. Il fatto che, cambiando lo schema di piega, si producano meno di 10 m di scarto è un argomento importante, soprattutto alla luce degli attuali prezzi elevati dei materiali e dell’energia.

Progettata per gestire bobine stampate in digitale fino a 22,5 pollici di larghezza, la SigmaLine Compact è la soluzione perfetta per tutti gli stampatori digitali che producono semilavorati per stampati a copertine morbida e rigida, cuciti a filo refe e punto metallico nella propria Smart Factory. Coprendo tutte le opzioni di finitura della stampa, stabilisce nuovi standard in termini di flessibilità e porta il tema del finishing 4.0 a un nuovo livello grazie al sistema workflow Connex di Müller Martini, che garantisce infatti un flusso di produzione completamente automatizzato. Senza altre parole: grazie a SigmaLine Compact gli stampatori digitali potranno produrre più libri e opuscoli per ogni turno con un ridotto impiego di personale. Questo darà loro un vantaggio economico significativo.

Il punto forte della SigmaLine Compact, che completa la collaudata SigmaLine lll con larghezze della banda di carta fino a 42 pollici, è il processo di piega. Mentre tutti i sistemi di piega digitale sul mercato funzionano con unità di piega a spada, a forma di stella o a vomere, la SigmaLine Compact utilizza la tecnologia a lama d’aria brevettata da Müller Martini stessa per lavorare le segnature. “Negli ultimi anni abbiamo costantemente migliorato la tecnologia di piega ad aria e nella linea da 22,5 pollici utilizziamo la stessa tecnologia impiegata nel settore dell’alta velocità” afferma Ingolf Fritzsche. Il product manager Digital Solutions di Müller Martini ha mantenuto per anni stretti contatti con i partner dell’industria della stampa digitale ed è convinto “che le aziende che operano nel settore digitale stavano aspettando proprio questa nuova soluzione”.

Conai premia i casi virtuosi di imballaggi sostenibili: annunciati i vincitori di Ecopack 2022

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Cinque innovazioni di design circolare nel palmarès della nona edizione di Ecopack, il Bando Conai per l’ecodesign. Sul podio innovazione e amore per l’ambiente in una nuova annata da record per il Bando, che dalla sua nascita (nel 2014) ha visto aumentare ogni anno le adesioni: 383 casi presentati, contro i 326 del 2021, da aziende italiane che hanno rivisto i loro imballaggi per renderli più sostenibili e ridurne l’impatto sull’ambiente.
Cinque super-premi che hanno usato almeno una delle sette leve di prevenzione, ossia incentivi di innovazione circolare capaci di rendere un pack più green (riutilizzo, facilitazione delle attività di riciclo, utilizzo di materiale riciclato/recuperato, risparmio di materia prima, ottimizzazione dei processi produttivi, ottimizzazione della logistica, semplificazione del sistema imballo).

Riutilizzo, nuove tecnologie, facilitazione del riciclo, uso di materia riciclata ed e-commerce

Collistar Spa vince per la leva del riutilizzo. Ha cambiato la trousse della sua cipria Impeccable prevedendone una ricaricabile, con scocca in plastica riciclata; in plastica riciclata anche la ricarica. Un intervento che ha ridotto di quasi il 60% le emissioni di CO₂, e che ha più che dimezzato i consumi sia idrici sia energetici. A Collistar va anche la menzione speciale da parte di Legambiente.

Di Mauro Officine Grafiche Spa premiata per l’uso di nuove applicazioni o tecnologie. La busta da 25 kg di mangime per pesci, destinato agli allevatori nel canale B2B, sostituisce il vecchio multi-strato accoppiato in poliammide e polietilene con un nuovo film mono materiale in polietilene. Ridotti così di oltre 40 punti percentuali sia le emissioni di CO₂ sia i consumi di acqua.

Fiorini International Spa sale sul podio per la facilitazione delle attività di riciclo. Il suo imballaggio per la pasta Antico Pastificio Umbro si trasforma da poliaccoppiato carta e polipropilene in mono-materiale carta: diventa così 100% riciclabile nella filiera carta, e la sua produzione ricuce sensibilmente la CO₂ immessa in atmosfera.

Magic Pack Srl trionfa per l’uso di materiale riciclato. Il suo vassoio in polistirene espanso destinato al contatto con alimenti, prima composto da solo materiale vergine, è stato ridisegnato per essere prodotto con il 27,4% di XPS riciclato. Tagliati di circa il 10% sia i consumi di acqua e di energia sia le emissioni di CO₂.

Infine, Selex Spa si piazza in top-five ancora per l’uso di nuove applicazioni o tecnologie. Per la sua confezione di mozzarella abbandona il film multistrato in poliammide e polietilene e opta per un film monopolimero in polipropilene. Una modifica che riduce lo spessore dell’imballaggio e abbatte del 4% il suo peso.

Sono queste cinque innovazioni a vincere 10.000 euro ciascuna, ossia la fetta di montepremi destinata a cinque super-vincitori.

Menzione speciale per l’ottimizzazione di un imballaggio nel settore e-commerce a Rotomail Italia Spa, che per la spedizione di prodotti editoriali ha sostituito scatole di cartone ondulato in dimensioni predefinite con scatole su misura per il prodotto contenuto in cartone 100% riciclato, chiuso senza nastro adesivo ma solo attraverso l’incastro delle varie parti della scatola fermate da colla. Il risparmio di materia prima è pari al 36%, cui si somma un 34% di riduzione degli scarti.

Il totale dei casi premiati, quest’anno, è di 243 (lo scorso anno furono 185): oltre ai cinque super-premi, infatti, sono state riconosciute da Conai altre 238 innovazioni che hanno reso un imballaggio più green. Questi 238 casi si sono spartiti i restanti 450.000 euro del montepremi.

In generale, l’attenzione verso un uso efficiente delle risorse si conferma una strada che sempre più imprese del nostro Paese decidono di seguire. Gli imballaggi prodotti sono sempre più leggeri: il risparmio di materia, infatti, si impone come la leva di ecodesign più diffusa. Ma sempre più frequenti sono anche i casi di packaging realizzati con materia riciclata; un aumento già registrato nel 2021, confermato dall’edizione 2022.

«Siamo molto soddisfatti nel vedere che, ogni anno, le aziende italiane ci presentano sempre più casi di imballaggi rivisti in chiave sostenibile» commenta il presidente Conai Luca Ruini. «Ho sostenuto e seguito la nascita del Bando nove anni fa, e il successo di questa nuova edizione è per tutti noi nuova conferma di quanto sia importante valorizzare le buone pratiche e renderle esempi da imitare. Progettare un imballaggio non è semplice: parliamo di un’attività complessa che, se ben fatta, può sicuramente aiutare a rendere meno forti gli impatti che un pack avrà sull’ambiente nel corso del suo ciclo di vita. L’ecodesign, inoltre, permette di ridurre i consumi energetici e di anidride carbonica: ecco perché, in questo momento di crisi energetica oltre che climatica, è importante provare a tutelare il pianeta anche attraverso questo strumento. Le aziende premiate lo hanno fatto».

Si stima che gli interventi di ecodesign premiati abbiano portato riduzioni dell’11% dei consumi di acqua, del 22% di consumi di energia, e del 29% di anidride carbonica.

Tutte le candidature sono state analizzate attraverso l’EcoTool Conai, che permette di calcolare, grazie a un’analisi LCA semplificata, gli effetti delle azioni di eco-design attuate dalle aziende sugli imballaggi attraverso una comparazione prima-dopo in termini di risparmio idrico, energetico e di riduzione delle emissioni di CO₂. La lista completa delle aziende premiate, così come lo strumento di analisi dei benefici ambientali, è stata verificata dall’ente terzo di certificazione DNV.

A selezionare i cinque super premi per l’innovazione circolare è stato un Comitato Tecnico Allargato composto da Laura Badalucco dell’Università IUAV di Venezia, Silvia Barbero del Politecnico di Torino, Claudia Chiozzotto di Altroconsumo, Barbara Del Curto del Politecnico di Milano, Daniele Faverzani di Legambiente, Clara Giardina dell’Università di Bologna e Stefano Lavorini di ItaliaImballaggio.